Il riscaldamento globale è una balla

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drmale

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Non so bene perché ma ho l'impressione che la discussione sul clima sia ormai una disputa tra apocalittici e integrati, o tra aziende che producono prodotti green e altre che continuano a produrre non green. Cosa c'è di più green della nostra amata biga? Ebbene quei geni dei politici italiani hanno preferito incentivare quei cessi inutili di pannelli solari, pagati anche da chi non li ha, che a breve verranno stratassati per finanziarne lo smaltimento, piuttosto che creare infrastrutture per la mobilità su pedale (ciclabili vere, posteggi sicuri, e obbligare i posti di lavoro a fornire i servizi per i lavoratori su bici) e relativi incentivi. Benefici: sul clima non so, ma sulla salute, sul traffico, su uno stile di vita più sano, sulla bellezza - è sì, lo sport rende più belli e quindi incentiva il trombamento vario a tutte le età, e anche sull'umore.
Quindi invece di dividerci per su un oscuro e antico argomento, come i rapporti tra uomo e clima, uniamoci sotto il segno della biga che alla fine fa anche rima con fxxa (quest'ultima affermazione deve essere letta anche dalle adorabili bikerine, invitandole ad estendere il ragionamento adattandolo al meglio al loro genere. Invito che vale per tutte le altre combinazioni sessuali che il buon dio ha concesso all'umanità [u:d, d:d, u:u, u:d:u, d:u:d ecc]. che sono purtroppo poche, pensate i funghi che hanno 14 sessi, immaginate che numeri... altro che trombare come ricci, come funghi).
 

drmale

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Vero! ma sempre questione meteorologica resta. E se non sei in grado di prevedere, significa che il paradigma è ancora ingenuo. Cioè la struttura esplicativa non tiene in considerazione di le variabili. La temperatura è certamente in funzione di una serie di variabili, tra le quali la comunità scientifica ritiene i gas serra di origine umana come maggiori responsabili.
Non ho le specifiche competenze per contestare queste affermazioni, né è mia intenzione farlo. Però resto sorpreso del fatto che in presenza di evidenti carenze nella conoscenza dei dati, ci sia un coro quasi unanime al riguardo. Quando nella storia della scienza le posizioni della comunità sono state troppo omogenee in carenza di un paradigma evoluto, le stesse posizioni si sono rivelate più credenze che posizioni razionali. Pensate al più volte ripetuto esaurimento del petrolio. Da 2004 avrebbe dovuto definitamente essere talmente costoso estrarlo da non renderlo più appetibile. Non dimentichiamo che tutt'ora scienze come la medicina, la psicologia speciale, le neuroscienze, la pedagogia clinica, alcune branche dell'economia finanziaria, dell'economia comportamentale, la linguistica, ecc., in altri termini quando usciamo dalla fisica teorica, dalla matematica e, forse dall'informatica (come scienza teorica), ci troviamo di fronte errori imbarazzanti. E non è che all'interno della fisica e della matematica non ci siano divisioni, anzi.
La scienza nasce come messa in dubbio, e non come edificio del sapere. Questa si chiama accademia, e di puttanate l'accademia è piena. Se i libri di filosofia sono pieni - e lo sono - di minchiate, quelli di scienza non restano affatto indietro in termini di minchiate.
Quindi credo che l'affermazione che la temperatura terrestre ha origine antropiche è altrettanto poco scientifica del suo contrario.
 
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Biker nirvanensus
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Un sacco di parole... per dire un bel niente!

Se sei convinto che ci sia un complotto vai pure avanti così...
... a proposito: attento alle scie chimiche!
 
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cesare RBO

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@ Drmale
"Vero! ma sempre questione meteorologica resta."
Climatologica a dire il vero... ma come ti dirò tra breve non è una questione che riguarda solo climatologi e meteorologi, tutt'altro...

