ieri mi sono trovato a 2700 metri da solo nel mezzo di un temporale

  • Siete di quelli che, quando comincia a fare freddo, mettono la bici in garage e vanno in letargo, sdivanandosi fino alla primavera? Quest’anno avrete un motivo in più per tenervi in forma, e cioè la nostra prima Winter Cup, che prende il via il 15 novembre 2024 e si conclude il 15 marzo 2025.
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mach1

Biker superioris
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Letteralmente dentro. Che dire: esperienza "interessante".

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La giornata era cominciata come meglio non poteva, calda e soleggiata, alle dieci di mattina a 2500 metri si stava piacevolmente in maniche corte ad ammirare i prati fioriti e le marmotte, un vero privilegio.
Le nubi vere e proprie fecero la loro comparsa verso le 13, inizialmente si comportavano come animali curiosi, osservando da lontano i numerosi escursionisti di passaggio, via via però presero coraggio gonfiando il pelo e divenendo numerose e ostili.
Cominciano così ad arrampicarsi per le pendici della montagna, sempre più minacciose, impazziscono, si rincorrono e si azzannano tra loro, dopodiché mi fiutano e decidono di concentrare i propri sforzi su di me, a quanto pare sono l'unica vittima su cui poter infierire.
Si stringono come un branco di lupi che accerchia la preda. Io a quel punto mi trovo con due scelte, tornare lungo la strada che ho appena fatto, molto più lunga ma sicura, o proseguire lungo la strada che ho davanti, più corta ma ignota, vista solo sulla cartina nei giorni precedenti. Complice anche l'aver stimato male il dislivello ( pensavo a quel punto di dover affrontare massimo 150 metri, in realtà erano circa 300 ) decido per la seconda, con la mente che si domandava come mai non incontrassi più escursionisti da diverso tempo e se magari ciò non fosse dovuto a qualche frana o cumulo di neve che bloccava il passaggio lungo la restante parte del tracciato che avevo imboccato ( effettivamente frane e neve più avanti ce n'erano ma nulla di entità tale da porre problemi per fortuna ).

Qui inizia la parte più surreale di tutta l'esperienza, somiglia più a un immersione subacquea che a un escursione in mountain bike: ora sono letteralmente dentro le nubi. E spingo. Spingo a mano perché non vedo la strada se non per pochi metri e perché voglio tenere da parte energie nel caso dovessero servire, la strada sale regolare, a occhio sul 10%.
Spingo e faccio esperienza dell'ampio repertorio di piogge che la natura può offrire: in certi istanti si percepisce un umidità densa e pastosa, sembra letteralmente di bere l'aria anziché respirarla. In altri l'umidità stessa condensa e forma delle goccioline che però non cadono ma si poggiano delicate sulla bici e sui vestiti. In altri ancora si sentono vere e proprie gocce cadere, ma sparute, se si volesse si potrebbero contarle una ad una. Infine la pioggia vera e propria che tutti conosciamo, in varie intensità. Tutte queste situazioni si alternano e mescolano tra loro caoticamente, senza dare alcun riferimento, ricalcando, presumo, la danza delle nubi in cui sto facendo naufragio.
Non sento il vento grazie alla giacca e ai guanti tecnici che mi porto sempre dietro in quota, e la temperatura sorprendentemente si mantiene tale da non infastidire, non dico che sto bene ma almeno non sto male. Fuori sono bagnato ma sotto sono ancora asciutto, l'abbigliamento per ora fa il suo dovere. Non ci sono ripari e anche se ci fossero sarebbero inutili, bagnato sono bagnato e il tempo comunque corre, fermarsi a quel punto sarebbe solo deletereo, ho stimato che se tutto va bene per le 17 dovrei raggiungere la mia destinazione ( arriverò alle 17.10 ) e non è il caso di sprecarne.

