SUNSET BIKE
Distrutto ma al traguardo...
Il cuore batte forte, quasi come quando Dave Grohl strapazzava la sua batteria sulle note di Smells Like Teen Spirit dei Nirvana, impazza tanto da sentirlo in gola, non posso che calare il ritmo, assecondare quel pulsare, e cercare soltanto di arrivare... Non ho scelta, non sono nè Dave Grohl nè Kurt Cobain d'altronde, sono solo uno dei tanti "malati" di questo sport!
Potrei riassumere così la fase più difficile di questa bellissima, ma al tempo stesso durissima gara.
L'intro invece racconta di noi...immersi in uno scenario incontaminato, sotto un sole bollente e fastidioso, alle prese con fatiche che tanto amiamo, alle 17 in punto tutti eravamo pronti, a 130 battiti, sotto lo striscione di partenza.
La prima vera gara, dopo due 24 ore, alle prese con una "sprint": soli 14 km nei quali si andrà a tutta dall'inizio alla fine, senza alcuna pausa, e questo mi spaventa, io che sono più un diesel, abituato a distanze maggiori e ritmi più bassi. Mi metterò alla prova!
Con me l'immancabile Gio e due veterani: Gabri e Giorgio, ci sarà da divertirsi (poco) e da soffrire...(molto).
La tensione inizia a farsi avanti...
...sotto le spoglie di un tiepido vento che scuote come una corda tesa la schiena...
3,2,1...partiti!!!
I battiti si impennano, davanti i tesserati fanno subito un ritmo insostenibile: "Non cascarci Davide...non cascarci! Sali regolare". Me lo ripeto continuamente, un leit-motif così stressante da tendere ogni singolo nervo; ma con un percorso così duro è d'obbligo una partenza blanda, o meglio...sarebbe d'obbligo...perchè in gara non ci si risparmia mai e perchè di calcoli meglio farne il meno possibile. Il primo strappo è già un pellegrinaggio di anime in vetta, verso chissà quale destinazione, tutti o quasi giù dalla sella, impossibile salire tra la folla sulla bicicletta, corricchiando si raggiunge la cima per poi gettarsi in discesa, cercando di fare meno danni possibile!
Tratto tecnico nel paese, bellissime le scalinate che portano alla salita successiva, la più dura...
Giorgio passa in testa (una vita passata a fare gare, ha tanta esperienza e ottima tecnica) per quanto concerne la nostra personale classifica a quattro...
Gio (scalatore puro abituato alla strada ed alla bici da corsa) lo segue ad una cinquantina di metri, seppur preferisca mettere il piede a terra sulle scale, spaventato dal "volo" del concorrente davanti...
Poi eccomi, a trecento metri circa dai due...
Gabri invece è più indietro, il peso da "grande mangiatore" lo relega nelle retrovie, peccato poi dovrà ritirarsi per una foratura, al termine del primo giro:
Eccola!!!
La salita più dura, terribile, quasi due kilometri ad una pendenza media del 17-18%, da spezzare gambe e fiato. Proprio qui un attimo di difficoltà, il ritmo è troppo alto, ma la tensione della gara mi porta a spingere su quei dannati pedali, finendo per sprecare tante energie, così, quando arrivo in cima al gpm la lucidità se n'è già andata da un pezzo ed il ritmo frenetico con lei, in discesa non c'è però tempo per recuperare, è tecnica ed ahimè non sono un drago; alle prime esperienze manca ancora la tecnica, davvero fondamentale.
Così, quando mi si presenta davanti la terza salita, la prima del secondo giro, il fuori-giri è servito su un piatto d'argento; ed eccolo quel cuore impazzito, frenetico batte, batte e batte ancora, sempre più...Finchè non mi debba quasi fermare dallo sforzo: "O diminuisco o posso staccare il numero e tornare all'arrivo!". Non ho scelta, non mollerò mai, seppur le gambe e soprattutto i dolori al costato mi facciano passare, per un attimo, in testa di desistere; ma non lo farò...
Come se non bastasse un crampo al polpaccio destro mi coglie di sorpresa, si...anche perchè mai prima d'ora ne avevo avuto uno in vita mia!!! "Ma proprio oggi???"
Finalmente si scollina, è stato un vero e proprio calvario, non posso che lasciar sfilare qui 4-5 avversari con i quali, fino a poco tempo prima, stavo battagliando alla grande...
Ed eccola di nuovo quella terribile salita, che agita i miei pensieri, stremato e con lo stomaco sotto-sopra: "Che cog...ne!!! Non dovevo bere un litro di Enervit, mi ha massacrato lo stomaco!!!", prima chiedo ad un ragazzo di riempirmi la borraccia di acqua, meglio perdere una trentina di secondi ora che due minuti sulla salita.
Un errore d'inesperienza che non ripeterò di certo!
Eccola dunque, la stanchezza colpisce tutti, quanta fatica dentro gli occhi di tutti noi, faccio il ritmo assieme ad un ragazzo dalla stazza simile alla mia, si fatica assieme e c'è ancora la forza per scambiare due parole, per condividire questa follia...
La gente a bordo strada incita, qualcuno spinge: "No...vado su da solo"; la risposta è sempre quella, ce la si fa con le proprie gambe, è sempre una lotta con sè stessi, nel massimo rispetto dell'avversario, il gusto poi in bocca, una volta tagliato quel traguardo, sarà dei più dolci e sfiziosi...
Sono cotto, ma il momento critico è passato, c'è la forza per allungare, l'avessi presa così anche nel primo giro questa salita probabilmente sarei arrivato più avanti anche in graduatoria!
Gli ultimi metri: "Testa bassa Davide, testa bassa!!!". Non dovevo guardarla, non dovevo....è stato questo l'errore nel primo giro, nell'ultima tornata difatti non ho mai alzato gli occhi. Guardare muri del genere, l'uno dopo l'altro in successione, abbatte lo spirito e le gambe! Ora gli occhi stanchi e ricolmi di gocce di sudore puntano in basso, fissano il deragliatore, l'asfalto scorrere lento, lentissimo, ma in cuor mio..."Non ho più paura...". Il momento brutto se n'è andato, ora c'è la discesa, il tratto tecnico, il triangolo dell'ultimo kilometro!
E mi viene in mente Battisti...
Le distese azzurre e le verdi terre,
le discese ardite e le risalite
su nel cielo aperto,
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con una grande salto...
...Gio è li, arrivato da cinque minuti, forse più...mi attende, rilancio sulla rampa che porta all'arrivo, mi da grande forza, al mio fianco mi stimola a rilanciare...rilancio, rilancio...ed è finita!!!
La gioia di aver concluso è forte, ma è ancor più forte la mia autocritica. Avrei desiderato fare di più, ma con un allenamento, massimo due a settimana e con 73 kilogrammi da portare in salita forse era dura attendersi di più. Anche se credo di valere ben più di un 17esimo posto su una trentina di corridori nella mia categoria.
Era l'esordio...vero...poteva anche andare peggio, ma sono certo che alla prossima andrà ancora meglio.
Quanto fortifica l'anima la bicicletta è incredibile, non molleresti mai, per nulla al mondo, mi auguro mi aiuti ad essere un uomo migliore anche nella vita di tutti i giorni, nell'affrontare le difficoltà, anche le peggiori, con lo stesso spirito di questa difficile giornata.
Me lo auguro, me lo auguro...
Alla prossima "pazzia"
Davide
Vittoria assoluta di Nicola Pelizzari, che tralaltro conosco molto bene. Elite ('85)