Venerdi 16 vado in avanscoperta alla Vecia Ferrovia, cosi ve la pulisco e levo via tutte le foglie che ci sono sul tracciato!!!!
ok...ma stavolta niente pranzo al sacco....birra krauten e wurstel a manetten!
se la morosa lavora io ci sono!SABATO 31 MAGGIO per chi interessato, GiroCube:
MONTE VIGNOLA
Val dei Berti Malga Cestarelli Monte Vignola Corno della Paura San Valentino
Zona: Altopiano di Brentonico Gruppo del Baldo Trentino
Partenza: località Prada di Brentonico (TN) 773 m.
Sviluppo: Km. 28,5
Dislivello: 1050 m.
Quota massima raggiunta: 1607 m.
Tempo percorrenza: 4,00 ore
Difficoltà: Medio.
Partiamo dalla frazione Prada di Brentonico m 773 portandoci rapidamente, lungo la rotabile asfaltata, al piccolo agglomerato di Saccone m 741 km 2. Attraversato labitato, ad un tornante destrorso abbandoniamo lasfalto innestando diritti la carrareccia bianca (tab. Sentiero della Pace) che sinoltra nella Val dei Berti. Iniziamo a prendere quota con moderata pendenza e su fondo sufficientemente scorrevole. Dopo i due primi tornanti, ad un terzo con biforcazione km 3+500 dobbiamo piegare a dx, poiché dritti si raggiunge la località Pozza. Fatte alcune centinaia di metri e sbucati su una spianata, si sfiorano due casolari (loc. Marezi) 915 m, per tenersi quindi sulla campestre piana di dx. Man mano che si avanza dobbiamo superare alcuni strappetti disagevoli e faticosi, comunque facilitati dal fondo cementato. Seguiamo sempre la via principale, non lasciandoci distrarre da alcune laterali, raggiungendo un bivio allaltezza della località Camboni 1033 m km 5. Ignorata la dx che si dirige a dei vicini rustici, continuiamo sulla mulattiera di terra battuta al margine superiore di unampia prateria, avendo cura di procedere diritti tralasciando in successione altre tre diramazioni a monte (dx), guidati anche da una freccia bianca (casupola).Dopo una lieve contropendenza nel bosco particolarmente fitto, si sfocia su una carrareccia più marcata (dx) che immediatamente simpenna costringendo agli straordinari. Si dovrà probabilmente fare qualche metro a piedi per guadagnare gli aperti pendii a quota 1100 m, disseminati di alcuni casolari di sassi, delle località al Monte e Braccon km 6. Pieghiamo verso sx (t.d.p.) e, oltrepassata la confluenza proveniente da Pozza (tab. Sentiero della Pace), riprendiamo a salire (dx) nel bosco con andatura regolare, in ambiente assai tranquillo. Verso quota 1300 m, nei pressi di una dorsale erbosa, abbiamo loccasione di rifiatare soffermandoci ad ammirare un bel panorama sulla Val Lagarina e sul frastagliato versante est del monte Vignola: evidente appare il dislivello che ancora ci separa dalla cima. Da li a poco il tratturo sfuma nel pascolo di malga Cestarelli (non visibile) che dobbiamo tagliare in piano (ignorare a sx tab. SAT M. Vignola) per riprendere quindi una bella strada forestale che rientra nel bosco. Aggirata una costa scorgiamo sul colle di fronte gli impianti della Polsa e, dopo due vallettine, usciamo definitivamente in campo aperto. In primavera il verde dei prati si confonde fra il giallo dei ranucoli, e non troveremo praticamente più ombra per i successivi 10 km, fino a San Valentino. Confluiti nella larga sterrata proveniente dalla Polsa q. 1354 m km 11+300; stanga tab. M. Vignola a sx, arriviamo speditamente fino alla sella a quota 1500 m km 13 + 400 ore 2. La vista da qui è limitata, per cui suggeriamo di salire alla vicina cima (a/r 1 km; 15 mn). Seguiamo la mulattiera che prende quota a mezzacosta verso sx pedalando fino ad un piccolo ripiano, dove lasciamo la bici per compiere gli ultimi scoscesi metri a piedi. La sommità del monte Vignola 1607 m è occupata da basamenti circolari di calcestruzzo, appoggio per grossi calibri di artiglieria. Il panorama è notevole: lo sguardo corre dai monti che circondano Trento lungo tutto lasse dellAdige fin quasi a Verona. Dirimpetto, verso oriente, si osserva lo Zugna con Passo Buole, il Pasubio, il Carega ed i Lessini, dove spicca una curiosa costruzione trapezoidale; verso ponente laltopiano di Brentonico è delimitato dalla lunga catena del Baldo. Ritornati in sella, proseguiamo sulla carrareccia piana (tab. Corno della