Spesso in questo sport si compiono azioni non utilizzando assolutamente la parte razionale che c’è in noi.
Lo scorso inverno, durante un’uscita in solitario……………
Esco di casa verso le ore 11.00 pur sapendo che metereologicamente non sarà una stupenda giornata.
Dopo una decina di km percorrendo un sentiero immerso in una lecceta ricevo dal cielo la prima goccia di pioggia sul viso ignaro che sarebbe stata solamente la miliardesima parte si ciò che mi sarebbe precipitato addosso.
Proseguo la mia ascesa verso la meta prefissata alla partenza e dopo alcuni minuti ecco la seconda goccia.
Nel frattempo mi fermo per mangiare ½ banana e,mi accorgo che a sud_ovest la situazione non è delle migliori.Il cielo ha quasi il colore della note e le nubi si stanno avvicinando molto rapidamente nella mia direzione.
Faccio finta di non vedere perché non vorrei avere la tentazione di tornare a casa e rimonto subito sulla biga…..VIA!!
Dopo i primi metri,una volta riemerso nel bosco, la parte cosciente di me incomincia a discutere con il lato irrazionale cercando di convincermi a tornare a casa.
Ma non c’è niente da fare.
IO (che da ora sarà la parte irrazionale) ha già preso il controllo delle gambe ed ormai i muscoli sono sotto sforzo per cercare di raggiungere la vetta.
“Ma non vedi che sei un’incosciente,guarda che sta arrivando un brutto temporale,torniamo indietro”.
IO non ne vuole sapere, prosegue per la sua meta, come potrebbe tornare indietro per pochi schizzi.
??!!
Intanto mentre i due continuano a scrivere, ci troviamo fuori dal bosco sullo sterrato che sale fino al valico, faccio notare a IO che oramai è iniziato a piovere.
Ma non è tanto la pioggia che mi preoccupa, non sarebbe la prima volta di fare un’uscita bagnata, ma è la situazione metereologica che va peggiorando minuto dopo minuto che mi fa pensare.
Il cielo è completamente buio, sembra sera,gli unici bagliori sono i lampi che ci illuminano in lontananza….o forse sarebbe meglio dire in vicinanza.
Continuiamo a salire e la visibilità diminuisce sempre più, ormai siamo bagnati fradici, la pioggia aumenta d’intensità.
Il gelido vento mi entra nella mantella e mi fa raggelare, maledico IO e il suo dannato orgoglio, ma lui dicendomi di stare zitto prosegue imperterrito.
Siamo sotto ad un vero e proprio diluvio,l’acqua mi cade addosso da ogni lato aiutata dal forte vento. Siamo arrivati al valico ora dobbiamo scendere attraverso un bosco di castagni fino al primo centro abitato.
Inizio la discesa ma non riesco a tenere gli occhi aperti, bestemmio contro IO che mi ha trascinato fin quassù, ho poca sensibilità nelle mani a causa del freddo e la mia visibilità non supera i 10m.
Le gocce di pioggia mi arrivano negli occhi ad una velocità incredibile.
Incredibilmente la situazione peggiora.
Sono sotto un vero e proprio nubifragio, scendo di bici perché è impossibile rimanere saldi in sella.
Il sentiero ormai è diventato un rigagnolo d’acqua,non riesco a vedere niente, sono in mezzo al bosco, ho un freddo terribile ed incomincio ad avere paura.
In mezzo al panico proseguo passo dopo passo accompagnato dall’assordante rumore dei tuoni che sembrano cadere a pochi metri da me.L’acqua ce l’ha con me, ogni gelida goccia sembra voler cascare per forza sul mio già fradicio corpo, non posso continuare così non arriverò più a valle….vengo soprafatto dal panico e quasi non riesco a muovere le gambe.
Ad un cero punto IO prende la situazione in mano “ ma ci vuoi far crepare entrambi di freddo!!!!”
Monto sulla bike e incomincio a scendere.Non sento quasi più le leve dei freni, mi rendo conto che è molto pericoloso scendere in quelle condizioni ma ormai non ci posso fare più niente, IO mi ordina di stare zitto perché ha bisogno di rimanere concentrato.
Mi sembra di essere infilato in un iceberg, sono veramente stremato.IO invece sembra impermeabile.Saldato alla bike, sguardo fisso sul sentiero (vorrei tanto sapere cosa vede) e sulla sua ruota anteriore.
Va giù deciso, imperterrito, non ha paura di niente.La sua incoscienza mi preoccupa, non so se è in grado di coordinare tutti i movimenti ma sembra molto a suo agio.
Credo che non senta neppure il freddo, ormai sono alla sua mercè.
Giungiamo in paese e mi vorrei fermare in qualche abitazione ma IO mi fa notare che mancanocirca 8km a casa e ormai la strada è tutta asfaltata.
Non ho più la forza di obiettare, ma credo che anche se ne avessi avuta sarebbe stato lo stesso.
IO continua a pedalare portandosi dietro il mio peso e giunti ad un tornante rischiamo di cadere ma IO con un cambiamento repentino di posizione evita il peggio.
Arriviamo a Calci, la strada d’ora in poi sarà tutta pianeggiante.
Sento IO che si congratula con se stesso, ormai i km che ci separano dalla nuova meta sono pochi.
C’è mia mamma sulla porta che mi aspetta terrorizzata, prima che arrivi a tiro di voce inizia ad inveire (non posso assolutamente trascrivere le sue parole).
Vorrei spiegarle che il pazzo non sono io ma non capirebbe mai.
Mi infilo sotto una doccia bollente ed una volta eliminata tutta la tensione e l’adrenalina accumulata ripenso a ciò che mi è appena accaduto.
