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I 25 tornantini del Gennaro

WilLupo

Biker assatanatus
Ogni minaccia è un debito
Chi pensa di annoiarsi si astenga dalla lettura gli insulti invece direttamente per mp, grazie



Io questo sentiero da quando so che esiste ho la curiosità di farlo.
Ora sono qui, alla partenza, e mi girano un po’ le scatole, per la maxi fila a Villa Adriana, quella solita, e l’altra maxi fila a Villanova, questa però a sorpresa. Storie consuete dell’interland romano. Mi viene fatto di pensare che con lo stesso tempo ci sarei arrivata a Spoleto, o a Sulmona, o… basta, speriamo che con l’azione, e la fatica, mi passi. E speriamo che sia bello.



Senza l’indicazione di Ermanno non sarei riuscita facilmente a trovare l’imbocco della stradina che porta su. Comincia subito ripido e sassoso, una fatica spingere l’enduro. Poi un cancello da aprire e subito dopo un bivio non contemplato, segni CAI da entrambe le parti. Quella giusta è a destra.


Il fondo e la pendenza migliorano e cominciano i tornanti. Dopo un po’ mi viene in mente di contarli, finchè mi accorgo che sono numerati. Per ora mi sembra tutto molto facile, scorrevole. Il fondo è quello terroso e coperto di foglie di leccio tipico di Monteluco, quando non è roccioso. Anche il bosco è lo stesso anche se manca la dimensione imponente degli alberi secolari, che lì ne fanno una vera foresta mentre questa è più una macchia.


Qua e là individuo nel bosco delle scorciatoie probabilmente simpatiche in discesa, volendo ricercare un rapporto carnale coi tronchi dei lecci… ma è inutile pensarci, il dislivello è già poco, e faticosamente guadagnato, quindi lo centellinerò senza tagli di sorta.


Più in alto pioviccica, poi si mette a grandinare. Accidenti, il vento aveva un po’ asciugato il terreno dopo i diluvi di ieri. Difficile che mi induca a scendere. Le fronde fitte dei lecci per ora mi riparano abbastanza. Poi smette, e torna persino un po’ di sole.


Una torre biancheggia contro il cielo sopra di me, sulla sinistra, alla fine del pendio. La vedo pian piano avvicinarsi… sarà possibile visitarla o sarà protetta da reticolati e cancelli… mi fa pensare al mare della Sardegna, alle torri di guardia che dominano qua e là le falesie.


Sarà pur vero che tra una svolta e l’altra a tratti “si pedalicchia”, come dice Ermanno, ma con un’altra bici e un altro paio di gambe. A me non viene voglia di smattirmi… sali, scendi, parti, fermati… tanto vale spingere…fino ad ora è abbastanza comodo. Vado alla fantasmagorica velocità di 250 metri di dislivello all’ora… mi rifarò calando. Per ora è tutto facile, scorrevole, divertimento assicurato. Poi arrivo al tornante 16 e mi ci faccio una pensata. Questo, così come sta, non lo faccio di sicuro: molto pietroso e del tutto pianeggiante, e seguito in uscita da due o tre metri di massi smossi, anche quelli in piano. Provo a studiare una traiettoria alternativa che taglia, anche se ho i miei dubbi che con ‘sto fondo sempre più viscido avrò la pompa di provarla. Da lì in poi comincio a studiarmi qualche traiettoria sulle curve, visto che il fondo è peggiorato e le pietre sono alquanto infangate.


Arrivo al tornante 20 e c’è ancora un bel pezzo di pendio sopra di me. Acc… forse “il sentiero dei 20 tornanti” detto da Ermanno era solo un’indicazione di massima. Spingi, spingi… che noia, ho voglia di calare. Vedo la linea di cresta su in alto, molto netta, e ora mi prende la curiosità di scoprire com’è. Sta tornando scuro, vuoi vedere che si rimette a piovere: la torre di pietra chiara ormai vicina si staglia contro il grigio scuro del cielo e domina il grigio quasi nero dei lecci sottostanti.


Nel silenzio, sento uno schianto: mi volto in tempo per vedere a pochi metri da me un cinghialetto volare giù da una scarpata rocciosa. Appena riesce ad arrestare il ruzzolone, riparte in salita senza scomporsi troppo: anche i cinghiali cadono!


Ora il sentiero passa sul versante più ombroso di una superficiale valletta e attraversa un bosco a foglie caduche, c’è anche qualche faggio. Al tornante 24, il penultimo, incontro un escursionista che scende, imbacuccato e infreddolito, e mi fermo a fare due chiacchiere. Mi dice che la torre è accessibile, e che per arrivare ai ripetitori c’è una salitaccia, è ripida pure a piedi… è perplesso riguardo alla bici, probabilmente si preoccupa della discesa, io molto più della salita, piuttosto.


