Ciao a tutti, nel weekend appena concluso ho preso parte alla hero clinic, una tre giorni sui percorsi della ormai famosissima gara che si disputa ogni anno nel mese di giugno con partenza da Selva di Val Gardena. La clinic consiste in una sostanziale prova percorso smezzata su due giornate, il venerdi e il sabato, più una pedalata a discrezione delle guide, la domenica.
Voglio condividere la mia esperienza, o meglio questa esperienza, con il world wide web. Sottolineo questa esperienza perchè, al contrario, per quanto riguarda la gara vera e propria che andrò a fare tra una dozzina di giorni, terrò per me le emozioni, le custodirò e proteggerò il più possibile, così che molto lentamente e dolcemente lasceranno spazio alle nuove che verranno.
E' tutto pronto... è davvero tutto pronto? Bici, bagagli, automezzo, e .. pilota. Ma si direi che c'è tutto e allora pronti via.
Arrivo a Selva di Val Gardena seguendo le preziosissime indicazioni stradali fornitemi dall' amico esperto di queste zone, (e moltissime altre) Dario Pozzar , (grazie di cuore Dario sei a credito di birra o maltodestrine scegli tu) mediante le quali attraverso la val Zoldana,
e, in men che non si dica sono ad Arabba, perciò sulle tracce del percorso gara, mi sento già in un mondo tutto mio, nella mia libertà. Sono le 3 del pomeriggio e mi dirigo allo chalet che ho prenotato, anzitempo, per tre notti, 3 colazioni e molte docce che mi hanno dato calore e ristoro di prima, primissima qualità. Ben presto sono già in strada, con lei, la mia ktm Scarp per respirare l'aria e saggiare i primissimi sentieri che scopro in ogni dove da Selva verso S. Christina, wow sono il vento, ...sono il rumore del vento!
Alle 5pm è fissato il drink di benvenuto con i partecipanti e il primo contatto con le guide professioniste che accompagneranno i due gruppi, il primo, formato dagli iscritti al percorso Hero da 86km e il secondo, ma non secondario, del quale fanno parte i concorrenti della Hero 60km. Io faccio parte di questo gruppo, ho la certezza di aver fatto la scelta giusta, alla fine, forse vi spiegherò il perchè.
Herman è la nostra guida, è un uomo di montagna, un figo, uno che si colloca piacevolmente nella memoria delle persone. Durante questo primo appuntamento non faccio alcun' altra conoscenza, scambio qualche timido saluto con gli altri partecipanti all' incontro, bevo il mio drink e riprendo a pedalare a zonzo, individuando un paio di negozi service per la bicicletta, un ristorante pizzeria, e continuando ad orientarmi, spostandomi di una decina di km da est a ovest e viceversa sulla strada principale, per poi fermarmi a cenare una (prima) succulenta grigliata di carne, e chiudo il pasto con i (primi) canederli ripieni con del tiepido, tenero, soave cioccolato adagiati su salsa alla vaniglia. .... ... .... ...
E presto è sera, e la notte di Morfeo mi accompagna al giorno dopo, a un alba luminosa, una colazione strepitosa, una bicicletta che mi aspetta nel suo pregiato ricovero, e a nuovi amici che sto per conoscere.
L' appuntamento è alle 9 e nella mezz'ora che passa tra appello e preparativi delle guide, stempero la tensione guardando le biciclette altrui e soprattutto i fisici allenati o meno dei compagni di viaggio, buh sono fatto così, sono un osservatore, non mi butto facilmente nella mischia a colloquiare. Si parte finalmente (lo "dico" anche per voi che mi state leggendo).
Il chiacchiericcio confuso presente al ritrovo lascia ben presto, prestissimo, immediatamente posto al silenzio dei respiri e il solo rumore che ci accompagna è quello dei tasselli che iniziano a scalare la strada. La prima grande salita si chiama Danterciepis, 5km e mezzo di cuore a 150, gambe che spingono, e di equilibrio, mentale. Era, per me, una salita tabù perchè, prima d'allora, non avevo mai pedalato 750 metri di dislivello+ in soli 5 km , che tira sempre in alto, proprio come un giovane uccello e, per l' appunto, potevo solo ripetere come un mantra "non mollare cazzo non mollare" per non cedere così presto alla sfida con me stesso.
