IL CANALONE DEL NONNO (pensieri postumi ad un grande evento)

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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stefano alinovi

Biker serius
4/10/08
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salsomaggiore terme (pr)
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Cannondale Habit
Giugno è stato un mese travagliato denso di appuntamenti importanti che hanno segnato la mia vita professionale e familiare.
Un mese fa, giusto giusto, nasceva Noemi, la mia nipotina.
Mia figlia cessa di essere “la mia bambina” e diventa mamma, assumendo così un’aura diversa e più matura.
Anche se sarà sempre “la mia bambina” ora la vedo necessariamente, obbligatoriamente in modo diverso, cercando di abbinare i due ruoli in modo corretto. Non è facile e ci vorrà tempo per collocare e coniugare le due situazioni , che comunque dovranno imparare a convivere.
Per fortuna, a stemperare la tensione di questo susseguirsi di avvenimenti, ci ha pensato la mtb.
Scappare, ogni tanto, dai pensieri e dagli avvenimenti, e potersi rifugiare nella natura pestando sui pedali, è un bell’aiuto.
Libera il fisico dalle tossine accumulate, e aiuta la mente a rientrare in una dimensione più consona all’uomo.
Così, a mò di sfogo, con immenso piacere, col sorriso di una accettata nuova condizione sociale, vorrei raccontarvi di una pedalata in compagnia dei miei pensieri…ormai più vecchi.
La sera del 12 giugno dopo 36 ore dolori mia figlia Valentina da alla luce Noemi. Se avessi partorito io avrei sofferto di meno…
Quando nacque Valentina soffrii decisamente meno…
Il 13 giugno, in prima mattina, termina un lungo percorso professionale, e in quel di Mantova, conseguo la patente di conduttore di generatori di Vapore. Niente di che ma ho dovuto rimettermi in gioco e ricominciare a studiare, frequentare corsi ecc… A quasi 60 anni è duro….
Dopo uno stress simile decido di prendermi un pomeriggio di fuga da tutto e da tutti e inforco la mia nuova Scott Genius e comincio a pedalare. Ho le idee chiarissime. Mia moglie non ha notato (o ha fatto finta di non vedere) che ho messo le protezioni nello zaino. Quando metto le protezioni nello zaino vuol dire che vado a fare il canalone ovest del kanate. Forse non servono, ma mi danno tanto un’aria eroica e da fortissimo che sopporto tranquillamente il peso in più sulle spalle. Il canalone Ovest non è niente di trascendentale, c’è qualche sasso nella parte centrale, e qualche gradino sbifido, ma soprattutto è da vedere quanto “sporco” ci sia ancora sul sentiero dopo l’inverno infinito di quest’anno. Fango non ce ne dovrebbe essere.
Vado via da solo con i miei pensieri e quindi, è bene avere qualche protezione in più…dovessi cadere male…
Ho il bisogno assoluto di solitudine, di essere un tutt’uno con la natura che mi circonda, si seguire mentalmente il canto degli uccellini, il volo della poiana, di accompagnare con lo sguardo la fuga della lucertola sulle foglie secche.
La pedalata assai solerte mi sorprende, evidentemente il mio fisico ha la necessità di sfogare, eliminare la tanta tensione accumulata, ma decido di rallentare, non vorrei trovarmi vuoto “come un bego” nel bel mezzo della salita finale al Kanate. E poi voglio conservare lucidità sufficiente per godere della discesa nel canalone…la voglio fare bene fino in fondo…
La lunga salita di case Massari, faticosa ma tuttosommato abbastanza noiosa, permette al cervello di vagare inesorabilmente fra passato presente e futuro. Passo velocemente da sorrisi compiaciuti a momenti di pensieri cupi, mano a mano che lascio il passato denso di tenerezze e momenti accattivanti e guardo a questo futuro incerto e bizzoso, conscio di non poter sostenere in modo adeguato le necessità di aiuto della nuova famiglia che si è formata…
L’orario di lavoro mi prende tutta la giornata, il WE…un po’ ci posso essere, ma devo dare spazio anche alla moglie, e poi alla fine, ultimo, ci sono anche io…
Lo stipendio basta appena a vivere, o poco più, vorrei dare tanto, ma conti alla mano, il budget è quel che è. Teniamo un piccolo margine per imprevisti seri…
Con un secco colpo sui pedali, sudando non poco affronto, l’ultima rampa prima di Pietra Spaccata.
Mentre l’aria fresca mi asciuga in una piacevole discesa, ricordo che era ieri quando tenevo in braccio Valentina.
Dopo la poppata, che gustava in modo incredibile, a me toccava l’arduo compito di farle fare il giretto sulla spalla per il ruttino finale. Gli occhioni azzurri sbarrati guardavano l’infinito mondo ancora un po’ fumoso, reso ancora più vago dalla pancina piena.
Adesso quella che una volta faceva il ruttino “vestito” sulla mia spalla, è li che da la “tetta” alla sua bimba.
Ma è già passato tanto tempo?
Questa domanda resta appesa li, devo affrontare la riservetta, e il percorso abbastanza tecnico richiede concentrazione e attenzione. I sassi assai smossi dopo questo inverno permaloso, e le pozze non ancora perfettamente secche possono ingannare…e un nonno non si può permettere una caduta per distrazione.
