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LA PARIGI-RUBICONE

Spugna

Biker serius
23/1/04
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Pavullo MO
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Parigi 20 Luglio 2006

Ormai l’ora era vicina, il montepremi di 100.000 Euri, aveva richiamato i migliori atleti e non dell’intero globo.
Il via della Parigi-Rubicone, era fissto per le ore 9 e i concorrenti erano in procinto di ultimare il riscaldamento e la messa a punto delle bici.
La Parigi-Rubicone era una gara a staffetta che traeva spunto dall’ormai leggendaria gara freeride-xc dell’ mtb-forum.it.
Le squadre dovevano essere composte da due atleti, con il primo, che a metà percorso avrebbe passato il testimone al suo compagno.

Tante le squadre blasonate, con atleti di grande rilievo tra cui:

I Downhillers:
Squadra composta dai leggendari
Steve Peto, famoso consumatore di birra nonché armato di un sistema propulsivo naturale simile al protossido d’azoto ma più devastante specialmente per chi gli stava a ruota.
Cedrata Gracia, famoso consumatore dell’omonima bevanda , dotato di gran stile e doti tecniche.

I Freeriders:
Squadra composta da due spregiudicati Canadesi con il corpo ormai tumefatto per le loro memorabili cadute..

I Doppati:
Una coppia di origine sudamericana che faceva uso di sostanze proibite più per fini ludici che non per quelli prestazionali. Dotazioni particolari Zaino invicta da narcotrafficante.

Gli hi-tech bikers:
Coppia nippo-americana, la cui dote maggiore, stava nel mezzo, un vero e proprio gioiellino tecnologico: telaio in fibra di polistirolo con fazzoletti di rinforzo in poliuretano titaniato, componentistica trop secret arrivata direttamente da Cape Canaveral. Al momento delle verifiche delle bici, la bilancia dell’organizzazione non ha rilevato alcun peso, si è dovuti andare in prestito del bilancino di precisione del team dei doppati, che in assenza di vento ha fermato l’ago in 200 grammi netti per la bici completa, un vero prodigio.

I vikinghi:
Squadra Norvegese composta da due bronzi di riace , sui 2 metri e con muscoli ovunque.

I Taiwanesi.
Team composto da tue copioni cronici, armati di macchine fotografiche all’avanguardia e di bici veramente orrende.

Team xc
Team composto da crosscountrysti super allenati e con fotta di risultato, tra i più favoriti per la stampa..

Tra le varie squadre, l’ Italia era rappresentata dal Team dell’ MTB-forum.it, che aveva indetto un sorteggio tra i vari componenti….. risultato, erano stati estratti dal bussolotto due tra i più lenti di sempre, nemmeno l’inviato Camerunense si era interessato a loro.

Il percorso si snodava da Parigi per poi scendere verso le Alpi Marittime, attraversare la valle dell’Oisans con la mitica discesa della Megavalanche dell’ Alpe d’Huez, si attraversava il confine da Bardonecchia, Torino, Alessandria, poi tratto per passisti da Piacenza fino a Forlì, da lì partiva l’ultimo tratto di single track artificiale fino a Savignano sul Rubiconde dove era posto l’arrivo.

Gli ultimi istanti che mancavano alla partenza erano ricchi di tensione, che svanì immediatamente allo sparo dello starter, pronti via, come d’incanto il serpentone di bikers svanì nel nulla, grazie all’inaudita potenza dell’atleta vikingo che in un turbinio di vortici risucchio nella sua scia tutti gli altri concorrenti, nonché 2 giornalisti un pittore e due ballerine del Mulin Rouge.
Nessuno si accorse di niente, l’unico che giurò di aver visto una scia di bikers , era un vecchio clochard ubriaco, che venne preso per pazzo dal resto della popolazione.

Fatto stà che come per magia, i concorrenti si trovarono dopo solo 23 minuti dal via, alle porte di Grenoble, dove li aspettava una delle prime salite impegnative.
Ai piedi della prima rampa, il vikingo, fino a quel momento impressionante, si inchiodò di brutto, non riuscendo più a spingere il suo 74/12.
Il gruppo, sino a quel momento compatto, si cominciava ad allungare vistosamente, tra gli equipaggi più in difficoltà, vi erano i Taiwanesi, che cominciavano a verificare a proprie spese varie criccature sul loro telaio assemblato con materiali di concorrenza.

Questo era solo l’inizio di quello che attendeva gli atleti alle porte delle temutissime Alpi.
Arrivati alla salita della Croix de Fer, vi fù un gemito di dolore nello sguardo dei downhillers e in quello dei freeriders quando videro l’assenza di impianti di risalita, l’atlteta dei Doppati, estrasse dallo zaino un fiasco con dentro un beverone composto da mix di aminoacidi, anfetamine, nandrolone, coca, cannabis, oppiacei, creatina e Vov, allorché, Steve Peto Tirò fuori una doppio malto, lo guardò e lo seminò.

Al valico della Croix de Fer, radio corsa stilava l’ordine della classifica provvisoria.
Nei primi cinque posti si trovavano nell’ordine: 1 Team xc, 2 Hi-tech bikers, 3 Freeriders, 4Team Holland 5 Downhillers.