Rivolgo un sorriso a IO e gli dico “ SEI VERAMENTE UNA TESTA DI CAZZO”
Lo scorso inverno, durante un’uscita in solitario……………
Esco di casa verso le ore 11.00 pur sapendo che metereologicamente non sarà una stupenda giornata.
Dopo una decina di km percorrendo un sentiero immerso in una lecceta ricevo dal cielo la prima goccia di pioggia sul viso ignaro che sarebbe stata solamente la miliardesima parte si ciò che mi sarebbe precipitato addosso.
Proseguo la mia ascesa verso la meta prefissata alla partenza e dopo alcuni minuti ecco la seconda goccia.
Nel frattempo mi fermo per mangiare ½ banana e,mi accorgo che a sud_ovest la situazione non è delle migliori.Il cielo ha quasi il colore della note e le nubi si stanno avvicinando molto rapidamente nella mia direzione.
Faccio finta di non vedere perché non vorrei avere la tentazione di tornare a casa e rimonto subito sulla biga…..VIA!!
Dopo i primi metri,una volta riemerso nel bosco, la parte cosciente di me incomincia a discutere con il lato irrazionale cercando di convincermi a tornare a casa.
Ma non c’è niente da fare.
IO (che da ora sarà la parte irrazionale) ha già preso il controllo delle gambe ed ormai i muscoli sono sotto sforzo per cercare di raggiungere la vetta.
“Ma non vedi che sei un’incosciente,guarda che sta arrivando un brutto temporale,torniamo indietro”.
IO non ne vuole sapere, prosegue per la sua meta, come potrebbe tornare indietro per pochi schizzi.
??!!
Intanto mentre i due continuano a scrivere, ci troviamo fuori dal bosco sullo sterrato che sale fino al valico, faccio notare a IO che oramai è iniziato a piovere.
Ma non è tanto la pioggia che mi preoccupa, non sarebbe la prima volta di fare un’uscita bagnata, ma è la situazione metereologica che va peggiorando minuto dopo minuto che mi fa pensare.
Il cielo è completamente buio, sembra sera,gli unici bagliori sono i lampi che ci illuminano in lontananza….o forse sarebbe meglio dire in vicinanza.
Continuiamo a salire e la visibilità diminuisce sempre più, ormai siamo bagnati fradici, la pioggia aumenta d’intensità.
Il gelido vento mi entra nella mantella e mi fa raggelare, maledico IO e il suo dannato orgoglio, ma lui dicendomi di stare zitto prosegue imperterrito.
Siamo sotto ad un vero e proprio diluvio,l’acqua mi cade addosso da ogni lato aiutata dal forte vento. Siamo arrivati al valico ora dobbiamo scendere attraverso un bosco di castagni fino al primo centro abitato.
Inizio la discesa ma non riesco a tenere gli occhi aperti, bestemmio contro IO che mi ha trascinato fin quassù, ho poca sensibilità nelle mani a causa del freddo e la mia visibilità non supera i 10m.
Le gocce di pioggia mi arrivano negli occhi ad una velocità incredibile.
Incredibilmente la situazione peggiora.
Sono sotto un vero e proprio nubifragio, scendo di bici perché è impossibile rimanere saldi in sella.
Il sentiero ormai è diventato un rigagnolo d’acqua,non riesco a vedere niente, sono in mezzo al bosco, ho un freddo terribile ed incomincio ad avere paura.
In mezzo al panico proseguo passo dopo passo accompagnato dall’assordante rumore dei tuoni che sembrano cadere a pochi metri da me.L’acqua ce l’ha con me, ogni gelida goccia sembra voler cascare per forza sul mio già fradicio corpo, non posso continuare così non arriverò più a valle….vengo soprafatto dal panico e quasi non riesco a muovere le gambe.
Ad un cero punto IO prende la situazione in mano “ ma ci vuoi far crepare entrambi di freddo!!!!”
Monto sulla bike e incomincio a scendere.Non sento quasi più le leve dei freni, mi rendo conto che è molto pericoloso scendere in quelle condizioni ma ormai non ci posso fare più niente, IO mi ordina di stare zitto perché ha bisogno di rimanere concentrato.
Mi sembra di essere infilato in un iceberg, sono veramente stremato.IO invece sembra impermeabile.Saldato alla bike, sguardo fisso sul sentiero (vorrei tanto sapere cosa vede) e sulla sua ruota anteriore.
Va giù deciso, imperterrito, non ha paura di niente.La sua incoscienza mi preoccupa, non so se è in grado di coordinare tutti i movimenti ma sembra molto a suo agio.
Credo che non senta neppure il freddo, ormai sono alla sua mercè.
Giungiamo in paese e mi vorrei fermare in qualche abitazione ma IO mi fa notare che mancanocirca 8km a casa e ormai la strada è tutta asfaltata.
Non ho più la forza di obiettare, ma credo che anche se ne avessi avuta sarebbe stato lo stesso.
IO continua a pedalare portandosi dietro il mio peso e giunti ad un tornante rischiamo di cadere ma IO con un cambiamento repentino di posizione evita il peggio.
Arriviamo a Calci, la strada d’ora in poi sarà tutta pianeggiante.
Sento IO che si congratula con se stesso, ormai i km che ci separano dalla nuova meta sono pochi.
C’è mia mamma sulla porta che mi aspetta terrorizzata, prima che arrivi a tiro di voce inizia ad inveire (non posso assolutamente trascrivere le sue parole).
Vorrei spiegarle che il pazzo non sono io ma non capirebbe mai.
Mi infilo sotto una doccia bollente ed una volta eliminata tutta la tensione e l’adrenalina accumulata ripenso a ciò che mi è appena accaduto.
Rivolgo un sorriso a IO e gli dico “ SEI VERAMENTE UNA TESTA DI CAZZO”