Dalla raccolta I sentieri sotto la neve Racconti invernali/inverosimili dalla Valle del Conca
Capitolo I Tra mito e realtà
Ore : di una domenica di gennaio
Romeo, il gatto di casa, come al solito pretende di uscire; apro la finestra e in un balzo è fuori. Scruto il cielo ancora buio mentre alcune gocce dacqua ghiacciata sinfrangono sul davanzale di marmo. Torno a letto con il timore che la pioggia aumenti ma la mia mente è già al lavoro campando di tutte le ipotesi possibili su come organizzare labitudinaria escursione domenicale in mtb. Ma se piove? Chi ci sarà alla farmacia, noto ritrovo dei bikers della Valconca, vicino al ponte di Morciano?
Ore : Mi alzo dal letto. Apro la porta di casa e con rammarico vedo ancora una lieve pioggerella. A questo punto la logica del biker attiva congetture: qui piove, il termometro segna  °C; più allinterno verso Montecerignone potrebbe esserci neve.
Ore : Recupero una ruota anteriore gommata The Captain da . pollici; nel posteriore mantengo la francese a.t. nel sentiero Jägermeister avrò bisogno di una gomma robusta. Telefono a busbiker per informarlo sulle mie intenzioni. Carico la mtb e mi dirigo verso Morciano, arrivato a S. Andrea vedo Montefiore leggermente imbiancato, sul parabrezza si infrange un leggero nevischio. parcheggio al solito ritrovo mentre squilla il telefono: è busbiker che mi avvisa che non potrà venire ma che sta arrivando Iron-Pist. Attendo nella speranza che arrivi qualcun altro.
Ore : Il piazzale è vuoto. In lontananza, sotto il nevischio ormai diventata pioggia vedo arrivare un presunto biker. Riconosco solo la bici: trattasi, dopo la Stumpjumper, della mtb più venduta in Italia la Pininfarina verde ottenuta con la raccolta di svariate centinaia di Euro in bollini adesivi presso i distributori Esso. Ovviamente senza parafanghi! Suppongo si tratti di un cittadino straniero: scarpe da tennis, jeans e giubbotto (gli auguro che sia double-face altrimenti a destinazione si ritroverà una linea bituminosa lungo tutta la schiena).
Arriva Iron-Pist. Carichiamo in fretta e furia la sua  e mi accorgo che presenta già un problema al freno posteriore: cominciamo bene. In pochi minuti, a bordo delloramai mitico Kombo del, intravediamo il maestoso Carpegna; stamattina ancora più attraente con quella spolverata bianca sulla lunga dorsale. Arriviamo alla chiesa del beato S. Domenico e ci prepariamo.
Finalmente, sotto una timida nevicata, ci dirigiamo verso il villaggio S. Rita. Alcune agili pedalate e ci portiamo verso il quadrivio di Cuccagna dove incrociamo solamente le tipiche Panda × e i fuoristrada dei cacciatori del Montefeltro, attrezzati di ricetrasmittenti alla mano e cani al rimorchio.
Lo stridere del freno posteriore di Iron-Pist comincia a infastidirmi. Lo costringo a fermarsi: un intervento di 11 secondi e la minaccia di rompere il sonno della montagna è svanita. Proseguiamo per la salita del Monte Montone. Sotto il fine manto nevoso le ruote scorrono senza indugi e con impeccabile aderenza. Entriamo nel bosco alle pendici del monte: quiete assoluta, atmosfera solenne. La barriera di alberi ci protegge dalla neve che ostinatamente ancora scende.
Decidiamo di procedere istintivamente evitando la via abitudinaria che conduce in vetta tramite il sentiero di pietra esposto. Iron-Pist si mette alla testa con la sua caratteristica andatura a stantuffo. I minacciosi rametti troncaforcellino saltano da tutte le parti. La neve si scioglie sotto le gomme roventi della  strepitosa la sua Fast Track posteriore anche fuori stagione.
