..ossia come rovinarsi una bella giornata in mtb - Lezione pratica.
I rovi mi graffiano: le gambe sono già un colabrodo, le ortiche si divertono a provocarmi vistose macchie rosse sulla pelle, le ginestre mi frustano ad ogni passo stringo i denti e non guardo nemmeno più il terreno che calpesto, mi trascino come un naufrago verso quella che sembra la mia isola di salvezza, là sotto, al di là della valle...
I rami spezzati hanno lestremità appuntita come coltellacci, dai quali devo guardarmi se non voglio tagliarmi seriamente, e si sono infiltrati fra i raggi della bici intrappolandomi una miriade di volte, troppe per poter mantenere perfettamente la calma..
Mi spingo avanti con una determinazione che è frutto di questa momentanea disperazione. Fino a una decina di minuti fa avrei forse potuto tornare sui miei passi..ma, mano a mano che proseguo trascinando la bici fra tronchi abbattuti e alti cespugli, vengo intrappolata in quel che resta del bosco bruciato e non posso far altro che proseguire..
Come mi sono cacciata in questo casino? Perché non ho pensato che in questa direzione, oltre al meraviglioso sentiero che mi inviata a scendere..avrei dovuto attraversare larea colpita dallincendio? Alle prime piante di traverso sul sentiero sarebbe bastato fare dietro front..ma, guardando, oltre sembrava ancora possibile scivolare felicemente a valle..e io non ho resistito!
Inutile rimuginare: di qui ne devo uscire. Alla peggio abbandono la bici e scendo a piedi. Non mi sento in pericolo, anche se un passo falso mi può essere comunque fatale..Sono da sola in questo ambiente surreale, fa caldo ma non posso togliere il kway (se avessi anche dei pantaloni lunghi non sanguinerei così!!). Non ho più da bere (stavo scendendo, ecchè diamine!) nessuno allorizzonte.. Tutto sembra prendersi gioco della mia leggerezza, compreso una cornacchia che mi fa sobbalzare nel completo silenzio: la natura che ha tanto sofferto per stupidità umana..ora si sta vendicando.. Ogni passo è davvero difficoltoso, ma è uno di meno da fare. La bici si incastra di continuo. Perdo dieci minuti buoni per liberarla fra un intrico di rami. Oramai non mi importa più nulla, la lancio letteralmente ove possibile, oltre gli ostacoli. E lunica possibilità per toglierla e togliersi da questo fitto intrico..
Penso a quanto sarà bello uscirne..ma limpresa è ancora lunga..quella che sembrava un piccolo tratto da fare bici in spalla.. sembra ora una distanza infinita.. Il pensiero peggiore è sapere quanto ancora può mancare prima di raggiungere la strada e quanto alla prova sarò ancora messa prima di arrivarci.
I mille graffi mi fanno male, finchè, a un tratto, mi sento anestetizzata e proseguo senza sentire più niente..
Trovo una valletta e mi ci infilo: sembra un po meno invasa dalla vegetazione e scendo più agevolmente. Eccolo! Il sentiero riprende di nuovo davanti a me non mi pare vero..
Guardo la bici e mi accorgo che ho perso un pedalino..e che la ruota ha assunto una posizione inconsueta..per fortuna la prossima settimana avrò quella nuova!! Sistemo la ruota, respiro di sollievo: ho capito che il peggio è passato: ancora qualche pianta da superare e ci siamo..la strada è davvero sotto le mie ruote..! :-? :-? :-? :-? :-?
Respiro di sollievo..sono stremata! Non ho più nemmeno voglia di imboccare i sentieri lungo i più di mille metri di dislivello che ancora mi separano da casa..voglio solo un bicchiere dacqua, un disinfettante e un divano comodo.
Oggi un po dolorante, e con lo zigomo gonfio per colpa di un insetto vorace, ci posso comodamente ridere sopra.
Ma nessuno mi toglie dalla testa che mi sono giocata un bel jolly..