In cresta mi accoglie una furiosa nevicata a pallini. Davanti a me, al di là di una valle, il Pellecchia ingrigito da una spolverata di neve è immerso nella bufera, mentre più a sinistra le pendici dei monti della Sabina, anche quelle un po’ imbiancate, sono illuminate dal sole. E dove sta il Gennaro? Penso di averlo a destra, nella nebbia: io per ora vado dalla parte opposta.


Quando arrivo alla torre, pedalando assai poco sullo sterrato ripido, è già smesso di nevicare. E’ una bella torre circolare di pietre bianche, ben tenuta, però sul tetto spunta una brutta antenna, mi viene da pensare che se scattassi una foto di sicuro la eliminerei poi col fotoritocco. Ora rimpiango la fotocamera: il panorama lascia senza fiato. C’è la campagna della Sabina a picco sotto di me, appena lavata dalla pioggia e nitida come una carta geografica: qua e là il sole accende abbaglianti punti di luce, saranno tetti di lamiera? Specchi d’acqua? Proprio sotto lo sperone roccioso, molto più in basso, i tetti di Palombara arroccata su se stessa… se spiccassi un salto potrei atterrare nella piazza degli autobus. Più lontano, dietro la pianura, dietro Roma di cui sembra poter contare le case, un mare a pelle di leopardo, macchie di nuvole sulla superficie di un lucente specchio.
Penso con tristezza che Roma disastrata e assassinata ormai mi può piacere giusto da quassù.


Me ne vado nell’altra direzione. In cima al Gennaro non farò in tempo ad andarci, però magari posso arrivare ai ripetitori.
Un po’ di saliscendi, scavalco un poggio con dei bellissimi agrifogli, poi nel fitto di un bosco in fondo a una valletta ci sta la salita temuta. Davvero ripida e sconnessa, una fatica improba e un atto di pura testardaggine portare su la bici: il posto dove arrivo non vale davvero quello precedente, è anche piuttosto sporco, oltretutto. La cima del Gennaro è lì… peccato non avere tempo (purtroppo ho un impegno).
Cinque minuti per i rituali preparativi, e giù. La pettata in discesa si rivela come previsto banale, nonostante il fango.


E, slurp slurp… finalmente imbocco il sentierino. Si balla. Sotto le foglie marce c’è un fondo di pietre viscide e fangose, ogni tanto mi salvo con qualche piedata qua e là. Poi migliora e diventa facile, ma naturalmente arrivo a palla sul tornante 16 scavalcando la mia traiettoria alternativa senza manco averla vista… non che sarebbe cambiato qualcosa, mi faccio tre metri a mano e passa la paura. Dopo di che, non resta che correre e godere.


Se 25 vi sembran tanti… sbagliato, finiscono subito. A un certo punto aumenta la luce e… cacchio, sto uscendo dal bosco, pensavo di stare a –10, invece è già finito. Mi piglia una botta di nostalgia per la Portella, per i Valloni… certo che… con un dislivello quasi doppio, quanti saranno i tornanti? Non li ho mai contati. Ma certo che ora starei ancora a scendere, salvo poi risalire e riprovare, riprovare, senza un minimo di noia, col gusto di fare i passaggi ogni volta un poco meglio.
Vabbè, questo era il Gennaro, che voglio di più. Bello, il sentiero dei 25 tornatini! Ho il fango fin sopra le orecchie e ho giusto il tempo per buttare dentro la bici così com’è (lurida) e fiondarmi a casa.
 

Pe

Biker velocissimus
30/10/02
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per adesso roma...
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dato che mi avevi chiesto info sul giro pedalato in allegato la traccia su quel cesso di cartina che è l'IGM...

tre note:
1) la torre (in cima al Monte Morrone della Croce) è stata costruita negli anni '60... da un tipo che ci arrivava in elicottero...
2) i ripetitori con l'albergo del gennaro sono tra le cose + drammatiche che abbia visto sui lucretili, per fortuna che restano nascosti...
3) io ringrazio che la seggiovia del gennaro non funzioni più....8-) almeno non ci sono i problemi elencati da qualcunaltro per montecavo e guarcino...
 

Allegati

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WilLupo

Biker assatanatus

Grazie della cartina o-o


1) acc... un falso

2) in fondo però meno drammatici che da altre parti, mi è sembrato... mi viene in mente il Serano, oppure la Majelletta... il guaio è anche il sudiciume che ci sta in giro.

3) eheheh... diversità di opinioni.

A me era venuto da pensare che sarebbe un bel parco giochi a 2 passi dalla capitale, con l'opportuna regolamentazione e senza fare troppi danni in giro. Ma insomma, se gli sciatori hanno diritto a sciare, perchè i dh non dovrebbero avere diritto a posti dove si possa praticare quella disciplina? Ovviamente sfruttando gli impianti esistenti!