Arrivo in cima in 1h esatta, senza scendere a spingere, scelta che non so se rifarò, o potrò scegliere di fare durante la gara per due sostanziali motivi, il primo è il traffico, saremo 4000 sputapallini di tutte le età e culture uno appresso alla puzza di culo dell'altro, perciò se quello davanti perde il pedale o aderenza sarà improbabile mantenere la propria cadenza, che è fondamentale; il secondo motivo, più importante è la gestione delle energie, sarà inutile spremere i quadricipiti per restare abbarbicato in sella quando la velocità è identica a piedi, se non inferiore. Chi vivrà vedrà. Io vedrò, per ora quello che ho potuto vedere, guardare, ammirare durante l'ascesa è stato indimenticabile quanto l'ascesa stessa.
2300m s.l.m.
Qui il panorama è molto bello e tutto il gruppo approfitta della pausa per scattare fotografie, mangiare una prima barretta, soprattutto vestire una giacchetta antivento.
E' in questi frangenti che conosco Cristiano e Marco, provenienti dal versante veneto del lago di Garda. E' da qui, a 2300 sul livello del mare, che inizia una avventura condivisa!
E' ora di scendere a Corvara, 8 km di divertimento puro, relax e affinamento della tecnica sui pedali. A tratti strada bianca pulita, bella veloce, anche se con scarsa aderenza dato il fondo molto fino, a tratti single track da favola, perfetto per i principianti come me, dove il margine d'errore è quasi illimitato limitato. Il fondo di terra compatta e umida ha un grip fantastico e io mi diverto come sull' 8volante.
Siamo scesi dal Dantercepies a Corvara in 20 minuti, ci raggruppiamo e rimettiamo in assetto salita, perciò via antivento, rifornimento d' acqua e si riparte per il primo lungo giro ad anello che ci riporterà perciò a Corvara dove il programma delle guide per questo primo giorno di hero clinic prevede la sosta del pranzo e il rientro della comitiva a Selva di Val Gardena mediante le navette con appendice per il trasporto bici.
Come preludio al mio racconto vi consiglio di aprire il link sottostante dove relieve vi farà vedere il girello:
https://www.relive.cc/view/1017702403
La salita è sempre salita non c'è molto altro da dire se non che questa seconda ripartenza mi risulta inizialmente più semplice, mi sento a mio agio e prendo un ritmo soddisfacente. Sono dietro all'amico animale Marco del quale posso già dirvi che ha due leve impressionanti e vengo spesso ipnotizzato dalla cadenza della sua spinta, sale con un cazzo di rapporto lungo, lento, durissimo immagino, ma inesorabilmente efficace, perchè l'animale è a suo agio, senza smorfia alcuna, senza contrazioni muscolari eccessive. L' animale fa coppia con l' orsetto, Cristiano, un caro amico che evidentemente sorbisce questo supplizio in ogni uscita domenicale, mi racconta infatti che l'animale pedala agilmente a 40kmh in pianura (siamo mtbikers non bitumari, precisazione inutile sul forum) e lui, il nostro orsetto, può solo cercare di rimanergli in scia, finchè può.
Cri rallenta e purtroppo ha bucato la gomma anteriore, mi fermo e, da perfetto italiano medio, sto lì a guardare i due amici al lavoro che in breve tempo cambiano la camera, gonfiano e riassettano il mezzo.
Riprendiamo a salire verso l' Arlara e dobbiamo soccombere sull'ultima rampa al 28%, il fondo scivoloso e scanalato dall' acqua non permette errori come scarsa velocità e posizione di baricentro errata. Spingiamo poche decine di metri per poi riprendere e "scollinare" per una breve discesa di 2 km che ci permette di riposare il cuore. Ma ben presto siamo sulla lunga e regolare salita che ci porterà allo strabiliante panorama che c'è al Pralongià, con la Marmolada in lontananza.
Alla baita ci vestiamo, per scendere a Campolongo attraverso il più bel single track della gara, mio gusto personale. Un bosco profumatissimo, silenzioso, accogliente, veloce ma non troppo, che permette di giocare, saltare, ridere, e osare! Bello è dir troppo poco!
