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il primo volo "kazzuto"

mach1

Biker superioris
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premessa, non mi sono fatto nulla.
Stavo scendendo da Tremezzo su un tratto piuttosto esposto su un sentiero molto stretto. Ho voluto fare il passo più lungo della gamba e ho provato a farmela in sella. A un certo punto, pur andando piano sento la bici letteralmente frustarmi di lato verso il vuoto del lato esposto, a posteriori credo di aver urtato col pedale opposto contro una roccia nascosta dall'erba ed essere stato sbalzato. E' successo tutto così in fretta che non ho fatto nemmeno in tempo ad avere paura.

La catena di eventi per come l'ho poi ricostruita è stata così elaborata in tempo reale dal mio cervello:
- sbalzo della bici
- sensazione di perdita di controllo e di non poter fare nulla: sono in balia degli eventi.
- pensiero tipo "cazzo" ( è stato più che altro un porcone lanciato ad alta voce squarciando la quiete della natura ) che ha sovrastato ogni altro pensiero alla realizzazione di dove stavo volando.
- sensazione di volo nel vuoto interminabile che anticipa il contatto col suolo.
- urto molto forte sulla spalla destra, fortunatamente su terra e erba e non su pietre o altre cose dure, reso particolarmente impressionante dalla realizzazione che l'urto è avvenuto "a testa in giù" per via del pendio scosceso.
- capriola con perno sulla spalla che mi ha girato di 180°, quindi sull'altra spalla, riportandomi " a testa in su" mentre ero già a terra e la gravità mi trascinava giù dallo scosceso.
- reazione istintiva di aggrapparsi all'erba con le mani per cercare di arrestare la discesa e di evitare di fare capriole giù dallo scosceso rimanendo il più piatto possibile.
- una volta arrestata la discesa, pensiero lucidissimo del tipo "non sento dolore, potrebbe essere l'adrenalina, magari mi son scassato la spalla, speriamo non la clavicola"

tutto questo sarà durato non più di 3 secondi. Incredibile come il cervello in situazioni estreme riesca a elaborare pensieri e dati in quantità tale e in così poco tempo.
subentrano quindi le reazioni non dettate dal puro istinto e scaturite da una presa di coscienza della situazione a bocce ferme:

- check della spalla: non fa male, non sento nemmeno eccessivamente il dolore della botta, la spalla si muove, se mi fossi rotto non dovrei essere in grado di muoverla così bene.
- enorme Sollievo.
- realizzazione razionale istantanea del "culo" avuto nel non essersi fatto niente e della situazione in cui mi sarei ficcato se mi fossi fatto danni seri.
- sguardo attorno per cercare la bici e per cercare di capire dove mi trovavo: io sdraiato su un fianco a circa 6-7 metri sotto al sentiero, la bici un paio di metri in più.
- abbandono finale, rilassamento dei muscoli, cercando di raccogliere le forze per alzarmi e ripartire.
- passata forse una decina di secondi mi alzo, vado verso la bici la raccolgo e faccio qualche passo a salire mentre il mio amico che era avanti e non ha visto in diretta il volo non vedendomi arrivare si accorge della situazione e torna indietro per aiutarmi.

La cosa che più mi ha colpito è che non ho praticamente avuto vera paura in nessun istante . L'incidente è avvenuto in maniera talmente rapida da non avermi dato il tempo per provare puro spavento e la realizzazione di non essermi di fatto fatto niente è stata talmente immediata da rendere a quel punto la paura un qualcosa di superfluo e non necessario. Non ho sentito scariche di adrenalina, cuore in gola, o altro ( come magari accadutomi altre volte, tipo chessò quando in auto, se a qualcuno è accaduto, ti trovi a tirare un inchiodata improvvisa per evitare un incidente e poi senti in bocca il sapore metallico che ti sale dell'adrenalina ). Anche una volta recuperata la bici e la strada lì per lì ho controllato che anche la bici fosse in ordine e poi son ripartito, tant'è che facevo anche battute, fortunatamente non ero da solo. L'unico vero strascico è che a posteriori mi rendevo conto che anche se a fisico stavo bene ( nonostante gli squotimenti del manubrio dovuti al fondo sconnesso la spalla non mi faceva assolutamente male, sono una lieve sensazione di indolenzimento ) mi era calata la capacità di concentrazione ( come se la batteria del mio cervello fosse andata a terra tutta d'un colpo ) e avevo chiara la realtà dell'essermi appena giocato un gran jolly, a quel punto su passaggi che magari normalmente avrei affrontato non me la sono più sentita di rischiare e sono andato a spinta, come se avessi esaurito le batterie mentali, limitandomi a pedalare sui tratti più facili.

In conclusione devo dire che è stata un esperienza molto strana e molto diversa da come me la sarei potuta immaginare.

Immagino che anche voi abbiate fatto il vostro primo volo "importante", a voi com'è andata? cos'è successo? come l'avete vissuto?
 
