le scelte che ho fatto negli ultimi anni mi hanno riportato a roma...
lunedì-venerdì ufficio, riunioni, impegni, responsabilità, discussioni, scelte, priorità, traffico, ore perse per gli spostamenti.
ho poco da lamentarmi, le scelte le ho fatte io e usufruisco anche dei benefici.
ma hanno lentamente comportato una alienazione dal mio corpo...
mi sento tanto libbero perchè i finesettimana me ne vado in montagna a fa' trekking, scialpinismo, òlmuntain-frìraid (o come lo vogliamo chiama'...)
in realtà è una fuga... sì mi scarica fa circolare un po' 'sto sangue di cittadino ma niente di +.
vengo considerato dai colleghi e dagli amici uno "strano" perchè mi metto in testa di fare la maratona, perchè non vado sulla spiaggia a fa' la salamandra... ma in realtà la vita di plastica (casa-macchina-ufficio-mensa-ufficio-macchina-casa; we: centri commerciali, spiaggia ed esagerando settimana bianca) mi ha incluso nelle sue grinfie... ed insieme all'amore per il cibo fa segnare alla bilancia +10...
la comodità di prendere l'ascensore, di fare la salita in bici chiacchierando per essere più friii, la scusa che la riunione è presto e marca male entrare nel palazzone coi pantaloncini corti ed il fango preso nei 20km in bici... la vita contorniato da km e km di asfalto e cemento mi hanno convinto che nella settimana non si può + pedalare...
ma pedalare per me è sempre stato un colloquio con me stesso.
il ritmo dei pedali che incide sul battito del cuore. tutto quel fluido che porta la vita e che si muove; improvvisamente entra in parti poco ossigenate dallo spostamento del mouse e della penna...
una sensazione che non non ricordavo +... come se cellule del corpo assopite mi dicano:
uè ci sto pur'io
...insomma ieri non c'erano + scuse dovevo vedere se riuscivo ancora a muovermi...
avevo caricato le batterie della luce e mi alzo prima della sveglia...
alle 7.01 sono fuori. culo sulla sella e nel buio + completo accendo le luci.
respiro, e per la prima volta da qualche settimana sento i miei polmoni fino in fondo... dopo pochi minuti arrivo sul tevere e cerco di scendere sulla tanto pubblicizzata nuova ciclabile...
passo tra un gruppetto di barboni che si stanno svegliando... ancora al buio metto i copertoni sui sampietrini della banchina del tevere... apprezzo i 13cm di escursione davanti e la slick da 2.5 dietro...
pedalo. pedalo e piano piano il ritmo passa dai miei arti inferiori ai polmoni, al cuore e poi al cervello... sono un essere diverso da quello che in moto cerca di arrivare sano al posto di lavoro... evitando "novelli valentino rossi cinquantenni", autoblù e manager stressati e suvdotati...
sono una decina di metri sotto al trafficatissimo lungotevere che mi raggiunge con suoni a volte lontani a volte vicini... eppure la mia testa è lontanissima... ricordo solo una sensazione di benessere, il cielo rosa dell'alba dietro all'isola tiberina, il risveglio di un barbone con occhi intelligenti e chiari, il sorriso di un signore con casco giallo e probabilmente in uno stato mentale simile al mio...
finisce la ciclabile e comincia la lotta nel traffico... mi scordo la tranquillità. il pedalare è un mezzo per passare veloce tra autobus, pedoni e motorini...
il corpo improvvisamente passa dallo stato di libertà di pensiero a quella sensazione che provi su un bel sentiero in discesa...
certo... i polmoni si sentono meglio in un bosco e si deve stare ben attenti a non esagerare... ma l'adrenalina si miscela al benessere già presente...
dopo esattamente 59minuti passo sotto il ben conosciuto sorriso del vigilante dell'ufficio... 10 minuti chiuso in bagno e sono presentabile per la visita ispettiva della qualità che mi aspetta... mai stato così "a mille" come ieri...
alle 18.00 sono di nuovo in sella, le sensazioni sono simili ma invece del sonno il sangue si riciuccia tutto lo stress accumulato nel giorno.
sempre all'isola tiberina mi becco il rosa, stavolta del tramonto. con le luci accese raggiungo il portone di casa...
mi incollo la bici su per le scale e l'avvocato mio vicino è un po' a malpartito tra me e due suoi clienti in giacca e cravatta...
apro la porta... la mia ragazza mi guarda in faccia, sorride e dice solamente che dovrei farlo + spesso... lo stato d'animo si legge in faccia...
