La Torre Marchesi e il Combù ( che non ti aspetti)

  • Siete di quelli che, quando comincia a fare freddo, mettono la bici in garage e vanno in letargo, sdivanandosi fino alla primavera? Quest’anno avrete un motivo in più per tenervi in forma, e cioè la nostra prima Winter Cup, che prende il via il 15 novembre 2024 e si conclude il 15 marzo 2025.
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stefano alinovi

Biker serius
4/10/08
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salsomaggiore terme (pr)
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Cannondale Habit
Il gruppo di questo sabato mattina è ristretto ai soli Luca e me.
Con velleità di girare mezza provincia partiamo chiacchierando nella splendida mattina.
L’aria fresca e tersa ci mette di buon umore e di buona gamba, mentre pedaliamo su per la Bellaria girando poi verso Cangelasio.

Visto che la gamba è buona lasciamo l’asfalto e prendiamo per un bel prato

che ci porta proprio sotto la chiesa di Cangelasio. L’ultimo tratto è in asfalto e poi risaliamo la strada di “la valle”. Qualche giorno fa questa carraia era in ottimo stato e ben pestata dal passaggio dei trattori, le ultime piogge hanno provveduto a riscavare ampi solchi nella ghiaia, ammucchiandola disordinatamente qua e la.

Risaliamo fino a Faieto e da qui ci incamminiamo per il solito bellissimo single track che ci porta a Grotta. Luca sta cercando un “taglio” per sbucare direttamente sulla strada dalle parti di Casalino. Da giù si vede bene…ma non abbiamo capito dove arriva. Secondo me parte e arriva dalla casa alla fine del sentiero….ma…è bene controllare. Scorgiamo quella che sembra una carraia in discesa. Sembra ben tracciata (strano che non l’abbiamo mai notata prima). Decidiamo di andare a vedere dove arriva. Scendiamo qualche decina di metri e…come tante altre volte…la traccia si perde fra rami rotti, rovi, ecc..

Ci guardiamo attorno un po’ e decidiamo di ritornare sul sicuro. Andando verso Grotta continuiamo a guardare…ma niente di percorribile si presenta ai nostri sguardi attenti. Borbottando e ragionando pedaliamo ora verso Pietra Nera.

Salendo, si presenta ai nostri occhi, come sirena, la ormai distrutta Torre Marchesi. La silouhette di quel che rimane dell’antica fortificazione si staglia contro il cielo limpido con eleganza d’altri tempi. Senza volerlo ci troviamo a parlare del sentiero (segnalato) che passa proprio li accanto.
Il sentiero è sostanzialmente pedonale in quando la discesa dalla torre sulla ampia carraia sottostante, prevede un tratto attrezzato con corde fisse uso ferrata. Non mi sembra il caso di ripetere un esperimento già provato in passato. Eppure qualcuno mi ha detto che c’è la traccia per mtb che scende ripida …
Decidiamo di andare a dare una occhiata al tutto.

Luca è affezionato a questi luoghi, a me piace andare a ravanare…
In poche pedalate ci troviamo al cospetto della torre abbandonata e pronta al crollo.

Ci vorrebbe un bel restauro conservativo. Bisogna proprio tenerla su. La si vede di lontano. Al pari di Rocha Leona, sulla Maria Longa, è una testimonianza di un passato che non si può lasciare crollare.
Dopo qualche infruttifera esplorazione su tracce prima della Torre, arriviamo sulle rocce ofiolitiche su cui è posata.

Ci gustiamo sole e panorama, e…poi ci tuffiamo seguendo la segnaletica bianco-rossa. Dopo pochi metri un piccolo segnale indica una deviazione per mtb. Tombola!
La traccia è ancora esile, un po’ sporca ma decisamente gustosa.

Dopo un passaggio un po’ stretto, dopo una risalita da spingere, affrontiamo un breve ma stupendo trail, facendo lo slalom fra le piante e seguendo la pista discretamente segnalata.

Davvero divertente. La cosa ci ha entusiasmato davvero. Il sentierino fra gli alberi finisce in una radura con piante rade e cespugli sparsi.

Se non ricordo male avrebbe dovuto esserci una bella strada bianca…o cmq una ampia carraia. Avanziamo pochi metri e la strada che ricordavo appare fra i cespugli…Seguiamola…
Poco più in la un altro cartello segnaletico ci indica la via per il “guado della Colombaia” Penso di sapere bene dove va a finire….
Ci sono già stato un’altra volta, anni fa, pensavo di essermi perso nelle colline. Ero sceso da Casalino per una carraia appena fatta, e mi sono ritrovato a fare guado su guado fino a che mi sono ritrovato a transitare a qualche metro dalla Pastoria. Facendo finta di niente nella tarda mattinata sono svicolato alla chetichella e sono approdato sulla Fondovalle Salso-Pellegrino.
Cosa facciamo?
Intanto scendiamo di qui, poi la in fondo ci pensiamo…

Ci gustiamo la bella discesa finchè non ci troviamo al fatidico bivio.
Cartelli colmi di divieti ci sbarrano la strada. Vorremmo passare…ma poi c’è da andare a litigare…
Decidiamo di seguire la segnaletica bianco/rossa ed iniziamo a risalire.