Vado avanti così per quasi un ora, la salita sembra non finire mai, non vedo la strada se non per pochi metri per via delle nubi, nei momenti peggiori la ruota anteriore è quasi l'unica cosa che posso visualizzare. Ogni volta che raggiungo un tornante penso di essere arrivato in cima ma poi lo volto e mi trovo ancora a salire, non mento se dico che la cosa non è piacevole ma d'altro canto ogni tornante superato è un tornante in meno che mi separa dalla cima e tornare indietro a quel punto è fuori discussione.
Le nubi cominciano a ruggire, si sentono dei tuoni che rimbalzano e riverberano sulle pareti delle montagne vicine, andranno avanti per una buona mezz'ora. Non vedo però il bagliore di lampi e a giudicare dalla moderata potenza del rombo li stimo ancora distanti, tutto questo mi rincuora ma procedo comunque con l'orecchio teso per sentire se si avvicinano, una vocina mi fa presente che tengo in mano l'unico pezzo di metallo su quella cima, un altra la zittisce prima che possa fare danni. Spingo.
Non provo particolari emozioni, sono pragmatico, disciplinato e concentrato, percepisco me stesso come moltiplicato, un insieme di persone a cui sono assegnati vari compiti, una parte di me si limita a spingere la bici, nel mentre un altra sta stimando la strada percorsa e da percorrere e i tempi necessari, un altra ancora valuta i riferimenti circostanti, un altra cerca di prevedere i possibili problemi prima che nascano e scremarli dai problemi a cui non posso porre rimedio, mettendo il tutto in ordine di priorità. La situazione limita le scelte, il che tutto sommato è un bene. Si può solo andare avanti o indietro, non ci sono ripari, non ci sono scappatoie, non ci sono troppe scelte da fare, avanti o indietro. Si va avanti.
Continuo a superare tornanti ma la strada non molla un colpo, si continua a salire. e a spingere. Mollano però le nuvole, abbastanza da farmi vedere un minimo cosa ho attorno: mi accorgo che a questo punto definitivamente non posso essere lontano dalla cima, non solo per il tempo da cui sto spingendo ma perché ormai ci sono più sfasciumi che erba e vedo più accumuli di neve. Finalmente svolto l'ultimo tornante e vedo un piccolo balcone con degli ometti fatti di pietre, capisco che indicano la sommità del tracciato, quota 2760 circa, uno squarcio nelle nubi mi permette di vedere subito la strada scendere prepotentemente. I miei alter ego di poco sopra si danno tutti pacche sulle spalle e strette di mano.


Inforco la bici, finalmente la gravità mi restituirà tutti i metri che ho messo in banca, scendo testando per qualche tornante la scivolosità del fondo e i freni, che inizialmente gridano perché bagnati.
Non sono ancora al riparo, non mi lascio andare all'euforia, voglio rimanere allerta se dovesse succedere qualcosa durante la discesa ma sono rincuorato, sono consapevole che almeno non dovrò più ne spingere ne pedalare e ormai a scanso di imprevisti la distanza dalla meta sarà ormai questione di minuti non più di ore.
Su questo versante la situazione è decisamente migliore, le nubi sono magnanime, ho qualche centinaio di metri di visibilità, a tratti degli squarci tra le nubi mi permettono di sbirciare le cime circostanti e persino qualche sporadico raggio di sole creando scenari surreali e ipnotici, una parte di me si fermerebbe ore ad ammirare questo spettacolo, l'altra invece la prende per un braccio e la invita a muoversi: vince lei.
Non piove più, le nuvole ci sono ma sono o più basse o più alte, improvvisamente non hanno più voglia di giocare con me. Mi rendo conto di poter fare un po' di velocità, passo dai 5 all'ora che facevo in salita spingendo ai 20/30 all'ora che la strada consente in relativa sicurezza, non vado di più anche dove si può, non voglio rischiare di forare o stallonare.
il fondo è ottimo, solcato da numerosi rigagnoli d'acqua e pozzanghere ma compatto, la strada persino divertente, mi concedo un paio di soste giusto per scattare un paio di foto ricordo perché ora la vista è incredibilmente bella ed io me la sono guadagnata

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e scambiare due parole con l'unico escursionista incontrato da ore chiedendogli se avesse bisogno di qualcosa ma sembra sapere il fatto suo. Mi saluta dicendo che sono fortunato perché con la bici almeno faccio prima a scendere, accetto e sorrido senza fargli presente che se ho una bici e anche perché l'ho pure portata fino in cima. Saluto e risalgo in sella, e finalmente piombo veloce verso valle e leggero come una piuma raggiungo la agognata meta.
Si, a conti fatti è stata decisamente "interessante" un altra da portare a casa e raccontare agli amici. Ma se posso scegliere francamente non la rifarei.
 

