La Vecia Ferovia
Lavevamo già tentata qualche anno fa, ma allenamento e assenza di tracciato gpx ci avevano fermato ad un bivio andiamo di qui, no di la .sono stanca .
E siamo tornati alla base in quel di Egna
Questanno Flora è partita decisa e allenata.
Bici nuova da onorare, non si può non fare questa simpatica salita.
Ho provveduto a scaricare per bene il tracciato (meglio i tracciati) e, sistemato il camperone ( e anche noi) in un bel campeggio/Hotel di Auer, di buon ora siamo partiti alla conquista del mitico tracciato. Dopo qualche chilometro di pista ciclabile fra i meleti iniziamo
la salita verso Montagna.
Purtroppo il tracciato ci porta a percorrere qualche km di strada asfaltata di discreto traffico. La cosa mi infastidisce non poco, non sono più abituato a sentirmi le macchine sfrecciare a pochi cm dal mio manubrio. Osservando bene il tracciato sul navigatore vedo un bel taglio che sega in due un tornante proprio prima di Pinzano. Lo imbocco deciso. La strada si impenna secca e devo velocemente inserire rapporti più corti. Mi giro e vedo Flora che spinge imperterrita sui pedali senza stramaledirmi (anche a lei da fastidio il traffico). Il taglio ci porta dritto in centro a Pinzano. Ci impressiona una chiesa davvero bella. Non ci corre dietro nessuno, la giornata è bella, il tempo lo abbiamo .andiamo a visitare. Begli affreschi di fianco allingresso e dentro
ma la cosa davvero meravigliosa è una pala daltare in legno.
Resto in contemplazione qualche minuto. Una signora che stava sistemando la chiesa aspetta pazientemente i miei tempi prima di chiudere la porta mi accorgo appena in tempo di aver dimenticato il casco torno di volata prima che la signora se ne vada .Fiuuu
Abbiamo perso un quarto dora ma ne valeva veramente la pena
Riprendiamo la nostra via fino alle porte di Montagna, dove inizia il percorso vero e proprio della Vecia Ferovia..
Ora il percorso sale con pendenza lieve e costante sul vecchio tracciato ferroviario dove si vedono bene i resti dellantico passato. Ponti e gallerie accompagnano le nostre pedalate tranquille
. Anche se con poca fatica saliamo costantemente con lo sguardo che corre sulla vallata dellAdige sottostante. Vediamo il traffico autostradale ma non ci giunge nessun rumore con nostra grande soddisfazione.
Transitiamo in una galleria che si illumina al nostro passaggio gran bella sensazione.
Pedalando nel bosco scorgiamo un bel castello ma non riusciamo a vederlo per bene, appare e scompare dalla nostra vista come un miraggio. Quando ci sembra di averlo raggiunto scompare e si allontana . Pazienza. Ora lasciamo per un po il tracciato ferroviario e proseguiamo per ripida stradina fra i vigneti ben esposti al sole. Laltranno ci eravamo fermati da queste parti Ora con il tracciato gpx non abbiamo dubbi sul percorso e in breve ci ritroviamo sullantica strada ferrata. Con un po di apprensione attraversiamo una galleria completamente buia (cera modo di Bypassarla ma a noi è piaciuta lidea di percorrerla) che serve da ricovero a mezzi agricoli.
Pedaliamo pedaliamo, ma avanziamo poco. Apparentemente non si fa quota
Costeggiamo la strada che sale verso Cavalese, non vediamo le auto ed i camions ma ne sentiamo il rumore in lontananza. Quando scorgo le indicazioni per la Pausa riesco a raffigurarmi il dove siamo. Molti anni fa ho trascorso qualche vacanza invernale in quel di Trodena e questi luoghi mi sono familiari (almeno di nome).
Dopo la Pausa si arriva a Fontanefredde, e S.Lugano non è distante. Quando attraversiamo la strada che mena a Trodena per proseguire lungo il tracciato ferroviario ci si presenta davanti una scenetta daltri tempi. Un cavallo ha perso un ferro, quindi un maniscalco di pronto intervento sta provvedendo a riferrare la zampa. Non abbiamo mai visto loperazione di ferratura di un cavallo e quindi ci fermiamo a curiosare. Ne approfittiamo per fare quattro chiacchiere, con cavaliere e maniscalco (col cavallo no non ancora ma ci stiamo attrezzando).
