Accidenti, mi era sfuggito questo thread: caro lanciastellette, potevi dirmi che l'avevi inserito e sarei accorso subito al tuo capezzale...
Spero che il prossimo anno ce la faremo a compiere assieme questo giro, intanto mi pregusto il sapore di quei luoghi magici osservando le tue foto.
A proposito di foto e quant'altro, devo dire che grazie a :Ninja: anch'io ho cominciato ad apprezzare (molto) quei luoghi, al punto che nella giornata successiva a quella in cui è stato lui, anch'io ho fatto visita alla Val di Fanes, in compagnia di una pedalatrice d'eccezione.
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Ecco il racconto e le foto:
Quest'anno ho preso le dolomiti per la coda! Dopo aver girato praticamente quasi tutta la Carnia ho sentito, irresistibile, il richiamo di quei luoghi così suggestivi ed incantevoli che lo scorso anno :Ninja: mi ha fatto "assaggiare". Così ieri, ET ed io, abbiamo visitato un altro posto che ha lasciato un segno indelebile tra le nostre emozioni: la Val di Fanes. Dopo consulta accurata con :Ninja: (che propongo quale Biker dolomiticus per eccellenza), reduce dal tour de force del giorno precedente svoltosi negli stessi luoghi, sono stato vittima dell'eccitazione che sempre precede il compimento di nuovi itinerari, il quale fascino per me è quasi parossistico. Questa volta però il merito per la scelta del posto va attribuito ad ET, dato che è stata una sua intuizione dei giorni scorsi a fare da scintilla sulla pozza di benzina in cui giaceva il sottoscritto.
Dormire poco, affrontare in macchina oltre quattro ore di viaggio tra andata e ritorno, soppostare l'incolonnamento del traffico a Longarone, temere le bizze capricciose del tempo autunnale, la stanchezza, la fame e quant'altro non è bastato a fare da deterrente.
A volte si deve un pò rischiare e, se si è fortunati, in premio verranno concesse emozioni senza pari. La prima tappa dolce è stata fatta a S. Vito di Cadore, dove abbiamo approfitato per fare la seconda colazione, dato che le torte della pasticceria locale erano già state abbondantemente testate nelle precedenti visite da queste parti, :-? ma il cielo coperto dalla nebbia e dalle nubi mattutine non era dei più incoraggianti.
( "Speriamo che, con il trascorrere delle ore, le nubi si allontanino e la nebbia si dissolva" dicevamo tra noi con un pizzico di tacita e reciproca scaramanzia, ma la fiducia stava prendendo sempre più piede, dato che si intravedevano spiragli di schiarita proprio nella direzione in cui a breve avremmo dovuto pedalare.
Non ho una gran voglia di fare lunghi racconti stavolta, preferisco lasciar parlare le foto.
Dopo la partenza dal parcheggio sito poco dopo la Loc. Fiames, avvenuta alle 10 circa, abbiamo subito immerso lo sguardo nelle meraviglie:
ET nel tratto iniziale del sentiero, sta per immergersi nel delizioso bosco che accompagnerà buona parte della salita; il primo tratto del sentiero CAI 10 è davvero encomiabile per
cura e pulizia, oltre che per i numerosi cartelli indicanti le varie e tipiche specie arboree ed arbustive che contraddistinguono i boschi alpini (ne approfitto per dare una ripassata e rinfrescare le mie in parte arrugginite nozioni botaniche) rintracciablili lungo il percorso:
Un particolare della non facile salita, resa però più gradevole dai continui mutamenti del paesaggio, che regalava di volta in volta viste che non temono alcun paragone:
Si pedala verso il prosciugato laghetto di Fanes:
Un'ampia vista sui verdissimi prati d'alta quota, costeggiati da cembri, pini mughi e larici in abito autunnale virante al giallo:
Il fresco e crepitante Rio Fanes sembra venire incontro al pedalatore, in una cornice in cui l'unico rumore è prodotto dallo scivolare delle acque:
Manca poco alla prima malga di Fanes e altri scorci si rivelano:
Avvicinandoci al lago di Limo non riesco a trattenermi dal fare numerose altre foto, come del resto lungo tutta l'escursione:
Ora la salita non è più così impegnativa come in alcuni tratti precedenti, dal fondo veramente insidioso, ma resta comunque una bella sfida:
ET è molto determinata e non si arrende di fronte alla fatica, ma sta per raggiungere il lago di Limo, ove altri scenari di incredibile bellezza ci lasceranno senza fiato:
Il Lago di Limo, zaffiro luccicante incastonato tra le imponenti rocce circostanti:
Stiamo per raggiungere il passo di Limo, la quota massima dell'escursione. Poco dopo inizieremo a scendere verso il Rif. Fanes:
Inebriato, eufemisticamente parlando, da tanto splendore, me ne infischio se l'ora non è quella ottimale per fare foto: so che altrimenti dovrò attendere un altro anno per rivedere questi luoghi:
L'inizio della ripida discesa che ci porterà al Rifugio. Sappiamo già che dopo aver mangiato dovremo affrontare questo dislivello in salita...
La vallata sottostante, con l'attrezzatissimo Rif. Fanes e altre strutture:
Incontri che si fanno per i monti: anche la capretta si sazia al rifugio, solo che essa preferisce farlo stando all'aperto:
Dopo aver mangiato deliziosi canederli al formaggio ed uno squisito dolce ai mirtilli rossi (energia per l'imminente salita), non posso non fotografare il Rif. Fanes:
Un'altra immagine dalla vallata in cui si trova in rifugio:
Risaliamo, così approfitto per scattare altre foto, dato che le nubi incontrate in mattinata si sono quasi completamente dissolte:
L'ultimo tratto dell'impegnativa salita che dal Rif. Fanes conduce al Passo di Limo; falrla a stomaco pieno non è stato così brutalizzante come avevo temuto (potenza dei manicaretti del rifugio o che altro?):
Ci concediamo un'altra breve sosta al lago, prima di iniziare la discesa. Effettuo una certa ricerca che darà esito negativo, ma questo è dovuto al fatto che l'ho compiuta nel posto sbagliato (scusatemi :Ninja: e ET):
Alcune immagini della discesa; anche da questa diversa prospettiva i paesaggi offriranno nuovi scorci, precedentemente velati dalle nubi presenti all'andata:
Questi luogni sono, nonostante non si tratti più di alta stagione, sempre frequentati; numerosi sono i bikers che pedalano da questa parti e gli escursionisti a piedi (talvolta un pò distratti ed incuranti del passaggio delle bici) non sono da meno in fatto di presenza. Per lo più abbiamo incontrato gente socievole e gentile, compresa una bikeressa austriaca bardata di
protezioni e un bambino funambolo in sella ad una
trek, :-? ma lunghi e magnifici sono stati i frangenti in cui sembrava di essere soli, completamente immersi nella pace dell'ambiente alpino.
Arrivederci al prossimo anno Dolomiti... Mi mancherete assai nel lungo inverno!