Ieri pomeriggio, nel pantano ...

  • Siete di quelli che, quando comincia a fare freddo, mettono la bici in garage e vanno in letargo, sdivanandosi fino alla primavera? Quest’anno avrete un motivo in più per tenervi in forma, e cioè la nostra prima Winter Cup, che prende il via il 15 novembre 2024 e si conclude il 15 marzo 2025.
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Orsetto

Biker grossissimus
15/12/03
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Dalla costa Tirrenica
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Mattina: pioggia battente; nessuno ha voglia di uscire.
Tanto vale andare in ufficio, a recuperare un po' di tempo per fare quelle migliaia di cose che giornalmente si accumulano sulla scrivania.
E intanto piove, grandina, nevischia.
A mezzodì a pranzo dalla suocera; e intanto continua a piovere.
Poi, alle tre del pomeriggio, il cielo torna azzurro; il sole torna a riflettersi sulle strade bagnate.
Lei è lì che mi guarda in garage; ha addosso il fango dell'ultima uscita, secco.
Un'occhiata di intesa e di corsa a vestirsi; casco, guanti, salopette, fascia per la testa (il freddo è intenso).
Partiamo insieme; le ruote sollevano l'acqua dall'asfalto e in breve raggiungono la terra fradicia; saliamo insieme, il terreno molle trattiene le ruote.
Intorno a me solo il rumore delle ruote nelle pozzanghere, il respiro pesante sulle salite, il fruscio del vento che scuote gli alberi e li libera dalle gocce d'acqua.
Intorno chiazze residue di neve, aggredite dalla pioggia battente.
In alto il sole svanisce, è annientato dalla nebbia che il vento fila tra i rami degli alberi; arrivano le nuvole, ricomincia a nevischiare.
Ora sono solo in questo silenzio ovattato, gioisco di questo contatto con la natura, di questa mia incosciente solitudine immerso nell'umidità e sferzato da gocce pesanti e fredde.
Eppure, infangato, infreddolito e stanco continuo ad andare avanti, verso il tuono che sento in lontananza.
Ma c'è qualcosa che non va in tutto questo, che mi disturba: che siano gli ingranaggi pieni di fanghiglia che si lamentano ad ogni giro di pedale ? Che siano i dischi, carichi di detriti che sfregano sulle pastiglie ?
No, non è colpa di Lei; Lei sopporta (anche se non proprio in silenzio) le mie pazze idee, e in fondo sono convinto che si diverte.
No, quel qualcosa che non va è dentro di me, appartiene solo a me.
E immediatamente, alla salita successiva, capisco, realizzo.
Riconosco quel disturbo, quel fastidio che inquina questa splendida ed insolita uscita.
Ho capito.









La prossima volta, di cinghiale coll'ulive, devo mangiarne meno.
 

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