Poi ripartiamo alla volta di S.Lugano. Ricordo che venivo a fare sci da fondo sulla pista ricavata per buona parte sul tracciato che ora stiamo percorrendo con la mtb. Arriviamo molto velocemente e nel cuore dellora di pranzo. Dobbiamo decidere il da farsi. Dobbiamo decidere se proseguire fino a Molina di Fiemme o salire a Trodena e rientrare. Conviene decidere a pancia piena. Ci fermiamo in un ristorantino sulla strada per farci fare un panino e bere una birretta e un buon caffè.
Chiedendo un panino e una birra, prendiamo in contropiede la padrona del ristorante .
Dopo un attimo di apparente smarrimento la signora mormora qualcosa alla barista, ci chiede di aspettare un attimo ed esce .Dopo un po riappare con un grosso fagotto .e poco dopo eccoci recapitati due ottimi panini. Probabilmente avevano finito il pane cosicchè lostessa si è precipitata a comperarlo al forno (che era chiuso).
Ristorati riprendiamo la via verso Trodena.
Durante lavvicinamento a S.Lugano, Flora aveva visto dei cartelli segnaletici di sentieri che indicavano la via per Trodena.
Perché, allora, andar per strada? Suvvia, orsù, abbiamo o non abbiamo noi delle mtb?
Guardo verso la montagna in direzione di Trodena deglutisco, e faccio notare allindomita sposa che la salita la mi par dureta
In effetti poco dopo incrociamo il sentiero sopraccitato .e come da previsione esso si inerpica ripido su per il monte
Nonostante la volontà di andar per sentiero, ci par troppo tosto salire per quella via.
Il navigatore mi indica diversi sentieri possibili, ma da qui a sapere qualè quello buono ce ne passa.
Quasi rassegnati a tornare sulla strada ripercorriamo a ritroso il percorso della Vecia Ferovia.
Dopo pochissimo una bella carraia parte decisa in direzione consona alle nostre idee
Ma non ci sono indicazioni segnaletiche che ci confortino .ma sul mio navigatore vedo una traccia
Che facciamo?
Minacciosi nuvoloni iniziano ad addensarsi sopra le nostre teste
Tuttosommato Trodena è poco più in là, sono pochi km
Proviamo mal che vada spingiamo un po o torniamo indietro
Iniziamo a pedalare (ovviamente in salita) seguendo la traccia sul navigatore. Ovviamente troviamo parecchi bivi cerchiamo di seguire la traccia che aggira la montagna
Pedala pedala arriviamo ad un punto morto. Un bel quadrivio davanti a noi .e segnaletiche di luoghi a noi completamente sconosciuti. Notiamo un anziano boscaiolo che traffica fra la legna poco più in la. Come mi ha insegnato lamico Luca .bisogna chiedere
E chiedo
Luomo assai gentile ci indica la via migliore
La via migliore è assai mal messa e assai ripida. Ride, il nostro amico, guardando la mia espressione, e ci rassicura dicendo che il sentiero è brutto per 300-400 mt poi torna ben pedalabile.
Ci fidiamo e, memori degli insegnamenti di Matteo e PG, iniziamo un bel portage.
Fatico ma mi diverto
Flora fatica di più e si diverte di meno.
Fortunatamente i metri di portage sono meno di quelli indicati dal boscaiolo.
Riprendiamo a pedalare lungo un sentiero che si allarga e diventa strada bianca comoda .
Passiamo in fianco ad un piccolo abitato e finalmente troviamo le indicazioni per Trodena.
Siamo saliti ben più in alto del paesello che ora vediamo sotto di noi. Con veloce discesa arriviamo ben presto nel piccolo centro. Quanti ricordi sfrecciano per la mia mente .i miei primi passi in montagna in un inverno di quasi trentanni fa .con Carlino piccolino .labergo dove avevamo soggiornato .
Flora parte veloce alla volta dellufficio turistico .
Una veloce visita, raccogliamo le info necessarie e poi .Flora mi parte dalla parte sbagliata.
Cioè, la via era giusta, ma saremmo scesi per via esclusivamente asfaltata.
Dopo un duro giro del paese, iniziamo a scendere verso il tracciato della vecia ferovia, che volevo percorrere a ritroso .
Appena fuori Trodena un sentierello nel prato ci indica la strada per la Pausa. Ci infiliamo solerti e veloci. Ovviamente perdiamo subito la traccia e ci ritroviamo nel mezzo di un bel prato ad erba alta.