"Non ho le specifiche competenze per contestare queste affermazioni, né è mia intenzione farlo."
Strano... perché è esattamente quello che fai... male ma lo fai,,,

"Però resto sorpreso del fatto che in presenza di evidenti carenze nella conoscenza dei dati, ci sia un coro quasi unanime al riguardo."
Forse perché da qualunque parte si guardi il problema (cioè qualunque sia il campo di applicazione tecnico scientifico) le evidenze sono tali da portare gente diversissima (per estrazione, formazione, esperienza, collocazione geografica e campi di studio) alle medesime (quelli che tu ingenuamente chiami i catastrofisti) conclusioni generali???
Conclusioni basate (lo ricordo) su evidenze multidisciplinari (in campo ci sono meteorologi e climatologi, botanici e zoologi di tutti i campi, agronomi e paleontologi, genetisti, geologi, fisici e chi più ne ha più ne metta....) e non su convenienze del momento... a differenza della (cosiddetta) controparte la cui produzione di concettualità scientifica siamo ancora in attesa di vedere... (e mai vedremo... off the record)
È la scienza bellezza... (questa sconosciuta!). Tutto quello che sappiamo lì ci porta e ci riporta... e quello che sappiamo è molto, anzi moltissimo... tentare mistificazioni (perché di questo trattasi) giocandosi la carta del “ne sappiamo troppo poco” fa parecchio ridere (o piangere, come meglio ti aggrada) perché rende evidente l'uso strumentale che ne fa chi lo usa in questo modo ed in questo campo visto che è un argomento usato (proprio da chi fa ricerca e vorrebbe farla ancora meglio per il bene di tutti) propro per spingerci a maggiore prudenza (principio di precauzione, come minimo) e riflessione nel pensare (e magari ripensare) il nostro approccio al pianeta (e non solo).
Insomma le classiche argomentazioni di chi vuole nascondere la testolina sotto la sabbia con tattiche dilatorie tese a regalare ancora tempo a chi da determinate politiche (energetiche, ambientali, politiche e sociali) trae benefici economici immensi (a discapito di tutti e tutto).
Come ho già argomentato l'accettazione di una situazione tanto drammatica (di cui siamo i soli responsabili, in via commissiva come in quella omissiva) non è certo facile per chi è abituato a ricercare le (pavide, false e futili ma anche comode e rassicuranti) sicurezze e “convinzioni” che il sistema (o meglio sarebbe dire “i sistemi”) tanto generosamente (ma non certo disinteressatamente) offrono. Vedere in proposito i lavori di Bruner e Postman sulla percezione dell'incongruità o Kuhn sulla struttura delle rivoluzioni scientifiche... (trovi qualcosina proprio nel libro citato da Basinga e da me poco sopra)

"Pensate al più volte ripetuto esaurimento del petrolio. Da 2004 avrebbe dovuto definitamente essere talmente costoso estrarlo da non renderlo più appetibile."
Infatti il petrolio è calmierato e contingentato (se non te ne fossi accorto) dai paesi produttori (vedi OPEC ma non solo) ed il suo prezzo è “costruito” artificialmente con metodi che attengono alla sfera politica (e geopolitica) più che al campo economico (vedi domanda e offerta).
Così come è un fatto che diversi paesi produttori (quelli che se lo possono permettere) stiano (intelligentemente) investendo risorse immani (ed in tutta fretta) per costruirsi un futuro che non li lasci in “braghe di tela” da un giorno all'altro svincolando le proprie sorti da quelle (segnate) del petrolio.
Infatti il controllo di alcune aree calde (vedi alla voce “con ancora cospicui giacimenti”) è una questione considerata da decenni prioritaria e determinati interventi di “stabilizzazione” (Iraq, Libia ma anche Venezuela, ecc) sono pensati proprio in questa ottica così come altri “interventi” (meno militari e più politici) tesi al controllo dei paesi nordafricani, vedi alla voce “primavere arabe”, viste dall'establishment come un problema ed un rischio da limitare, controllare e guidare (quando non reprimere)... qualcuno ha paura del processo democratico? E prova ad indovinare il perché...
con la stessa ottica vanno analizzate le questioni che riguardano Iran e Turchia così come le politiche putiniane (seppur con le loro differenze di ruolo e peso).
A te invece risulta che il petrolio stia “ricrescendo” o che quelle stime fossero sbagliate? A me risulta invece che si stia raschiando il barile cercando e trovando tecniche sempre più ardite e costose (oltreché distruttive ed invasive) per reperire idrocarburi di qualità (e quantità) sempre inferiori con costi di raffinazione sempre maggiori...
PS: perché tu credi che i costi degli idrocarburi (petrolio in primis) li paghi solo alla pompa di benzina e non spalmati su una bilancia commerciale ben più ampia e che interessa anche chi non ha mezzi a motore di alcun tipo? beata ingenuità (se è ingenuità...;-))