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pinozo

Biker serius
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Bella esperienza .. e raccontata bene..
Anche io ho provato l'ebbrezza di passare in mtb in mezzo ad un temporale.. la quota un po meno importante.. sui 2000 mt, ma invece dei diversi tipi di pioggia con me ha sfoderato un incredibile repertorio di fulmini e lampi.. e sembrava quasi cge passando in bici si creasse una specie di scia che poi loro si divertivano a seguire.
Infine l'odore pungente e un po acre della resina di un abete fumante colpito da un fulmine una cinquantina di metri avanti a me è una cosa che ricorderò per tutta la vita..
Esperienza?..si... bella?.. mha!
Sicuramente una cosa da raccontare e felice di poterlo fare..[emoji23][emoji23]

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Zufolo

Biker superis
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Vesuvio e dintorni
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Canyon Lux Trail e altro...
Bella storia e belle foto. I però sarei tornato indietro per la strada nota prima di raggiungere il punto di non ritorno. Questo sia per la paura dei fulmini, sia perché da soli sarebbe stato un rischio alto,⛈️
 
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Rousou

Biker serius
11/1/08
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padova
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Il consiglio per il futuro, se ti trovi in una situazione a rischio fulmini, è scendere il prima possibile a quota alberi (ma non ripararsi sotto alberi isolati). Non sono il telaio o i pezzi di metallo della bicicletta ad attirare i fulmini, sei tu ad essere l'oggetto più prominente ed affusolato nel mezzo di una radura (per giunta tutto bagnato su suolo intriso d'acqua).

Questa è la stagione delle piogge pomeridiane, l'unica alternativa alla lavata è partire prima la mattina ;)

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Gianz

Biker marathonensis
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Valdagno (VI)
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Cannondale Topstone Carbon 3 + Stanton Sherpa super custom + GT Grade Carbon
Un paio di volte mi è caduto un fulmine abbastanza vicino da sentire lo schiocco dell'elettricità, e quel rumore che sembra quasi veder l'aria lacerarsi. Sinceramente sono cose che ricorderò per tutta la vita, con la pelle d'oca che torna a farmi visita al solo pensiero.
I temporali estivi sono veloci, passano in fretta. Meglio, a questo punto, mollare lì la bici, cercare un punto basso e sdraiarsi, attendendo che passi. Come già scritto da qualcuno, in questi casi sei tu il parafulmine preferito, metallo o non metallo. Piuttosto che rischiare, mi fermo, cerco zona adeguata, e aspetto.
 
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ant1606

Biker superis
16/12/14
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Torino
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Bei posti dalle parti di Finestre/Assietta.
L'esperienza diretta mi insegna che con temporale in avvicinamento scendo il piu' in fretta possibile.
Durante un trekking di piu' giorni mi sono trovato al Colle della Rovina sotto un violento temporale con fulmini che cadevano ripetutamente a poche decine di metri. Mia moglie ed io siamo scesi di una cinquantina di metri e ci siamo accucciati a 30-40 metri di distanza tra noi sperando che almeno uno potesse sopravvivere. Il quarto d'ora peggiore delle nostre vite, l'unica volta che ho davvero pensato di morire.
 
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mach1

Biker superioris
27/5/13
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Avete tutti ragione, la realtà è che sono finito vittima di un paio di errori di valutazione:

- Avevo guardato le previsioni meteo da vari siti, le peggiori davano bella giornata con 30% possibilità di piogge leggere e non prima delle 17, le migliori davano solo nubi sparse. Quindi quando ho visto le prime nubi salire, come ne ho viste tante altre volte, pensavo alle solite nubi innocue che mi è capitato di incontrare molte altre volte, pensavo nella peggiore delle ipotesi di beccarmi qualche gocciolina d'acqua, poco male, ma non l'avevo battezzato come temporale in formazione, invece probabilmente proprio il particolare caldo della giornata ha contribuito a energizzare il tutto.

- non ne ho fatto menzione per non allungare troppo il brodo e annoiarvi, ma lungo la strada fermo quello che poi scoprirò essere l'ultimo ciclista della giornata e gli chiedo informazioni sul percorso. E' straniero, comunichiamo e, quando ancora si vedeva bene la strada, mi indica la salita che ho di fronte dicendomi che una volta passato quella poi non sale più. Non era vero ma mi sono fidato, evidentemente o lui veniva su da qualche altro sentiero secondario o io ho capito male. Imbocco quindi la salita, poi vedo la strada che scende, a quel punto penso "è fatta" e quindi battezzo la discesa come via più breve. In realtà sono andato a infilarmi nel fondo valle tra le due cime e a quel punto non potendo più scappare ho deciso di affrontare la via più breve, che poi arrivati a quel punto sono convinto sia stata la scelta migliore. in quel momento ho preso il grosso della perturbazione.

