La Via Del Sale (da Vievola - Francia)

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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nofix

Biker assatanatus
13/6/06
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Firenze
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Una tre giorni di sana "Bici da montagna" ripercorrendo la classica "Via del Sale" sulle Alpi Marittime con variante della salita del colle di Tenda dal versante Francese anziché da Limone Piemonte.

MG_6556.jpg


Ad uso e consumo di chi volesse ripercorrerlo ecco il resoconto del giro:

Giorno 1 --- Km 35 Disl 1400 mt.
Lasciata la macchina a Ventimiglia ben fuori città visto che la cittadina era completamente bloccata
da un'orda di turisti francesi che pare fossero lì per il mercatino settimanale, abbiamo preso il treno
in direzione di Cuneo (bellissimo tratto ferroviario monorotaia con scorci favolosi sulla valle della Roya)
scendendo alla stazione di Vieve (Vievola) in Francia (la stazione dopo Tende) mt. 980 slm.
nota1 conviene fare il biglietto per Limone altrimenti è biglietto internazionale e costa molto + caro
nota2 se dovete comprare qualcosa da mangiare fatelo a ventimiglia perchè a Vieve non c'è niente di niente

Alle ore 13.30 abbiamo cominciato la salita sul versante francese del colle di Tenda.
La prima parte sulla statale ss20, per altro poco frequentata, che porta al traforo del colle Tenda




e che si lascia poche centinaia di metri prima sulla Sx per imboccare una lunga salita
tutta tornanti prima asfaltati e poi sterrati che portano ai 1815 del colle di Tenda.




Carlo alla sua prima esperienza con zaino tirava baldanzoso il gruppo ignaro di cosa lo aspettava.
La salita è lunga ma fortunatamente progressiva e poco frequentata e in un oretta e mezzo siamo sul colle
per la foto di rito (da sx a dx Claudiocecco, Paupau, Nofix)





breve visita ai ruderi dell'imponente forte Centrale e poi immersi fra minacciose nuvole abbiamo
imboccato la vecchia strada militare in direzione ovest




che passando dalle stazioni sciistiche di Limone (qui breve sosta al rifugio) porta al Col della Perla
e in seguito quello della Boaria.




Dal colle della Boaria ci si affaccia sul massiccio carsico del Marguareis, molto particolare,
ma che purtroppo le nuvole basse non ci hanno potuto far apprezzare in tutta la sua bellezza.




Siamo scesi nella vallata carsica




per poi affrontare l'ultima salita verso il colle dei Signori.
Il "ragazzo" del gruppo (Carlo) a questo punto era già molto meno baldanzoso e accusava
quest'ultimo sforzo. C'è da dire, a onor del vero, che pagava una politica di alimentazione disastrosa
e anche il fatto di pedalare una front che su questo tipo di terreno (prevalentemente sassoso)
è parecchio svantaggiata. Un piccolo incidente alla mia bici (incrocchiamento catena dietro ruota libera)
e un po' di ricerche nella nebbia per trovare la deviazione hanno fatto si che arrivassimo,
abbastanza provati, al rifugio Don Barbera giusto in tempo per la cena.





Qui abbiamo trovato sei "colleghi" Genovesi con belle bici AM che percorrevano parte del nostro stesso giro.
Purtroppo la doccia era gelata (alimentata ad energia solare) ma la cena era ottima
e straabbondante cosa che abbiamo gradito molto!
Alle 19.30 se n'è andata la corrente e quindi non ho fatto in tempo a caricare il GPS,
anzi avendolo lasciato attaccato alla rete mi ha suzzato pure il rimanente della carica! :-(
Mi sia di lezione: la prossima volta mi porterò la piletta per la ricarica!!
Alle 10 eravamo già sotto le coperte.


