La diatriba analogico vs digitale (e quella connessa: “purezza” vs postproduzione), che in realtà è un falso problema/dilemma, poichè l’analogico è sostanzialmente defunto (e vvvVIA con le provocazioniii!! :D ) ciclicamente vien fuori nella vita e nei forum, e accompagnerà le nostre vite credo per decenni.
Prendendo spunto da un OffTopic toscano (uno dei rari :D http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=140018&page=3 ) vediamo le opposte estreme posizioni in materia ..così, come spunto di riflessione per chi gli interessa. anche perché spesso si vede gente discutere quando sostanzialmente la pensa uguale.
E, visto che era venuta fuori, vediamo la posizione (estrema e secondo me provocatoria) di un Maestro (Gianni Berengo Gardin, Corriere della Sera, sab 29 agosto 2009, pag. 28).
L’opinione di un bischero (intendo il sottoscritto!) è che dal fotoritocco non si possa prescindere. Ma oltre certi limiti siamo nel campo della grafica e dell’immagine e non nella fotografia. Sia che si tratti di professionisti che di amatori o fotografi della domenica con la compattina.
Detto questo, usate pure tutti i programmi quanto volete, che il oro uso “pesante” vi permetterà di avere (da scatti mediocri) immagini accattivanti, gradite al 98% di chi le vedrà (che non ha mai visto una mostra degna di questo nome) e tutti saranno contenti.
Il ritocco non aggiunge alla foto un senso, l’interpretazione dello scattatore, il suo stato d’animo, se questi non ce l’ha messo al momento dello scatto.
Sinceramente quando ho sentito una fotoeditor ammettere che, nelle riviste e quotidiani di sport, il pallone nelle foto di partite di calcio viene “aggiunto” o spostato per rendere la foto gradevole non mi ha lasciato una bella sensazione. Nel “reporteraggio” io quindi credo che la purezza dovrebbe essere più elevata possibile.
Per definire quello che per me è il confine oltre il quale non si parla più di foto, prendo pari pari un post del mio amico (e fotografo.. ..fotoshop-dipendente, tra l’altro!) Xantus – Leandro sul forum http://fotobob.forumgratis.org [canoni da valutarsi, credo,orientativamente, nel senso che tra amatori se uno “toglie un palo della luce” e magari me lo dice anche la cosa la ritengo corretta, se mi “sbomba” di maschera di contrasto e di saturazione di colori lo vedo da solo e gli dico: bravo ritoccatore. Fotografo: non pervenuto]
Nel 2006 il fotografo Adnan Hajj della Reuters (una delle più importanti agenzie fotogiornalistiche mondiali) ha pubblicato una foto che poi si è scoperto pesantemente ritoccata con Photoshop, foto che rappresenta una scena di bombardamento per confrontare le due foto ecco il link:
http://en.wikipedia.org/wiki/Adnan_Hajj_ph...phs_controversy
(grande wikipedia)
Cosa è succeso allora? la Reuters ha emesso un documento che indica quale è il corretto uso di Photoshop nelle foto giornalistiche, a questo punto mie sembra che si vada incontro a chi dice che scattare la pellicola è l'unico modo di rappresentare la realtà. Il link del documento originale inglese è:
http://blogs.reuters.com/2007/01/18/the-use-of-photoshop/
in breve vi riassumo cosa si può fare e cosa no:
Permesso:
• Tagliare
• Aggiustare i livelli usando i limiti dell'istogramma
• Leggera correzzione dei colori
• Contrasto al 300%, 0.3, 0 (questa nn l'ho capita)
• Uso attento dello strumento Lazzo
• Impercettibile uso dello strumento Brucia
• Aggiustamento delle luci alte e ombre
• Controllo e impostazione del punto grigio
Non permesso:
• Aggiungere o togliere qualcosa all'immagine
• Clonare e strumento toppa (eccetto per rimuovere polvere)
• Qualsiasi tipo di pennello
• Contrastare aree selettive
• Eccessivo schiarimento o scurimento dell'immagine
• Eccessivo cambiamento tonale della foto
• Auto livelli
• Strumento sfoca
• Uso della gomma per cancellare
• Maschere veloci
• Contrastare sulla macchina fotografica
• Determinare la saturazione sulla macchina fotografica
Per concludere, mi ritrovo in quello detto dall’autorevole G. Berengo Gardin. Non nella sua “sparata” del divieto per legge dei programmi di fotoritocco ("violenta, snatura le foto trasformandole in "immagini" "), credo provocatoria. Forse volutamente “imprecisa”. Il fotoritocco “immorale” (per me) è quello “peso”. Come riferimento potrebbe risultare utile tenere a mente (e forse in pochi lo sanno bene, mi ci metto pure io) quello che bene o male era possibile modificare anche in camera oscura, o comunque con altri procedimenti, all’epoca dell’analogico (ad es. ri-fotografare la dia per averne una più contrastata) seppur con costi e tempi non paragonabili all’attuale “click”.
