Ma dai...No è statisticamente provato che l'arrivo del vigile blocchi tutti...
Ma dai...No è statisticamente provato che l'arrivo del vigile blocchi tutti...
Sei fortunato a stare a Siena! Io che per più di 30 anni sono stata nel traffico di Roma ti assicuro che è tutta un'altra storia!Ma dai...
Su questo è probabile che tu abbia ragioneSei fortunato a stare a Siena!
Conosco, conosco... ma la storia che il vigile crei il traffico è una leggenda, credimi.Io che per più di 30 anni sono stata nel traffico di Roma ti assicuro che è tutta un'altra storia!
Altro che leggenda, i romani la vivono quotidianamente sulla loro pelle e sulle loro finanze, visto che la benzina costa e +traffico+rallentamento+benzina consiumata...fidati di una romana!Su questo è probabile che tu abbia ragione
Conosco, conosco... ma la storia che il vigile crei il traffico è una leggenda, credimi.
E come mai quelli non rallenterebbero alla presenza di un vigile?Altro che leggenda, i romani la vivono quotidianamente sulla loro pelle e sulle loro finanze, visto che la benzina costa e +traffico+rallentamento+benzina consiumata...fidati di una romana!
Non è un caso che a roma ci siano quasi più motorini che macchine!
No, ma sviano e fanno slalom tra le macchine, quindi sentono meno la presenza di file, ingorghi e i sorpassi di certo non avvengono solo da sinistra e te li ritrovi da per tutto, pur di passare e addio codice stradale.E come mai quelli non rallenterebbero alla presenza di un vigile?
No comment sui bitumari, maAl di la di tutte le giuste considerazioni, penso che il rispetto del CdS, sia un dovere civico, da parte di tutti noi. Non dovrebbe essere una imposizione, ma dovrebbe essere una cosa naturale.
In bici segnalo sempre la direzione che intendo prendere, rispetto le precedenze agli incroci e, non vado contromano per non abbassare la media, fermandomi allo stop.
Nei piccoli centri come il mio, manovre del genere si vedono tutti i giorni, come gruppi di bitumari che occupano tutta la carreggiata, a modi giro d'Italia, fregandosene dell'intralcio che provocano.
Io non ho mai portato il casco, fino a quando un amico durante un percorso tecnico, è caduto ed ha battuto la testa su un sasso, che non si vedeva perchè era nascosto dall'erba. Fortunatamente non ha riportato conseguenze gravi, da allora però il casco non manca mai nelle mie uscite. Purtroppo mi ci è voluta una cosa del genere per capirne l'utilità.
Da quando pedalano senza rotelle, ho insegnato ai miei figli come comportarsi in strada con la bici, gli automobilisti devono sapere dove intendi girare e, portano sempre il casco anche se escono con i loro amici e si fermano all'oratorio, che dista da casa mia, circa 500 metri.
Secondo me se si avesse più senso civico o meglio, buon senso, la circolazione in generale, ne trarrebbe giovamento e non poco.
Ciao
No comment sui bitumari, ma
Purtroppo deve capitare sempre un incidente per rendersi conto dell'importanza del casco e non solo di quello.
Buon senso....magari!
Io credo nelle utopie,senza le quali il mondo sarebbe fermo all'età della pietra...ma l'indole umana e il buon senso è molto soggettivo, se tutti ragionassero come te, ma...Io che sono anche bitumaro, mi vergogno dei comportamenti che vedo da parte dei più.
Sta a noi insegnare alle nuove generazioni, a comportarsi civilmente e ad usare il buon senso. Siamo tutti cresciuti (o almeno la maggior parte), con l'idea che le tasse vanno pagate, che le bollette vanno pagate e, tutto questo per noi è normale. Perchè non crescere con l'idea che le regole che esistono nella nostra comunità, vanno rispettate? Bisogna imparare a rispettare quello che è la convivenza civile, facendolo in modo naturale e, non farlo perchè viene imposto, ma farlo perchè è giusto.
Il tutto sarebbe a nostro vantaggio, ed invece di intasare di leggi la nostra vita, si potrebbe rispettare quelle che ci sono.
