Magic Link, Kona: sistema fuori dai classici schemi di sospensione che "istintivamente" varia il travel disponibile della ruota posteriore quando si passa dalla fase di in cui è presente il tiro catena alla fase di discesa per gravità. Già provato da noi sulla MTB dedicata all'AllMountain Abracadabra, ora lo troviamo sulla sorella maggiore Coilair, con circa 190 mm di escursione posteriore posizionata sul sito web Kona nella cartella FreeRide/Park.
Se volete saperne di più sulla cinematica del magic link vi rimandiamo al precedente test Kona (Abracadabra).
Kona Coilair
Magic link in primo piano
I due telai hanno molte similitudini (ovviamente, oltre al sistema ammortizzante magic-link): tubi idroformati, sloping accentuato del tubo orizzontale, serie sterzo con cuscinetti da 1 1/8" e 1,5" per tubo sterzo conico e drop-out per quick release fissati con quattro viti (una sul fodero alto e tre su quello basso).
Giunto tra foderi bassi, alti e drop out. L'insieme non ci è parso particolarmente rigido.
Anche il materiale usato è il medesimo; nelle specifiche sul sito Kona alla voce "frame" troviamo "Alluminium 7005" mentre sul telaio è riportato un adesivo "Light Scandium butted" come per l'AbraCadabra.
In termini di sospensioni il mezzo è ben armato con forcella Fox 36 Float R da 160mm e, sempre della medesima casa, ammortizzatore principale posteriore Float RP23. L'ammortizzatore secondario è una semplice molla che permette di guadagnare circa 40 mm di escursione (fino a circa 190 mm totali).
Gli altri componenti sono stati presi dalla medio/bassa gamma delle relative casa produttrici.
Test Kona Coilair on Vimeo
Zergio testa la Coilair sui sentieri dell'Alto Lario
Salita
Anche se la Coilair sfoggia una motricità ed agilità davvero sorpendenti, non manifesta fastidiosi fenomeni di pedal kickback e supera gli ostacoli con gran facilità (presumibilmente anche grazie al Magic Link), all'aumentare della pendenza la bici diventa molto faticosa, forse troppo.
Il peso generale e soprattutto quello del set ruote elevato, abbinato a coperture che non fanno della scorrevolezza la loro peculiarità, sarebbero da soli sufficienti a rendere ostica la salita con qualsiasi bici.
Nel caso della Coilair si aggiunga un carro che fatica a star fermo persino con il propedal chiuso in posizione 3; il comportamento del Magic Link dal punto di vista del bobbing ci ha lasciati abbastanza perplessi, anche perché in occasione del test della Abra Cadabra avevamo avuto impressioni migliori (pur necessitando anche in quel caso dellitervento del Pro Pedal).
Un vero peccato, perchè basta fermarsi e riprendere un po' di fiato per rendersi conto che la Coilair permette di superare sezioni dove bici dalla maggior vocazione di scalatrici (almeno sulla carta) costringono alla resa.
Un'ultima nota riguardo la forcella a travel fisso: la Coilair la "digerisce" abbastanza bene anche sulle pendenze accentuate e l'avantreno diventa solo parzialmente ingovernabile; è infatti richiesta un po' d'attenzione nel bilanciamento dei pesi, cosa che porta ad un ulteriore dispendio energetico e non aiuta quando il fiato è già corto.
Discesa veloce/sconnessa
Interasse relativamente lungo, angolo sterzo rilassato, carro superplush ed escursione posteriore abbondante: gli ingredienti necessari ci sono tutti e la Coilair non smentisce affatto le aspettative. Il comportamento in velocità sui fondi più sconnessi trasmette sicurezza totale e la capacità del carro di sfruttare appieno l'abbondante travel disponibile ingurgitando in tanquillità anche gli ostacoli più grossi fa sì che siano i limiti della pur ottima forcella Fox 36 Float ad emergere per primi (o quelli del pilota).
Considerate le caratteristiche del mezzo, chi volesse ulteriormente esaltarne le prestazioni discesistiche a costi tutto sommato contenuti potrebbe valutare un paio di upgrade quali il tendicatena e soprattutto una piega più larga.