Giunti a Campolongo si scende, sull' asfalto, a Corvara. Ingarellati chi con le guide, chi fra amici, chi con le automobili e chi con gli autobus arriviamo tutti sani, salvi e assetati alla tanto agognata pausa pranzo.
Buttate un occhio al panorama, anche se virtuale, con la relieve sottostante!
https://www.relive.cc/view/1017702403
FINE DELLA PRIMA PARTE; BUON PRANZO A TUTTI......
...to be continued
.
Voglio condividere la mia esperienza, o meglio questa esperienza, con il world wide web. Sottolineo questa esperienza perchè, al contrario, per quanto riguarda la gara vera e propria che andrò a fare tra una dozzina di giorni, terrò per me le emozioni, le custodirò e proteggerò il più possibile, così che molto lentamente e dolcemente lasceranno spazio alle nuove che verranno.
E' tutto pronto... è davvero tutto pronto? Bici, bagagli, automezzo, e .. pilota. Ma si direi che c'è tutto e allora pronti via.
Arrivo a Selva di Val Gardena seguendo le preziosissime indicazioni stradali fornitemi dall' amico esperto di queste zone, (e moltissime altre) Dario Pozzar , (grazie di cuore Dario sei a credito di birra o maltodestrine scegli tu) mediante le quali attraverso la val Zoldana,
e, in men che non si dica sono ad Arabba, perciò sulle tracce del percorso gara, mi sento già in un mondo tutto mio, nella mia libertà. Sono le 3 del pomeriggio e mi dirigo allo chalet che ho prenotato, anzitempo, per tre notti, 3 colazioni e molte docce che mi hanno dato calore e ristoro di prima, primissima qualità. Ben presto sono già in strada, con lei, la mia ktm Scarp per respirare l'aria e saggiare i primissimi sentieri che scopro in ogni dove da Selva verso S. Christina, wow sono il vento, ...sono il rumore del vento!
Alle 5pm è fissato il drink di benvenuto con i partecipanti e il primo contatto con le guide professioniste che accompagneranno i due gruppi, il primo, formato dagli iscritti al percorso Hero da 86km e il secondo, ma non secondario, del quale fanno parte i concorrenti della Hero 60km. Io faccio parte di questo gruppo, ho la certezza di aver fatto la scelta giusta, alla fine, forse vi spiegherò il perchè.
Herman è la nostra guida, è un uomo di montagna, un figo, uno che si colloca piacevolmente nella memoria delle persone. Durante questo primo appuntamento non faccio alcun' altra conoscenza, scambio qualche timido saluto con gli altri partecipanti all' incontro, bevo il mio drink e riprendo a pedalare a zonzo, individuando un paio di negozi service per la bicicletta, un ristorante pizzeria, e continuando ad orientarmi, spostandomi di una decina di km da est a ovest e viceversa sulla strada principale, per poi fermarmi a cenare una (prima) succulenta grigliata di carne, e chiudo il pasto con i (primi) canederli ripieni con del tiepido, tenero, soave cioccolato adagiati su salsa alla vaniglia. .... ... .... ...
E presto è sera, e la notte di Morfeo mi accompagna al giorno dopo, a un alba luminosa, una colazione strepitosa, una bicicletta che mi aspetta nel suo pregiato ricovero, e a nuovi amici che sto per conoscere.
L' appuntamento è alle 9 e nella mezz'ora che passa tra appello e preparativi delle guide, stempero la tensione guardando le biciclette altrui e soprattutto i fisici allenati o meno dei compagni di viaggio, buh sono fatto così, sono un osservatore, non mi butto facilmente nella mischia a colloquiare. Si parte finalmente (lo "dico" anche per voi che mi state leggendo).
Il chiacchiericcio confuso presente al ritrovo lascia ben presto, prestissimo, immediatamente posto al silenzio dei respiri e il solo rumore che ci accompagna è quello dei tasselli che iniziano a scalare la strada. La prima grande salita si chiama Danterciepis, 5km e mezzo di cuore a 150, gambe che spingono, e di equilibrio, mentale. Era, per me, una salita tabù perchè, prima d'allora, non avevo mai pedalato 750 metri di dislivello+ in soli 5 km , che tira sempre in alto, proprio come un giovane uccello e, per l' appunto, potevo solo ripetere come un mantra "non mollare cazzo non mollare" per non cedere così presto alla sfida con me stesso.