Un per fortuna, un po per naso ritroviamo la via giusta e scendiamo in bel bosco con tracciato vario e anche moderatamente tecnico. Comincio a divertirmi
In un batter docchio siamo sopra la Pausa sul tracciato giusto. La carraia scende veloce e mi lascio trasportare in velocità dalla bici che si diverte. Non vedo Flora dietro di me mi fermo e dopo un attimo mi arriva la telefonata tra un insulto e laltro Flora mi dice che ho sbagliato strada e che devo rientrare. Obbedisco!
Rientrato velocemente sul tracciato originale raggiungo la moglie e pedaliamo allegramente sulla bella strada che è il tracciato della Vecia Ferovia. Poi un cartello che indica Montagna attrae la nostra attenzione. E una scorciatoia .
E ci buttiamo a seguirlo. Scendiamo nel bosco sul sentiero assai divertente tagliando decisamente i tornanti della lenta strada ferrata.
Comè, come non è ad un certo momento Flora ed io ci perdiamo di vista. Io faccio un taglio nel bosco, convinto di riprenderla appena sotto invece mi ritrovo in un attimo nel centro di Montagna.
Aspetto un po aspetto un po non si vede arrivare la moglie Già sento i giusti improperi..
Mi attacco al telefono. Dopo un po risponde. Non è troppo arrabbiata. E appena fuori paese
Ci troviamo davanti alla grande fontana.
Ora si tratta di tornare al campeggio Non seguiamo la via di salita, ma decidiamo di fidarci dei cartelli escursionistici che indicano AUER.
Ci infiliamo decisi e il sentiero che percorriamo è decisamente bello, e nemmeno banale. Scendi scendi scendi ci ritroviamo in un bel parco sopra Auer.
Così a caso seguiamo un tracciola nel parco assai divertente. Ci ricorda tanto il parco dello Stirone
Dopo un po mi vien da pensare che ci stiamo spingendo un po troppo in la .
In effetti emergiamo dal parco assai fuori Auer. Non vogliamo tornare lungo la statale. Di la dal frutteto cè la ciclabile. Ci infiliamo quatti quatti nel frutteto, e stando attenti a non far danni emergiamo dallaltra parte sulla ciclabile, fra gli sguardi strani dei frequentatori.
Rientriamo rapidamente alla base .
Riponiamo le bici sul camper
e cosa meglio di un buon bagno in piscina?
E ce lo concediamo.
Lultimo atto di una bella giornata: visita in macelleria e acquisto di splendide bistecche da fare alla piastra .
Lavevamo già tentata qualche anno fa, ma allenamento e assenza di tracciato gpx ci avevano fermato ad un bivio andiamo di qui, no di la .sono stanca .
E siamo tornati alla base in quel di Egna
Questanno Flora è partita decisa e allenata.
Bici nuova da onorare, non si può non fare questa simpatica salita.
Ho provveduto a scaricare per bene il tracciato (meglio i tracciati) e, sistemato il camperone ( e anche noi) in un bel campeggio/Hotel di Auer, di buon ora siamo partiti alla conquista del mitico tracciato. Dopo qualche chilometro di pista ciclabile fra i meleti iniziamo
la salita verso Montagna.
Purtroppo il tracciato ci porta a percorrere qualche km di strada asfaltata di discreto traffico. La cosa mi infastidisce non poco, non sono più abituato a sentirmi le macchine sfrecciare a pochi cm dal mio manubrio. Osservando bene il tracciato sul navigatore vedo un bel taglio che sega in due un tornante proprio prima di Pinzano. Lo imbocco deciso. La strada si impenna secca e devo velocemente inserire rapporti più corti. Mi giro e vedo Flora che spinge imperterrita sui pedali senza stramaledirmi (anche a lei da fastidio il traffico). Il taglio ci porta dritto in centro a Pinzano. Ci impressiona una chiesa davvero bella. Non ci corre dietro nessuno, la giornata è bella, il tempo lo abbiamo .andiamo a visitare. Begli affreschi di fianco allingresso e dentro
ma la cosa davvero meravigliosa è una pala daltare in legno.
Resto in contemplazione qualche minuto. Una signora che stava sistemando la chiesa aspetta pazientemente i miei tempi prima di chiudere la porta mi accorgo appena in tempo di aver dimenticato il casco torno di volata prima che la signora se ne vada .Fiuuu
Abbiamo perso un quarto dora ma ne valeva veramente la pena
Riprendiamo la nostra via fino alle porte di Montagna, dove inizia il percorso vero e proprio della Vecia Ferovia..
Ora il percorso sale con pendenza lieve e costante sul vecchio tracciato ferroviario dove si vedono bene i resti dellantico passato. Ponti e gallerie accompagnano le nostre pedalate tranquille
. Anche se con poca fatica saliamo costantemente con lo sguardo che corre sulla vallata dellAdige sottostante. Vediamo il traffico autostradale ma non ci giunge nessun rumore con nostra grande soddisfazione.
