Istinto di sopravvivenza

sellamolla

Biker novus
16/1/12
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rosta
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A quanti di voi capita dopo una discesa non dico difficile, perché il concetto di difficoltà è relativo, ma soggettivamente impegnativa, al limite delle proprie difficoltà, di ringraziare di non essersi fracassati, di dire “ anche questa volta è andata bene”. Ora è normale e sensato tutto ciò?. Io al riguardo sono combattuto: appassionato di cliclsimo e di mtb da sempre , contento dei miei miglioramenti grazie ai bikers con cui giro e in particolare al mio amico di lunghissima data Bikerciuc che negli ultimi due anni circa mi ha coinvolto in entusiasmanti itinerari tecnicamente per me sempre più impegnativi, vivo una velatura costante di timore che lo spostare in alto le mie capacità si traduca inevitabilmente in un aumento del rischio che corro. Ho praticato per molti anni sci-alpinismo senza mai percepire il rischio tangibile (forse perché ero più giovane e senza figli?) che provo in mtb, vissuto metro dopo metro, nei passaggi dove, mentre sono in sella, penso di non avere molte via di uscita, nel senso che fermarsi equivarrebbe a cadere rovinosamente e proseguire diventa quindi obbligatorio con conseguenze ignote. Penso che la mtb sia uno sport bellissimo ma fondamentalmente pericoloso dove, a certi livelli, il successo (anche personale, non necessariamente agonistico) dipenda sia da tecnica e doti innate ma anche da un certo livello di sana incoscienza. Qualcuno si fà queste pippe mentali a cui mi rendo conto non esiste risposta e ogni punto di vista o soluzione è ugualmente condivisibile (dal comprarsi una canna da pesca per passare il tempo libero al continuare in modo più prudente a scapito di soddisfazione e divertimento, dal ridimensionare i rischi pensando che forse statisticamente è più pericoloso guidare l’auto (mah!) alla ricerca consapevole del proprio limite estremo come surrogato endorfinico di ricerca del senso e di evasione dalla proprie prigioni quotidiane)?. Mia moglie guarda le foto delle mie uscite e dice che sono pazzo. Sono pazzo?
 

paolo965

Biker assatanatus
25/10/10
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Bra
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Canyon
un pazzo no, però se reputi che stai andando troppo oltre, fermati, nel senso evita percorsi che reputi pericolosi.

Io mi sono fatto male per inesperienza, sottovalutando un salto, e non era il punto più pericoloso del percorso, ora so che li farò attenzione.

Però so che ogni volta che passo per lo stesso percorso, prendendo confidenza vado più disinvolto, ma cerco di stare nei miei limiti, proprio xchè andare in bici mi paice, e voglio continuare ad andarci
 

'BluesBro'

Biker urlandum
4/3/11
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Questo discorso viene affrontato spesso.
Tutto nella vita è così,non solo la mtb..anche nel lavoro (si presume) con l'esperienza si ricoprono incarichi mano a mano più difficili,e questo è solo uno dei milioni di esempi possibili...

"Anche stavolta mi è andata bene"....

Sì,alla fine di ogni discesa me lo ripeto,anche in quelle discese delle quali conosco ogni pietra,ogni singolo punto nel quale far passare le ruote...ma non perchè non ho fiducia in quello che faccio o per troppa incoscienza anzi..quando non sono sicuro scendo sempre a piedi...ma solo perchè in uno sport dinamico come il nostro,sopratutto nel contesto discesa,l'imprevisto può capitare SEMPRE.

Vero è che non si può nemmeno essere troppo fatalisti,altrimenti staremmo tutti in casa a giocare a scacchi.

L'importante è conoscere le proprie capacità ed affrontare certi passaggi non dico tanto solo quando ci si sente SICURI,ma quando ce la sentiamo e basta,spesso non mi sono sentito sicuro di riuscire a chiudere un passaggio,ma mi sentivo di volerci provare comunque,riuscendo.
Le volte che rinuncio sono quando mi vengono le gambe di legno,e sia il corpo che la mente mi fanno fermare in automatico.
 
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spiri

Biker celestialis
17/4/10
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treviglio
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liberazione, ettore, la meravigliosa, celestina
Questo discorso viene affrontato spesso.
Tutto nella vita è così,non solo la mtb...
sono d'accordo con quello che dici. c'e' poco da fare. tutti siamo portati a cercare un certo limite perche alla fine ci piace. pero' fortunatamente cerchiamo (almeno io) di starci un pelino sotto, vuoi perche hai moglie o marito che ti aspetta, i figli o la tua vita stessa che e' li ancora da vivere.
no non siamo pazzi non credo. in fondo purtroppo si muore per altri motivi, tipo quando vai a lavoro e ci rimani senza poter ritornare. ecco quello non va bene. in mtb credo che il limite lo lasciamo li. semmai lo spostiamo giorno per giorno.
 