Giorno 2 --- Km 40 Disl 800 mt.
La mattina al risveglio il cielo terso e l'aria frizzante ci preannunciano una splendida giornata.
Per come abbiamo suddiviso il giro il secondo giorno risulta il più tranquillo e ce la prendiamo
con estrema calma. Partiamo alle 8.30 dopo lauta colazione.
Si risale per re-immetterci nel percorso originale da cui avevamo leggermente deviato per raggiungere il rifugio.







Ancora in salita vs Sud scolliniamo lasciandoci la Cima di Pertega sulla Dx.
Sarà questo il punto più alto dell'intero Giro (2267 mt.).




Qualche foto e poi giù in lieve discesa




per entrare nei boschi di Larice del versante sud della valle dell'Upega.
Qui si percepisce chiaramente che questa parte della montagna vive indipendentemente dal turismo







Usciti dal bosco e passato il bivio per Monesi che ci lasciamo sulla Sx
si sale su larghi tornanti al passo Tanarello.




Arrivati al passo, dove abbiamo consumato il pranzo, avevamo due possibilità:
il lungo aggiramento del Monte Saccarello verso est passando dalla cima dell'Ortica
o la rapida discesa sul versante Francese.
Le informazioni in nostro possesso, la definivano una emozionante pietraia
ed abbiamo optato per quest'ultima.
Purtroppo è stata completamente spianata negli ultimi tempi ed ora risulta una tranquilla
carrareccia facilmente percorribile. Con il senno di poi, probabilmente,
sarebbe stato meglio l'altro giro (anche se abbastanza più lungo).
Di seguito abbiamo aggirato il Colle ardente sempre su versante Francese
e poi siamo saliti alle antiche Caserme di Marta ancora sul lato Francese
(prendere a Dx strada con sbarra poco dopo il ricovero che si intravede dietro Caludio)




percorrendo una salita dura, ma molto bella, nel bosco.




Qualche giratina fra le strutture militari e poi di nuovo in sella.




Dopo una brevissima salita ci siamo ricongiunti alla strada proveniente dal versante Italiano
e passando sotto al rifugio Monte Grai (struttura militare adattata a rifugio - non abitato)




abbiamo iniziato la discesa verso il rifugio Allavena.




Gli amici Genovesi, invece di scendere lungo la carrareccia, ci hanno
coinvolto in una gustosa variante molto impegnativa che su sentiero sassoso
ci ha (più o meno) rapidamente portati al rifugio. La si imbocca sulla sx 200 mt dopo il rifugio Grai.




A titolo informativo causa cadute, foto e diverso passo di marcia i genovesi
erano già davanti ad un boccale di birra quando noi siamo arrivati!!
Ligi al dovere li abbiamo seguiti anche su questo terreno ...
Mezzora dopo ci lasciavano per riprendere il loro giro che terminava
in giornata con discesa verso la valle.
Al rifugio amara sorpresa: niente acqua per farsi la doccia!
Lasciata la roba visto che era abbastanza presto siamo scesi a piedi per sentieri
al sottostante lago artificiale Tenarda. Purtroppo era tutto recintato ed abbiamo
dovuto rinunciare all'idea di un bagnetto rinfrescante.
Risaliti al rifugio cena (scarsa) in compagnia di un simpatico Cuneese
che aveva fatto il nostro stesso percorso ma a piedi.
Sigarettina di rito sotto il cielo stellato e poi tutti a nanna.

Giorno 3 --- km 50 Disl 850m
La mattina dopo sveglia alle 6.00 sotto l'affascinante luce di una bellisma alba
rapida colazione e via in sella. La giornata sarà lunga e bisogna muoverci presto.




Si comincia bene: subito 400mt di dislivello che ci riportano
dall'Allavena alla strada originale. Per fortuna due socievoli cagnoni
ci accompagnano lungo tutta la salita.





