Ci fermiamo in fila indiana davanti allultima discesa. Il giro è stato stupendo. Siamo in 5.
Nel corso degli anni, non si è mai aggregato nessuno. Ma a noi non importa.
Io sono il secondo. E lei, come sempre in ogni discesa, rimane ultima.
E estate. Lerba è alta e bruciata dal sole. Dobbiamo attraversare un vigneto che sbuca in una villa abbandonata. Le macchine sono proprio lì dalla villa.
Ci stiamo preparando allultima discesa quando Lei urla terrorizzata:partiteeee!! Svelti vi prego svelti!!
Senza nemmeno chiederci perché, partiamo il più in fretta possibile. Sento dei rumori che non sono conosciuti per una uscita in mtb.
E Lei continua a gridare di fare più svelti. Sempre più svelti!
Che caxxo sarà??!
Pedaliamo in discesa, pedaliamo finchè ne abbiamo, pedaliamo e basta.
Loro, le nostre bici, non danno segni di ribellione.
Nessuno di noi è mai stato così perfetto in discesa. Nessuno di noi laveva mai fatta tutta dun fiato, questa ultima discesa. Ma questa volta sì!
Arrivati in fondo, lei ci urla di salire in macchina.
E così, spaventati e di corsa, abbandoniamo le bici. Qualcuno tenta di replicare (in cuor nostro tutti avremmo voluto replicare), ma lei non ci da spazio: il suo VELOCI è più un ordine che altro. In macchina, lei realizza che quelluomo non cè più. E scoppia a piangere. E ci racconta. Mentre eravamo in fila, ha sentito dei rumori dietro di lei Si è voltata ed ha visto un uomo con un macete ed un sorriso minaccioso. Presa dal panico , ci ha fatto scendere tutti di corsa.
Sentite queste parole, uno dei nostri amici, figlio di un carabiniere, gli telefona e gli chiede di venire a fare un sopralluogo. Perché quelle colline con ville da ricchi sono disabitate da tempo. Dopo pochi minuti, sentiamo un elicottero sopra di noi. Ridendo qualcuno dice che il padre ha proprio esagerato. Cè spazio e lelicottero atterra nel giardino della villa. Un uomo scende alzando una mano come per un saluto. Siamo tutti più rilassati.
Ma avvicinandosi, lei lo riconosce e urla terrorizzata, urla scappate,
scappate!!!. Scendiamo tutti dalla macchina e come topi impazziti
corriamo in direzione opposta. Noi siamo sul retro della villa e ci dirigiamo
verso il davanti.
Mentre corriamo luomo ci urla: Scappate scappate!! Voi non sapete che state andando proprio dove voglio io! Questo si chiama..
..non ho capito bene il nome tecnico. Stavo correndo e lo sentivo correre.
Ma quel nome che indicava che il cacciatore aveva messo in trappola la preda portandolo in un posto senza via duscita, quel nome..mi fece
capire che lui aveva già organizzato tutto.
Ci aveva osservato.
Sapeva che il nostro giro in bici finiva alla villa .
Aveva previsto le nostre reazioni umane. Aveva previsto come avremmo
reagito. Aveva previsto che avremmo abbandonato le bici (oh, come le
rimpiango! Se solo fossimo stati più lucidi! Con le bici avremmo potuto
continuare tra i colli. Lavremmo spiazzato).
E ora capisco che aveva previsto anche il nostro vagare tra labirinti di
siepe del giardino. Così tento di agire diversamente dallistinto.
Urlo agli altri di seguirmi. Il cacciatore non riesce a vederci.
Così, arrivati ad un bivio, visto che mi viene spontaneo girare a destra, perché da lì si vede la vallata, volto a sinistra.
Ci sono delle siepi poco più basse di me. Ma il terrore ce le fa saltare.
Ma quanto cazxo grande è sto cazxo di giardino??? Altre siepi.
Vedo vicino il cancello. Queste siepi sono quelle con le spine!!
MA CHI CAZZXO se ne frega LE mani ora non sentono dolore.
Mi ci arrampico sopra. Sento pungere. Ma non mi interessa.
Scendo dallaltra parte e riprendo a correre. Non sento più rumori dietro di
me. Mi fermo. Mi volto. Non cè nessuno!!
"caxxo non cè nessuno!! "urlo nella mia testa
"Ma come?? Dove sono????"
Mi scendono lacrime di rabbia. E di paura.
Quella che era stata la discesa più bella della nostra vita, forse sarebbe stata lultima. Insieme.....