"Non dimentichiamo che tutt'ora scienze come la medicina, la psicologia speciale, le neuroscienze, la pedagogia clinica, alcune branche dell'economia finanziaria, dell'economia comportamentale, la linguistica, ecc., in altri termini quando usciamo dalla fisica teorica, dalla matematica e, forse dall'informatica (come scienza teorica), ci troviamo di fronte errori imbarazzanti. E non è che all'interno della fisica e della matematica non ci siano divisioni, anzi."
Come ho già detto ampiamente in passato del processo scientifico ti sfuggono (purtroppo) proprio le basi (e la storia) e tenti maldestramente di utilizzare il procedimento (che per sua natura si basa anche sull'errore come sul suo successivo superamento e correzione) per i tuoi personalissimi scopi... una delle cose (se non “la cosa”) peggiori ed imperdonabili che si possa fare in ambito scientifico... ma contento te...

"La scienza nasce come messa in dubbio, e non come edificio del sapere. Questa si chiama accademia, e di puttanate l'accademia è piena. Se i libri di filosofia sono pieni - e lo sono - di minchiate, quelli di scienza non restano affatto indietro in termini di minchiate."
Il dubbio è la molla che fa mettere in discussione l'esistente per permetterci di andare oltre e di progredire con il sapere che è sempre in divenire... (spesso in contrapposizione più o meno aperta con lo status quò della società in riferimento... proprio come in questo caso, ma guarda...) tu lo usi per ben altri scopi (e torniamo alla “non comprensione del processo scientifico e della sua storia”)

"Quindi credo che l'affermazione che la temperatura terrestre ha origine antropiche è altrettanto poco scientifica del suo contrario."
Questa vorrei poterla scolpire nella pietra (mi piacerebbe riproportela in futuro) e da sola condensa tutto il tuo scibile e rende evidente l'incongruità di certe posizioni... :specc::smile:
 
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Non so bene perché ma ho l'impressione che la discussione sul clima sia ormai una disputa tra apocalittici e integrati, o tra aziende che producono prodotti green e altre che continuano a produrre non green. Cosa c'è di più green della nostra amata biga? Ebbene quei geni dei politici italiani hanno preferito incentivare quei cessi inutili di pannelli solari, pagati anche da chi non li ha, che a breve verranno stratassati per finanziarne lo smaltimento, piuttosto che creare infrastrutture per la mobilità su pedale (ciclabili vere, posteggi sicuri, e obbligare i posti di lavoro a fornire i servizi per i lavoratori su bici) e relativi incentivi. Benefici: sul clima non so, ma sulla salute, sul traffico, su uno stile di vita più sano, sulla bellezza - è sì, lo sport rende più belli e quindi incentiva il trombamento vario a tutte le età, e anche sull'umore.
Quindi invece di dividerci per su un oscuro e antico argomento, come i rapporti tra uomo e clima, uniamoci sotto il segno della biga che alla fine fa anche rima con fxxa (quest'ultima affermazione deve essere letta anche dalle adorabili bikerine, invitandole ad estendere il ragionamento adattandolo al meglio al loro genere. Invito che vale per tutte le altre combinazioni sessuali che il buon dio ha concesso all'umanità [u:d, d:d, u:u, u:d:u, d:u:d ecc]. che sono purtroppo poche, pensate i funghi che hanno 14 sessi, immaginate che numeri... altro che trombare come ricci, come funghi).