Pùò essere utopia, ma io con i miei figli ci provo, spero non sia una scommessa persa.
Ciao
E' vero ma fino ad un certo punto. Mettiti nei panni di un amministratore pubblico di un comune, come potresti giustificare agli occhi dei cittadini (che poi votano) una struttura che nessuno usa? Lo puoi fare solo se c'è un'effettiva richiesta o nell' ambito di un progetto più grande ed ambizioso, ma come scrivevo prima la progettualità non abita (più) qua.
Giustissimo ma penso che non dipenda solo da scelte politiche, che sicuramente aiutano e sono il primo motore per dei cambiamenti, ma cambiare mentalità, abitudini e struttura del territorio non è sempre facile. Se per esempio le distanze sono vertiginose come a Roma, prova a fartela tutta in bici poi mi dici.Sicuramente snellirebbe il traffico, dovresti anche rallentare la vita frenetica che c'è. Sono tante le incongnite e in primis bisognerebbe insegnare nelle scuole il rispetto del codice stradale, degli obblighi di sicurezza come il casco, non come obbligo ma come salvaguardia della propria salute e permettere che arrivino in bici. Certo se uno non inizia mai ma si lamenta solo ovvio che mai nulla cambia. Ma anche la struttura stessa di come è sviluppata una città rispetto ad un'altra fa la diffenza.Torno un attimino indietro perché questo mi interessa
Io sono convinto che il compito di un'amministrazione sia quello di migliorare le condizioni di vita e l'amministrazione economica in un determinato territorio, ma non si può migliorare senza effettuare cambiamenti. Senza cambiamenti semplicemente tutto rimane immobile.
Di sicuro mantenere l'immobilità aiuta a preservare il bacino elettorale, ma non giova alla comunità. Chi viene eletto dovrebbe piuttosto mettersi in gioco spingendo novità, proponendole nel modo giusto alla popolazione che lo riguarda. IMHO
Questo può valere in ogni ambito e anche per la viabilità.
Un comune limitrofo a quello in cui vivo ha trasformato tutta la fascia costiera del proprio territorio in un piccolo paradiso per chi va in bici e a piedi, anche rinunciando a centinaia di parcheggi e al doppio senso di marcia in alcune strade (e parliamo di una zona ad alto afflussotraffico, soprattutto in estate).
A distanza di un paio di anni i risultati si vedono, con una presenza importante di bici sulle ciclabili (in tutte le stagioni) e una maggiore affluenza di turisti.
Sono convinto che chi viene eletto non debba soltanto assecondare l'elettorato, ma debba anche proporre nuove strade, anche se inizialmente si rischia di essere impopolari. Non è infrequente vedere applicate scelte impopolari quando si tratta di accontentare chi finanzia le campagne elettorali, purtroppo lo è quando ci si deve mettere in gioco per inseguire dei principi che possano realmente migliorare un territorio.
Non credo sia giusto semplicemente aspettare che le strade si riempiano di bici e i pronto soccorsi si riempiano di ciclisti per fare le piste ciclabili.
Sono convinto che le piste ciclabili incentivino le bici quanto i mezzi pubblici e la riduzione delle corsie possano disincentivare le auto.
D'altronde nelle grandi città europee convertite all'uso massiccio delle bici non si iniziò con dei moti popolari di ciclisti, ma con una gestione lungimirante delle amministrazioni.
Ciao!
Giustissimo ma penso che non dipenda solo da scelte politiche, che sicuramente aiutano e sono il primo motore per dei cambiamenti, ma cambiare mentalità, abitudini e struttura del territorio non è sempre facile. Se per esempio le distanze sono vertiginose come a Roma, prova a fartela tutta in bici poi mi dici.Sicuramente snellirebbe il traffico, dovresti anche rallentare la vita frenetica che c'è.
E di certo non puoi pensare di trovare lavoro sempre sotto casa! E in bici a Roma vai nei parchi o fuori Roma, perchè girare per le strade con la bici non ti salva neanche il casco, le luci, il campanello e tutti quei nuovi obblighi del codice, perchè nella freneticità l'automobilista manco ti vede, tra l'altro non abituato a veder ciclisti, che il codice chiama "velocipedi", perchè nella cultura romana in bici si va solo nel fine settimana, come dicevo prima, al parco o fuori città.Vero. Sicuramente deve esserci almeno una piccola parte della cittadinanza convinta della propria visione della città perché si possa promuovere un cambiamento.