Per i fulmini, come ho detto erano piuttosto lontani, e regolari, prestavo attenzione e non li sentivo avvicinarsi, il suono era ovattato, non si sentiva assolutamente quel crepitio dell'aria che si spezza come quando sono vicini, bagliori di lampi non si vedevano, l'aria non era elettrica, quindi il temporale vero e proprio probabilmente e fortunatamente si è abbattuto su un altra valle, in quella situazione la cosa migliore, e penso giunto a quel punto di aver fatto la cosa giusta, mi sembrava fosse quella di continuare a proseguire per levarmi di mezzo il prima possibile, convinto che la cima sarebbe arrivata di lì a poco, piuttosto che fermarmi e rischiare che i fulmini si avvicinassero.
peraltro i tuoni arrivavano dalla direzione in cui sarei dovuto tornare indietro, altro fattore che mi ha spinto a proseguire.
Diciamo che alla fine nella sfortuna della situazione è andato tutto come meglio non poteva, senz'altro farò tesoro dell'esperienza per il futuro e magari qualcuno leggendo eviterà di compiere i miei errori.

La beffa finale è che una volta uscito dal tracciato e riguadagnata la civiltà ( complimenti ad ant1606 che ha indovinato la zona dalle foto ) sono comunque a 2100 metri di quota, in cima al colle delle finestre che devo ancora fare in discesa. A quel punto c'è il sole. Il cielo è ancora nuvolo ma il sole filtra, mi fermo un attimo ad asciugarmi e a farmi scattare due foto dai turisti presenti, francesi.
Mi butto giù dal finestre convinto che almeno prendendo aria in discesa avrei finito di asciugarmi, invece scendendo buco una nuvola dall'alto, il sole scompare, mi circonda di nuovo la nebbia fitta, poi l'umidità, poi le goccine, mi rendo conto che sto infilzando una nuvola e mi immagino cosa stia per arrivare, infatti puntualmente arriva una pioggia copiosa, peggio di quella che avevo preso fino a quel momento. Arrivo a valle più bagnato di com'ero partito e pieno di sabbia perché come sapete metà del finestre è sterrato e l'avevano appena battuto e risabbiato per il giro d'italia ma a quel punto non mi frega più niente ero solo contento di esserne uscito.
per assurdo il rischio vero e proprio più grosso l'ho corso scendendo dal finestre quando due lepri grosse come cani mi hanno tagliato la strada schizzando impaurite a pochi metri dalla ruota anteriore mentre viaggiavo sui 40/50 all'ora, sarebbe stata una beffa enorme sfasciarsi in quel modo a quel punto.
 
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mach1

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Bella esperienza .. e raccontata bene..
Anche io ho provato l'ebbrezza di passare in mtb in mezzo ad un temporale.. la quota un po meno importante.. sui 2000 mt, ma invece dei diversi tipi di pioggia con me ha sfoderato un incredibile repertorio di fulmini e lampi.. e sembrava quasi cge passando in bici si creasse una specie di scia che poi loro si divertivano a seguire.
Infine l'odore pungente e un po acre della resina di un abete fumante colpito da un fulmine una cinquantina di metri avanti a me è una cosa che ricorderò per tutta la vita..
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dovendo scegliere di riviverne una sicuramente tra la mia e la tua preferisco la mia :D tra acqua e fulmini scelgo acqua tutta la vita anche il doppio di quella che ho preso :D idem per ant1606 e gianz
 
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mach1

Biker superioris
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io la mia la devo ancora pulire, adesso è in garage ancora bella zozza, neanche a farlo apposta l'avevo smontata e lavata tutta dieci giorni fa.
 

mirko_jimbho84

Dirty Habit
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Cernusco Sul Naviglio
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Specialized Stumpjumper EVO 29 / Specialized Rockhopper 29 / Diverge Comp Carbon 2019
Racconto scritto molto bene! complimenti! sia per l'avventura sia per come sei riuscito a trasmetterla a parole scritte! (non è assolutamente banale!!!) detto ciò, avrei fatto le stesse scelte! ancora complimenti!
 