Traduzione e sintesi dell'enunciato: “io non ci capisco una cippa bollita nemmeno per sbaglio, sono stato qui a menare il can per l'aia non so per quanti post e visto che non so più cosa inventarmi (ed il rischio di ernia al cervelletto è sempre subdolamente in agguato...) concludo invitandovi a pensare a cose più leggere e meno preoccupanti, responsabilizzanti e stressanti tipo l'andare in bici ed il trombare”...

non posso certo parlare a nome dell'intera comunità scientifica ma ho fatto e faccio ambedue ad libitum e con discreto profitto... ma ti ringrazio sinceramente dell'interessamento :smile:
:prost::-?:
 
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@cesare RBO,
te lo dico con tutto l'affetto possibile, ma non hai capito un tubo. Non hai capito un tubo di quello che ho scritto, mi rifaccio alla posizione della Cifarelli, sveglia! Non di Rubbia o, peggio di Zichichi. Non massacrare Kuhn, oppure massacralo ma fa fallo con gusto e non da sapientino clementoni.
Mi smarroni per la sensazione di errore che provo di fronte alle affermazioni di una parte della comunità scientifica, e poi infili in un ragionamento piripiri citando il complotto demo-giudo-pluto-pippo e topolino sul prezzo del petrolio, e sciorini in 20 righe la fenomenologia della contemporaneità mondiale fondando tutto su: "A me risulta invece che si stia raschiando il barile (cfr. te)"!? . Invece nonostante tutta la tua certezze sulla fine del mondo a me risulta che l'anno 1000 è passato indenne, il 2000 anche e che la benza (come tutti, ma proprio tutti i prodotti che derivano dagli idrocarburi), costi meno oggi di quando avevo 20 anni, cioè quasi 31 anni fa.
Perciò - ardom se ta capeset - secondo i calcoli di Hubbert nel 2004 sarebbe stato raggiungo il picco del petrolio, con la previsioni di scenari da Mad Max in questo preciso momento. Mentre in questo preciso momento anzi tra poco mi risulta che esco dal lavoro e piglio su la mtb. Ora non contesto i calcoli di Hubbert, ma le previsioni di chi ha fantasticato a tal punto da terrorizzare la mia generazione sulla fine del petrolio. Stai certo finirà il petrolio, ma siccome il pianeta sarà più caldo si starà bene lo stesso - e se ta capes mia... pota pota.
Pace, Bene, molla giù i libri e pedala bene.
 

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@cesare RBO,
te lo dico con tutto l'affetto possibile, ma non hai capito un tubo. Non hai capito un tubo di quello che ho scritto, mi rifaccio alla posizione della Cifarelli, sveglia! Non di Rubbia o, peggio di Zichichi. Non massacrare Kuhn, oppure massacralo ma fa fallo con gusto e non da sapientino clementoni.
Mi smarroni per la sensazione di errore che provo di fronte alle affermazioni di una parte della comunità scientifica, e poi infili in un ragionamento piripiri citando il complotto demo-giudo-pluto-pippo e topolino sul prezzo del petrolio, e sciorini in 20 righe la fenomenologia della contemporaneità mondiale fondando tutto su: "A me risulta invece che si stia raschiando il barile (cfr. te)"!? . Invece nonostante tutta la tua certezze sulla fine del mondo a me risulta che l'anno 1000 è passato indenne, il 2000 anche e che la benza (come tutti, ma proprio tutti i prodotti che derivano dagli idrocarburi), costi meno oggi di quando avevo 20 anni, cioè quasi 31 anni fa.
Perciò - ardom se ta capeset - secondo i calcoli di Hubbert nel 2004 sarebbe stato raggiungo il picco del petrolio, con la previsioni di scenari da Mad Max in questo preciso momento. Mentre in questo preciso momento anzi tra poco mi risulta che esco dal lavoro e piglio su la mtb. Ora non contesto i calcoli di Hubbert, ma le previsioni di chi ha fantasticato a tal punto da terrorizzare la mia generazione sulla fine del petrolio. Stai certo finirà il petrolio, ma siccome il pianeta sarà più caldo si starà bene lo stesso - e se ta capes mia... pota pota.
Pace, Bene, molla giù i libri e pedala bene.


come fosse antani... hai dimenticato come fosse antani... a destra!
:smile:manos arriba, hombre... manos arriba :via!:
 
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prematurato che manco la supercazzola conosci, a destra è lo sminchiamento. Ciao e svegla eh!
 

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mah, rimarchevole (nella sua infinita tristezza) esempio di Bias... (e anche di qualcos'altro a dire il vero)

per fortuna che ciò che è scritto resta scritto (scripta manent) ed ognuno potrà farsi un opinione ed esprimere un giudizio.