Speravo fosse cambiato qualcosa dall’altra volta…purtroppo no…durissima salita su terreno assai infido e fangoso.
Spingo sui pedali più che posso, ma devo cedere.

Luca più avanti deve arrendersi e spingere anche lui. Non ha senso spaccarsi in due su un terreno del genere. L’argilla si attacca alle nostre coperture come cemento. Il mio copertone anteriore è da “duro e secco” scarica poco, e in breve è bloccato.
Sono stato assai stupido, conoscendo la questione dovevo immediatamente mettermi la bici in spalla e iniziare un portage, che, seppure faticoso avrebbe conservata la bici pulita o cmq non bloccata.
Alla terra ora si attacca la ghiaia….non avanzo, quando la ruota gira è cmq di un peso incredibile.
Decido di fermarmi e di cominciare la pulizia…La soluzione migliore è quella di smontare la ruota e pulire il tutto con calma. C’è argilla dappertutto e stramalediciamo quelli della Pastoria che bloccano sentieri davvero belli per il nostro sport.
Nonostante tutto siamo arrivati (più che altro ritornati) a Casalino. L’ora avanza, e si è fatto tardi….non si riesce ad andare dove si pensava….
Casalino per Casalino….decidiamo di percorrere la solita bella via e salire al monte Combù. Poi vedremo di andare a terminare il giro dalle parti di Vigoleno….
Dopo pochi metri, mentre ancora le ruote stanno spurgando terra, la solita salita, sempre più irta di sassi smossi, ci costringe ad un ulteriore piccolo tratto a spinta…
Ormai va così… Il resto del sentiero verso il Combù è noto e sempre bello.

Qualche rovo traditore provvede a segnarci braccia o gambe…ma niente di più di qualche segno.
La battaglia richiede le sue ferite….
Non siamo nelle alpi, e nemmeno in alto appennino…qui da un giorno all’altro i sentieri si chiudono, i rovi (grandi lavoratori) in pochissimo tempo lanciano i loro rami ad intrecciarsi a quelli che spuntano dalla parte opposta della via…
In breve siamo sulla colma e rapidamente scendiamo

e iniziamo la breve ma dura risalita verso il Combù.

Le mie gambe sono un po’ legnose, e fatico più del solito sulla salita.
Ma riesco ad arrivare in vetta senza posare il piede.

Luca che è già su, è in agitazione…
Mi fa notare che dalla vetta parte un sentiero che scende….ma dove va? Andrà in Pastoria anch’esso? Sarà aperto o ci troveremo un cancello, o una rete a sbarrarci il passo?
Se non andiamo a vedere non lo sapremo mai.
Prudentemente iniziamo la discesa.

Il terreno è sassoso e molto smosso, ma si scende. Ci conforta il fatto che alla nostra sinistra abbiamo una rete metallica di separazione. Probabilmente la Pastoria è al di là…Poi su non abbiamo visto cartelli di divieto….

La discesa ci entusiasma parecchio, la via non è pulitissima ma è il suo bello.

Ad un certo punto il sentiero si chiude

e ci costringe a farci largo fra i rami dei cespugli per sbucare nel prato a fianco.

Poco prima avevamo notato una deviazione….e non ne abbiamo approfittato, cosicchè eccoci qui a districarci nella vegetazione….ma è affare di pochi secondi. E dal prato sbuchiamo a poca distanza dal Lago Salmerino.
Dobbiamo solo decidere come rientrare… Ormai non conviene passare da Vigoleno, i tempi si allungherebbero troppo. Decidiamo di andare verso il Gruccione e di andare a fare il guado dello Stirone.
Il guado è quasi scomparso….ma c’è e si fa…al momento….

Poi tutti gli anni dopo l’inverno qualcosa cambia…

Memore del passaggio di qualche giorno fa con Flora, indoviniamo subito la via per passare e in un attimo ci ritroviamo a pedalare fra i sentieri del Parco dello Stirone.

Luca va come un treno…io dietro faccio come posso…
Siamo sporchi, e le pozzanghere lungo i sentieri rafforzano questo stato.

Ora sembriamo cascati in una betoniera….ma è il bello delle nostre escursioni. A casa, moglie e lavatrici avranno modo di stramaledirci.
Percorriamo in un baleno il tragitto che ci separa da Ponte Ghiara. Qui ci separiamo…
Luca deve andare a Soragna….io torno a casa per la ciclabile….
Giornata davvero divertente…

Il video è visibile a questo indirizzo:

https://www.youtube.com/watch?v=Im5olZXtl4E&list=UUPQfTmVUCV3Je1Knre--uNA

Il racconto con le foto è visibile qui:
http://stefanoalinovi.blogspot.it/2014/10/la-torre-marchesi-e-il-combu-che-non-ti.html
 

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