Altro fotoreport di un'escursione nei Lagorai ahimè non finita bene.
Bello barzotto parto con la fidata Ila dal solito Cenon di Sotto in Val Campelle su asfalto che ben presto finirà in direzione Malga Cenon di Sopra. Percorriamo una bucolica sterrata che si trasforma in uno dei pochi sentieri flow presenti nei Lagorai.
Sempre in sella arriviamo al Rifugio Caldenave
che oltrepassiamo in direzione della bella piana dove un torrentello scende con le sue acque limpide
Finita la piana ora sappiamo che ci aspettano circa 500 mt di bici in spalla per raggiungere Forcella Ravetta, nonostante tutti gli escursionisti incontrati abbiano tentato di dissuaderci dal farlo.
il primo tratto è abbastanza pesante, il sentiero sale immerso nella vegetazione bassa ed a volte passare con la bici in spalla è un problema.
Finalmente usciamo allo scoperto e questo è il sorriso di Ila, perfettamente a suo agio con i suoi scarponi da Super Pippo
questo tratto intermedio non è difficile
basta fermarsi ogni tanto a riprendere fiato
(dietro a Ila si intravede nella prox foto la nostra Forcella)
comunque il dislivello c'è e prima o poi bisogna salire
riusciamo a tirare ancora il fiato su una splendida piana dove diamo anche due colpi di pedale
ora resta l'ultimo tratto ma ormai la fatica manco la sentiamo talmente siamo presi da quello che ci appare ai nostri occhi
Forcella Ravetta raggiunta e non è stata poi così dura come dicevano tutte le persone incontrate!!!
e allora, visto che ne abbiamo ancora, prendiamo un bel traverso in direzione di diversi laghetti che vediamo sul versante opposto
il sentiero non arriva direttamente ai Laghi ma fa un ampio giro scollinando anche su un Passo o una Forcella e ....sarà per un'altra volta!!!
Ritorniamo alla Forcella Ravetta e anzichè seguire la traccia decidiamo di alzarci sulle creste
ed ecco il primo volo, mi parte l'anteriore e rimpiango le protezioni dimenticate a Piacenza.
Fortunatamente è solo una sbucciatura
Si continua alternando tratti di portage a tratti pedalati
i resti dei baraccamenti della Prima Guerra sono ancora evidenti
Arriviamo sui piani erbosi di Cima Primaluna
Arriviamo finalmente alla discesa sul Bivacco Argentino con la Valsugana sotto di noi
Ila nel frattempo si prepara per la discesa, ginocchiere, casco integrale e soprattutto parastinchi da calciatore
sino al Bivacco Argentino è una di quelle discese in erba e scavate che odio proprio e che facciamo a piedi.
Finalmente ora inizia la discesa vera su un largo sentiero impestato di sassi di tutte le dimensioni
Ad un certo punto della discesa qualcosa blocca il pedale destro, non cado ma un sasso affilato come un bisturi mi taglia sulla tibia per una quindicina di cm. Il taglio è profondo ed i lembi della ferita distanti, di sangue fortunatamente ne esce poco.
Nel frattempo arriva infermier Ila che, dopo un attimo di smarrimento, passa all'azione e mi incerotta la gamba.
I primi metri sono frastornato, preferisco scendere a piedi alternando brevi tratti in sella dove il sentiero lo permette. E' un sentiero difficile, è un continuo alzare la bici per superare ostacoli.
Come un automa arrivo all'alloggio a Cenon di Sotto e Ila non mi fa neanche entrare in casa.
Si va di filata al più vicino Pronto Soccorso di Borgo Valsugana.
Qui vengo preso in carico subito e dopo appena un'ora sono già fuori con ferita medicata e ricucita, vaccinazione antitetanica ed immunoglobuline fatte. Dei veri professionisti !!!
Qualche considerazione finale:
se avessi avuto i parastinchi come Ila non mi sarebbe successo nulla
con lo sport che facciamo siamo sempre a rischio di ferirci ed il tetano non è scomparso
Un grazie inoltre al Personale del Pronto Soccorso di Borgo Valsugana che si è dimostrato efficiente e competente.
Un grosso grazie alla soccorritrice Ila che non si è lasciata impressionare dal taglio e mi ha permesso, con la sua medicazione, di raggiungere la civilità a valle.