L'apertura di una pista da sci è un vero disastro ambientale, l'impatto non è paragonabile con quello di una pista da dh... come visibilità, come alberi abbattuti...

E' probabile che quando un posto diventasse troppo inflazionato la sottoscritta smetterebbe di praticarlo, così come non vado a sciare a Campo Felice, però allo stato attuale qualche impianto di risalita che possa essere usato può farmi solo piacere! Perchè solo a Sestola? (Dove per altro non mi sembra ci siano grossi problemi, di nessun tipo... magari mi sbaglio...)

I problemi di Guarcino e Monte Cavo mi sembra siano stati alquanto gonfiati... se un giorno vuoi fare un giretto con me a M. Cavo (Guarcino ormai mi sa che è off limits per troppa neve ) lo constaterai di persona o-o
 

lumerennù

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Brava germà, hai un futuro come scrittrice! La discesa sicuramente è molto bella, ma guadagnarsela a spinta non me piace, non c'è niente de pedalabile per salì? magari un pò a spinta e un pò da pedalà...
 

WilLupo

Biker assatanatus
TheBiker ha scritto:
Grazie Germana mi hai fatto sognare per un pò di minuti.
Ed ora potrò affrontare la giornata in modo migliore.

CIAO

Beh, per così poco o-o

Ossia, sono contenta che basti poco per migliorare la tua giornata... la mia a volte manco con


Ehi, piuttosto, quello (con la salita di Pe) penso sia un giro che ti piacerebbe
 

maxdrome

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roma
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salve....il giro che avete postato che passa prima dietro il gennaro e poi l'attacca dal versante opposto l'ho fatto un paio di volte...presi la traccia da quelli di pedalando....è quasi tt fattibile tranne nell'ultimo punto dv le tantissime roccette di qualsiasi dimensione nn t fanno tenere il passo...e vista che la salita ke hai gia' percorsa arrivato a questo punto sono + le volte che stai con i piedi a terra che sui pedali....
un'altro intoppo (ma forse xke ho preso 1 giornata storta del contadino) è quando cominci a salire e passi dentro la proprieta' di 1 contadino...proprieta' che ha 1 cancello con su scritto richiudere e cancello che chiude l'unica strada percorribile per arrivare in cima...cmq...quel giorno (2anni fa) il contadino che stava raccogliendo le olive si incazz... cosi tanto che voleva a tutti i costi farci tornare indietro!!solo dopo 20min di discussioni e grazie alla sua moglie siamo riusciti a passare.....xcio' se andate occhio a lui e parlate cn la moglie.... :D

la discesa cmq è molto bella a mio parere...qndo ci sono andato la prima volta era anche molto + scassata....e la feci con la front...peccato che duri poco...
cmq so che si puo' salire fino alla vetta del gennaro (io sn arrivato poco sotto) non con poca fatica e scendere verso il pratone e continuare a scendere fino credo a marcellina o giu' di li e poi farsi la statale fino a palombara
i resto convinto che i lucretili siano le montagne ideali x la stagione invernale...perche' raramante si trova tanta neve che ti costringe a tornare indietro e poi x noi romani stanno a "2 passi"...
ciaooooooo
 

WilLupo

Biker assatanatus

Allora, se la situazione è quella che dici e questa è l'unica strada alternativa per andare su, preferisco di gran lunga spingermi i tornantini... io trovo molto più faticoso affrontare una discussione con una coccia dura che tra l'altro ha la "ragione" dalla parte sua (almeno dal punto di vista legale... su quello umano o ideale soprassediamo).

Peccato.

Rispetto al giro che proponi, io personalmente lo farei nell'altro senso casomai: salire dalla statale e scendere dai tornantini o dalla scarpellata.... ma per ora è un pò troppo lungo per me

Riguardo all'ultimo tratto (dai ripetitori o dal pratone fino alla vetta del Gennaro) non lo conosco ma so da diverse fonti che è troppo calcareo per la mtb... probabilmente anche in discesa
 

WilLupo

Biker assatanatus
maxdrome ha scritto:
(...)
i resto convinto che i lucretili siano le montagne ideali x la stagione invernale...perche' raramante si trova tanta neve che ti costringe a tornare indietro e poi x noi romani stanno a "2 passi"...
ciaooooooo

Visto che siamo proprio arrivati al punto che la neve ha chiuso i giochi sulle montagne più alte, se hai/avete notizia di altri sentierini graziosi da scendere sui Lucretili... Prenestini... Lepini ... perchè non postate le descrizioni?

C'è anche il topic ci Cheran75 per fare la raccolta di queste "relazioni" ora che ci ripenso o-o

http://www.bike-board.net/community/forum/showthread.php?t=31739
 

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