Transitiamo in una galleria che si illumina al nostro passaggio gran bella sensazione.
Pedalando nel bosco scorgiamo un bel castello ma non riusciamo a vederlo per bene, appare e scompare dalla nostra vista come un miraggio. Quando ci sembra di averlo raggiunto scompare e si allontana . Pazienza. Ora lasciamo per un po il tracciato ferroviario e proseguiamo per ripida stradina fra i vigneti ben esposti al sole. Laltranno ci eravamo fermati da queste parti Ora con il tracciato gpx non abbiamo dubbi sul percorso e in breve ci ritroviamo sullantica strada ferrata. Con un po di apprensione attraversiamo una galleria completamente buia (cera modo di Bypassarla ma a noi è piaciuta lidea di percorrerla) che serve da ricovero a mezzi agricoli.
Pedaliamo pedaliamo, ma avanziamo poco. Apparentemente non si fa quota
Costeggiamo la strada che sale verso Cavalese, non vediamo le auto ed i camions ma ne sentiamo il rumore in lontananza. Quando scorgo le indicazioni per la Pausa riesco a raffigurarmi il dove siamo. Molti anni fa ho trascorso qualche vacanza invernale in quel di Trodena e questi luoghi mi sono familiari (almeno di nome).
Dopo la Pausa si arriva a Fontanefredde, e S.Lugano non è distante. Quando attraversiamo la strada che mena a Trodena per proseguire lungo il tracciato ferroviario ci si presenta davanti una scenetta daltri tempi. Un cavallo ha perso un ferro, quindi un maniscalco di pronto intervento sta provvedendo a riferrare la zampa. Non abbiamo mai visto loperazione di ferratura di un cavallo e quindi ci fermiamo a curiosare. Ne approfittiamo per fare quattro chiacchiere, con cavaliere e maniscalco (col cavallo no non ancora ma ci stiamo attrezzando).
Poi ripartiamo alla volta di S.Lugano. Ricordo che venivo a fare sci da fondo sulla pista ricavata per buona parte sul tracciato che ora stiamo percorrendo con la mtb. Arriviamo molto velocemente e nel cuore dellora di pranzo. Dobbiamo decidere il da farsi. Dobbiamo decidere se proseguire fino a Molina di Fiemme o salire a Trodena e rientrare. Conviene decidere a pancia piena. Ci fermiamo in un ristorantino sulla strada per farci fare un panino e bere una birretta e un buon caffè.
Chiedendo un panino e una birra, prendiamo in contropiede la padrona del ristorante .
Dopo un attimo di apparente smarrimento la signora mormora qualcosa alla barista, ci chiede di aspettare un attimo ed esce .Dopo un po riappare con un grosso fagotto .e poco dopo eccoci recapitati due ottimi panini. Probabilmente avevano finito il pane cosicchè lostessa si è precipitata a comperarlo al forno (che era chiuso).
Ristorati riprendiamo la via verso Trodena.
Durante lavvicinamento a S.Lugano, Flora aveva visto dei cartelli segnaletici di sentieri che indicavano la via per Trodena.
Perché, allora, andar per strada? Suvvia, orsù, abbiamo o non abbiamo noi delle mtb?
Guardo verso la montagna in direzione di Trodena deglutisco, e faccio notare allindomita sposa che la salita la mi par dureta
In effetti poco dopo incrociamo il sentiero sopraccitato .e come da previsione esso si inerpica ripido su per il monte
Nonostante la volontà di andar per sentiero, ci par troppo tosto salire per quella via.
Il navigatore mi indica diversi sentieri possibili, ma da qui a sapere qualè quello buono ce ne passa.
Quasi rassegnati a tornare sulla strada ripercorriamo a ritroso il percorso della Vecia Ferovia.
Dopo pochissimo una bella carraia parte decisa in direzione consona alle nostre idee
Ma non ci sono indicazioni segnaletiche che ci confortino .ma sul mio navigatore vedo una traccia
Che facciamo?
