Riporto da L'Adige
Frana sulla Ponale
Ad avvertire il 115 è stato il conducente di uno dei motoscafi in servizio taxi sul lago, che ha visto un gran polverone sul fianco della montagna. Alle 14 sul posto c´erano già due uomini dei vigili del fuoco di Riva, per rendersi conto delle dimensioni della frana caduta sul sentiero: almeno tre metri cubi di roccia secondo i Vigili (uno secondo il comune di Riva), precipitati per 200 metri dalla cima e esplosi in mille pezzi, alcuni dei quali di almeno un quintale di peso, sparsi lungo un´estensione di 50 metri fino all´imbocco della quarta galleria della Ponale.
Cinquanta metri più giù in linea retta un bolide di circa cinque quintali, che ha superato tre barriere paramassi fino ad arrivare sulla vecchia Gardesana, dove di solito posteggiano i turisti per andare in spiaggia.
Insomma, è stato un´insieme di fortunate coincidenze che ha fatto sì che nessuno si facesse male. Un biker ci ha confermato di essere passato dal luogo poco prima della frana e probabilmente se fosse caduto di sabato il masso arrivato sulla Gardesana - il più grosso di tutti - avrebbe fatto grossi guai.
Quando arriviamo sul posto subito un Vigile del fuoco ci avverte: «Attenzione, la strada è chiusa, la frana sta ancora scaricando», ma nel corso dell´ora che passiamo sul posto passano almeno una ventina di persone e 30 minuti buoni prima che arrivi un Vigile urbano di Molina di Ledro, che decide di chiudere il sentiero a monte.
Intanto è già arrivato il geologo della Provincia che a bordo dell´elicottero cerca di capire se la frana si è esaurita o se ci sono ancora sassi in bilico. L´indecisione però regna: lasciare chiuso o riaprire il sentiero? Alla fine la strada viene riaperta verso le 17, «A rischio e pericolo di chi la percorre», spiegano i Vigili urbani di Riva.
A bordo di un piccolo fuoristrada arriva anche Fabrizio Di Stasio, presidente del Comitato Giacomo Cis, che si è battuto dieci anni per la riapertura della strada ai turisti. E´ naturalmente preoccupato che riprendano le polemiche sulla pericolosità della Ponale e minimizza: «Non è successo niente di particolare. Sulla Ponale è morta solo una persona negli ultimi 150 anni per una frana». Il comitato - che ha una convenzione con la Provincia per gestire il sentiero - inizia in serata a liberare la ciclabile, mentre il Comune, con un comunicato diffuso in serata, sottolinea come i tecnici provinciali non abbiano espresso pareri negativi alla sua riapertura.
Claudio Bortolotti, capo della Protezione civile trentina, conferma, ma aggiunge: «La situazione è di degrado su tutta la parete. Da sempre la Protezione civile dice che si tratta di una zona pericolosa. Come strada era indifendibile, è stata trasformata in sentiero e ora per la Provincia non esiste più».
Il sindaco di Riva, Claudio Molinari, spiega che il Comune non ha nessuna responsabilità sul sentiero, ma che in ogni caso oggi riprenderà in mano la pratica: «Se dalla Provincia mi diranno che c´è davvero pericolo, allora prenderò provvedimenti».
Silvano Cattoi, dell´ufficio tecnico di Molina di Ledro - comune che non ha mai visto di buon occhio l´apertura della Ponale - è pessimista: «Quando qualcuno si farà male davvero, allora forse si deciderà di fare qualcosa».
Io continuerò a farla e spero nessuno tolga la possibilità di percorrerla
Frana sulla Ponale
Ad avvertire il 115 è stato il conducente di uno dei motoscafi in servizio taxi sul lago, che ha visto un gran polverone sul fianco della montagna. Alle 14 sul posto c´erano già due uomini dei vigili del fuoco di Riva, per rendersi conto delle dimensioni della frana caduta sul sentiero: almeno tre metri cubi di roccia secondo i Vigili (uno secondo il comune di Riva), precipitati per 200 metri dalla cima e esplosi in mille pezzi, alcuni dei quali di almeno un quintale di peso, sparsi lungo un´estensione di 50 metri fino all´imbocco della quarta galleria della Ponale.
Cinquanta metri più giù in linea retta un bolide di circa cinque quintali, che ha superato tre barriere paramassi fino ad arrivare sulla vecchia Gardesana, dove di solito posteggiano i turisti per andare in spiaggia.
Insomma, è stato un´insieme di fortunate coincidenze che ha fatto sì che nessuno si facesse male. Un biker ci ha confermato di essere passato dal luogo poco prima della frana e probabilmente se fosse caduto di sabato il masso arrivato sulla Gardesana - il più grosso di tutti - avrebbe fatto grossi guai.
Quando arriviamo sul posto subito un Vigile del fuoco ci avverte: «Attenzione, la strada è chiusa, la frana sta ancora scaricando», ma nel corso dell´ora che passiamo sul posto passano almeno una ventina di persone e 30 minuti buoni prima che arrivi un Vigile urbano di Molina di Ledro, che decide di chiudere il sentiero a monte.
Intanto è già arrivato il geologo della Provincia che a bordo dell´elicottero cerca di capire se la frana si è esaurita o se ci sono ancora sassi in bilico. L´indecisione però regna: lasciare chiuso o riaprire il sentiero? Alla fine la strada viene riaperta verso le 17, «A rischio e pericolo di chi la percorre», spiegano i Vigili urbani di Riva.
A bordo di un piccolo fuoristrada arriva anche Fabrizio Di Stasio, presidente del Comitato Giacomo Cis, che si è battuto dieci anni per la riapertura della strada ai turisti. E´ naturalmente preoccupato che riprendano le polemiche sulla pericolosità della Ponale e minimizza: «Non è successo niente di particolare. Sulla Ponale è morta solo una persona negli ultimi 150 anni per una frana». Il comitato - che ha una convenzione con la Provincia per gestire il sentiero - inizia in serata a liberare la ciclabile, mentre il Comune, con un comunicato diffuso in serata, sottolinea come i tecnici provinciali non abbiano espresso pareri negativi alla sua riapertura.
Claudio Bortolotti, capo della Protezione civile trentina, conferma, ma aggiunge: «La situazione è di degrado su tutta la parete. Da sempre la Protezione civile dice che si tratta di una zona pericolosa. Come strada era indifendibile, è stata trasformata in sentiero e ora per la Provincia non esiste più».
Il sindaco di Riva, Claudio Molinari, spiega che il Comune non ha nessuna responsabilità sul sentiero, ma che in ogni caso oggi riprenderà in mano la pratica: «Se dalla Provincia mi diranno che c´è davvero pericolo, allora prenderò provvedimenti».
Silvano Cattoi, dell´ufficio tecnico di Molina di Ledro - comune che non ha mai visto di buon occhio l´apertura della Ponale - è pessimista: «Quando qualcuno si farà male davvero, allora forse si deciderà di fare qualcosa».
Io continuerò a farla e spero nessuno tolga la possibilità di percorrerla
. Sono ripartito da Riva alle 13, con quella giornata mai mi sarei aspettato un forte temporale!