Poi è importante per me la sottolineatura (nell'articolo) del rischio di sborniarsi di quantità a scapito dello studio dei grandi, dell'impegno, della coltivazione dell'osservazione attenta di cosa ci circonda.
Ovviamente l'Autore dice sì questo, ma solo dopo aver sostanzialmente affermato di considerare ormai assodati ed innegabili tutti i vantaggi che invece la diffusione del "fotografare facile" porta con sè.
Sperando che il post abbia fornito qualche utile info, e sia spunto di riflessione,
hj.
PS (edit): poi è ovviamente sempre e solo questione di gusti. Esempio io se guardo (perchè mi ci hanno portato) un film di effettONI mi "emoziono" 5 minuti. Dopo 10 mi annoio e dopo 15 scapperei. E per il mio concetto di film non è proprio un film (sò snob?).
Alla maggioranza della gente capita lo stesso.. ..ma con i film che possono piacere a me!!
Poi per fortuna di rado ci son quei film "miracolosi" che riescono a soddisfare entrambi i generi di spettatori!
Prendendo spunto da un OffTopic toscano (uno dei rari :D http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=140018&page=3 ) vediamo le opposte estreme posizioni in materia ..così, come spunto di riflessione per chi gli interessa. anche perché spesso si vede gente discutere quando sostanzialmente la pensa uguale.
E, visto che era venuta fuori, vediamo la posizione (estrema e secondo me provocatoria) di un Maestro (Gianni Berengo Gardin, Corriere della Sera, sab 29 agosto 2009, pag. 28).
L’opinione di un bischero (intendo il sottoscritto!) è che dal fotoritocco non si possa prescindere. Ma oltre certi limiti siamo nel campo della grafica e dell’immagine e non nella fotografia. Sia che si tratti di professionisti che di amatori o fotografi della domenica con la compattina.
Detto questo, usate pure tutti i programmi quanto volete, che il oro uso “pesante” vi permetterà di avere (da scatti mediocri) immagini accattivanti, gradite al 98% di chi le vedrà (che non ha mai visto una mostra degna di questo nome) e tutti saranno contenti.
Il ritocco non aggiunge alla foto un senso, l’interpretazione dello scattatore, il suo stato d’animo, se questi non ce l’ha messo al momento dello scatto.
Sinceramente quando ho sentito una fotoeditor ammettere che, nelle riviste e quotidiani di sport, il pallone nelle foto di partite di calcio viene “aggiunto” o spostato per rendere la foto gradevole non mi ha lasciato una bella sensazione. Nel “reporteraggio” io quindi credo che la purezza dovrebbe essere più elevata possibile.