Arrivo in cima in 1h esatta, senza scendere a spingere, scelta che non so se rifarò, o potrò scegliere di fare durante la gara per due sostanziali motivi, il primo è il traffico, saremo 4000 sputapallini di tutte le età e culture uno appresso alla puzza di culo dell'altro, perciò se quello davanti perde il pedale o aderenza sarà improbabile mantenere la propria cadenza, che è fondamentale; il secondo motivo, più importante è la gestione delle energie, sarà inutile spremere i quadricipiti per restare abbarbicato in sella quando la velocità è identica a piedi, se non inferiore. Chi vivrà vedrà. Io vedrò, per ora quello che ho potuto vedere, guardare, ammirare durante l'ascesa è stato indimenticabile quanto l'ascesa stessa.
E' in questi frangenti che conosco Cristiano e Marco, provenienti dal versante veneto del lago di Garda. E' da qui, a 2300 sul livello del mare, che inizia una avventura condivisa!
E' ora di scendere a Corvara, 8 km di divertimento puro, relax e affinamento della tecnica sui pedali. A tratti strada bianca pulita, bella veloce, anche se con scarsa aderenza dato il fondo molto fino, a tratti single track da favola, perfetto per i principianti come me, dove il margine d'errore è quasi illimitato limitato. Il fondo di terra compatta e umida ha un grip fantastico e io mi diverto come sull' 8volante.
Siamo scesi dal Dantercepies a Corvara in 20 minuti, ci raggruppiamo e rimettiamo in assetto salita, perciò via antivento, rifornimento d' acqua e si riparte per il primo lungo giro ad anello che ci riporterà perciò a Corvara dove il programma delle guide per questo primo giorno di hero clinic prevede la sosta del pranzo e il rientro della comitiva a Selva di Val Gardena mediante le navette con appendice per il trasporto bici.
Come preludio al mio racconto vi consiglio di aprire il link sottostante dove relieve vi farà vedere il girello:
https://www.relive.cc/view/1017702403
La salita è sempre salita non c'è molto altro da dire se non che questa seconda ripartenza mi risulta inizialmente più semplice, mi sento a mio agio e prendo un ritmo soddisfacente. Sono dietro all'amico animale Marco del quale posso già dirvi che ha due leve impressionanti e vengo spesso ipnotizzato dalla cadenza della sua spinta, sale con un cazzo di rapporto lungo, lento, durissimo immagino, ma inesorabilmente efficace, perchè l'animale è a suo agio, senza smorfia alcuna, senza contrazioni muscolari eccessive. L' animale fa coppia con l' orsetto, Cristiano, un caro amico che evidentemente sorbisce questo supplizio in ogni uscita domenicale, mi racconta infatti che l'animale pedala agilmente a 40kmh in pianura (siamo mtbikers non bitumari, precisazione inutile sul forum) e lui, il nostro orsetto, può solo cercare di rimanergli in scia, finchè può.
Riprendiamo a salire verso l' Arlara e dobbiamo soccombere sull'ultima rampa al 28%, il fondo scivoloso e scanalato dall' acqua non permette errori come scarsa velocità e posizione di baricentro errata. Spingiamo poche decine di metri per poi riprendere e "scollinare" per una breve discesa di 2 km che ci permette di riposare il cuore. Ma ben presto siamo sulla lunga e regolare salita che ci porterà allo strabiliante panorama che c'è al Pralongià, con la Marmolada in lontananza.
Alla baita ci vestiamo, per scendere a Campolongo attraverso il più bel single track della gara, mio gusto personale. Un bosco profumatissimo, silenzioso, accogliente, veloce ma non troppo, che permette di giocare, saltare, ridere, e osare! Bello è dir troppo poco!
Giunti a Campolongo si scende, sull' asfalto, a Corvara. Ingarellati chi con le guide, chi fra amici, chi con le automobili e chi con gli autobus arriviamo tutti sani, salvi e assetati alla tanto agognata pausa pranzo.
Buttate un occhio al panorama, anche se virtuale, con la relieve sottostante!
https://www.relive.cc/view/1017702403
FINE DELLA PRIMA PARTE; BUON PRANZO A TUTTI......
...to be continued
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