PS: e salutami la Cifarelli nel cui campo ti collochi (con grave sprezzo del ridicolo) senza evidentemente sapere o capire che “quelle posizioni” scientificamente parlando sono un non sense (ben spiegato qui http://cattaneo-lescienze.blogautor...amano-fuori-dallappello-sul-clima/?refresh_ce e qui http://www.scienzainrete.it/contenu...ta-di-parigi-siamo-tutti-climatologi/novembre ) e le cui ragioni vanno ricercate altrove (vedi alla voce “politiche” ed autopromozionali come fin troppo spesso accade nel mondo accademico di questo paese che dipende dalla politica per i magrissimi fondi ad essa destinati e sempre con la politica deve fare i conti per l’accesso ad incarichi di un certo peso) come diversi (Fisici e Geofisici) hanno prontamente fatto notare e gli articoli succitati ben inquadrano.

PPS: ma non era scappellamento???
:smile:
 
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drmale: "te lo dico con tutto l'affetto possibile, ma non hai capito un tubo. Non hai capito un tubo di quello che ho scritto"
direi che l'ho capito fin troppo bene... le evidenze ci dicono semmai l'esatto contrario, fossi in te proverei a consultare un idraulico...

"Non massacrare Kuhn, oppure massacralo ma fa fallo con gusto e non da sapientino clementoni."
L'ho solo citato e rimanendo perfettamente in tema (dov'è il presunto massacro?) quindi piantala di sparare a casaccio sperando di “beccare” qualcosa (chiamasi “fuoco di saturazione”)... il vuoto concettuale e fattuale per tua somma sfortuna non si riempie solo digitando letterine a casaccio sul pc... inoltre il gusto è (per fortuna) soggettivo ed il battutone sul “sapientino clementoni” lo lascio lì dove l'hai messo che mi pare molto più utile a qualificare chi lo fa che a descrivere il sottoscritto.

"Mi smarroni per la sensazione di errore che provo di fronte alle affermazioni di una parte della comunità scientifica, e poi infili in un ragionamento piripiri citando il complotto demo-giudo-pluto-pippo e topolino sul prezzo del petrolio, e sciorini in 20 righe la fenomenologia della contemporaneità mondiale fondando tutto su: "A me risulta invece che si stia raschiando il barile (cfr. te)"!?"
Non “smarrono” alcunché, sei tu che incurante delle evidenze continui a gettarti “de capoccia” in una piscina palesemente vuota... non vorrai mica prendertela con me per lo scontato risultato ed il mal di testa conseguente? Unscramentable... si direbbe da ste' parti (terra di neologismi fusion...)
“Una parte della comunità scientifica”... adorabile l'uso degli eufemismi... si, una parte... tipo 97% a 3% (a voler prendere il dato più generoso riguardante il top 100).

Complotto??? qui rasentiamo il delirio... si chiama geopolitica, “palleggiarsela” aiuta a conoscere e comprendere il mondo che ci circonda ed i fenomeni che vi si svolgono e personalmente ritengo la sua conoscenza (almeno basica) imprescindibile per poter anche solo aspirare ad essere “persona seria”, consapevole ed attiva (culturalmente, socialmente, politicamente).
C'è chi invece preferisce vivere “a sensazione” o “credendo” (adesione fideistica) a questo a a quello a seconda della convenienza o utilità del momento... lo capisco (eziologicamente parlando) ma non lo condivido nemmeno di striscio e/o per sbaglio.
A meno che tu non voglia dirmi che l'Opec (che controlla poco meno dell'80% delle riserve mondiali) è una associazione segreta, fantasmatica ed inafferrabile (Spectre?) che il solo citarla mi colloca automaticamente nel novero dei complottisti...
Ho l'impressione (gentile eufemismo) che tu ti stia affannando (mi pare senza particolare successo) per ricondurmi (e quindi “catalogarmi”) entro categorie schematiche, semplicistiche e banalizzanti (i complottisti, i catastrofisti, i nerd che non trombano né pedalano ecc ecc) con le quali evidentemente ti trovi maggiormente a tuo agio... fossi in te eviterei tali sforzi, non solo li ritengo inutili ma persino controproducenti (dicono molto di chi li usa e non aggiungono nulla alla discussione).
E dulcis in fundo: sono tali acclarate ovvietà (non da ora) che il citare le fonti appare a dir poco superfluo (e pure pretenzioso)...
ma se può servire a meglio contestualizzare o a farsi un'idea generale di certe dinamiche...