Qui dove vivo io era nato un gruppetto spontaneo che dibatteva su temi legati alla viabilità e alla qualità della vita nella nostra città.
Una sera erano tutti a lamentarsi della pericolosità delle nostre strade per i ciclisti e della mancanza di piste ciclabili, sottolineando la necessità di creare iniziative per sensibilizzare i cittadini in tal senso.
C'ero anch'io e a un certo punto scesi fuori, in strada, e vidi la mia bici vicina all'ingresso da sola e il parcheggio pieno delle auto dei presenti.
Tornai dentro, lo rinfacciai a tutti i presenti e me ne andai. Da quel giorno non mi hanno più visto
Il discorso delle distanze da affrontare in città come Roma è sicuramente interessante. Roma si sa che ha qualche "problemino" con i mezzi pubblici, ma prima ancora di pensare a come spostarsi bisogna organizzare la città perché gli spostamenti lunghi non siano necessari, come si fa già in gran parte d'Europa.
In Svezia ad esempio fanno cosi:
Roma purtroppo è un tristissimo esempio di come non andrebbe gestita una città a livello urbanistico e logistico. Purtroppo a costruire quartieri grigi con palazzine enormi senza criterio sono sempre le stesse famiglie da 40 anni, sempre legate alla politica.
- costruiscono nuove abitazioni solo quando ce n'è realmente necessità, pensando non a Titar su il palazzo, ma a creare un quartiere con tutto quello che serve per vivere bene, dai servizi commerciali, ai parchi, alle farmacie ecc.
- Evitano un'eccessiva speculazioni sugli immobili, così chi non è ricchissimo può comunque vivere vicino al centro invece di "emigrare" fuori dal raccordo anulare e fare 30 km di auto al giorno in mezzo al traffico.
- Permettono ai piccoli esercenti di essere competitivi con i centri commerciali (o in alcuni Stati i centri commerciali sono del tutto vietati), così nessuno prende l'auto per andare a fare la spesa.
- Costruiscono edifici senza parcheggi e se hai la macchina devi noleggiare il posto auto in parcheggi pubblici a piani.
- Ampliano l'area cementificata di una città solo se c'è necessità e la prima cosa che fanno è piantare a terra i binari per una linea ferroviaria metropolitana, prima che l'edificazione delle case possa impedire di farlo.
I romani stanno scappando da Roma perché i prezzi delle case sono completamente fuori controllo e la città si sta svuotando molto velocemente. Negli anni 80 dentro il raccordo anulare c'erano 2,5 milioni di persone, oggi appena 1,5.
In compenso si continuano a costruire piccoli nuclei abitativi fuori Roma che non hanno NIENTE: niente negozi, niente parchi, niente scuole, niente posti di lavoro, spesso nemmeno i marciapiedi hanno!
Quelli che abitano in questi posti sono complessivamente milioni, che ogni giorno vanno avanti e indietro da casa al centro di Roma, anche più volte al giorno, con l'auto.
La situazione della nostra capitale non è pessima, ma drammatica, purtroppo.
Se posso esprimere la mia opinione, vorrei sottolineare ciò che è il fulcro di ogni modifica al CdS... Il rispetto delle regole. Si possono cambiare le leggi, fare degli emendamenti ma il problema di fondo credo sia proprio la mancanza di civiltà.
Sono di Roma e mi duole ammettere che in città esiste un, ahimè, elevato grado di inciviltà che si può quasi toccare e non credo sia dato solo dalla vita frenetica.
Che prima ancora delle piste ciclabili ha progettato e costruito dei sistemi di trasporto pubblico effettivamente funzionanti ed utilizzabili. Perchè non dimentichiamolo, la bici può senz'altro servire, ma non può essere "la" soluzione ai problemi del trasporto. Se abiti a 50 km dal posto di lavoro non puoi andarci in bici...ti ci vuole il treno, la metropolitana e l'autobus, almeno per una grossa parte del viaggio.D'altronde nelle grandi città europee convertite all'uso massiccio delle bici non si iniziò con dei moti popolari di ciclisti, ma con una gestione lungimirante delle amministrazioni.