Mia moglie ha già deciso che dovrò insegnare alla piccola ad andare in bici, a sciare, ad arrampicare. Voleva già prendere lo zaino con il porta bimbi, e voleva prenotare una piccola mtb.
Dico: “ aspetta un momento!! è ancora alta come un bottiglione!!! L’è bonora!!”
Però un paio di scarpine della nike le ha regalate.
E così la “riservetta” passa via con un netto assai gustoso, che non me ne sono nemmeno accorto.
E bravo al me nunon!
E adesso devo risalire sul Kanate. L’ultimo chilometro e mezzo è sempre poco gustoso e fa sempre santiare.
Una rampa così fa sempre stramaledire la bicicletta. Solo Paolo se la gode sempre, non so come fa.
E così mugugnando improperi vari inizio la salita. Il caldo odierno è mitigato da una arietta di traverso che rende meno ostica la salita. E intanto realizzo che “ad una certa” questi sforzi non fanno bene, che devo riguardarmi, che magari così sudato, con questi colpi d’aria magari mi blocco. E se mi blocco lassù quando inizio il canalone?
Chi mi viene a recuperare duro come uno stoccafisso?
Mandandomi a cagare di brutto passo anche l’ultimo strappo della salita. Ormai sono in vetta, le antenne mi salutano come vecchie amiche. Rimanere quassù, secondo me non fa benissimo, e quindi intraprendo subito la discesa per togliermi dai campi magnetici vaganti della cima.
La prima parte della discesa non richiede protezioni e poi appena dopo c’è da risalire lungo la cresta boscosa.
Mi vestirò più sotto.
Abbasso la sella con rapido tocco alla levetta. Grande invenzione il reggisella telescopico. E’ comodo e fa molto figo, diciamolo!! Pesa un po’ ma è di grande comodità e utilità. I puristi e i garisti storceranno il naso…lo storcessero pure….io mi trovo da Dio!
Percorro beatamente la cresta boscosa godendo di quei chiaroscuri che le verdi chiome degli alberi riescono incredibilmente a creare in tarda primavera. Il verde ancora brillante regala riflessi smeraldo che il sole limpido di questa giornata finalmente bellissima, esalta alla massima potenza. Il sentiero è pulitissimo, e questo mi rincuora davvero.
Dopo uno scorrevole tratto in discesa fermo la bici ad un passo dall’inizio del canalone. Inizio la procedura di vestizione protezioni. Mi stimo molto. Sembro un guerriero medievale prima del torneo. Speriamo di vincere, non mi va di essere disarcionato! Inforco il mezzo a pedali, abbasso la sella e quando sto per partire…mi assale un dubbio atroce…un pensiero “da vecchio” mi assale repentino.
Una vocina interna mi sussurra malefica: “ i nonni non fanno queste robe”, “ se ti fai male come fa la tua nipotina?” “ e se non la vedi più dopo?” Smanaccio nei miei pensieri per scacciare queste voci portasfighe e rompiscatole.
Ma ricordo chiaramente un altro momento simile…diversi anni fa…al ritorno dalla spedizione in Islanda.
Beppe era appena rimasto sotto la valanga…e aveva lasciato 3 bambine e la 4° in arrivo…
La cosa mi aveva turbato molto e avevo rinunciato ad un paio di ascensioni molto belle per il timore di non tornare ad abbracciare i mie bambini…
Ed ecco riaffiorare questo particolare sentimento, in questo momento di svolta della mia vita, o meglio della mia nuova condizione sociale.
Il Nonno!
E ora il Nonno si butta nel canalone….
Lascio correre la mtb nello stretto imbuto, e poi ancora passo i sassi e i gradini; in un susseguirsi di grande godimenti lascio correre le ruote dove il sentiero consente velocità. Frenate e derapate per far fronte a spostamenti improvvisi di traiettorie; via, via senza pensare troppo, adoperando colpo d’occhio ed istinto, fidandomi della mia bici che corre veloce sopra ogni ostacolo. Ancora un pensiero maturo, e rallento un po’…
Fidarsi della bici va bene, ma non esageriamo, tra l’altro ho sentito un rumorino che dovrò controllare…
E son già giù, sono in fondo…il nonno è arrivato in fondo tutto intero, neanche un graffio. Ho solo staccato un attimo il piede dal pedale, ma solo un attimo.
Il nonno guerriero medievale, ora, appoggiato il destriero ad una pianta, sveste l’armatura sotto un’ ombra e ritorna normal ciclista che pedala tranquillamente. Ora per rientrare degnamente prendo l’erbosa via di Casalino.
Ormai la tensione è dimenticata, le tossine sono state espulse dalla prima all’ultima, pensieri e timori sono stati esorcizzati. La pedalata è rilassata e felice nell’ultima lunga discesa prima di casa.
Il rientro del nonno….il rientro di un uomo felice…
 

Rockyluca

Biker velocissimus
9/1/09
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Leonessa d'Italia
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la Rossa
..... via, via senza pensare troppo, adoperando colpo d’occhio ed istinto, fidandomi della mia bici che corre veloce sopra ogni ostacolo. …

Tu sei un grande!!! e la tua "nuova condizione" di nonno non fa altro che aumentare la tua saggezza... Fidati della tua mtb come la piccola Noemi si fiderà di te e sicuramente.... "sarà un successo"!!!
Grande Stefano :celopiùg:
congratulazioni a Valentina e
Benvenuta piccola Noemi!
 

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