http://www.limesonline.com/rubrica/le-ragioni-geopolitiche-del-crollo-dei-prezzi-del-petrolio

http://www.limesonline.com/cartaceo/ankara-e-la-nuova-speranza-del-golfo?prv=true

https://cesi-italia.org/articoli/24...-ripercussioni-macroeconomiche-e-geopolitiche

http://www.martinbuber.eu/energia/documenti/Petrolio.pdf

http://www.petrolioinborsa.com/grafico-storico-del-petrolio/

https://www.forexinfo.it/Prezzo-del-petrolio-storico-WTI

http://1.bp.blogspot.com/-aF36bFZcJ...1600/2014.02.08+ZH+Oil+Petrolio+1789-2013.png

https://it.wikipedia.org/wiki/Picco_di_Hubbert

http://www.internazionale.it/notizie/2016/01/18/prezzo-barile-petrolio

“Fine di mondo”??? (cit. Kubrikiana) ma di che parli? (Drmale nipotino del Dr Stranamore?) Continui a gettare carne al fuoco e non hai ancora impiattato manco un wurstelino striminzito?
Contento tu...

"molla giù i libri e pedala bene"
Come ti ho già detto pedalo abbastanza (per i miei standard)... solo per andare e tornare dal lavoro, escludendo quindi ogni altro uso ( ludico, sportivo, esplorativo o zoologico), mi sparo qualcosa come 5000-5200 km all'anno...

Saluti
 
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I link che ho messo danno bene l'idea di come si formi il prezzo degli idrocarburi (in base alla loro tipologia, procedimento estrattivo, paese di produzione, interessi del momento o di lungo periodo, attività speculative ecc) e delle motivazioni di ordine geopolitico che stanno dietro (come è ovvio che sia visti gli interessi in gioco) tali scelte.
I grafici aiutano a contestualizzare gli andamenti dei prezzi rendendo evidenti le interdipendenze con fattori, eventi e scelte di ordine geopolitico e le analisi susseguenti spiegano come queste scelte avranno (ed hanno avuto) un impatto (vasto e profondo) nelle nostre vite quotidiane così come nell'azione dei governi.
La questione energetica è assolutamente centrale per le società moderne, le scelte operate in questo ambito determinano e condizionano poi tutta un'altra serie di scelte (che divengono obbligate o quasi) che a cascata ci portano al (non proprio felice e per molti drammatico) presente.

Ma non vorrei concentrare la discussione solo sul fattore Petrolio... per quantto esso sia (e sia stato) storicamente un fattore chiave e centrale nella tipologia di sviluppo delle nostre società contemporanee ed abbia pesantemente influenzato e distorto lo sviluppo anche e soprattutto tecnologico oltreché “culturale” imponendo di fatto dei paradigmi ed un certo tipo di visione.
Dopo l'età della pietra, del bronzo e poi del ferro questa verrà ricordata come l'età dei fossili (detta gergalmente “di quei fessi lì”...).