A quanti di voi capita dopo una discesa non dico difficile, perché il concetto di difficoltà è relativo, ma soggettivamente impegnativa, al limite delle proprie difficoltà, di ringraziare di non essersi fracassati, di dire “ anche questa volta è andata bene”. Ora è normale e sensato tutto ciò?. Io al riguardo sono combattuto: appassionato di cliclsimo e di mtb da sempre , contento dei miei miglioramenti grazie ai bikers con cui giro e in particolare al mio amico di lunghissima data Bikerciuc che negli ultimi due anni circa mi ha coinvolto in entusiasmanti itinerari tecnicamente per me sempre più impegnativi, vivo una velatura costante di timore che lo spostare in alto le mie capacità si traduca inevitabilmente in un aumento del rischio che corro. Ho praticato per molti anni sci-alpinismo senza mai percepire il rischio tangibile (forse perché ero più giovane e senza figli?) che provo in mtb, vissuto metro dopo metro, nei passaggi dove, mentre sono in sella, penso di non avere molte via di uscita, nel senso che fermarsi equivarrebbe a cadere rovinosamente e proseguire diventa quindi obbligatorio con conseguenze ignote. Penso che la mtb sia uno sport bellissimo ma fondamentalmente pericoloso dove, a certi livelli, il successo (anche personale, non necessariamente agonistico) dipenda sia da tecnica e doti innate ma anche da un certo livello di sana incoscienza. Qualcuno si fà queste pippe mentali a cui mi rendo conto non esiste risposta e ogni punto di vista o soluzione è ugualmente condivisibile (dal comprarsi una canna da pesca per passare il tempo libero al continuare in modo più prudente a scapito di soddisfazione e divertimento, dal ridimensionare i rischi pensando che forse statisticamente è più pericoloso guidare l’auto (mah!) alla ricerca consapevole del proprio limite estremo come surrogato endorfinico di ricerca del senso e di evasione dalla proprie prigioni quotidiane)?. Mia moglie guarda le foto delle mie uscite e dice che sono pazzo. Sono pazzo?

Molto bella la tua considerazione, rispecchia molto quello che provo spesso anch'io, le mie discese spesso sono abbastanza tecniche e me ne rendo conto uscendo con meno esperti di me o con altra "concezione" delle MTB -meno gravity e più da carrareccia- quando si fanno la maggior parte della discesa a piedi -poveri:specc: a volte mi sento i colpa....-spesso succede che porto qualcuno con me che so non essere un asso in discesa con la convinzione che una tal discesa sia semplice poi mi rendo conto che non lo è per molte persone e allora mi chiedo a che livello sia ciò che io reputo duro...:omertà:
Fatto sta che quasi sempre mi dico: "andata bene anche questa volta" perchè anche se non rischio chissà cosa grazie a velocità basse sul tecnico o punti non esposti mi rendo conto che una traiettoria non perfetta, un sasso che rotola male sotto la ruota o una mia indecisione potrebbe costarmi caro.
Allora spesso me lo domando se ne vale la pena, se non valga la pena fare un passo indietro e diventare un amante di carrarecce come una volta, così mi dico "è meno probabile mi faccio male e continuo questo sport serenamente" però c'è sempre il gusto della sfida con se stessi a farti scegliere per la discesa il sentiero piuttosto che la carrareccia, così ormai sono arrivato al punto che le discese non posso ormai renderle più gravity o scassate, sono al limite -per me- e non ho intenzione di aumentare, sarebbe assurdo, però nemmeno tornere indietro con il livello anche perchè sulla carrarecce sarà meno probabile cadere, ma su queste si molla e cadere a 50/60 km orari non penso sia più salutare che ribaltarsi a 10 km/h o da quasi fermi sul tecnico.
Poi a volte penso anche ai bitumari, non pensiamo siano al sicuro, le macchine e camion sono una minaccia costante e in più sono troppo esposti in caso di caduta, caschetto essenziale e nulla più, io almeno ho un Parachute e protezioni a gambe e braccia, in più sto pensando di implementare ulteriormente le protezioni.
 