:???: :???:
I rovi mi graffiano: le gambe sono già un colabrodo, le ortiche si divertono a provocarmi vistose macchie rosse sulla pelle, le ginestre mi frustano ad ogni passo stringo i denti e non guardo nemmeno più il terreno che calpesto, mi trascino come un naufrago verso quella che sembra la mia isola di salvezza, là sotto, al di là della valle...
I rami spezzati hanno lestremità appuntita come coltellacci, dai quali devo guardarmi se non voglio tagliarmi seriamente, e si sono infiltrati fra i raggi della bici intrappolandomi una miriade di volte, troppe per poter mantenere perfettamente la calma..
Mi spingo avanti con una determinazione che è frutto di questa momentanea disperazione. Fino a una decina di minuti fa avrei forse potuto tornare sui miei passi..ma, mano a mano che proseguo trascinando la bici fra tronchi abbattuti e alti cespugli, vengo intrappolata in quel che resta del bosco bruciato e non posso far altro che proseguire..
Come mi sono cacciata in questo casino? Perché non ho pensato che in questa direzione, oltre al meraviglioso sentiero che mi inviata a scendere..avrei dovuto attraversare larea colpita dallincendio? Alle prime piante di traverso sul sentiero sarebbe bastato fare dietro front..ma, guardando, oltre sembrava ancora possibile scivolare felicemente a valle..e io non ho resistito!
Inutile rimuginare: di qui ne devo uscire. Alla peggio abbandono la bici e scendo a piedi. Non mi sento in pericolo, anche se un passo falso mi può essere comunque fatale..Sono da sola in questo ambiente surreale, fa caldo ma non posso togliere il kway (se avessi anche dei pantaloni lunghi non sanguinerei così!!). Non ho più da bere (stavo scendendo, ecchè diamine!) nessuno allorizzonte.. Tutto sembra prendersi gioco della mia leggerezza, compreso una cornacchia che mi fa sobbalzare nel completo silenzio: la natura che ha tanto sofferto per stupidità umana..ora si sta vendicando.. Ogni passo è davvero difficoltoso, ma è uno di meno da fare. La bici si incastra di continuo. Perdo dieci minuti buoni per liberarla fra un intrico di rami. Oramai non mi importa più nulla, la lancio letteralmente ove possibile, oltre gli ostacoli. E lunica possibilità per toglierla e togliersi da questo fitto intrico..
Penso a quanto sarà bello uscirne..ma limpresa è ancora lunga..quella che sembrava un piccolo tratto da fare bici in spalla.. sembra ora una distanza infinita.. Il pensiero peggiore è sapere quanto ancora può mancare prima di raggiungere la strada e quanto alla prova sarò ancora messa prima di arrivarci.
I mille graffi mi fanno male, finchè, a un tratto, mi sento anestetizzata e proseguo senza sentire più niente..
Trovo una valletta e mi ci infilo: sembra un po meno invasa dalla vegetazione e scendo più agevolmente. Eccolo! Il sentiero riprende di nuovo davanti a me non mi pare vero..
Guardo la bici e mi accorgo che ho perso un pedalino..e che la ruota ha assunto una posizione inconsueta..per fortuna la prossima settimana avrò quella nuova!! Sistemo la ruota, respiro di sollievo: ho capito che il peggio è passato: ancora qualche pianta da superare e ci siamo..la strada è davvero sotto le mie ruote..! :-? :-? :-? :-? :-?
Respiro di sollievo..sono stremata! Non ho più nemmeno voglia di imboccare i sentieri lungo i più di mille metri di dislivello che ancora mi separano da casa..voglio solo un bicchiere dacqua, un disinfettante e un divano comodo.
Oggi un po dolorante, e con lo zigomo gonfio per colpa di un insetto vorace, ci posso comodamente ridere sopra.
Ma nessuno mi toglie dalla testa che mi sono giocata un bel jolly..
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