Singletrack guidato
La Coilair non è quella che si definirebbe una bici giocherellona. Finchè si può lasciar correre non cè nessun problema, la Coilair è agile e precisa e le ottime prestazioni sfoderate sui sentieri più DH style sono totalmente confermate. Quando però si tratta di rilanciare o di alzare volutamente le ruote, il peso si fa nuovamente sentire ed è richiesta una buona preparazione fisica. Lottima motricità ed il movimento centrale abbastanza alto permettono di pedalare con tranquillità anche sui fondi sconnessi.
In caso di salti o drop la sospensione posteriore estremamente confortevole mostra il rovescio della medaglia. Pur posizionando lammortizzatore secondario sul foro che dovrebbe garantire una maggior resistenza e adottando un valore di sag al minimo del range consigliato, bastano drop di piccola entità per raggiungere il finecorsa facilmente. Troppo, se si pensa che luso indicato per questa bici è freeride/bike park. Inoltre non ci ha ancora pienamente convinti l'impossibilità di regolare il ritorno sull'ammortizzatore secondario; si può innescare un ondeggiamento del carro posteriore che deve essere immediatamente dominato dal biker, pena la perdita di controllo del mezzo.
Anche per questo campo di utilizzo un upgrade da noi consigliato è la revisione del cockpit (manubrio più largo e pipa più corta).
Discesa tecnica
La teoria secondo la quale angolo sterzo rilassato ed interasse lungo mal si sposano con le discese più tecniche e tortuose, ha preso nel corso di questo test lennesima smentita (vedere anche le prove della Rose Beef Cake, della Frantik Devinci o della GT Sanction, tanto per fare qualche esempio).
Abbiamo infatti trovato la Coilair ottima sui percorsi più duri. La spiegazione crediamo vada ricercata in un mix di fattori, ma se dovessimo puntare su un paio di essi diremmo la facilità con cui il carro assorbe le asperità anche a velocità moderata e la rigidità delle ruote.
Per poter essere sfruttata al meglio, la Coilair richiederebbe però un paio di upgrade, vale dire dei freni più performanti (o quantomeno un disco di diametro maggiore allanteriore) ed un bashring (qui abbastanza inutile la tripla). Ottima l'accoppiata Maxxis delle coperture utilizzate: High Roller al posteriore e Minion DH all'anteriore.
Conclusioni
La Coilair potrebbe essere definita una enduro con unanima freeride. In salita è infatti più ostica di tutte le enduro da noi provate, ma in discesa regala belle soddisfazioni soprattutto su terreni veloci e particolarmente accidentati.
Qualche perplessità ci è invece rimasta per quanto riguarda lutilizzo in bikepark a causa della scarsa resistenza al finecorsa della sospensione e dagli accorgimenti utilizzati come quick release sulla ruota posteriore e l'assenza di un guida/tendi catena.
L'impianto frenante Shimano Deore con dischi da 180 mm si è dimostrato non all'altezza delle prestazioni discesistiche del mezzo: insufficiente la potenza frenante, ma soprattutto troppo stancante per le mani sulle discese più lunghe a causa dell'elevata forza richiesta sulle leve.
Scheda tecnica:
Forcella: Fox, 36 Float R 160mm tapered
Travel dichiarato: 190 mm
Ammortizzatore: Fox, Float RP23
Serie sterzo: Gravity, SXE
Attacco manubrio: Kona, 75 mm, 6°
Curva manubrio: Kona, Riser, lunghezza 680 mm
Freni: Shimano, M575 con disco front rear 180 mm
Comandi cambio: Shimano, Deore
Cambio posteriore: Shimano, SLX
Deragliatore centrale: Shimano, Deore
Guarnitura: FSA, Comet, 44/32/22
Sella: WTB, Kona
Reggisella: Kona
Collarino: Kona
Cassetta pignoni: Shimano, Deore
Catena: Shimano, Deore
Ruote: Sun Ringlè, Equalizer 2.9
Coperture: Maxxis, rear High Roller 2.35, front Minion DH 2.5
Sistema ISCG: presente
Attacco borraccia: presente
Head angle: 65.6° (dichiarato 66°)
WB: 1165 mm
Altezza MC: 360 mm
Peso bici completa senza pedali: 15,75 kg
Peso ruota anteriore completa: 2471 g
Peso ruota post completa: 2981 g
Prezzo: 2699 Euro
Links utili:
Settaggio Magic Link: http://www.mtb-forum.it/community/fo...d.php?t=156472
Kona World: http://www.konaworld.com/
Problemi durante il test:
- il cavo freno posteriore va a sfregare sul top tube quando la sospensione si comprime, con il risultato che in breve tempo la vernice si rovina. Mancando del tutto le protezioni adesive sul telaio, è meglio provvedere in tal senso in tutti i punti critici prima di cominciare ad utilizzare la bici.