L'avvento delle rinnovabili invece rischia di spazzare via, come un colpo di spugna, quegli assetti e quei paradigmi assiomatici che hanno garantito l'imporsi ed il perpetuarsi (in barba ad ogni logica e senso etico) di un dato modello sociale e di sviluppo di tipo rapace e predatorio che basa e garantisce la fortuna di pochissimi sullo sfruttamento (ed il mantenimento in stato di necessità) dei moltissimi...
Così come rischia di minare le basi (azzerare e/o ridefinire in altra chiave), facendone venir meno l'utilità o almeno l'indispensabilità, di quel rapporto strettissimo ed apparentemente indissolubile (reciproca utilità ed omogeneità dei fini) che intercorre tra le elites economiche e le classi politiche.
Il rischio (per dette elites) è che un utilizzo razionale ed evoluto delle rinnovabili (ampio ricorso all'auto e microgenerazione diffusa multimodale) frantumi quel legame di dipendenza dai monopolisti dell'energia (spesso statali o parastatali) e possa favorire la nascita di nuove forme di produzione, cooperazione e condivisione energetica che ridisegnino anche le relazioni e la socialità partendo dal basso e non come forma rigida imposta e calata dall'alto ad uso e consumo delle suddette elites in cui il ruolo degli utenti-cittadini sia (per forza di cose) quello di “vacche da mungere” (due volte, con le tasse prima e con le bollette poi...).
L'affermarsi ed il diffondersi delle rinnovabili va a minare interessi fortissimi e consolidati da oltre un secolo e questo fa paura, molta paura... anche ammesso che “il sistema” trovi (e farà di tutto per cercarli ed imporli) uno o più metodi (e l'intervento statale risulterebbe fondamentale) per controllare e guidare questo cambiamento ben difficilmente potrà ristabilire quel ferreo ed assoluto controllo che abbiamo visto all'opera nel corso dell'ultimo secolo... le rinnovabili sono praticamente ovunque, sono diversificate e a basso costo (rispetto agli standard a cui i fossili ci hanno abituati), inquinano molto meno (in fase di produzione e successivo smaltimento, durante la vita operativa praticamente nulla) checché ne dica qualche simpatico flamer.
Come facciano imfatti le rinnovabili ad “inquinare” quanto o più dei fossili non è dato sapere, evidentemente chi lo afferma o è molto ingenuo (eufemismo per ignorante) o è palesemente in malafede... delle due l'una, fate vobis.

I fossili vanno cercati, trovati, estratti, lavorati e raffinati, trasportati in giro per il mondo, stoccati, distribuiti, venduti ed infine utilizzati... ognuno di questi passaggi presuppone un dispendio di uomini, mezzi e tecnologie altamene inquinanti e nocivi per l'ambiente e l'uomo (oltreché costoso). I mezzi, i luoghi e le tecnologie impiegate infine andranno in qualche modo bonificati e smaltiti a fine vita operativa, cosa non proprio agevole (vedere i casi e gli studi per le aree di lavorazione e stoccaggio in Italia in proposito... a me me ne vengono in mente giusto un paio qui nei dintorni...) nel migliore dei casi.
Vi sono poi le “fisiologiche” (si fa per dire) perdite (perdite, infiltrazioni, rotture, incidenti, incendi, esplosioni, lavaggio delle vasche e serbatoi, sulla terraferma come in mare, in posti sperduti come nei pressi di grandi insediamenti umani) di materiali altamente inquinanti che regolarmente (sottolineo regolarmente, non occasionalmente...) accadono (quasi sempre per cattiva/scarsa manutenzione dovuta al contenimento dei costi) durante l'intera filera operativa.
Il tutto per arrivare infine alla fase di utilizzo vero e proprio del fossile che a sua volta risulta essere fonte di grave inquinamento a tutti i livelli. I costi economici, sociali, sanitari ed ambientali durante questo lungo ciclo sono immensi e neanche lontanissimamente paragonabili (a meno, come dicevo, di “ingenuità” o malafede) a quelli delle rinnovabili.
Inoltre le tecnologie legate alle rinnovabili sono giovani ed il loro sviluppo non potrà non comportare miglioramenti anche sul versante dei materiali, con riflessi positivi sia nella produzione che nel successivo smaltimento (o perché no riciclo), oltreché (ovviamente) sotto il versante più puramente prestazionale. La vita media operativa di dette tecnologie è medio-lunga (allo stato attuale) e non vedo perché non debba migliorare ulteriormente con il progredire delle conoscenze tecnologiche di settore. Tutto l'opposto del fossile, quindi... che definire come tecnologicamente “matura” è un dolce eufemismo per non chiamarla (più correttamente) vetusta o obsoleta.