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Rockyluca

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premessa, non mi sono fatto nulla.
..... e avevo chiara la realtà dell'essermi appena giocato un gran jolly....

hai già detto tutto te, fratello!
sei stato un gran fortunato... c'è chi è finito in ospedale per molto meno e c'è chi, come me, dopo il "primo volo importante", non gliene frega un caz....volo e continua a fare voli importanti.... Sai qual'è il problema? E' che dopo esperienze del genere ti senti invincibile, immortale, non temi più nulla.... Almeno questo è quello che accade a me. IO ho paura di non avere più paura... e questo è grave!
 

gabr74

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To
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Bella descrizione e bel culo a non esserti fatto niente!
Io non ho mai fatto brutte cadute perche' quando c'e' un passaggio esposto lo faccio in totale e assoluta sicurezza.
Sono i passaggi esposti il confine tra una caduta (anche brutta magari con un infortunio) e un incidente grave.
 

emmellevu

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Vedi come tutto è soggettivo?

Io invece al primo (ed unico) volo importante (tra l'altro, magari io lo giudico importante, ma tu o altri lo valutereste come una piccola botta) mi sono detto: "forse con una full prenderei meno rischi; la full potrebbe in parte sopperire alle carenze tecniche".
Dinamica del volo (circa 3 mesi fa): breve tratto di discesa (pochi mt con una bella pendenza), lo prendo troppo preoccupato, la bici si impianta su una radice ed io faccio una capriola passando sopra la bici e volando nel fango; risultato; piccola contusione su una gamba.
Ho preso la full, non ho aumentato la difficoltà dei percorsi e mi sento molto più sicuro. Bene così.
 

Rockyluca

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bene così! finchè non sposti un pò più in là "l'asticella"... quello che fin'ora ti da sicurezza affrontato a velocità ridotta senza aumentare le difficoltà, può essere che in futuro ti dia assuefazione (a me è capitato così) e quindi andrai alla ricerca di "qualcosa di più".... parlo per me (ma penso sia una condizione condivisibile da molti), passando da una front a una full (prima con escursioni ridotte e poi con escursioni maggiori) mi sentivo sempre più sicuro e quindi cercavo qualcosa di più per soddisfare la mia sete di adrenalina, al punto che ora sono alla ricerca di una bimba da enduro (con escursioni 160/170) perchè la velocità che ho raggiunto in discesa non mi basta più....
oppure sarebbe più semplice "fermarsi"....
 

emmellevu

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ripeto, capisco quello che dici, ma è soggettivo.
A me l'adrenalina ha sempre dato un effetto fisico sgradevole (ad esempio, detesto le montagne russe ... al punto che se ci salgo sto male per 1 ora).
Quindi non sono alla ricerca di adrenalina; semplicemente mi piace andare in giro in mtb nei posti belli che le zone offrono, possibilmente minimizzando l'adrenalina.

P.S. endorfine addicted, adrenaline adverse
 

Rockyluca

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sì, perfettamente d'accordo con te! ognuno ha la propria "bestia" a cui dar da mangiare... comunque non vorrei essere frainteso: il gusto metallico dell'adrenalina mi piace (e molto!), ma pure io godo nel girare tranquillo e "sfamarmi" con i bellissimi paesaggi che la nostra passione di "pedalatori dei boschi" ci da la possibilità di ammirare!
 

emmellevu

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o-o
 

mach1

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no ma io non ne faccio una questione di adrenalina. Mi piace provare ad alzare l'asticella per una questione di vedere cosa posso e cosa riesco a fare ma generalmente in sicurezza, reale o percepita che sia, perchè per esempio se scendi in bici da corsa su una strada perfettamente asfaltata e larga ti senti sicuro e magari la lasci correre ma se stai andando a 70 all'ora e ti scoppia una camera d'aria ci puoi fare ben poco, e anche se stai tirando i freni e la stessa discesa la fai a 50 o 40 e ti succede la stessa cosa non è che cambi poi molto a livello di potenziali danni procurati.
Il sentiero che ho fatto ieri l'ho provato per "vedere com'era" era una cosa che non avevo mai fatto e se non le fai certe cose non le puoi sapere. Ora che l'ho visto, caduta o meno cambia poco, ho capito che certe cose al momento sono per me ( il sentiero esposto in se quando andava giù dritto e in falso piano non mi spaventa, è più l'insieme larghezza del sentiero, qualità del fondo, pendenza che mi disturbano ) e certe altre no ( quando è diventato stretto, con tornanti, smosso e superesposto il pensiero è stato fondamentalmente "cazzo ci faccio io qui?" ) e forse non lo saranno mai.

E ieri non sono andato in cerca di adrenalina, anzi scendevo nella maniera più sicura possibile e dove c'era da mettere giù il piede mettevo il piede, è stato proprio un attimo di disattenzione. Quindi il mio discorso non era tanto del tipo "non ho avuto paura, che figata" ma del tipo "che strano, pensavo che in una situazione del genere mi sarei cagato addosso ed invece è stato l'ultimo dei miei pensieri" mi incuriosiva anche sapere se questa cosa è una cosa che hanno condiviso anche altri che son passati per esperienze simili.
 

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