Se la frattura era scomposta e si è riallineata( sempre che non sia ingranata) io limiterei al massimo i movimenti.Senti comunque chi ti segue e vede te e le lastre direttamente.In questa situazione,in base a quanto racconti,un mese penso sarà poco
Grazie per la risposta.
Oggi ho fatto la visita di controllo.
L'ortopedico non era lo stesso del pronto soccorso (lì anzi erano in due, sono arrivato al cambio di turno...sembravano abbastanza concordi), questo più o meno ha dato dell'incompetente al suo (suoi a questo punto) collega.
Secondo lui la visita a distanza di meno di una settimana era perfettamente inutile..mi ha chiesto cosa avrebbe voluto vedere con questa visita così vicina.
Quando gli ho detto che all'inizio mi avevano prospettato un'operazione e che dopo il tiraggio hanno preferito aspettare e rivedermi ha affermato più o meno che non ci capiscono un c...o e che le clavicole 'non si operano MAI'.
Oltre a questo mi ha detto che con il braccio posso fare più o meno tutto, anzi, mi si è raccomandato di muovere il più possibile le articolazioni e in particolare la spalla...non devo preoccuparmi se sento la frattura muoversi.
Secondo lui posso anche ogni tanto togliermi il tutore per lavarmi.
In definitiva mi ha detto che alla fine la clavicola si salda da sola e che 'il tuo limite è il dolore'!!
Ora...ho trovato un pazzo o cosa? Mi conviene chiedere un altro parere?
A me è sembrato troppo 'facilone', non vorrei che tra 20 giorni (ho la visita di controllo e se tutto va bene levo il tutore) scopro che ancora non si è saldata la frattura (che da quello che ho potuto vedere è decisamente scomposta).
Mi scusi se sembro insistente, ma possibile che ogni volta che mi ritrovo a che fare con ospedali sento regolarmente giudizi quasi diametralmente opposti? Anche quando mi sono rotto l'omero dopo l'operazione i consigli andavano dal 'faccia tutto quello che riesce a fare, basta che non si mette a sollevare i sacchetti di cemento' (il primario) a 'non muova assolutamente il braccio (il viceprimario) a 'muova il braccio accompagnandolo con l'altro' (il chirurgo che mi ha operato).