Anche oggi bellissima giornata, il tempo ci ha voluto un gran bene :-)
In cima alla salita sconfiniamo in Francia passando dalla Sella della valletta da cui
osserviamo un bel panorama




e scendiamo verso la gola dell'Incisa




dove il sentiero si fa più esposto e alcuni brevi tratti vanno fatti
con bici a spalla aiutandosi con un cordino fisso.
Niente di trascendentale comunque ...




Si gira sempre lato francese dietro il monte Toraggio e si rientra in Italia per un bel
sentiero tecnico con tornantini stretti che attraversa ripidi prati.




L'ultimo tratto è più roccioso ed esposto.
Carlo ignorando i miei ripetuti avvertimenti (ero memore di cosa era successo a Zoorlen)
osa un po' di più e trova il modo di cadere, per sua (e nostra) fortuna sul lato a monte,
facendosi male ad una caviglia e prendendosi una rimbrottata dal sottoscritto.
Se fosse caduto lato valle avrebbe fatto un volo di 6/7 metri sulle rocce sottostanti !!
Per fortuna anche se rallentato dal dolore riesce comunque a pedalare e possiamo tirare
un sospiro di sollievo e proseguire il giro.

In fondo alla discesa ci si tiene a Dx entrando nella gola del corvo sotto la cima
Logambom. Il sentiero è in parte intagliato nella roccia ed esposto.
Si procede con cautela alternando tratti a spinta a tratti in sella.
Passato il passo del Corvo la strada si allarga e scende rapidamente al passo
del Muratone (1158 Mt.) e poi dopo breve risalita al colle Scarassan.
A questo punto ci sono due possibilità passare dal versante Francese
(via colle Pegarole e testa d'Alpe e segnata sulla carta come Alta Via) o scendere (per poi risalire) verso le gola
del Gouta (segnata sulla carta come Alta Via "Variante").
Optiamo per quest'ultima ma non possiamo dire se sia più o meno valida dell'altra (sicuramente è più corta).
Si scende a sx verso la Sella di Gouta. Si passa qualche abitazione (se siete a corto d'acqua chiedete qui!)
e poi a dx in discesa su asfalto che ci porta fino al fiume.
La salita sul versante opposto è su sterro piuttosto disconnesso. Carlo soffre in silenzio e stoicamente prosegue.
Dopo un bel tratto di discesa si giunge ad una galleria nei pressi della quale consumiamo il pasto sotto un bel noce.



Si riparte in salita e poco dopo si giunge nei pressi di un'altra costruzione militare (forte Susena)
Da lì si riprende a scendere. Dopo poco nei pressi di Colla Sgora troviamo sulla Sx il rientro dell'Alta Via
principale che avevamo abbandonato al colle Scarassan.
Poi lunga discesa su carrareccia che si lascia sulla dx in successione il monte Abellio
(un paio di tornanti) e l'Abelliotto e che nei pressi di un gruppo di case diventa asfaltata e
propone un quadrivio. Si prende a dx per Verrandi e dopo qualche metro si lascia l'asfalto
in direzione Sud per la sterrata di crinale. Si attraversa la strada asfaltata nei pressi di un bivio
per loc. Brunetti. Si prosegue verso Sud sempre su sterro e si giunge alle "Terre Bianche",
dei bei calanchi abbaglianti.

MG_7051.jpg


Si prosegue con breve tratto di bici a spalla poi si arriva ad un punto panoramico da cui
si scende su viottolo ad una chiesa che dovrebbe essere "Madonna della Neve".
Si attraversa su asfalto l'abitato di Ciaixe e ci si immette su una provinciale che prendiamo verso sx.
Poco dopo il sentiero originale prevede di lasciarla per inerpicarsi su un viottolo a sx, ma
un po' perchè era tardi, un po' perche a Carlo faceva male la caviglia,
abbiamo preferito proseguire su asfalto evitando la discesa finale su Ventimiglia
segnalata come molto difficile sui cartelli segnavia.

Raggiunta la macchina ci siamo fiondati sul lungomare dove ci siamo sciorinati
in rapida successione pizza, birra e bagno in mare.



