Mi chiedevo se qualche romano ha un itinerario abbastanza fisso che percorre quando non ha voglia di caricarsi lauto in bici o di esplorare nuove terre.
Un giro che gli è comodo, oppure che lo rilassa semplicemente, senza lode e senza infamia.
Qualcuno, ne sono certo, gironzola dentro qualche parco di Roma.
Io invece ho un itinerario ben preciso, come un autobus, ma ogni volta cè qualcosa di nuovo che mi diverte.
Ora ve lo descrivo:
Da San Basilio prendo il Parco di Aguzzano, lo percorro tutto, taglio Via Kant a Casal dePazzi e mi rimmetto nel parco, che costeggia lAniene.
Spunto (se il cancello è aperto, ultimamente non lo è) proprio a ridosso di Ponte Tazio, uno dei ponti più belli di Roma.
Attraverso (su una ròta) la Nomentana e via di pista ciclabile, fino a Via Salaria, che risalgo per 500 metri per entrare a Villa Ada.
Discesone defilato e veloce allinterno del Parco e mi ritrovo allentrata del laghetto, dove piego a sinistra per salire su Monte Antenne.
Giro del monte e discesa verso la Moschea, che mi lascio sulla destra. Proseguo e salgo il monticello di Villa Glori, che circumnavigo scegliendo dei single track divertenti e ridiscendo a cannone da un versante da Downiller pieno di ulivi.
Mi dirigo verso lAuditorium e poi allaltezza di Ponte Milvio ho una variante.
Proseguo fino a prendere la pista ciclabile che costeggia il Tevere per salire poi allinterno del parco di Montemario una serie di tornati su mattoni di tufo fino allo Zodiaco (129 metri di dislivello ma veramente faticosi), ridiscendendo dalla stessa strada, oppure lascio stare la salita e me ne vado direttamente al centro passando per la Flaminia fino a Piazza del Popolo, che raggiungo comunque anche se salgo su a Montemario.
Al centro mi crogiolo tra le turiste a Piazza di Spagna, mi faccio una barretta di cioccolato, ogni tanto una coca cola (a un euro) e mi facevo (fino a qualche mese fa) la più deliziosa delle sigarette.
Infine riprendo la via di casa, se è domenica passo per i Fori Imperiali, chiusi al traffico e meravigliosi e poi dritto a casa, quasi sempre solo su asfalto.
E voi, avete un vostro giro?
Ciao
Claudio
Un giro che gli è comodo, oppure che lo rilassa semplicemente, senza lode e senza infamia.
Qualcuno, ne sono certo, gironzola dentro qualche parco di Roma.
Io invece ho un itinerario ben preciso, come un autobus, ma ogni volta cè qualcosa di nuovo che mi diverte.
Ora ve lo descrivo:
Da San Basilio prendo il Parco di Aguzzano, lo percorro tutto, taglio Via Kant a Casal dePazzi e mi rimmetto nel parco, che costeggia lAniene.
Spunto (se il cancello è aperto, ultimamente non lo è) proprio a ridosso di Ponte Tazio, uno dei ponti più belli di Roma.
Attraverso (su una ròta) la Nomentana e via di pista ciclabile, fino a Via Salaria, che risalgo per 500 metri per entrare a Villa Ada.
Discesone defilato e veloce allinterno del Parco e mi ritrovo allentrata del laghetto, dove piego a sinistra per salire su Monte Antenne.
Giro del monte e discesa verso la Moschea, che mi lascio sulla destra. Proseguo e salgo il monticello di Villa Glori, che circumnavigo scegliendo dei single track divertenti e ridiscendo a cannone da un versante da Downiller pieno di ulivi.
Mi dirigo verso lAuditorium e poi allaltezza di Ponte Milvio ho una variante.
Proseguo fino a prendere la pista ciclabile che costeggia il Tevere per salire poi allinterno del parco di Montemario una serie di tornati su mattoni di tufo fino allo Zodiaco (129 metri di dislivello ma veramente faticosi), ridiscendendo dalla stessa strada, oppure lascio stare la salita e me ne vado direttamente al centro passando per la Flaminia fino a Piazza del Popolo, che raggiungo comunque anche se salgo su a Montemario.
Al centro mi crogiolo tra le turiste a Piazza di Spagna, mi faccio una barretta di cioccolato, ogni tanto una coca cola (a un euro) e mi facevo (fino a qualche mese fa) la più deliziosa delle sigarette.
Infine riprendo la via di casa, se è domenica passo per i Fori Imperiali, chiusi al traffico e meravigliosi e poi dritto a casa, quasi sempre solo su asfalto.
E voi, avete un vostro giro?
Ciao
Claudio