In sella...

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Dave Xc

Biker serius
30/10/07
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Idro (BS)
www.zetatraining.it
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Domenica 3 Giugno, ore 10:15
L'acqua bollente scende sul viso, bagna gli occhi stanchi, insonni, allevia fatiche eroiche, dona quel calore ricercato dietro ogni oscuro angolo di percorso, risciacqua le ferite...
E' appena finita la 24 ore del Lago d'Idro, una doccia calda, caldissima, l'ennesimo mezzo per ripensare, stavolta con maggiore calma, a quanto appena compiuto.
Nella vita poche cose sono sotto il nostro controllo...avrei desiderato essere lassù ad impartire ordini alle nuvole nere di lasciar spazio al caldo sole, avrei desiderato godere appieno di quell'acqua bollente scorrere lungo le braccia, lungo le gambe, infreddolite e stanche. Ed invece...non avevo il controllo di quelle nuvole nere, di quell'acqua.
In cambio ho ricevuto pioggia, fango, tantissimo, ma anche un qualcosa che a parole è difficile da spiegare e che solo la 24 ore sa dare, un qualcosa che ci si porta dentro per sempre.
La sera precedente alla partenza Sergio Sgrilli, bravissimo comico di Zelig, intratteneva il pubblico, mentre la pioggia scendeva copiosa, scrosciante, la paura che il giorno dopo potesse piovere cominciava a farsi sempre più spazio tra le parole sussurrate degli atleti, un timore che, ben presto, si sarebbe tramutato in cruda realtà...
La cruda realtà sveglia tutti noi alle sette del giorno dopo, con il tintinnio di pioggia contro i vetri, il cielo cupo non promette altro che litri e litri di acqua piovana. Il tempo per disperarsi è poco, la bicicletta attende le cure del caso: grasso sulla catena, numero attaccato con fascette plastificate, gomme alla pressione giusta...si soffre con lei, comunque vada l'arduo compito di finire la gara sarà diviso in parti eque tra atleta e mezzo.
Ho freddo!
La pioggia continua a cadere, si increspano le acque del lago, mentre gli atleti sono pronti a partire, dalla riva del lago, con al fianco la loro bicicletta: -5, -4, -3, -2, -1...partiti!!!
Alle ore 10.00 comincia la manifestazione, parto per ultimo, conscio di dover spingere sui pedali senza mai oltrepassare il limite, siamo in quattro partecipanti e le forze vanno dosate al meglio. La tensione sale, un brivido freddo scuote la schiena, nella zona cambio attendo il mio valoroso compagno, eccolo arrivare, testimone al polso parto, lanciato verso il primo di tanti giri. I battiti del cuore si impennano, poi tornano stabili, spingo il rapportone ove possibile, i prati divengono terra, la terra fango, ed il fango di lì a poco si trasformerà in sabbie mobili!
Mancano più di 22 ore al termine e la consapevolezza che ben presto diverrà un inferno si fa sempre più largo nei nostri pensieri.
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La pioggia non smette di cadere, i vestiti quasi camminano da soli, il fango penetra ovunque, corrode i pattini dei freni, si incolla alla catena, blocca il deragliatore, il cambio, è dura, ma siamo solo all'inizio...
La sera scende, la notte sta per arrivare, il che spaventa un pò tutti, ma sono conscio che il risultato derivi dallo sforzo della nottata, i duri non mollano mai, e noi non lo faremo. Tutto liscio o quasi: per due volte il mio compagno si presenta in ritardo e mi ritrovo costretto a compiere un altro giro ancora, l'allenamento comunque c'è; non è la fatica fisica a spaventarmi, ma quella psicologica.
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La luna non si vede, il cielo è sempre coperto da quelle nuvole grigie, vorrei guardarla per chiederle di squarciare le nubi, ma il fango negli occhi non me lo permette; ormai è un inferno. Mille le traiettorie disegnate, basta poco per scivolare, succede sempre più spesso e capita anche a me, tornantino stretto, la posteriore scivola di colpo e mi ritrovo a terra...tutto a posto, si riparte, ed ecco un lungo, la pianta a bordo tracciato mi salva dall'ennesimo scivolone; la notte è sempre più profonda, annebbia la vista e la concentrazione, ma non possiamo mollare...
Il freddo fa brutti scherzi, così, non appena l'oscurità lascia strada ad un abbozzo di luce ecco una piccola indigestione che poteva costarmi cara; o probabilmente la stanchezza per l'aver dormito nemmeno un'ora, sto per partire quando lo stomaco esplode, sto male, non mi resta che espellere tutto e rigettarmi nella mischia: "Solo i mezzi-uomini mollerebbero, alzati Davide e continua a pedalare!!!"
Continuo a pedalare, dentro di me la consapevolezza di essere alla fine rischia, paradossalmente, di farmi desistere...si, perchè, in una 24 ore, non sono le prime ore a far male e nemmeno la parte centrale della corsa; bensì gli ultimi kilometri, gli ultimi giri non finiscono mai; la stanchezza avvolge il corpo meglio di una calda coperta, verrebbe da gettarsi nel letto, ma è ancora il fango a far da capolino nei mie pensieri.
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Ormai in molti punti non solo si mette un piede a terra, ma entrambi e si corre con la bici al fianco, affondando con le scarpette nelle "sabbie-mobili"; ma siamo agli sgoccioli...l'ultimo giro, a tutta, il primo mi ha appena sorpassato, spingo al massimo, è l'ultima fatica, da lontano si odono le grida dello speaker: Marzio Deho, campione plurititolato della mtb, alza le braccia al cielo; io spingo sempre su quei pedali, un kilometro mi allontana dalla fine della corsa, e...proprio li...un attimo di commozione. Ora capisco perchè molti, dopo aver vinto le grandi classiche o tappe celebri si lascino andare a lacrime scroscianti...ora capisco...
Ma le lacrime non scendono, le trattengo a stento, la fatica è stata doppia e potrebbero anche scapparci! Gli ultimi metri, nessuno davanti e nessuno alle spalle, il pubblico sta applaudendo proprio me; centinaia e centinaia di persone che mi spingono idealmente: con un cenno della mano ringrazio, l'emozione è fortissima, ce l'ho fatta, ce l'abbiamo fatta!
Ottavi di categoria su trentaquattro squadre a quattro e settantasettesimi su oltre trecento tempi totali; più di 1200 iscritti. Questi i numeri della 24 ore, un risultato che ci inorgoglisce non poco: alla seconda edizione già nei primi dieci. In quattro è davvero dura, ma la gioia finale raddoppia, per questo devo ringraziare, da buon capitano che si rispetti, i miei valorosi compagni!
Grazie Gio, grazie Luca, grazie Gully!!!
Finalmente la doccia calda mi attende, il fango è solo un lontano ricordo, la fatica presto svanirà tra le lenzuola di un letto; ma i ricordi memorabili di questa storica ed epica edizione mi accompagneranno per tutta la vita. Avvenimenti come questi temprano il fisico sì, ma ancor di più la personalità, ho imparato tanto da questa corsa e tanto ancora imparerò, nel frattempo, con grande orgoglio, posso dire di aver battuto ancora una volta me stesso, combattendo contro la fatica e vincendo, giungendo a testa alta sotto il traguardo.
Conserverò per sempre queste istantanee, quei sapori, quegli odori, quei colori, quell'amore per lo sport che mai dovrà cambiare; per lo sport vero, quello fatto di amicizie e di sacrificio, quello lontano, lontanissimo parente di doping e business...io amo QUESTO SPORT!
Con un pizzico di commozione vi saluto...
Davide
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Dave Xc