Ampiamenti appagati dalla bella tre giorni siamo ripartiti contenti verso casa.

Conclusioni
Quando Claudio mi ha proposto il giro ero un po' scettico perché l'idea di fare strade militari
ovvero larghe e facilmente percorribili non mi attirava molto. In realtà ho scoperto che,
fortunatamente, l'equazione strada militare=strada facilmente percorribile non è sempre vera.
Diverse salite e relative discese ricordavano molto più un'antica strada romana che una facile carrareccia.
Ostiche in salita, in discesa ti shekerano ben bene e devi sempre essere all'occhio su dove metti le ruote.
Inoltre queste zone, sebbene meno spettacolari delle dolomiti, hanno un loro fascino particolare
dovuto sia ai paesaggi che alla minor frequentazione turistica.
Alla fine è risultato essere un gran bel giro interessante vario e direi di "senso compiuto".
Un grazie ai due ottimi e affidabili compagni di viaggio e a Rooby-doo che mi ha mandato materiale molto utile.

Vivamente consigliato!!
:prost:

Tra l'altro è abbastanza ben segnalato con cartelli come questo:

MG_7048.jpg


Unica nota stonata: sono percorsi abbastanza frequentati da SUV, gipponi vari e moto
(sopratutto la zona del col di tenda lato italiano da evitarsi,
quando possibile, il Sabato e la Domenica)

Qui tutte le foto


Ecco anche l'immagine da Google Earth e la traccia allegata.

GooglEarth.jpg


Attenzione: la traccia è in parte ricostruita !!
penso sia corretta ma non la prendete come "oro colato"

GooglEarth.jpg
 

Allegati

  • 2008-08-22 Via del Sale.zip
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edoravera

Ospite
Prossima settimana abbiamo intenzione di partire da ventimiglia e, tramite qualche strada o sentiero, vogliamo arrivare sull'alta via dei monti liguri, scendendo sul mare all'altezza di finale ligure..
ora, non avendo nessuna esperienza quancuno sa consigliarci cartine o pubblicazioni per programmare un ipotetico percorso?
 

gianpivip

Biker tremendus
10/3/07
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Ventimiglia (IM)
gianpivip.wordpress.com
Bike
Giant Reign 1
Prossima settimana abbiamo intenzione di partire da ventimiglia e, tramite qualche strada o sentiero, vogliamo arrivare sull'alta via dei monti liguri, scendendo sul mare all'altezza di finale ligure..
ora, non avendo nessuna esperienza quancuno sa consigliarci cartine o pubblicazioni per programmare un ipotetico percorso?
Spero che questo link ti possa essere di aiuto.

http://www.altaviadeimontiliguri.it/home.html

Io ho percorso le sezioni 1 - 2 - 3 quasi completamente ma................in senso contrario, cioè da monte a mare.

Un'idea veramente interessante, complimenti e ............... buona pedalata.
 

iuppareppa

Biker paradisiacus
1/11/02
6.390
2
0
Maranello
www.ciclonatura.eu
Bel giro, ma soprattutto bella recensione :-)
I giri in linea in questi territori un pò "fuori mano" hanno spesso un problema: i mezzi pubblici (treni, autobus) possono riportare al punto di partenza o conviene arrangiarsi con i propri mezzi?
 

nofix

Biker assatanatus
13/6/06
3.034
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Firenze
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Bel giro, ma soprattutto bella recensione :-)
I giri in linea in questi territori un pò "fuori mano" hanno spesso un problema: i mezzi pubblici (treni, autobus) possono riportare al punto di partenza o conviene arrangiarsi con i propri mezzi?
Questo giro con il treno viene benissimo: lo prendi a Ventimiglia e puoi scendere a Vievola in Francia o alternativamente a Limone x salire dal versante Italiano del col Tenda. Il trasporto bici è consentito.
Ciao
 

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