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'BluesBro'

Biker urlandum
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Molto bella la tua considerazione, rispecchia molto quello che provo spesso anch'io, le mie discese spesso sono abbastanza tecniche e me ne rendo conto uscendo con meno esperti di me o con altra "concezione" delle MTB -meno gravity e più da carrareccia- quando si fanno la maggior parte della discesa a piedi -poveri:specc: a volte mi sento i colpa....-spesso succede che porto qualcuno con me che so non essere un asso in discesa con la convinzione che una tal discesa sia semplice poi mi rendo conto che non lo è per molte persone e allora mi chiedo a che livello sia ciò che io reputo duro...:omertà:
Fatto sta che quasi sempre mi dico: "andata bene anche questa volta" perchè anche se non rischio chissà cosa grazie a velocità basse sul tecnico o punti non esposti mi rendo conto che una traiettoria non perfetta, un sasso che rotola male sotto la ruota o una mia indecisione potrebbe costarmi caro.
Allora spesso me lo domando se ne vale la pena, se non valga la pena fare un passo indietro e diventare un amante di carrarecce come una volta, così mi dico "è meno probabile mi faccio male e continuo questo sport serenamente" però c'è sempre il gusto della sfida con se stessi a farti scegliere per la discesa il sentiero piuttosto che la carrareccia, così ormai sono arrivato al punto che le discese non posso ormai renderle più gravity o scassate, sono al limite -per me- e non ho intenzione di aumentare, sarebbe assurdo, però nemmeno tornere indietro con il livello anche perchè sulla carrarecce sarà meno probabile cadere, ma su queste si molla e cadere a 50/60 km orari non penso sia più salutare che ribaltarsi a 10 km/h o da quasi fermi sul tecnico.
Poi a volte penso anche ai bitumari, non pensiamo siano al sicuro, le macchine e camion sono una minaccia costante e in più sono troppo esposti in caso di caduta, caschetto essenziale e nulla più, io almeno ho un Parachute e protezioni a gambe e braccia, in più sto pensando di implementare ulteriormente le protezioni.


Nulla di più giusto,sporadicamente sono uscito con amici più proiettati verso l'xc o comunque alle discese su carrareccie e devo dire che,oltre al fatto che io non mi farei MAI la faticata della salita per poi scendere su una lineare strada bianca..una bella discesa è il giusto premio alla faticata della salita secondo me...ma sono solo gusti indi per cui soggettivissimi...comunque,uscendo con questi ho capito che davvero mi spaventa molto di più lanciarmi a quelle che per me sono velocità assurde su strade bianche o carrareccie piuttosto che cimentarmi in un sentiero tecnico dove volente o nolente,almeno nel mio caso,a più di un tot non riesco ad andare..
 

Gepp1

Biker assatanatus
27/5/08
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rovereto
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io vivo per quel grammo di adrenalina che mi da l'istante in cui sei sospeso tra il successo e l'insuccesso, quando ancora non sai se il passaggio tecnico che stai affrontando sarà l'ennesimo chiuso o il lancio verso una caduta rovinosa....
a me la MTB da tutto qst anzi è quello che cerco.
 

motobimbo

Biker nirvanensus
30/9/08
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Cimino
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reputazioni ricevute vecchio forum: 11.988
Mia moglie guarda le foto delle mie uscite e dice che sono pazzo. Sono pazzo?

tu da la colpa all'amico tuo...io faccio così: è lui che....io non volevo ma....se fosse stato per me, col caxxo che....non poi capì 'ndo m'hanno portato...sò tutti matti quelli lì....etc...

...tutto ciò mi serve perchè poi quando esco da solo lei pensa che stò tranquillo...:smile:
 
Per me l'importante e' conoscere i propri limiti: quando si e' giovani,
anche per la maggiore atleticita' del proprio corpo, per i riflessi piu'
pronti e anche per un po' di incoscienza in piu', ci si puo' spingere
anche un po' oltre. Quando si arriva sulla 50, come nel mio caso,
purtroppo pur tenendosi in allenamento, per la normale usura del
proprio fisico, bisogna pensare se il gioco vale candela: per un po' di
adrenalina in piu', magari uno rischia di farsi veramente male (sappiano
poi che piu' aumenta l'eta' e piu' si allungano i tempi di recupero).
Ovviamente parlo in maniera molto personale: se mi trovo ad un bivio con
una discesa mozzafiato e un percorso tranquillo, opto per la seconda scelta
(ho rinunciato a qualche emozione in piu', pero' ho molte piu probabilita' di
arrivare a casa sano e pensare quindi ad organizzare il prossimo giro).
Ripeto, io parlo un po' da vecchietto!!!

Stefano:i-want-t:
 

Gepp1

Biker assatanatus
27/5/08
3.484
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rovereto
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vado in bici x tenermi in forma (dopo anni di arbitraggio indi corsa a piedi) poi scoprii qst forum e con esso un pazzo che alla "tenera"età di 50 anni mi ha fatto sapere esattamente xké lui va in bici e di cosa mi ero perso(fortunatamente x un solo anno) ripeto non dico di rischiare il collo anche xké i miei passaggi tecnici sono più trialistici che altro...cmq vivo x quel grammo di adrenalina
 