Biker serius
30/10/07
244
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Idro (BS)
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SUNSET BIKE
Distrutto ma al traguardo...
Il cuore batte forte, quasi come quando Dave Grohl strapazzava la sua batteria sulle note di Smells Like Teen Spirit dei Nirvana, impazza tanto da sentirlo in gola, non posso che calare il ritmo, assecondare quel pulsare, e cercare soltanto di arrivare... Non ho scelta, non sono nè Dave Grohl nè Kurt Cobain d'altronde, sono solo uno dei tanti "malati" di questo sport!
Potrei riassumere così la fase più difficile di questa bellissima, ma al tempo stesso durissima gara.
L'intro invece racconta di noi...immersi in uno scenario incontaminato, sotto un sole bollente e fastidioso, alle prese con fatiche che tanto amiamo, alle 17 in punto tutti eravamo pronti, a 130 battiti, sotto lo striscione di partenza.
La prima vera gara, dopo due 24 ore, alle prese con una "sprint": soli 14 km nei quali si andrà a tutta dall'inizio alla fine, senza alcuna pausa, e questo mi spaventa, io che sono più un diesel, abituato a distanze maggiori e ritmi più bassi. Mi metterò alla prova!
Con me l'immancabile Gio e due veterani: Gabri e Giorgio, ci sarà da divertirsi (poco) e da soffrire...(molto).
La tensione inizia a farsi avanti...
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...sotto le spoglie di un tiepido vento che scuote come una corda tesa la schiena...
3,2,1...partiti!!!
I battiti si impennano, davanti i tesserati fanno subito un ritmo insostenibile: "Non cascarci Davide...non cascarci! Sali regolare". Me lo ripeto continuamente, un leit-motif così stressante da tendere ogni singolo nervo; ma con un percorso così duro è d'obbligo una partenza blanda, o meglio...sarebbe d'obbligo...perchè in gara non ci si risparmia mai e perchè di calcoli meglio farne il meno possibile. Il primo strappo è già un pellegrinaggio di anime in vetta, verso chissà quale destinazione, tutti o quasi giù dalla sella, impossibile salire tra la folla sulla bicicletta, corricchiando si raggiunge la cima per poi gettarsi in discesa, cercando di fare meno danni possibile!
Tratto tecnico nel paese, bellissime le scalinate che portano alla salita successiva, la più dura...
Giorgio passa in testa (una vita passata a fare gare, ha tanta esperienza e ottima tecnica) per quanto concerne la nostra personale classifica a quattro...
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Gio (scalatore puro abituato alla strada ed alla bici da corsa) lo segue ad una cinquantina di metri, seppur preferisca mettere il piede a terra sulle scale, spaventato dal "volo" del concorrente davanti...
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Poi eccomi, a trecento metri circa dai due...
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Gabri invece è più indietro, il peso da "grande mangiatore" lo relega nelle retrovie, peccato poi dovrà ritirarsi per una foratura, al termine del primo giro:
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Eccola!!!
La salita più dura, terribile, quasi due kilometri ad una pendenza media del 17-18%, da spezzare gambe e fiato. Proprio qui un attimo di difficoltà, il ritmo è troppo alto, ma la tensione della gara mi porta a spingere su quei dannati pedali, finendo per sprecare tante energie, così, quando arrivo in cima al gpm la lucidità se n'è già andata da un pezzo ed il ritmo frenetico con lei, in discesa non c'è però tempo per recuperare, è tecnica ed ahimè non sono un drago; alle prime esperienze manca ancora la tecnica, davvero fondamentale.
