Dalla raccolta
“I sentieri sotto la neve – Racconti invernali/inverosimili dalla Valle del Conca”
“I sentieri sotto la neve – Racconti invernali/inverosimili dalla Valle del Conca”
Capitolo II- Il mistero della foresta
Febbraio 2010. Come al solito ogni anno la “porta della Bora”, lassu’ in Slovenia, viene lasciata immancabilmente aperta… Venti gelidi attraversano l’Adriatico e spazzano le sabbiose spiagge romagnole ; insinuandosi nella piccola valle del Conca, questi venti, risalgono per decine di chilometri verso i primi contrafforti appenninici. Nella bassa valle i trails agibili sono infangati e bagnati dalle continue nevicate di questi giorni. Insieme a Busbiker decidiamo di partire dalla “Taverna di Montecolombo” per pedalare in direzione del Monte della Faggiola; l’intento è di cercare salite pedalabili prive delle tipiche pendenze arcigne che caratterizzano la bassa valle. Arrivati alle pendici del Sassofeltrio, alzando lo sguardo notiamo un muro di nuvole grigie incombenti sul nostro ipotetico itinerario.
Dal nulla , all’improvviso, una sagoma conosciuta ci appare davanti : è Apenseri , un segugio di razza. Da qualche tempo sta letteralmente rivoltando come un calzetto il monte Carpegna alla ricerca dei passaggi piu’ impensabili e improbabili. Pedalera’ in nostra compagnia per un paio d’ore mostrandoci una vecchia strada del versante sud del monte della Faggiola.
Il culmine della salita è riscaldato da un tiepido sole che illumina il versante opposto, un’intensa luce contrasta con le cime innevate dei picchi che ci circondano. La discesa è piacevole e veloce, risaliamo verso il crinale dove
Apenseri ci lascerà a malincuore.
Arrivati alla deviazione per Petorno, qualcosa di innaturale sta prendendo possesso delle nostre Stumpjumper. Le ruote anteriori cominciano misteriosamente a puntare verso Villagrande attirate da una forza misteriosa, in pochi istanti la strada si trasforma, di nuovo, in una pista ghiacciata .
Intanto dal caldo delle Montefeltresche case di pietra gli abitanti osservano il nostro passaggio . D’un tratto cala improvvisamente una spessa coltre nebbiosa, le bici continuano a guidarci sempre piu’ velocemente e la sensazione di essere entrati in un tunnel di trasferimento temporale ci pervade.
Insensibili all’accentuata pendenza si continua a risalire a velocita’ folle la strada innevata.
La bici di Busbiker macina un rapporto impossibile: 44x11 . In pochi istanti scompare dalla mia vista. Quale forza sovvranaturale si cela tra questi boschi?
Con un armonioso scatto, la mia bici, riprende velocita’ sospinta da un ben piu’ moderno 42x11. Raggiungo Busbiker nel giro di pochi attimi
Intanto, oltre il bosco, una luce intermittente filtra tra i rami innevati, le bici avanzano verso la stessa direzione…
Ai piedi di una piccola collinetta innevata ,con stupore, intravediamo una figura familiare : ma che ci fa’ Iron-pist e la sua 29’ in una perfetta posizione monumentale con i led dei copriscarpe ancora incredibilmente accesi? ( capitolo I “tra mito e ralta’)
Anche lui è stato attratto da questo misterioso e affascinante luogo. Ci avviciniamo e notiamo che il ghigno Furlan è ancora stampato sul viso rasato e ibernato . Torneremo a riprenderlo al disgelo, quando inizieranno le prime gare.
Proseguiamo ad altissime velocita’, cosi’ veloce che la mia bike mi sfugge è prosegue in solitaria. Nel frattempo anche Busbiker ha dei problemi in stare in sella.
Viene completamente disarcionato… Le 2 Stumpjumper se ne vanno , sotto una fitta nevicata , verso il sentiero 109 in splendido accordo a cambi regolari. A questo punto comincia la rincorsa per cercare di raggiungerle prima che sia troppo tardi
Dopo svariati chilometri l’inseguimento si completa e proseguiamo verso la sorgente Metella
Il manto nevoso supera l’altezza dei rotori frenanti, mentre i continui saliscendi dell’ormai famoso sentiero “jagermeister” sono pedalati ad altissima velocita’. All’improvviso la neve comincia a lasciare spazio alla nuda terra, la nebbia dirada al nostro passaggio e la sensazione di forza svanisce ,le gambe sono sempre piu’ pesanti e ci rendiamo conto che è giunta l’ ora di ricominciare a spingere sul serio
Fine dell’incantesimo oppure allucinazioni da affaticamento cardiaco?
Il silenzioso viaggio di ritorno dura un’eternità intercalato da perdite di pressione e decine di forature di una ruota sperimentale di Busbiker rallegrato pero’ da un fortuito ritrovamento di una banconota filigranata.
Arrivati , dopo cinque ore di svariate migliaia di pedalate, l’inconfondibile profumo di quella particolare salsa chiamata ragu’ si spande per il paese e ci avverte che è giunto il momento di rientrare alle proprie case per il consueto rito della tagliatella domenicale.
Epilogo:
La camera d’aria di Busbiker con 12 pezze e i venti euro saranno devoluti alla ricerca scientifica per la lotta contro lo stallonamento da bassa pressione.
La mattinata sara’classificata come “drammatico fuori soglia”.
Il caso è risolto.
Ispettore Derrick