...la plastica non mi avrà!
lunedì-venerdì ufficio, riunioni, impegni, responsabilità, discussioni, scelte, priorità, traffico, ore perse per gli spostamenti.
ho poco da lamentarmi, le scelte le ho fatte io e usufruisco anche dei benefici.
ma hanno lentamente comportato una alienazione dal mio corpo...
mi sento tanto libbero perchè i finesettimana me ne vado in montagna a fa' trekking, scialpinismo, òlmuntain-frìraid (o come lo vogliamo chiama'...)
in realtà è una fuga... sì mi scarica fa circolare un po' 'sto sangue di cittadino ma niente di +.
vengo considerato dai colleghi e dagli amici uno "strano" perchè mi metto in testa di fare la maratona, perchè non vado sulla spiaggia a fa' la salamandra... ma in realtà la vita di plastica (casa-macchina-ufficio-mensa-ufficio-macchina-casa; we: centri commerciali, spiaggia ed esagerando settimana bianca) mi ha incluso nelle sue grinfie... ed insieme all'amore per il cibo fa segnare alla bilancia +10...
la comodità di prendere l'ascensore, di fare la salita in bici chiacchierando per essere più friii, la scusa che la riunione è presto e marca male entrare nel palazzone coi pantaloncini corti ed il fango preso nei 20km in bici... la vita contorniato da km e km di asfalto e cemento mi hanno convinto che nella settimana non si può + pedalare...
ma pedalare per me è sempre stato un colloquio con me stesso.
il ritmo dei pedali che incide sul battito del cuore. tutto quel fluido che porta la vita e che si muove; improvvisamente entra in parti poco ossigenate dallo spostamento del mouse e della penna...
una sensazione che non non ricordavo +... come se cellule del corpo assopite mi dicano:
uè ci sto pur'io
...insomma ieri non c'erano + scuse dovevo vedere se riuscivo ancora a muovermi...
avevo caricato le batterie della luce e mi alzo prima della sveglia...
alle 7.01 sono fuori. culo sulla sella e nel buio + completo accendo le luci.
respiro, e per la prima volta da qualche settimana sento i miei polmoni fino in fondo... dopo pochi minuti arrivo sul tevere e cerco di scendere sulla tanto pubblicizzata nuova ciclabile...
passo tra un gruppetto di barboni che si stanno svegliando... ancora al buio metto i copertoni sui sampietrini della banchina del tevere... apprezzo i 13cm di escursione davanti e la slick da 2.5 dietro...
pedalo. pedalo e piano piano il ritmo passa dai miei arti inferiori ai polmoni, al cuore e poi al cervello... sono un essere diverso da quello che in moto cerca di arrivare sano al posto di lavoro... evitando "novelli valentino rossi cinquantenni", autoblù e manager stressati e suvdotati...
sono una decina di metri sotto al trafficatissimo lungotevere che mi raggiunge con suoni a volte lontani a volte vicini... eppure la mia testa è lontanissima... ricordo solo una sensazione di benessere, il cielo rosa dell'alba dietro all'isola tiberina, il risveglio di un barbone con occhi intelligenti e chiari, il sorriso di un signore con casco giallo e probabilmente in uno stato mentale simile al mio...
finisce la ciclabile e comincia la lotta nel traffico... mi scordo la tranquillità. il pedalare è un mezzo per passare veloce tra autobus, pedoni e motorini...
il corpo improvvisamente passa dallo stato di libertà di pensiero a quella sensazione che provi su un bel sentiero in discesa...
certo... i polmoni si sentono meglio in un bosco e si deve stare ben attenti a non esagerare... ma l'adrenalina si miscela al benessere già presente...
dopo esattamente 59minuti passo sotto il ben conosciuto sorriso del vigilante dell'ufficio... 10 minuti chiuso in bagno e sono presentabile per la visita ispettiva della qualità che mi aspetta... mai stato così "a mille" come ieri...
alle 18.00 sono di nuovo in sella, le sensazioni sono simili ma invece del sonno il sangue si riciuccia tutto lo stress accumulato nel giorno.
sempre all'isola tiberina mi becco il rosa, stavolta del tramonto. con le luci accese raggiungo il portone di casa...
mi incollo la bici su per le scale e l'avvocato mio vicino è un po' a malpartito tra me e due suoi clienti in giacca e cravatta...
apro la porta... la mia ragazza mi guarda in faccia, sorride e dice solamente che dovrei farlo + spesso... lo stato d'animo si legge in faccia...
...la plastica non mi avrà!