- i cuscinetti della ruota posteriore si sono allentati
Se volete saperne di più sulla cinematica del magic link vi rimandiamo al precedente test Kona (Abracadabra).
Kona Coilair
Magic link in primo piano
I due telai hanno molte similitudini (ovviamente, oltre al sistema ammortizzante magic-link): tubi idroformati, sloping accentuato del tubo orizzontale, serie sterzo con cuscinetti da 1 1/8" e 1,5" per tubo sterzo conico e drop-out per quick release fissati con quattro viti (una sul fodero alto e tre su quello basso).
Giunto tra foderi bassi, alti e drop out. L'insieme non ci è parso particolarmente rigido.
Anche il materiale usato è il medesimo; nelle specifiche sul sito Kona alla voce "frame" troviamo "Alluminium 7005" mentre sul telaio è riportato un adesivo "Light Scandium butted" come per l'AbraCadabra.
In termini di sospensioni il mezzo è ben armato con forcella Fox 36 Float R da 160mm e, sempre della medesima casa, ammortizzatore principale posteriore Float RP23. L'ammortizzatore secondario è una semplice molla che permette di guadagnare circa 40 mm di escursione (fino a circa 190 mm totali).
Gli altri componenti sono stati presi dalla medio/bassa gamma delle relative casa produttrici.
Test Kona Coilair on Vimeo
Zergio testa la Coilair sui sentieri dell'Alto Lario
Salita
Anche se la Coilair sfoggia una motricità ed agilità davvero sorpendenti, non manifesta fastidiosi fenomeni di pedal kickback e supera gli ostacoli con gran facilità (presumibilmente anche grazie al Magic Link), all'aumentare della pendenza la bici diventa molto faticosa, forse troppo.
Il peso generale e soprattutto quello del set ruote elevato, abbinato a coperture che non fanno della scorrevolezza la loro peculiarità, sarebbero da soli sufficienti a rendere ostica la salita con qualsiasi bici.
Nel caso della Coilair si aggiunga un carro che fatica a star fermo persino con il propedal chiuso in posizione 3; il comportamento del Magic Link dal punto di vista del bobbing ci ha lasciati abbastanza perplessi, anche perché in occasione del test della Abra Cadabra avevamo avuto impressioni migliori (pur necessitando anche in quel caso dellitervento del Pro Pedal).
Un vero peccato, perchè basta fermarsi e riprendere un po' di fiato per rendersi conto che la Coilair permette di superare sezioni dove bici dalla maggior vocazione di scalatrici (almeno sulla carta) costringono alla resa.
Un'ultima nota riguardo la forcella a travel fisso: la Coilair la "digerisce" abbastanza bene anche sulle pendenze accentuate e l'avantreno diventa solo parzialmente ingovernabile; è infatti richiesta un po' d'attenzione nel bilanciamento dei pesi, cosa che porta ad un ulteriore dispendio energetico e non aiuta quando il fiato è già corto.
Discesa veloce/sconnessa
Interasse relativamente lungo, angolo sterzo rilassato, carro superplush ed escursione posteriore abbondante: gli ingredienti necessari ci sono tutti e la Coilair non smentisce affatto le aspettative. Il comportamento in velocità sui fondi più sconnessi trasmette sicurezza totale e la capacità del carro di sfruttare appieno l'abbondante travel disponibile ingurgitando in tanquillità anche gli ostacoli più grossi fa sì che siano i limiti della pur ottima forcella Fox 36 Float ad emergere per primi (o quelli del pilota).
Considerate le caratteristiche del mezzo, chi volesse ulteriormente esaltarne le prestazioni discesistiche a costi tutto sommato contenuti potrebbe valutare un paio di upgrade quali il tendicatena e soprattutto una piega più larga.
Singletrack guidato
La Coilair non è quella che si definirebbe una bici giocherellona. Finchè si può lasciar correre non cè nessun problema, la Coilair è agile e precisa e le ottime prestazioni sfoderate sui sentieri più DH style sono totalmente confermate. Quando però si tratta di rilanciare o di alzare volutamente le ruote, il peso si fa nuovamente sentire ed è richiesta una buona preparazione fisica. Lottima motricità ed il movimento centrale abbastanza alto permettono di pedalare con tranquillità anche sui fondi sconnessi.