Paura) che sovrasta ora il versante lagarino, per abbandonarla però dopo ca. 500 metri ad una curva sinistrorsa. In effetti verrebbe più spontaneo tenersi su questa scorrevole strada, ma un chilometro avanti la troveremmo irrimediabilmente interrotta in corrispondenza di un ripidissimo colatoio, che ne ha letteralmente spazzato via lintera sede. Conviene perciò deviare sul tratturo che sale a dx: il fondo è disagevole ma in un attimo siamo sul colle, alle Colme di Vignola 1571 m, nelle vicinanze di un impianto sciistico. Prima di riavviarci per la seconda metà del tragitto, al di là di un avvallamento lo sguardo va alle gallerie che bucano il fianco roccioso e che ci permetteranno di salire al Corno della Paura. Scavalcata una recinzione precaria, caliamo sulla mulattiera inerbata che va a ricongiungersi alla strada precedentemente abbandonata a causa della frana, in corrispondenza della Bocca dArdole 1390 m km 17 tab. Corno della Paura; diritti. Ci attende adesso il tratto più suggestivo: dopo un pezzo ghiaioso, il tracciato aggredisce unimpervia parete e prende rapidamente quota con dei tornanti. Passata la seconda galleria arriviamo ad un terrazzo e per un momento sembra che la strada sarresti improvvisamente. Limbocco della terza galleria è stato infatti murato, ma per fortuna una stretta porticina consente di proseguire ad una vicina trincea, che conclude lascesa sfociando su una bella carrareccia bianca q. 1470 m km 18+200 ore 2,30. Dopo una facoltativa disgressione alla cima del Corno della Paura (sx a/r 500 m), possiamo rilassarci lungo la parte di ritorno dellitinerario (dx; tab. M. Altissimo): la strada ora aperta ai veicoli si distende piana su morbide praterie (si evita subito una diramazione a dx che scende alla Polsa e successivamente altre due). Aggirati i colli delle Colme di Pravecchio e del Postermon (arrivo impianto), una selletta q. 1501 m avvia la picchiata su San Valentino. Arrivati al valico di San Valentino 1314 m km 22+100 ore 2,45 (bar - albergo), ci abbassiamo lungo la S.P. (dx dir. Brentonico) per pochi minuti fino ad un tornante sinistrorso dove chiare indicazioni fanno deviare (dx) nella conca dellHotel Bucaneve 1188 m km 24+500. Sfiorato lalbergo e giunti al campeggio, si va a superare un ponticello (sx bacino dacqua), per calare immediatamente dopo su mulattiera (dx) in un avvallamento. Oltrepassato un rigagnolo, si deve fare attenzione a procedere diritti sul fianco dx della valletta per individuare un sentiero, il cui inizio è mascherato dalla disordinata vegetazione. Fatti comunque pochi metri ed un pezzo fangoso, il viottolo si dipana e diventa piacevole. Siamo praticamente su una vecchia mulattiera oramai in disuso, cosparsa di sassi e rami che consigliano cautela: qualche punto può mettere in difficoltà i meno esperti. Confluiti sulla curva di un altro tratturo, ca. 1 km a valle, si seguita in discesa per traversare il rio della Lovata e congiungersi al tornante della S.P. della Polsa km 26+500. Scendiamo su questa per lultimo veloce finale, preferendo ad un tornante sinistrorso, un km sotto, la scorciatoia che fra i campi riporta a Prada km 28+500 ore 4.-
fantastiche!splendide!bellissime!Cosi tanto per farvi venire un pò di voglia vi posto il link del GiroCube del Monte Vignola....
http://picasaweb.google.com/iddocop/MonteVignola?authkey=n5hbM7vNSDA
Cosi tanto per farvi venire un pò di voglia vi posto il link del GiroCube del Monte Vignola....
http://picasaweb.google.com/iddocop/MonteVignola?authkey=n5hbM7vNSDA
mi sa che un pò ci prende gusto...che dici toscano?La voglia è già tanta ...non infierire ti prego IDDO!!!
mi sa che un pò ci prende gusto...che dici toscano?
grazie dell'invito ma................................................................
io il 31 sono a SAN SIRO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
concerto dei NEGRAMARO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
SABATO 31 MAGGIO per chi interessato, GiroCube:
MONTE VIGNOLA
Val dei Berti – Malga Cestarelli – Monte Vignola – Corno della Paura – San Valentino
Zona: Altopiano di Brentonico – Gruppo del Baldo Trentino
Partenza: località Prada di Brentonico (TN) 773 m.