Vi sarebbero poi delle non proprio secondarie (da un punto di vista geopolitico) ricadute a far da corollario al diffondersi e l'affermarsi di queste tecnologie che ridefiniranno (come minimo) gli assetti ed i legami con i paesi del (cosiddetto) terzo mondo che (vorrei ricordarlo) sono anche quelli da un lato strapieni delle materie prime da cui noi dipendiamo e su cui noi abbiamo storicamente fondato il nostro sviluppo ed il nostro vantaggio competitivo e dall'altro perennemente tenuti al guinzaglio (sarebbe meglio dire cappio) con il leverage del debito internazionale.
Queste scelte quindi non potranno non avere un impatto anche sulle modalità e possibilità di sviluppo di questi paesi e questo a sua volta non potrà non avere riflessi anche in ambito sociale.
L'eventuale ridefinizione degli standard economici a livello planetario comporterebbe anche una rivisitazione dei parametri (e previsioni) demografici... uno sviluppo e una redistribuzione e ripartizione delle risorse di questo tipo permetterebbe (proprio come è avvenuto nelle società occidentali) standard di vita che poco si conciliano col fare 15 figli... il processo è piuttosto veloce e persino spontaneo... basta vedere i cambiamenti nelle nostre socità dove nel giro di sole due o tre generazioni si è passati da 10-15 figli a 2-3 e poi a 1-2 (o addirittura a 0).
Questo processo avrebbe un impatto significativo ed estremamente positivo sulla gestione delle risorse planetarie. Questi paesi, questi popoli, queste culture avrebbero un accesso all'istruzione molto più libero ed ampio rispetto al passato/presente (dove i figli dei “figli di puttana” studiavano nelle migliori scuole occidentali, i figli delle classi agiate e medio alte nelle università locali ed il resto “a spasso”...) riuscendo cosi a portare un inestimabile contributo globale al sapere collettivo, un apporto ed un contributo di cui fino ad ora siamo stati sostanzialmente privati...
Questo è un dettagliuccio al quale raramente si pensa quando si prospettano scenari e valutano scelte geopolitiche di medio-lungo periodo.

Ed in ultimo... è interessante notare come al crescere della richiesta delle popolazioni di maggior democrazia (reale e non formale) e partecipazione alle scelte e all'individuazione di obiettivi e strategie (trasparenza, democrazia partecipativa, maggiore attenzione alle politiche sociali ed ambientali) le elites politico-economiche al potere abbiano risposto (e stiano rispondendo in occidente come altrove) con un ulteriore svuotamento democratico delle istituzioni (nazionali, comunitarie ed internazionali) e con una contrazione degli spazi di agibilità democratica salvo poi lamentare una crescita esponenziale di quella che impropriamente (e pelosamente) definiscono “antipolitica” o “antagonismo”.
In altri paesi, democraticamente assai gracilini (a voler essere gentili), abbiamo assistito ad un uso sconsiderato (e criminale) della forza (sia delle forze armate che degli apparati di sicurezza) con annessa repressione, incarcerazioni di massa e torture (vedi Turchia, Egitto, Iran tanto per citare i più noti). In Siria è addirittura scoppiata una guerra civile (in cui le milizie Jihadiste pur non entrandoci nulla in origine si sono velocemente inserite) per mantenere a galla Assad ed evitare una transizione in chiave democratica che potesse anche solo potenzialmente minare gli assetti (vedi “amicizie ed interdipendenze) costituiti e noti.
 

cesare RBO

Biker perfektus
8/7/08
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in riferimento (ed in risposta) a quanto detto in precedenza (non dal sottoscritto) in merito alle "conraddizioni" della scienza... o meglio sarebbe dire "del mondo che ruota attorno alla scienza", la differenza non è di poco conto.

http://www.sanita24.ilsole24ore.com...l-orrore-115947.php?uuid=AEcE6N3&refresh_ce=1

una presa di posizione a distanza di tanti anni suona ancora più forte ed è ancor più meritoria, secondo me.
 
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Ilbartu

Biker serius
11/5/17
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Mtb scarsa
Nel 1985,la co2 in atmosfera era circa di 340 ppm,oggi abbiamo di molto superato quota 400,in continuo aumento anno su anno. La co2 è riconosciuta come il gas serra a maggior effetto,e se consideriamo che siamo di più,ne immettiamo di più e,con enorme furbizia deforestiamo in modo velocissimo,facendo sparire alberi e foreste,nostre uniche alleate nell'assorbire la co2,il gioco è fatto.
Poi dati a parte,negli anni 80 anche da mè,sul mare,gli inverni erano freddi e a volte nevischiava,oggi posso stare benissimo senza usare il riscaldamento,se volessi......
 

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