Che prima ancora delle piste ciclabili ha progettato e costruito dei sistemi di trasporto pubblico effettivamente funzionanti ed utilizzabili. Perchè non dimentichiamolo, la bici può senz'altro servire, ma non può essere "la" soluzione ai problemi del trasporto. Se abiti a 50 km dal posto di lavoro non puoi andarci in bici...ti ci vuole il treno, la metropolitana e l'autobus, almeno per una grossa parte del viaggio.
Ma in ogni caso, il problema è proprio quello che dici, e l'ho già citato in interventi precedenti: oggi la politica ha abbandonato ogni funzione progettuale e si occupa solo di idee di piccolo cabotaggio, con un occhio alle elezioni successive e l'altro alle convenienze di bottega. L'insipienza, l'egoismo e la miopia dei "cittadini" hanno indubbiamente un peso, ma chi si accolla la gestione della cosa pubblica deve riuscire ad andare oltre al breve periodo.
Autobus nelle Marche?Ne hai visto uno?Si uno all'anno!!!!Quoto in toto, però non dico che la bici sia necessariamente la soluzione perfetta per chiunque. Se la si rendesse un mezzo fattibile per molti, attraverso la riorganizzazione dei centri abitati e delle strade e dei trasporti pubblici, sarebbero in molti ad usarla.
Nel caos delle nostre città sembra impossibile far andare un autobus a più di 10km/h di media, ma sono convinto che per iniziare un cambiamento tangibile del modo di spostarsi ed aumentare la sicurezza per chi viaggia in bici (e con questo torno in topic) non servano poi investimenti faraonici, migliaia di km di corsie dedicate a bici e mezzi pubblici, ecc.
Anche semplicemente dando la possibilità di caricare la bici sui mezzi pubblici (autobus, tram e metro) si toglierebbero dalla strada parecchie auto, liberando spazio per ancora nuove iniziative.
Poi è chiaro che ognuno deve fare la sua parte.
Porto due esempi dalla mia esperienza.
La regione Marche paga Trenitalia perché il trasporto delle bici sia gratuito. L'ho scoperto per sbaglio io e, finché non ho sbattuto contro il comunicato stampa sul sito di Trenitalia, il bigliettaio alla stazione ha continuato a vendermi il biglietto per la bici che richiedevo, senza dirmi niente. Mi carico la bici a spalla nei sottopassaggi (che per me non è un problema ma per una persona anziana o una donna potrebbe esserlo) e arrivo alla littorina con le saracinesche arrugginite che non si aprono, costringendomi a caricare la bici passando per il corridoio dei comparti passeggeri (troppo stretto per la bici) tra mille manovre strane e una sudata garantita, col capotreno che infastidito mi sbuffa alle spalle.
Le Marche poi sono logisticamente un delirio, poiché la popolazione è distribuita uniformemente su tutto il territorio, con un paese sopra ogni collina (e le marche sono quasi completamente collinari!). Ogni paese è collegato al resto del mondo con un sistema di autobus in configurazione extraurbana (solo posti a sedere rialzati e vano di carico sotto) più o meno efficiente. 999 passeggeri su 1000 viaggiano su queste linee senza bagagli, ma non è permesso il trasporto delle bici.
Se vado in autobus come mi sposto una volta arrivato a destinazione? O dipendo da altri o parto da casa con l'auto.
Penso sinceramente che basterebbe un po' di senso civico da parte di chi lavora in Trenitalia per vedere i treni pieni di bici e che basterebbero piccole e assolutamente non costose accortezze da parte delle amministrazioni perché si verifichi l'inizio tangibile di un cambiamento.
Alla fine poi ci siamo anche noi, perché a lamentarci siamo sempre dei campioni (mi ci metto anche io), ma io ad esempio non sono nemmeno andato a dare dello "str***o" al bigliettaio di Trenitalia o a sporgere un reclamo da qualche dirigente.
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