Sviluppo: Km. 28,5
Dislivello: 1050 m.
Quota massima raggiunta: 1607 m.
Tempo percorrenza: 4,00 ore
Difficoltà: Medio.
Partiamo dalla frazione Prada di Brentonico m 773 portandoci rapidamente, lungo la rotabile asfaltata, al piccolo agglomerato di Saccone m 741 – km 2. Attraversato l’abitato, ad un tornante destrorso abbandoniamo l’asfalto innestando diritti la carrareccia bianca (tab. “Sentiero della Pace”) che s’inoltra nella Val dei Berti. Iniziamo a prendere quota con moderata pendenza e su fondo sufficientemente scorrevole. Dopo i due primi tornanti, ad un terzo con biforcazione – km 3+500 – dobbiamo piegare a dx, poiché dritti si raggiunge la località Pozza. Fatte alcune centinaia di metri e sbucati su una spianata, si sfiorano due casolari (loc. Marezi) 915 m, per tenersi quindi sulla campestre piana di dx. Man mano che si avanza dobbiamo superare alcuni strappetti disagevoli e faticosi, comunque facilitati dal fondo cementato. Seguiamo sempre la via principale, non lasciandoci distrarre da alcune laterali, raggiungendo un bivio all’altezza della località Camboni – 1033 m – km 5. Ignorata la dx che si dirige a dei vicini rustici, continuiamo sulla mulattiera di terra battuta al margine superiore di un’ampia prateria, avendo cura di procedere diritti tralasciando in successione altre tre diramazioni a monte (dx), guidati anche da una freccia bianca (casupola).Dopo una lieve contropendenza nel bosco particolarmente fitto, si sfocia su una carrareccia più marcata (dx) che immediatamente s’impenna costringendo agli straordinari. Si dovrà probabilmente fare qualche metro a piedi per guadagnare gli aperti pendii a quota 1100 m, disseminati di alcuni casolari di sassi, delle località al Monte e Braccon – km 6. Pieghiamo verso sx (t.d.p.) e, oltrepassata la confluenza proveniente da Pozza (tab. “Sentiero della Pace”), riprendiamo a salire (dx) nel bosco con andatura regolare, in ambiente assai tranquillo. Verso quota 1300 m, nei pressi di una dorsale erbosa, abbiamo l’occasione di rifiatare soffermandoci ad ammirare un bel panorama sulla Val Lagarina e sul frastagliato versante est del monte Vignola: evidente appare il dislivello che ancora ci separa dalla cima. Da li a poco il tratturo sfuma nel pascolo di malga Cestarelli (non visibile) che dobbiamo tagliare in piano (ignorare a sx tab. SAT “M. Vignola”) per riprendere quindi una bella strada forestale che rientra nel bosco. Aggirata una costa scorgiamo sul colle di fronte gli impianti della Polsa e, dopo due vallettine, usciamo definitivamente in campo aperto. In primavera il verde dei prati si confonde fra il giallo dei ranucoli, e non troveremo praticamente più ombra per i successivi 10 km, fino a San Valentino. Confluiti nella larga sterrata proveniente dalla Polsa – q. 1354 m – km 11+300; stanga – tab. “M. Vignola” a sx, arriviamo speditamente fino alla sella a quota 1500 m – km 13 + 400 – ore 2. La vista da qui è limitata, per cui suggeriamo di salire alla vicina cima (a/r 1 km; 15 mn). Seguiamo la mulattiera che prende quota a mezzacosta verso sx pedalando fino ad un piccolo ripiano, dove lasciamo la bici per compiere gli ultimi scoscesi metri a piedi. La sommità del monte Vignola 1607 m è occupata da basamenti circolari di calcestruzzo, appoggio per grossi calibri di artiglieria. Il panorama è notevole: lo sguardo corre dai monti che circondano Trento lungo tutto l’asse dell’Adige fin quasi a Verona. Dirimpetto, verso oriente, si osserva lo Zugna con Passo Buole, il Pasubio, il Carega ed i Lessini, dove spicca una curiosa costruzione trapezoidale; verso ponente l’altopiano di Brentonico è delimitato dalla lunga catena del Baldo. Ritornati in sella, proseguiamo sulla carrareccia piana (tab. “Corno della Paura”) che sovrasta ora il versante lagarino, per abbandonarla però dopo ca. 500 