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La Domenica sbigata

* Rò VI

Biker infernalis
Tanto per cambiare un cavolo di porte aperte.....bè, la sveglia è alla solita ora di quando si va a girare da qualche parte in bici ma, purtroppo, inforco la macchina per andare a passare la giornata in una cavolo di piazza a mostrar auto. Supero orde di ciclisti, bitumari, crosscountristi, freerider e allegre famigliole. In mattinata l'occhio sfugge su una bianca mountain cycle e apriti cielo, un'ora e mezza a parlare di sentieri, discese, compagnie e panorami! E l'invidia per la mancata libertà sale.
Pian piano l'ora di smontare baracca, burattini e burattinai giunge anche se non senza intoppi.
Dal momento in cui mi hanno lasciato all'auto al mio arrivo a casa è passato circa un nanosecondo.
Apro velocemente il garage, ingurgito un po' di cioccolata e, mentre mastico mi infilo i pantaloncini della bici, una seconda pelle, entro in una nuova dimensione. Via la camicia, via i pantaloni lunghi e via le scarpe belle. Ben venute scarpe distrutte e con i buchi, ben venuti pantaloncini che ben poco lasciano all'immaginazione, ben venuta tenuta estiva senza maglietta!
Tempo zero ed olio la catena con il vecchio olio del cambio della moto, controllo la gomma post ed è a terra; per ortuna nel compressore c'è ancora aria. Chiudo il garage e finalmente sono in sella al mio scalpitante bianco destriero che, ahimè, è azzoppato.
Riapri il garage, riprendi il compressore, risvita il rottoinculo e implora che le gomme tengano la pressione e non si sgonfino lungo il giro.
Finalmente pronto, regolo la sella e incomincio a pedalare, ovviamente in salita.
Le gambe stranamente girano fluide, dopo il primo pezzo di riscaldamento alzo la media, mi pare (dico pare) di tenere un'andatura spropositata degna di un semi crosscountrista, non vedo l'ora di arrivare in vetta.
Rapidamente la strada sale lungo i numerosi tornanti che a tratti si addentrano nel bosco già immerso nella penombra. Fate e folletti si stanno preparando, con i loro canti e le loro danze si stanno preparando a trasferirsi verso un vicino colle per la cena uniti alle numerose altre creature del bosco.
Opto dunque per una discesa sul versane sud-est ancora illuminato dagli ultimi raggi di sole filtrati dalle numerose nubi che riempiono il cielo.
Continuo a pedalare velocemente, voglio arrivare in vetta; man mano che salgo i laghi sottostanti cambiano colore, da un azzurro acceso pian piano tendono a diventare sempre più rosastri.
La strada passa in un punto spettacolare che lascia scorgere parte delle acque del Lario orientale cui il sole è già stato celato dalle montagne soprastanti.
Continuo imperterrito, pochi tornanti mi separano dalla vetta.
Una volta giunto a destinazione, pronto a godermi un fantastico panorama in piena tranquillità e solitudine, vengo deviato dal mio intento.
Ad un tavolo siedono quattro persone; cavolo due li conosco. Uno un po' incazzato con me perchè geloso e convinto che io mi faccia la sua tipa, l'altro, Pippo, un personaggio unico che era da un fotio di tempo che non vedevo, e altri due che non sapevo chi fossero ma avevo già intravisto da qualche parte. Mentre sorseggiano del vino risultano incuriositi dalla mia presenza in bici. Pippo non capisce, mi chiede se mi sono divertito in salita e gli rispondo che ovviamente non mi sono divertito molto (che però in realtà non è poi così vero).
E mi guarda basito
Rispondo che la salita è un mezzo per potersi poi divertire in discesa, che dato che bisogna farla c'è da coglierne il lato positivo ed inizio a pensare per esporgli le bellezze della salita.
Il poter godere della natura (quando possibie) dei suoi giochi di colore e dei suoi suoni, il fatto di potersi conquistare una vetta con le proprie forze, riodoro l'aroma residuo di carne grigliata lasciato da qualche merenderos, volgo lo sguardo al cielo e vedo nuvole dei più vari colori ma, alla fine poche parole mi escono: bè in salita pensi, pensi al bello del tramonto e al colore dei laghi pensi a te e a tutto il resto, è la fase introspettiva del giro; poi viene il bello, la discesa!
Dopo questa spiegazione che probabilmente ha convinto solo me me ne vado prima che l'imbrunire renda oscure le tracce nei boschi.
Vedo, con sommo stupore (pensavo di conoscere quasi tutto il BarRò IV,121 220505)una nuova traccia e, ovviamente, non manco di prenderla. Quale incredibile sorpresa, un fantastico sentiero di quelli bastardi al 100% (con un paio di passaggi da andare a riprovare) che, ad un certo punto, sfocia su di una bianca roccia. Appoggi la bici e mi fermo a contemplare tutto ciò che c'è intorno a me. Non sembra di essere a pochi minuti da Lecco. Ai miei piedi sia apre una enorme vallata verde da cui provengono innumerevoli canti di uccelli ormai pronti a coricarsi per la notte. Contemplo questo posto dalla mia posizione di rilievo e penso a ciò che è stato, ciò ch è e ciò che potrà essere. Penso.
Purtroppo vengo riportato alla realtà dal mio io razionale, sono su un non si sa quale sentiero che fino a quel momento non è stato proprio rose e fiori e il crepuscolo è ormai alle porte.
Riparto e dopo poco tempo giungo ad un punto noto; la piana di Barra. Un posto surreale, verdi prati cosparsi qua e là di antiche rovine longobarde immerso in un incessante frinire di cicale.
In poco sarò a casa, posso dunque prendermi un po' di tempo in questo loco scrutando la civilizzata brianza. Ai miei piedi tre laghi si presentano in ordine di grandezza, guardando in alto il cielo è diventato azzurro intenso e le nuvole hanno preso contorni e colorazioni ben definite.
Lo spirito è chetato, il desiderio è acceso.
Volgo la ruota anteriore sulla roccia che mi introduce al sentiero, ultimo sguardo intorno, ultimo pensiero per lei, alleggerisco la pressione sull'indice, porto il piede destro sul pedale e mi spingo in avanti con il corpo. Le ruote iniziano a girare, il sentiero e i sassi passano indistintamente sotto le ruote. Terra, sassi, piante e un presunto controllo della situazione.
Che bello, sto andando in bici :-?
 

silverhand

Biker ciceronis
29/5/03
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Mairano
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Non avrei saputo esprimermi meglio,
l'unica cosa è che preferisco la compagnia di un amico che la solitudine introspettiva! :eek:

Il mio carattere mi porta a pensare troppo spesso e se sono da solo finisce che non mi gusto la giornata
 

@kiki@

Biker ciceronis
24/7/04
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saronno
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Complimenti Rò!

Io per fortuna ho cambiato lavoro! E quando mi toccavano le porte aperte non avevo sicuramente il tuo spirito! Per questo per parecchi anni, direi troppi, ho abbandonato la bici!

Sei un grande! :-?
 

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