sono le 6 di sera di una caldissima giornata estiva ad Aying, ridente paesello del bucolico principato di Baviera. Vado nell'antro, quello pieno di bici, sci e snowboard, e rispolvero la vecchia Stumpjumper del 97. L'anno scorso l'avevo fatta rimettere a posto, mettendole una burrosissima Z2 da 80mm e facendole aggiustare il cambio.
Tempo 5 minuti e sono in sella a questo rudere della mtb, quasi dimenticato, in direzione Steinsee, un laghetto in mezzo ai boschi, a circa 10 km di distanza da casa mia. La calura è veramente incredibile, ma l'ombra degli alberi e il vento della mia velocità di crociera attenuano la sofferenza. Ho indosso una maglia leggerissima e un paio di boxer da mare. Niente fondelli su una durissima Flite senza gel. Come un indiano che cavalca il suo cavallo senza sella.
Il lago potrebbe uscire da una cartolina canadese, in mezzo com'è ai boschi, con un solo praticello che lo rende accessibile. L'acqua è di sorgente, quando ci metto dentro i piedi vedo molti pesci, malgrado il sole ad alzo zero mi accechi.
Il gesto di arrivare in bici, togliermi scarpe e maglietta e saltare in acqua mi sa di liberatorio e semplice come solo sa essere una calda giornata estiva, dove non si ha neanche bisogno dell'asciugamano o indumenti di ricambio. Primitivo.
Nuoto a rana il lago per tutta la sua lunghezza, 800 metri, e ritorno, in una quiete fantastica. L'acqua ha circa 25°, perfetta per un italiano acqua-freddoloso.
Esco, osservo il lago per 5 minuti, mi metto scarpe e maglia e salgo in sella coi pantaloni ancora bagnati, pedalando fra i campi di grano. Passo per un maneggio, per campi dove hanno appena fatto il fieno, per diversi paesini. Gli odori si mischiano ai colori, l'aria si fa più fresca, i 10 km volano e in un battito di ciglia mi ritrovo a casa.
Tempo 5 minuti e sono in sella a questo rudere della mtb, quasi dimenticato, in direzione Steinsee, un laghetto in mezzo ai boschi, a circa 10 km di distanza da casa mia. La calura è veramente incredibile, ma l'ombra degli alberi e il vento della mia velocità di crociera attenuano la sofferenza. Ho indosso una maglia leggerissima e un paio di boxer da mare. Niente fondelli su una durissima Flite senza gel. Come un indiano che cavalca il suo cavallo senza sella.
Il lago potrebbe uscire da una cartolina canadese, in mezzo com'è ai boschi, con un solo praticello che lo rende accessibile. L'acqua è di sorgente, quando ci metto dentro i piedi vedo molti pesci, malgrado il sole ad alzo zero mi accechi.
Il gesto di arrivare in bici, togliermi scarpe e maglietta e saltare in acqua mi sa di liberatorio e semplice come solo sa essere una calda giornata estiva, dove non si ha neanche bisogno dell'asciugamano o indumenti di ricambio. Primitivo.
Nuoto a rana il lago per tutta la sua lunghezza, 800 metri, e ritorno, in una quiete fantastica. L'acqua ha circa 25°, perfetta per un italiano acqua-freddoloso.
Esco, osservo il lago per 5 minuti, mi metto scarpe e maglia e salgo in sella coi pantaloni ancora bagnati, pedalando fra i campi di grano. Passo per un maneggio, per campi dove hanno appena fatto il fieno, per diversi paesini. Gli odori si mischiano ai colori, l'aria si fa più fresca, i 10 km volano e in un battito di ciglia mi ritrovo a casa.