Il mio respiro è pesante. Ma cerco di non fare rumore e..tutto ad un tratto sento urlare. Urlare di paura. Terrore.
Sento chiedere aiuto. E sento dei colpi e delle urla strazianti..
"Oh caxxo. Ora devo pensare a me.Se rimango qui sono morto anche io."
Caxzo. Dove vado?? "Vai al cancello, veloce arrampicati." Continuo a sentire urla di dolore, di terrore.
Ecco il cancello in ferro. Arrugginito.Lo posso scavalcare. Lo posso scavalcare!!Anche se è altissimo!!
Mi sento una merda. Dovrei aiutare i miei amici. Ma listinto di
sopravvivenza mi fa capire che se torno indietro sono morto anche io.
Così scavalco il cancello e mi allontano da quella maledetta villa.
Mi allontano dalla strada.
E, tramite i boschi che conosco bene per lunghe uscite in mountainbike,
raggiungo la mia piccola cittadina. Sempre correndo.Mi fermo solamente
davanti alla porta dei carabinieri. Sono esausto, pieno di ferite dovute ai
rami, ai rovi. Vedo solo dei puntini bianchi. Mi sento svenire.
Uno dei carabinieri che ci conosce benissimo tutti,mi dice con un sorriso:che giro avete fatto oggi? Come lo chiamate voi?
Hardride??guarda come vi siete ridotti... Sì..!quello lì non sa nemmeno
come si chiama. free ride sussurro.
E svengo.
I corpi dei miei amici non sono mai stati trovati
Con queste parole sussurrate nella mente, mi sono svegliata. Questo è
stato il sogno di stanotte. In alcuni punti ero spettatrice (e da spettatrice
potevo sentire i pensieri del cacciatore). In altri ero nel corpo di quel
ragazzo che mi ha fatto vivere tutto questo. Ne sentivo langoscia. Ne
sentivo il terrore. Era il mio cuore a battere velocemente durante la corsa.
Durante la discesa erano i miei occhi che vedevano il terreno sfrecciare
via. E anche io, mi preoccupavo per i miei amici e per lei.
Non so i nomi dei ragazzi e di lei. Non li so anche se nel sogno li sapevo benissimo.
Ma al risveglio il ricordo dei nomi e di quella parola che ha urlato il
cacciatore,sono svaniti, velocemente ..
Nel corso degli anni, non si è mai aggregato nessuno. Ma a noi non importa.
Io sono il secondo. E lei, come sempre in ogni discesa, rimane ultima.
E estate. Lerba è alta e bruciata dal sole. Dobbiamo attraversare un vigneto che sbuca in una villa abbandonata. Le macchine sono proprio lì dalla villa.
Ci stiamo preparando allultima discesa quando Lei urla terrorizzata:partiteeee!! Svelti vi prego svelti!!
Senza nemmeno chiederci perché, partiamo il più in fretta possibile. Sento dei rumori che non sono conosciuti per una uscita in mtb.
E Lei continua a gridare di fare più svelti. Sempre più svelti!
Che caxxo sarà??!
Pedaliamo in discesa, pedaliamo finchè ne abbiamo, pedaliamo e basta.
Loro, le nostre bici, non danno segni di ribellione.
Nessuno di noi è mai stato così perfetto in discesa. Nessuno di noi laveva mai fatta tutta dun fiato, questa ultima discesa. Ma questa volta sì!
Arrivati in fondo, lei ci urla di salire in macchina.
E così, spaventati e di corsa, abbandoniamo le bici. Qualcuno tenta di replicare (in cuor nostro tutti avremmo voluto replicare), ma lei non ci da spazio: il suo VELOCI è più un ordine che altro. In macchina, lei realizza che quelluomo non cè più. E scoppia a piangere. E ci racconta. Mentre eravamo in fila, ha sentito dei rumori dietro di lei Si è voltata ed ha visto un uomo con un macete ed un sorriso minaccioso. Presa dal panico , ci ha fatto scendere tutti di corsa.
Sentite queste parole, uno dei nostri amici, figlio di un carabiniere, gli telefona e gli chiede di venire a fare un sopralluogo. Perché quelle colline con ville da ricchi sono disabitate da tempo. Dopo pochi minuti, sentiamo un elicottero sopra di noi. Ridendo qualcuno dice che il padre ha proprio esagerato. Cè spazio e lelicottero atterra nel giardino della villa. Un uomo scende alzando una mano come per un saluto. Siamo tutti più rilassati.