Cominciamo la salita e la pendenza si fa subito arcigna; malgrado ciò, si pedala. I tornanti si susseguono e le mie sinapsi impartiscono lordine alla bocca di pronunciare Rampichiana ! nonappena i timpani di Iron-Pist captano la frequenza, trasmettono al suo cervello che elabora e comunica una risposta in mimica facciale trasformando il volto in un ghigno furlanese. Arriviamo sulla radura al culmine della salita. Tramite un dispositivo telecomandato accendiamo le luci di posizione posteriori integrate ai copriscarpe di una nota azienda austriaca. Una novità assoluta: un piccolo pannello solare assorbe lenergia che, tramite una micro-caldaia a condensazione (brevetto Buderus), riscalda il piede e alimenta i led posti sul tallone non è omologato per il codice stradale essendo i led bianchi, anziché rossi
Ci addentriamo nellindefinita serie di sentieri, fra gli alberi, finché ci imbattiamo in un piccolo branco di caprioli: li osserviamo. O sono loro che ci osservano?
Proseguiamo a fatica: diversi rami caduti ci ostacolano continuamente.
Usciamo dal bosco e ci dirigiamo verso il sentiero, detto Jägermeister: il trail perfetto per testare il testabile. Il fondo è di neve fresca, pietre e radici misto a foglie di quercia. Falsopiano in leggera discesa e brevi salite da superare con slancio.
Il sensore che capta lintensità della luce, spegne automaticamente i led.
A questo punto la pinza del freno posteriore di Iron-Pist torna a casa in anticipo e lo abbandona indifeso lungo il tormentato trail. Appena la mia ruota si affaccia tra le due rocce che delimitano il culmine del dosso naturale il mio sguardo incrocia una sagoma dalla forma anacronistica, o addirittura mitologica: un centauro chinato nellatto della preghiera? oppure un androcyclus: metà uomo e metà bicicletta? Niente di tutto ciò; è la Stumpjumper  a ruote allaria con sotto il suo usufruttuario (Iron-Pist), ai piedi di un secolare rovere del Montefeltro. Tutto a posto: sotto limpronta lasciata dallimpatto con il gigante vegetale noto ancora il ghigno furlan stampato in volto.
Proseguiamo lungo lo Jägermeister sperando che ad Iron-Pist sia sufficiente il solo freno anteriore. Arrivati di nuovo al villaggio S. Rita, il brain della mia Epic reclama ancora lavoro. Bene, complice ladrenalina che ovunque mi pervade, chiedo al future-shock della mia Epic se si sente abbastanza fluid e riprendiamo il 109: destinazione Umberto Eco, sperando in nessuna fermata intermedia. Tutti a bordo: biglietti obliterati e vietato parlare al conducente. La temperatura è di circa  °C temperatura limite per lo scioglimento della neve , il fondo ancora tiene; il fango è abbastanza morbido ma non appiccicoso e consente di direzionare la bici come si vuole. Avanzo in testa e comincio a galleggiare sulla traccia ormai devastata dal passaggio di un quad. Riesco a cambiare traiettoria con destrezza. Iron-Pistnon molla: è sempre ad alcuni metri dietro alla mia fedele francese a.t., (ma come fa senza un freno?). Arrivo a tutta velocità alla mia personale curva della scorticata (in omaggio ad una memorabile grattugiata estiva del secolo passato) e con una decisa pinzata sul posteriore affronto la difficoltà con una derapata da manuale: un misto di terra, neve, pietre e legno si alza e ricade al passaggio di Iron-Pist. ormai siamo in vista del campanile della chiesa di S. Domenico.
Il freno posteriore di Iron-Pist ci attende nel parcheggio già da una mezzora circa: è molto nervoso per aver saltato la parte più emozionante del tour odierno. Lo rincuoriamo promettendogli una nuova escursione domenica prossima. Nel frattempo si dovra ricoverare per un paio di giorni alla clinica giù al mare.
Epilogo
Durante il trasporto nella clinica mobile è stato stilato il referto. La diagnosi è: contaminazione delle pastiglie da Finish Line green. Prognosi confermata: h.
Il maggiore indiziato ha confessato, il caso è risolto.