metri ad una curva sinistrorsa. In effetti verrebbe più spontaneo tenersi su questa scorrevole strada, ma un chilometro avanti la troveremmo irrimediabilmente interrotta in corrispondenza di un ripidissimo colatoio, che ne ha letteralmente spazzato via l’intera sede. Conviene perciò deviare sul tratturo che sale a dx: il fondo è disagevole ma in un attimo siamo sul colle, alle Colme di Vignola – 1571 m, nelle vicinanze di un impianto sciistico. Prima di riavviarci per la seconda metà del tragitto, al di là di un avvallamento lo sguardo va alle gallerie che bucano il fianco roccioso e che ci permetteranno di salire al Corno della Paura. Scavalcata una recinzione precaria, caliamo sulla mulattiera inerbata che va a ricongiungersi alla strada precedentemente abbandonata a causa della frana, in corrispondenza della Bocca d’Ardole – 1390 m – km 17 – tab. “Corno della Paura”; diritti. Ci attende adesso il tratto più suggestivo: dopo un pezzo ghiaioso, il tracciato aggredisce un’impervia parete e prende rapidamente quota con dei tornanti. Passata la seconda galleria arriviamo ad un terrazzo e per un momento sembra che la strada s’arresti improvvisamente. L’imbocco della terza galleria è stato infatti murato, ma per fortuna una stretta porticina consente di proseguire ad una vicina trincea, che conclude l’ascesa sfociando su una bella carrareccia bianca – q. 1470 m – km 18+200 – ore 2,30. Dopo una facoltativa disgressione alla cima del Corno della Paura (sx – a/r 500 m), possiamo rilassarci lungo la parte di ritorno dell’itinerario (dx; tab. “M. Altissimo”): la strada – ora aperta ai veicoli – si distende piana su morbide praterie (si evita subito una diramazione a dx che scende alla Polsa e successivamente altre due). Aggirati i colli delle Colme di Pravecchio e del Postermon (arrivo impianto), una selletta – q. 1501 m – avvia la picchiata su San Valentino. Arrivati al valico di San Valentino – 1314 m – km 22+100 – ore 2,45 – (bar - albergo), ci abbassiamo lungo la S.P. (dx – dir. Brentonico) per pochi minuti fino ad un tornante sinistrorso dove chiare indicazioni fanno deviare (dx) nella conca dell’Hotel Bucaneve – 1188 m – km 24+500. Sfiorato l’albergo e giunti al campeggio, si va a superare un ponticello (sx – bacino d’acqua), per calare immediatamente dopo su mulattiera (dx) in un avvallamento. Oltrepassato un rigagnolo, si deve fare attenzione a procedere diritti sul fianco dx della valletta per individuare un sentiero, il cui inizio è mascherato dalla disordinata vegetazione. Fatti comunque pochi metri ed un pezzo fangoso, il viottolo si dipana e diventa piacevole. Siamo praticamente su una vecchia mulattiera oramai in disuso, cosparsa di sassi e rami che consigliano cautela: qualche punto può mettere in difficoltà i meno esperti. Confluiti sulla curva di un altro tratturo, ca. 1 km a valle, si seguita in discesa per traversare il rio della Lovata e congiungersi al tornante della S.P. della Polsa – km 26+500. Scendiamo su questa per l’ultimo veloce finale, preferendo ad un tornante sinistrorso, un km sotto, la scorciatoia che fra i campi riporta a Prada – km 28+500 – ore 4.-
io ci stò!PROPONGO LA SEGUENTE VARIANTE: ARRIVATI A S.VALENTINO PRENDERE LA STRADA CHE PORTA DIRETTAMENTE ALLA LOCALITà SCIISTICA DELLA POLSA, POI TAPPA ALLA CASA MONTANA DI THE TEACHER IL QUALE OFFRIRà A TUTTI I CUBISTI COFFE, PANE SALAME E UN BUON BICCHIERE DI ROSSO REALE DELLA CANTINA SOCIALE DI MORI!!!
io ci stò!
Propongo alla grande Comunità dei Cubisti, di chiedere ufficialmente alla CUBE che a SKIN gli venga ritirata immediatamente la sua BigaCube in quanto non degno di portarla in giro....visto il suo scarso attaccamento ai suoi fedeli fratelli Cubisti...che danno tutto ma non ricevono nulla da parte sua.....!!!!
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