Ma avvicinandosi, lei lo riconosce e urla terrorizzata, urla scappate,
scappate!!!. Scendiamo tutti dalla macchina e come topi impazziti
corriamo in direzione opposta. Noi siamo sul retro della villa e ci dirigiamo
verso il davanti.
Mentre corriamo luomo ci urla: Scappate scappate!! Voi non sapete che state andando proprio dove voglio io! Questo si chiama..
..non ho capito bene il nome tecnico. Stavo correndo e lo sentivo correre.
Ma quel nome che indicava che il cacciatore aveva messo in trappola la preda portandolo in un posto senza via duscita, quel nome..mi fece
capire che lui aveva già organizzato tutto.
Ci aveva osservato.
Sapeva che il nostro giro in bici finiva alla villa .
Aveva previsto le nostre reazioni umane. Aveva previsto come avremmo
reagito. Aveva previsto che avremmo abbandonato le bici (oh, come le
rimpiango! Se solo fossimo stati più lucidi! Con le bici avremmo potuto
continuare tra i colli. Lavremmo spiazzato).
E ora capisco che aveva previsto anche il nostro vagare tra labirinti di
siepe del giardino. Così tento di agire diversamente dallistinto.
Urlo agli altri di seguirmi. Il cacciatore non riesce a vederci.
Così, arrivati ad un bivio, visto che mi viene spontaneo girare a destra, perché da lì si vede la vallata, volto a sinistra.
Ci sono delle siepi poco più basse di me. Ma il terrore ce le fa saltare.
Ma quanto cazxo grande è sto cazxo di giardino??? Altre siepi.
Vedo vicino il cancello. Queste siepi sono quelle con le spine!!
MA CHI CAZZXO se ne frega LE mani ora non sentono dolore.
Mi ci arrampico sopra. Sento pungere. Ma non mi interessa.
Scendo dallaltra parte e riprendo a correre. Non sento più rumori dietro di
me. Mi fermo. Mi volto. Non cè nessuno!!
"caxxo non cè nessuno!! "urlo nella mia testa
"Ma come?? Dove sono????"
Mi scendono lacrime di rabbia. E di paura.
Quella che era stata la discesa più bella della nostra vita, forse sarebbe stata lultima. Insieme.....
Il mio respiro è pesante. Ma cerco di non fare rumore e..tutto ad un tratto sento urlare. Urlare di paura. Terrore.
Sento chiedere aiuto. E sento dei colpi e delle urla strazianti..
"Oh caxxo. Ora devo pensare a me.Se rimango qui sono morto anche io."
Caxzo. Dove vado?? "Vai al cancello, veloce arrampicati." Continuo a sentire urla di dolore, di terrore.
Ecco il cancello in ferro. Arrugginito.Lo posso scavalcare. Lo posso scavalcare!!Anche se è altissimo!!
Mi sento una merda. Dovrei aiutare i miei amici. Ma listinto di
sopravvivenza mi fa capire che se torno indietro sono morto anche io.
Così scavalco il cancello e mi allontano da quella maledetta villa.
Mi allontano dalla strada.
E, tramite i boschi che conosco bene per lunghe uscite in mountainbike,
raggiungo la mia piccola cittadina. Sempre correndo.Mi fermo solamente
davanti alla porta dei carabinieri. Sono esausto, pieno di ferite dovute ai
rami, ai rovi. Vedo solo dei puntini bianchi. Mi sento svenire.
Uno dei carabinieri che ci conosce benissimo tutti,mi dice con un sorriso:che giro avete fatto oggi? Come lo chiamate voi?
Hardride??guarda come vi siete ridotti... Sì..!quello lì non sa nemmeno
come si chiama. free ride sussurro.
E svengo.
I corpi dei miei amici non sono mai stati trovati
Con queste parole sussurrate nella mente, mi sono svegliata. Questo è
stato il sogno di stanotte. In alcuni punti ero spettatrice (e da spettatrice
potevo sentire i pensieri del cacciatore). In altri ero nel corpo di quel
ragazzo che mi ha fatto vivere tutto questo. Ne sentivo langoscia. Ne
sentivo il terrore. Era il mio cuore a battere velocemente durante la corsa.
Durante la discesa erano i miei occhi che vedevano il terreno sfrecciare
via. E anche io, mi preoccupavo per i miei amici e per lei.
Non so i nomi dei ragazzi e di lei. Non li so anche se nel sogno li sapevo benissimo.
Ma al risveglio il ricordo dei nomi e di quella parola che ha urlato il
cacciatore,sono svaniti, velocemente ..