Nella successiva discesa, cominciò la rimonta dei Downhillers e dei Freeriders, con questi ultimi, meno concreti, si perdevano di continuo a droppare tutto quello che trovavano sulla loro strada: rocce, salti, muri, case, funghi, argini, tronchi, boscaioli, lavatrici, villeggianti, Mammolo, Eolo, Cip, Ciop, Qui, Quo e Qua e anche là.
I Downhillers disponevano inoltre, dell’ultimo ritrovato tecnico della discesa: un Honda CR 250 senza motore ma con escursione e freni maggiorati.
Arrivati quasi a valle, trovarono davanti a loro il sentiero interrotto, la precedente piena del fiume, aveva divelto il ponticiolo in legno.
Solo Steve Peto, con il suo sistema di propulsione naturale (da qui il nome..) riuscì a saltare i 90 metri che dividevano i due argini.
Il resto della truppa era in difficoltà sul dafarsi, quando ecco arrivare l’atleta dei freeriders che estrae dal camelback sega, trapano, vithi chiodi, martello incudine e pettorina rifrangente obbligatoria e in men che non si dica costruisce una passerella North Shore da 90 metri, un vecchio clochard ubriaco di Parigi giura di averlo visto impiegare non più di 15 secondi.

Al termine di questa discesa si trovava la salita più dura, quella che portava gli atleti ai 3330 metri del Pic Blanc sopra l’Alpe d’Huez.
Sul primo strappo durissimo Il team Xc e quello Hi-tech scattarono subito in testa, mentre Steve Peto, in difficoltà, diede fondo alle sue risorse proibite, lasciando andare un sibilo devastante alle sue spalle, e sinceramente non solo il sibilo, dietro di lui, una moria generale di concorrenti e vegetazione nell’arco di 50 km.
Venne arrestato con l’accusa di strage dopo poche centinaia di metri da un gruppo speciale della Polizia con maschere per attentati chimici e batteriologici.

Ormai la gara aveva subito un duro colpo, e gli equipaggi in gara erano rimasti due, Team xc e Hi-tech, anzi 3, erano ancora in gara i due concorrenti italiani dell’ MTB-forum.it, radio corsa non aveva più loro notizie da un po’, ma però, il bollettino dei naviganti sul canale 24 diceva di averli visti a 60 km dai primi e quindi fuori portata della nube tossica provocata dall'atleta dei downhillers.

La notte stava per calare, quando i primi 2 concorrenti passavano il testimone ai rispettivi compagni, a cui non rimaneva che spararsi gli ultimi km che dividevano la cima del Pic Blanc da Savignano sul Rubiconde.

Il team Hi-tech disponeva di un impianto luci che sembrava il faro di Alcatraz., questo depistò anche molti ragazzi della riviera adriatica che l’avevano scambiato per la luce di una qualche discoteca di Riccione.
Un vecchio clochard ubriaco di Parigi disse che si poteva vedere anche in Nuova Zelanda durante le serate più limpide.

La velocità della super discesa, sarebbe servita agli atleti per affrontare anche il primo tratto di percorso in territorio Italiano.
Visto il ritiro delle squadre più temute in discesa, i due concorrenti se la presero con calma senza giocarsi inutili jolly, anzi, addirittura fecero una divagazione del percorso, per fermarsi all'Autogrill di Tortona e approvigionarsi della famosa bomba, che altro non si trattava del famoso trancio di pizza di spizzico, il cui lungo assimilamento dell' organismo gli avrebbe permesso di affrontare senza problema i restanti km che li dividevano dal traguardo.

I due team, facevano ormai gara di coppia, puntando tutto su un eventuale arrivo in volata.

Ad un km dalla fine, scattava l’atleta del team Xc che riusciva a mantenere 10 metri fino al traguardo.
Si aspettavano ormai solo gli atleti dell’mtbforum.it dati a 5 ore, dato l’ottima rimonta del secondo frazionista.
Quando il concorrente tagliò il traguardo, vi erano rimasti solo gli atleti delle due squadre rivali, in attesa delle premiazioni ormai da ore.
Ma il ragazzo dell’MTB-forum.it non si fermò, e proseguì il proprio cammino, accorgendosi che la località in cui era stato posto il traguardo non era Savignano, bensì Gatteo a Mare. Ormai Pochi km lo dividevano dal vero traguardo, e i suoi rivali, accortisi troppo tardi della buggerata subita erano troppo in ritardo per riprenderlo.
L’MTB-forum.it vinse la gara tra lo stupore di tutti i giornalisti accreditati e di tutto il pubblico presente, tra cui anche tutta la banda dell’mtbforum, autori dello scherzo degno di Dick Dastarbly
Ai danni dei favoriti.
Il montepremi venne usato per l’aquisto di un server velocissimo, l’organizzazione di un raduno, e l’acquisto di una Marzocchi Jr.t da regalare possibilmente a chi sta scrivendo.

A dimostrazione che spesso l'unione fa la forza
Firmato: Un vecchio clochard ubriaco di Parigi.
 

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