Per definire quello che per me è il confine oltre il quale non si parla più di foto, prendo pari pari un post del mio amico (e fotografo.. ..fotoshop-dipendente, tra l’altro!) Xantus – Leandro sul forum http://fotobob.forumgratis.org [canoni da valutarsi, credo,orientativamente, nel senso che tra amatori se uno “toglie un palo della luce” e magari me lo dice anche la cosa la ritengo corretta, se mi “sbomba” di maschera di contrasto e di saturazione di colori lo vedo da solo e gli dico: bravo ritoccatore. Fotografo: non pervenuto]
Nel 2006 il fotografo Adnan Hajj della Reuters (una delle più importanti agenzie fotogiornalistiche mondiali) ha pubblicato una foto che poi si è scoperto pesantemente ritoccata con Photoshop, foto che rappresenta una scena di bombardamento per confrontare le due foto ecco il link:
http://en.wikipedia.org/wiki/Adnan_Hajj_ph...phs_controversy
(grande wikipedia)
Cosa è succeso allora? la Reuters ha emesso un documento che indica quale è il corretto uso di Photoshop nelle foto giornalistiche, a questo punto mie sembra che si vada incontro a chi dice che scattare la pellicola è l'unico modo di rappresentare la realtà. Il link del documento originale inglese è:
http://blogs.reuters.com/2007/01/18/the-use-of-photoshop/
in breve vi riassumo cosa si può fare e cosa no:
Permesso:
• Tagliare
• Aggiustare i livelli usando i limiti dell'istogramma
• Leggera correzzione dei colori
• Contrasto al 300%, 0.3, 0 (questa nn l'ho capita)
• Uso attento dello strumento Lazzo
• Impercettibile uso dello strumento Brucia
• Aggiustamento delle luci alte e ombre
• Controllo e impostazione del punto grigio
Non permesso:
• Aggiungere o togliere qualcosa all'immagine
• Clonare e strumento toppa (eccetto per rimuovere polvere)
• Qualsiasi tipo di pennello
• Contrastare aree selettive
• Eccessivo schiarimento o scurimento dell'immagine
• Eccessivo cambiamento tonale della foto
• Auto livelli
• Strumento sfoca
• Uso della gomma per cancellare
• Maschere veloci
• Contrastare sulla macchina fotografica
• Determinare la saturazione sulla macchina fotografica
Per concludere, mi ritrovo in quello detto dall’autorevole G. Berengo Gardin. Non nella sua “sparata” del divieto per legge dei programmi di fotoritocco ("violenta, snatura le foto trasformandole in "immagini" "), credo provocatoria. Forse volutamente “imprecisa”. Il fotoritocco “immorale” (per me) è quello “peso”. Come riferimento potrebbe risultare utile tenere a mente (e forse in pochi lo sanno bene, mi ci metto pure io) quello che bene o male era possibile modificare anche in camera oscura, o comunque con altri procedimenti, all’epoca dell’analogico (ad es. ri-fotografare la dia per averne una più contrastata) seppur con costi e tempi non paragonabili all’attuale “click”.
Poi è importante per me la sottolineatura (nell'articolo) del rischio di sborniarsi di quantità a scapito dello studio dei grandi, dell'impegno, della coltivazione dell'osservazione attenta di cosa ci circonda.
Ovviamente l'Autore dice sì questo, ma solo dopo aver sostanzialmente affermato di considerare ormai assodati ed innegabili tutti i vantaggi che invece la diffusione del "fotografare facile" porta con sè.
Sperando che il post abbia fornito qualche utile info, e sia spunto di riflessione,
hj.
PS (edit): poi è ovviamente sempre e solo questione di gusti. Esempio io se guardo (perchè mi ci hanno portato) un film di effettONI mi "emoziono" 5 minuti. Dopo 10 mi annoio e dopo 15 scapperei. E per il mio concetto di film non è proprio un film (sò snob?).
Alla maggioranza della gente capita lo stesso.. ..ma con i film che possono piacere a me!!
Poi per fortuna di rado ci son quei film "miracolosi" che riescono a soddisfare entrambi i generi di spettatori!