In caso di salti o drop la sospensione posteriore estremamente confortevole mostra il rovescio della medaglia. Pur posizionando lammortizzatore secondario sul foro che dovrebbe garantire una maggior resistenza e adottando un valore di sag al minimo del range consigliato, bastano drop di piccola entità per raggiungere il finecorsa facilmente. Troppo, se si pensa che luso indicato per questa bici è freeride/bike park. Inoltre non ci ha ancora pienamente convinti l'impossibilità di regolare il ritorno sull'ammortizzatore secondario; si può innescare un ondeggiamento del carro posteriore che deve essere immediatamente dominato dal biker, pena la perdita di controllo del mezzo.
Anche per questo campo di utilizzo un upgrade da noi consigliato è la revisione del cockpit (manubrio più largo e pipa più corta).
Discesa tecnica
La teoria secondo la quale angolo sterzo rilassato ed interasse lungo mal si sposano con le discese più tecniche e tortuose, ha preso nel corso di questo test lennesima smentita (vedere anche le prove della Rose Beef Cake, della Frantik Devinci o della GT Sanction, tanto per fare qualche esempio).
Abbiamo infatti trovato la Coilair ottima sui percorsi più duri. La spiegazione crediamo vada ricercata in un mix di fattori, ma se dovessimo puntare su un paio di essi diremmo la facilità con cui il carro assorbe le asperità anche a velocità moderata e la rigidità delle ruote.
Per poter essere sfruttata al meglio, la Coilair richiederebbe però un paio di upgrade, vale dire dei freni più performanti (o quantomeno un disco di diametro maggiore allanteriore) ed un bashring (qui abbastanza inutile la tripla). Ottima l'accoppiata Maxxis delle coperture utilizzate: High Roller al posteriore e Minion DH all'anteriore.
Conclusioni
La Coilair potrebbe essere definita una enduro con unanima freeride. In salita è infatti più ostica di tutte le enduro da noi provate, ma in discesa regala belle soddisfazioni soprattutto su terreni veloci e particolarmente accidentati.
Qualche perplessità ci è invece rimasta per quanto riguarda lutilizzo in bikepark a causa della scarsa resistenza al finecorsa della sospensione e dagli accorgimenti utilizzati come quick release sulla ruota posteriore e l'assenza di un guida/tendi catena.
L'impianto frenante Shimano Deore con dischi da 180 mm si è dimostrato non all'altezza delle prestazioni discesistiche del mezzo: insufficiente la potenza frenante, ma soprattutto troppo stancante per le mani sulle discese più lunghe a causa dell'elevata forza richiesta sulle leve.
Scheda tecnica:
Forcella: Fox, 36 Float R 160mm tapered
Travel dichiarato: 190 mm
Ammortizzatore: Fox, Float RP23
Serie sterzo: Gravity, SXE
Attacco manubrio: Kona, 75 mm, 6°
Curva manubrio: Kona, Riser, lunghezza 680 mm
Freni: Shimano, M575 con disco front rear 180 mm
Comandi cambio: Shimano, Deore
Cambio posteriore: Shimano, SLX
Deragliatore centrale: Shimano, Deore
Guarnitura: FSA, Comet, 44/32/22
Sella: WTB, Kona
Reggisella: Kona
Collarino: Kona
Cassetta pignoni: Shimano, Deore
Catena: Shimano, Deore
Ruote: Sun Ringlè, Equalizer 2.9
Coperture: Maxxis, rear High Roller 2.35, front Minion DH 2.5
Sistema ISCG: presente
Attacco borraccia: presente
Head angle: 65.6° (dichiarato 66°)
WB: 1165 mm
Altezza MC: 360 mm
Peso bici completa senza pedali: 15,75 kg
Peso ruota anteriore completa: 2471 g
Peso ruota post completa: 2981 g
Prezzo: 2699 Euro
Links utili:
Settaggio Magic Link: http://www.mtb-forum.it/community/fo...d.php?t=156472
Kona World: http://www.konaworld.com/
Problemi durante il test:
- il cavo freno posteriore va a sfregare sul top tube quando la sospensione si comprime, con il risultato che in breve tempo la vernice si rovina. Mancando del tutto le protezioni adesive sul telaio, è meglio provvedere in tal senso in tutti i punti critici prima di cominciare ad utilizzare la bici.
- i cuscinetti della ruota posteriore si sono allentati