Quando arrivo al punto di partenza e scarico la bike dalla macchina il temporale è appena passato. Tanto meglio farà un pò meno caldo ma non è cosi questo caldo è entrato anche in valle.
Se sarò sufficentemente agile potrei arrivare al rifugio prima che faccia buio e risparmiare un pò di batteria del mio faretto, si perchè sono le 20,20, che in discesa mi è praticamente indispensabile. Salgo con quello che per mè giudico un buon passo, sabato scorso al mattino ancora su questa salita ero più lento. Oltrepassato l'ultimo borgo scompaiono le voci e le luci, da qui posso dipanare la mia matassa in perfetta solitudine, in fondo sono qui per questo.
Spingo sui pedali con la solita ostinata determinazione, senza ricercare nessun tipo di prestazione ma facendomi pervadere da questa natura che sento intensamente mia. Al muro della diga il buio mi raggiunge e con esso anche un bello scroscio di acqua, velocemente ripeto movimenti conosciuti, e indossato qualcosa di impermeabile e il faretto, risalgo l'ultimo strappo che mi porta sul muro della diga.
Mi guardo in giro per quanto il raggio di luce del mio faretto mi permetta, il lago di notte mi mette un pò di apprensione (forse perchè non sò nuotare). Percorro per intero il muro della diga, ripenso quando molti anni prima ad orari sempre improbabili con gli sci ai piedi percorrevo queste montagne con il conforto di tenda e sacco a pelo. In lontananza una luce, unico segno di vita in questo buio totale, meta non indispensabile della mia uscita. Pedalo sul tratto pianeggiante in scioltezza, fino a giungere al rifugio, voci stonate si diffondono all'esterno, qualcuno avvista la mia luce ed esclama " una moto" , ma scusate avete mai visto una moto silenziosa come una bike.
Entro nel rifugio (vincendo una mia naturale riluttanza, che solo ultimamente si va un pò affievolendo) attirando un pò la curiosita dei presenti, non sò se perchè mangio polenta e formaggio alle 23,00 o perchè sono vestito da biker. Dopo mangiato, saluto ed esco nel buio più assoluto, ecco la nebbia non l'avevo prevista, ma non dura molto. Giusto il tempo di un pensiero a un caro amico che non potrà più accompagnarmi per questi sentieri, e la discesa mi richiama tutta l'attenzione possibile senza tralasciare una buona dose di divertimento.
.....quando mi dicono "te se mia apost" sò che sono sulla strada giusta: la mia.
ciao claudio
Se sarò sufficentemente agile potrei arrivare al rifugio prima che faccia buio e risparmiare un pò di batteria del mio faretto, si perchè sono le 20,20, che in discesa mi è praticamente indispensabile. Salgo con quello che per mè giudico un buon passo, sabato scorso al mattino ancora su questa salita ero più lento. Oltrepassato l'ultimo borgo scompaiono le voci e le luci, da qui posso dipanare la mia matassa in perfetta solitudine, in fondo sono qui per questo.
Spingo sui pedali con la solita ostinata determinazione, senza ricercare nessun tipo di prestazione ma facendomi pervadere da questa natura che sento intensamente mia. Al muro della diga il buio mi raggiunge e con esso anche un bello scroscio di acqua, velocemente ripeto movimenti conosciuti, e indossato qualcosa di impermeabile e il faretto, risalgo l'ultimo strappo che mi porta sul muro della diga.
Mi guardo in giro per quanto il raggio di luce del mio faretto mi permetta, il lago di notte mi mette un pò di apprensione (forse perchè non sò nuotare). Percorro per intero il muro della diga, ripenso quando molti anni prima ad orari sempre improbabili con gli sci ai piedi percorrevo queste montagne con il conforto di tenda e sacco a pelo. In lontananza una luce, unico segno di vita in questo buio totale, meta non indispensabile della mia uscita. Pedalo sul tratto pianeggiante in scioltezza, fino a giungere al rifugio, voci stonate si diffondono all'esterno, qualcuno avvista la mia luce ed esclama " una moto" , ma scusate avete mai visto una moto silenziosa come una bike.
Entro nel rifugio (vincendo una mia naturale riluttanza, che solo ultimamente si va un pò affievolendo) attirando un pò la curiosita dei presenti, non sò se perchè mangio polenta e formaggio alle 23,00 o perchè sono vestito da biker. Dopo mangiato, saluto ed esco nel buio più assoluto, ecco la nebbia non l'avevo prevista, ma non dura molto. Giusto il tempo di un pensiero a un caro amico che non potrà più accompagnarmi per questi sentieri, e la discesa mi richiama tutta l'attenzione possibile senza tralasciare una buona dose di divertimento.
.....quando mi dicono "te se mia apost" sò che sono sulla strada giusta: la mia.
ciao claudio