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Lonewolf

Biker superioris
Bel racconto, certo che in questi giorni di atmosfera instabile è molto probabile il temporale pomeridiano in quota e qualche rischio di troppo te lo sei preso. Non prenderla come critica, di episodi del genere e pure peggio ne ho vissuti diversi anch'io e mi vengono ancora i brividi a ripensare a quanto sia stato vicino a trasformare una "esperienza formativa" in un brutto incidente se non peggio...
Piuttosto da dove sei salito per arrivare all'Assietta?

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Sailman

Biker tremendus
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Ciao, quando dici di essere sceso a valle intendi lato valsusa, giusto?
Ma eri già salito in bici sempre dallo stesso lato, o per caso hai fatto il giro dalla val chisone?
 

mach1

Biker superioris
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Piuttosto da dove sei salito per arrivare all'Assietta?

Ciao, quando dici di essere sceso a valle intendi lato valsusa, giusto?
Ma eri già salito in bici sempre dallo stesso lato, o per caso hai fatto il giro dalla val chisone?

ho fatto tutto in giornata, sono partito da milano alle 5 col treno, arrivato a Oulx alle 8.30 salito in bici fino a località Jouvenceaux, circa 300 metri di dislivello su strada provinciale, poi ho fatto colazione aspettando che alle 10 aprisse la seggiovia che ti permette di caricare la bici e ti fa saltare circa 1000 metri di dislivello ( apre da metà luglio fino a fine agosto se ti interessa e costa 10 euro, comodissima )
Da lì in bici per circa altri 300 metri di dislivello su sterrato fino a quello che è indicato sulla cartina come Colle Basset e da lì presa l'assietta a mezzacosta sulla valle che da su Sestriere e pragelato che dovrebbe essere appunto la val chisone, poi ho preso il Serin e il colle della vecchia e arrivato al finestre sono sceso verso meana di susa dove ho ripreso il treno.

a posteriori la cosa migliore di tutte forse sarebbe stata dal colle dell'assietta prendere l'assietta, scendere verso Fenestrelle e proseguire fino a Pinerolo dove pendere il treno, di fatto sarebbe stata tutta discesa e sarebbe stata la soluzione più veloce e sicura ma non avevo mai valutato la possibilità di scendere da quella parte e francamente in quel momento non m'è passato nemmeno per la mente.
Però la terrò presente per il futuro, senz'altro sull'assietta ci ritorno magari già di nuovo il mese prossimo se becco un giorno in cui il meteo da almeno una settimana di fila di sole :D
 
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Sailman

Biker tremendus
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Complimenti: in un giorno e da solo hai fatto un gran giro... mi mancava il passaggio della seggiovia Rocce Nere che porta a col basset: non sapevo fosse aperta anche d'estate, anzi conoscendo bene i miei polli (via lattea) mi stupisce non poco.
Da tenere in considerazione, grazie per aver condiviso.
PS
Secondo me invece hai fatto bene a scendere a Meana: la discesa da Fenestrelle a Pinerolo su statale è veramente brutta e noiosa oltre che molto trafficata, molto meglio verso la valsusa come hai fatto tu.
 
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mach1

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Complimenti: in un giorno e da solo hai fatto un gran giro... mi mancava il passaggio della seggiovia Rocce Nere che porta a col basset: non sapevo fosse aperta anche d'estate, anzi conoscendo bene i miei polli (via lattea) mi stupisce non poco.
Da tenere in considerazione, grazie per aver condiviso.
PS
Secondo me invece hai fatto bene a scendere a Meana: la discesa da Fenestrelle a Pinerolo su statale è veramente brutta e noiosa oltre che molto trafficata, molto meglio verso la valsusa come hai fatto tu.

Grazie. La seggiovia è indicata come Jouvenceaux - Sportinia, non so se è la stessa che dici tu visto che ce ne sono diverse in zona, nel dubbio ti lascio il link ufficiale con le informazioni per l'impianto di risalita se dovesse servirti o dovesse interessare a qualcun'altro che legge la discussione.

http://www.comune.sauzedoulx.to.it/2018/06/apertura-impianti-di-risalita-e-bike-park/
 
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Lonewolf

Biker superioris
Complimenti, hai ideato un gran bel giro, ottima l'idea degli impianti per ridurre un po il dislivello che comunque resta di tutto rispetto. Sicuramente la strada del Colle della Vecchia è tra le più spettacolari che puoi percorrere in mtb sulle Alpi Occidentali. Peccato che ti sei beccato il temporale e forse non hai potuto apprezzare a pieno la vista su entrambe le valli Susa e Chisone dai 2800

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