Minacciosi nuvoloni iniziano ad addensarsi sopra le nostre teste
Tuttosommato Trodena è poco più in là, sono pochi km
Proviamo mal che vada spingiamo un po o torniamo indietro
Iniziamo a pedalare (ovviamente in salita) seguendo la traccia sul navigatore. Ovviamente troviamo parecchi bivi cerchiamo di seguire la traccia che aggira la montagna
Pedala pedala arriviamo ad un punto morto. Un bel quadrivio davanti a noi .e segnaletiche di luoghi a noi completamente sconosciuti. Notiamo un anziano boscaiolo che traffica fra la legna poco più in la. Come mi ha insegnato lamico Luca .bisogna chiedere
E chiedo
Luomo assai gentile ci indica la via migliore
La via migliore è assai mal messa e assai ripida. Ride, il nostro amico, guardando la mia espressione, e ci rassicura dicendo che il sentiero è brutto per 300-400 mt poi torna ben pedalabile.
Ci fidiamo e, memori degli insegnamenti di Matteo e PG, iniziamo un bel portage.
Fatico ma mi diverto
Flora fatica di più e si diverte di meno.
Fortunatamente i metri di portage sono meno di quelli indicati dal boscaiolo.
Riprendiamo a pedalare lungo un sentiero che si allarga e diventa strada bianca comoda .
Passiamo in fianco ad un piccolo abitato e finalmente troviamo le indicazioni per Trodena.
Siamo saliti ben più in alto del paesello che ora vediamo sotto di noi. Con veloce discesa arriviamo ben presto nel piccolo centro. Quanti ricordi sfrecciano per la mia mente .i miei primi passi in montagna in un inverno di quasi trentanni fa .con Carlino piccolino .labergo dove avevamo soggiornato .
Flora parte veloce alla volta dellufficio turistico .
Una veloce visita, raccogliamo le info necessarie e poi .Flora mi parte dalla parte sbagliata.
Cioè, la via era giusta, ma saremmo scesi per via esclusivamente asfaltata.
Dopo un duro giro del paese, iniziamo a scendere verso il tracciato della vecia ferovia, che volevo percorrere a ritroso .
Appena fuori Trodena un sentierello nel prato ci indica la strada per la Pausa. Ci infiliamo solerti e veloci. Ovviamente perdiamo subito la traccia e ci ritroviamo nel mezzo di un bel prato ad erba alta.
Un per fortuna, un po per naso ritroviamo la via giusta e scendiamo in bel bosco con tracciato vario e anche moderatamente tecnico. Comincio a divertirmi
In un batter docchio siamo sopra la Pausa sul tracciato giusto. La carraia scende veloce e mi lascio trasportare in velocità dalla bici che si diverte. Non vedo Flora dietro di me mi fermo e dopo un attimo mi arriva la telefonata tra un insulto e laltro Flora mi dice che ho sbagliato strada e che devo rientrare. Obbedisco!
Rientrato velocemente sul tracciato originale raggiungo la moglie e pedaliamo allegramente sulla bella strada che è il tracciato della Vecia Ferovia. Poi un cartello che indica Montagna attrae la nostra attenzione. E una scorciatoia .
E ci buttiamo a seguirlo. Scendiamo nel bosco sul sentiero assai divertente tagliando decisamente i tornanti della lenta strada ferrata.
Comè, come non è ad un certo momento Flora ed io ci perdiamo di vista. Io faccio un taglio nel bosco, convinto di riprenderla appena sotto invece mi ritrovo in un attimo nel centro di Montagna.
Aspetto un po aspetto un po non si vede arrivare la moglie Già sento i giusti improperi..
Mi attacco al telefono. Dopo un po risponde. Non è troppo arrabbiata. E appena fuori paese
Ci troviamo davanti alla grande fontana.
Ora si tratta di tornare al campeggio Non seguiamo la via di salita, ma decidiamo di fidarci dei cartelli escursionistici che indicano AUER.
Ci infiliamo decisi e il sentiero che percorriamo è decisamente bello, e nemmeno banale. Scendi scendi scendi ci ritroviamo in un bel parco sopra Auer.
Così a caso seguiamo un tracciola nel parco assai divertente. Ci ricorda tanto il parco dello Stirone
Dopo un po mi vien da pensare che ci stiamo spingendo un po troppo in la .
In effetti emergiamo dal parco assai fuori Auer. Non vogliamo tornare lungo la statale. Di la dal frutteto cè la ciclabile. Ci infiliamo quatti quatti nel frutteto, e stando attenti a non far danni emergiamo dallaltra parte sulla ciclabile, fra gli sguardi strani dei frequentatori.
Rientriamo rapidamente alla base .
Riponiamo le bici sul camper
e cosa meglio di un buon bagno in piscina?
E ce lo concediamo.
Lultimo atto di una bella giornata: visita in macelleria e acquisto di splendide bistecche da fare alla piastra .