Così, quando mi si presenta davanti la terza salita, la prima del secondo giro, il fuori-giri è servito su un piatto d'argento; ed eccolo quel cuore impazzito, frenetico batte, batte e batte ancora, sempre più...Finchè non mi debba quasi fermare dallo sforzo: "O diminuisco o posso staccare il numero e tornare all'arrivo!". Non ho scelta, non mollerò mai, seppur le gambe e soprattutto i dolori al costato mi facciano passare, per un attimo, in testa di desistere; ma non lo farò...
Come se non bastasse un crampo al polpaccio destro mi coglie di sorpresa, si...anche perchè mai prima d'ora ne avevo avuto uno in vita mia!!! "Ma proprio oggi???"
Finalmente si scollina, è stato un vero e proprio calvario, non posso che lasciar sfilare qui 4-5 avversari con i quali, fino a poco tempo prima, stavo battagliando alla grande...
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Ed eccola di nuovo quella terribile salita, che agita i miei pensieri, stremato e con lo stomaco sotto-sopra: "Che cog...ne!!! Non dovevo bere un litro di Enervit, mi ha massacrato lo stomaco!!!", prima chiedo ad un ragazzo di riempirmi la borraccia di acqua, meglio perdere una trentina di secondi ora che due minuti sulla salita.
Un errore d'inesperienza che non ripeterò di certo!
Eccola dunque, la stanchezza colpisce tutti, quanta fatica dentro gli occhi di tutti noi, faccio il ritmo assieme ad un ragazzo dalla stazza simile alla mia, si fatica assieme e c'è ancora la forza per scambiare due parole, per condividire questa follia...
La gente a bordo strada incita, qualcuno spinge: "No...vado su da solo"; la risposta è sempre quella, ce la si fa con le proprie gambe, è sempre una lotta con sè stessi, nel massimo rispetto dell'avversario, il gusto poi in bocca, una volta tagliato quel traguardo, sarà dei più dolci e sfiziosi...
Sono cotto, ma il momento critico è passato, c'è la forza per allungare, l'avessi presa così anche nel primo giro questa salita probabilmente sarei arrivato più avanti anche in graduatoria!
Gli ultimi metri: "Testa bassa Davide, testa bassa!!!". Non dovevo guardarla, non dovevo....è stato questo l'errore nel primo giro, nell'ultima tornata difatti non ho mai alzato gli occhi. Guardare muri del genere, l'uno dopo l'altro in successione, abbatte lo spirito e le gambe! Ora gli occhi stanchi e ricolmi di gocce di sudore puntano in basso, fissano il deragliatore, l'asfalto scorrere lento, lentissimo, ma in cuor mio..."Non ho più paura...". Il momento brutto se n'è andato, ora c'è la discesa, il tratto tecnico, il triangolo dell'ultimo kilometro!
E mi viene in mente Battisti...
Le distese azzurre e le verdi terre,
le discese ardite e le risalite
su nel cielo aperto,
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con una grande salto...
...Gio è li, arrivato da cinque minuti, forse più...mi attende, rilancio sulla rampa che porta all'arrivo, mi da grande forza, al mio fianco mi stimola a rilanciare...rilancio, rilancio...ed è finita!!!
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La gioia di aver concluso è forte, ma è ancor più forte la mia autocritica. Avrei desiderato fare di più, ma con un allenamento, massimo due a settimana e con 73 kilogrammi da portare in salita forse era dura attendersi di più. Anche se credo di valere ben più di un 17esimo posto su una trentina di corridori nella mia categoria.
Era l'esordio...vero...poteva anche andare peggio, ma sono certo che alla prossima andrà ancora meglio.
Quanto fortifica l'anima la bicicletta è incredibile, non molleresti mai, per nulla al mondo, mi auguro mi aiuti ad essere un uomo migliore anche nella vita di tutti i giorni, nell'affrontare le difficoltà, anche le peggiori, con lo stesso spirito di questa difficile giornata.
Me lo auguro, me lo auguro...
Alla prossima "pazzia"
Davide

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Vittoria assoluta di Nicola Pelizzari, che tralaltro conosco molto bene. Elite ('85)
 

Classifica giornaliera dislivello positivo

Classifica mensile dislivello positivo