bikerciuc

Biker infernalis
A quanti di voi capita dopo una discesa non dico difficile, perché il concetto di difficoltà è relativo, ma soggettivamente impegnativa, al limite delle proprie difficoltà, di ringraziare di non essersi fracassati, di dire “ anche questa volta è andata bene”. Ora è normale e sensato tutto ciò?. Io al riguardo sono combattuto: appassionato di cliclsimo e di mtb da sempre , contento dei miei miglioramenti grazie ai bikers con cui giro e in particolare al mio amico di lunghissima data Bikerciuc che negli ultimi due anni circa mi ha coinvolto in entusiasmanti itinerari tecnicamente per me sempre più impegnativi, vivo una velatura costante di timore che lo spostare in alto le mie capacità si traduca inevitabilmente in un aumento del rischio che corro. Ho praticato per molti anni sci-alpinismo senza mai percepire il rischio tangibile (forse perché ero più giovane e senza figli?) che provo in mtb, vissuto metro dopo metro, nei passaggi dove, mentre sono in sella, penso di non avere molte via di uscita, nel senso che fermarsi equivarrebbe a cadere rovinosamente e proseguire diventa quindi obbligatorio con conseguenze ignote. Penso che la mtb sia uno sport bellissimo ma fondamentalmente pericoloso dove, a certi livelli, il successo (anche personale, non necessariamente agonistico) dipenda sia da tecnica e doti innate ma anche da un certo livello di sana incoscienza. Qualcuno si fà queste pippe mentali a cui mi rendo conto non esiste risposta e ogni punto di vista o soluzione è ugualmente condivisibile (dal comprarsi una canna da pesca per passare il tempo libero al continuare in modo più prudente a scapito di soddisfazione e divertimento, dal ridimensionare i rischi pensando che forse statisticamente è più pericoloso guidare l’auto (mah!) alla ricerca consapevole del proprio limite estremo come surrogato endorfinico di ricerca del senso e di evasione dalla proprie prigioni quotidiane)?. Mia moglie guarda le foto delle mie uscite e dice che sono pazzo. Sono pazzo?

mah...caro sellamolla mah...:nunsacci:
io vedo il tuo thread da fuori, come colui che poco più avanti o poco più indietro si ferma a scattare le foto che tua moglie giudica pazzesche...
A far paragoni un anno fa, prima della lycan, prima del SAG forcella,prima del carpiatoinavantimezzoavvitato sulla discesa dal rif.Sogno di Berdzè dal quale non credevo ti saresti rialzato, prima di avere un "Franda" che sornione ti fa segno di scansarti che se non ci passi tu ci passa lui...(e lui, si sà, ci passa)....a far paragoni, dicevo, un anno fa chiudevi la metà dei passaggi che chiudi oggi...sei impazzito? ti sei bevuto il cervello? deliri con una scimmia a tracolla che strilla "YAHOO"?

sai caro, non credo... secondo me, senza tirare in ballo le considerazioni più bieche sulla prudenza...sei solamente, semplicemente, banalmente

MI-GLIO-RA-TO!

ma questo non significa che, al pari dell'indimenticato Barone Arkonnen di DUNE,
[url=http://www.youtube.com/watch?v=aRv6dfUtHjI]Il Barone Vladimir Harkonnen - Dune - YouTube[/URL]
tu non possa pronunciare un risolutorio e liberatorio

"sono vivo, sono vivo!" al termine della discesa...

ma la domanda che ti devi porre, non è se tu sia felice di essere illeso e quindi vivo, ma piuttosto se tu non pronunci quelle parole perchè sai che il cielo, la pietra, il sole, il sudore, la condivisione...nonchè la bellezza del sentiero e delle montagne non ti facciano sentire vivo per davvero al di là di ogni pippa sulla prudenza e la sicurezza...
con stima
bikerciuc...da lunga data...:smile:
 
P

pix93

Ospite
i miei genitori si preoccupano quando esco in mtb...
cmq per quanto mi riguarda, quando porto la mia "carretta" all' estremo io mi sento più vivo che mai!!! cito e riadatto "...meglio 5s cosi che una vita senza..."
non mi importa se mi sfracello, io voglio vivere!!! cioè, ti puoi fare male in bagno o attraversando la strada, no?
 

bikerciuc

Biker infernalis
ri-Mah...:nunsacci::nunsacci:

occhio figliuoli che la passione non dev'essere una scusa per correre rischi gratuiti...

mi spiego...ci sono rischi che si è "all'altezza" di correre perchè sufficientemente allenati, sufficientemente preparati psicologicamente e tecnicamente...e rischi che sono rischi e basta.

affrontare via via passaggi più difficili man mano che si cresce con la tecnica è fisiologico,naturale e divertente... ma c'è un punto o ci sono condizioni in cui il rischio 'soggettivo' finisce per pesare di meno di quello 'oggettivo' (passaggi ciechi, salti di cui non si conosce bene l'atterraggio,variazioni di condizioni dei sentieri tipo bagnato,rami, sassi smossi)...

andare di più ed alzare il limite non significa mettere sempre e comunque in posizione OFF il cervello:il-saggi:
 

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