THE BART ha scritto:
...beh!...non ho parole...dopo il grave infortunio che ho subito nel 2003 in quel di Les Gets Francia, , che mi ha tenuto fermo per sei mesi e con due interventi per ridurre la frattura coi ferri e sucessivamente rimuoverli l' anno dopo, pensavo che avevo già dato tutto, in termini di sfiga, nell ambito del praticare quella che per me è una vera e propria passione ormai da parecchi anni....e invece....ero andato al FunkyDay con i migliori propositi di fami un due giorni senza pensieri divertendomi in compagnia dei miei amici e dei nuovi che avrei conosciuto sul posto ma in un ripidino che immetteva nel sentiero, preso un pò troppo forte, perdevo il controllo del mezzo e poggiavo male il piede a terra stortandolo...fitta di dolore alla caviglia e piede gonfio e dopo relativi accertamenti in ospedale mi tocca fare un mese di gesso
questa proprio non ci voleva!!!....ma cakkio che sfiga!!!
Adesso và dura....quelli del lavoro sono stufi e mi dicono che è ora che cambio hobby e li capisco (l ultima volta mi sono fatto sei mesi a casa creando non poche difficoltà)...i miei mi dicono la stessa cosa, che oramai a 40 anni me la devo smettere di fare cose da ragazzino.
fortuna che quella santa di mia moglie capisce quanto amo questo sport e mi tira su il morale
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno
gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia
colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e
i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che
fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi
non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si
permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi
non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor
proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della
propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa
domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede
uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
(P. Neruda)