[FOTO] in azione delle nostre enduro/AM, parte quinta

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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miciolo

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PUNTA MELMISE E ROCCIA VERDE (BARDONECCHIA) TO

L'itinerario seguito ieri è un itinerario che ha messo a dura prova i nervi della truppa.

Il dislivello di 1700 mt x noi non è poco, se si aggiunge poi che la maggior parte è stato fatto con la bici in spalla...
Siamo passati però in luoghi remoti e incontaminati dove x l'intero itinerario non abbiamo incontrato anima viva, nè in bici, nè in e-bici, ....nè a piedi.

Lo start è da Bardonecchia dove imbocchiamo la strada militare che dovrebbe portarci sino ai 2309 mt di Punta Melmise.



La ciclabilità della strada militare dura poco; pini caduti ostruiscono il passaggio ed allora optiamo x la risalita diretta sul sentiero che perpendicolarmente taglia le curve di livello:



ad ogni intersezione del sentiero con la strada militare che avremmo dovuto percorrere controlliamo lo stato delle piante cadute, ma sono ancora troppe da superare.
Si continua x il sentiero:



Belli brasati da questa spallata imprevista arriviamo in cima e riusciamo a pedalare immersi in una natura ancora incontaminata:





prove di ciclo-pirlismo (stavolta previsto):



l'unico essere vivente incontrato durante il giro:



a dire il vero c'erano anche 5 aquile che insistentemente volteggiavano sopra di noi e che non sono riuscito ad immortalare talmente ero cotto.

Miracolo!! Si pedala:









Continuando a salire, oltre le catene montuose, si vedono i giganti francesi con paurosi nevai in bilico:



Ora inizia un portage molto duro ed esposto:







e siamo in cima!! I 2.852 mt slm della Roccia Verde sono nostri.



Siamo talmente contenti che pedaliamo anche:



In un attimo siamo al Passo Roccia Verde dove notiamo subito che il "sentiero" che abbiamo seguito noi non compare tra quelli indicati dalla palina....



Ora ci aspettano + di 1000 mt di discesa nel Vallone di Paumont o di Paumort (paura della morte). :paur:

Inizialmente scendiamo su tracce di sentiero nei prati:





Quello che ci colpisce è la gran quantità d'acqua che precipita a valle in fragorose cascate:





E' un susseguirsi di guadi ed attraversamenti di nevai:



notare l'atleta....:smile:






Ila ha studiato la traccia nei minimi particolari ed ora dovremo infilarci nell'orrido del Vallone dove, tra pareti strapiombanti, troviamo in nostro aiuto un breve tratto ferrato:







Il sentiero ora si addolcisce e tra i prati arriviamo a Rochemolles:



da dove un pò su asfalto, un pò su sentiero chiudiamo l'anello rientrando a Bardonecchia.

Itinerario di cicloalpinismo percorso con grande calma: tra foto, panini, maledizioni siamo stati 10 ore in sella o abbiamo portato.
Molto aereo il percorso negli ultimi 100 mt di dislivello prima della cima della Roccia Verde e alcuni tratti di discesa veramente molto esposti nel Vallone.
Le lunghe ore di portage sono ricompensate da panorami superlativi a patto che ci sia il meteo che abbiamo trovato noi.
X amanti del genere (io non so se lo sono ancora :il-saggi:)
 

yura

Redazione
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Orbea Rallon
PUNTA MELMISE E ROCCIA VERDE (BARDONECCHIA) TO

L'itinerario seguito ieri è un itinerario che ha messo a dura prova i nervi della truppa.

Il dislivello di 1700 mt x noi non è poco, se si aggiunge poi che la maggior parte è stato fatto con la bici in spalla...
Siamo passati però in luoghi remoti e incontaminati dove x l'intero itinerario non abbiamo incontrato anima viva, nè in bici, nè in e-bici, ....nè a piedi.

Le lunghe ore di portage sono ricompensate da panorami superlativi a patto che ci sia il meteo che abbiamo trovato noi.
X amanti del genere (io non so se lo sono ancora :il-saggi:)

Ma certo che lo sai, solo che sei timido e non lo vuoi ammettere...benvenuti nel club del ciclodisagio cosmico...poco importa che dislivelli si fanno, ognuno ha i propri limiti, l' importante è non aver limiti di fantasia e curiosità !!!

Continuate così, foto di livello ATOMICO !

:}}}:

P.S. Nono mi capacito di come riesca a portar in quel modo la bici La Ila :nunsacci:

:celopiùg:
 
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Ma certo che lo sai, solo che sei timido e non lo vuoi ammettere...benvenuti nel club del ciclodisagio cosmico...poco importa che dislivelli si fanno, ognuno ha i propri limiti, l' importante è non aver limiti di fantasia e curiosità !!!

Continuate così, foto di livello ATOMICO !

:}}}:

P.S. Nono mi capacito di come riesca a portar in quel modo la bici La Ila :nunsacci:

:celopiùg:
Grazie yura,
La Ila ha la forza di una lucertola e non riesce a mettersela in spalla. :beautifu:
La pigliano x il chiulo tutti ma a lei piace così :soffriba::celopiùg:
 

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MONTI DELLA LUNA (CESANA TORINESE) TO

Qualche foto del giro di ieri fatto su sterrate e sentieri con una ciclabilità molto vicina al 100%.

Dobbiamo risparmiare le energie in vista dei prossimi giri e questo itinerario di 40 km x D+ 1500 mt fa proprio al caso nostro. ....neanche da dire che, come mio solito, ci sono morto dentro!!

Lo start è da Cesana Torinese dove inizialmente seguiamo il bel sentiero che costeggia il canale:



Poi la strada sempre sterrata inizia a salire, con alcuni strappi anche molto duri,
alle baite diroccate di Chabaud:



un breve passaggio al Lago Nero:



seguiamo alcuni tratti della Clavierissima sempre su sentieri super scorrevoli:





sempre circondati da montagne imponenti:



Pic de Rochebrune:



al Colle Bercia una provvidenziale fonte:





ed ora giù vista Chaberton:









arriviamo a Claviere su uno scorrevole sentiero:





da Claviere scendiamo nelle Gole di San Gervasio, sul sentiero che viene utilizzato per l'accesso ai numerosi Ponti Tibetani.
All'inizio del sentiero compare il cartello "bici a mano".













e siamo di ritorno in una deserta Cesana:



Giro un pò diverso da quelli che siamo abituati a fare ma grazie alla versatilità delle nostre Genius siamo riusciti a portarlo a casa. :}}}:
 

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PUNTA DELLE 4 SORELLE (ALPI COZIE) MT. 2698

Oggi ritorniamo subito alle nostre ciclo-pirlate, abbiamo puntato una montagna non proprio ciclabile: la Punta delle 4 Sorelle.
L'importante è comunque rientrare prima dei temuti temporali previsti nel pomeriggio.
Con noi oggi si aggiunge Andrea, grip82 qui sul forum, elemento pericoloso, da prendere con le molle ma vero amante della Montagna.

Lo start è da Bardonecchia dove su una durissima sterrata ( in 5.400 mt lineari siano saliti di 800 mt D+) raggiungiamo il Poggio delle Tre Croci:





La sterrata continua a salire con fondo smosso,



si intravede la nostra meta:



si spinge in parte su un lungo traverso:



poi si pedala anche:





Abbiamo visto foto in rete che alcuni sono saliti spallando la bike ma oggi non è il nostro caso.
Chiudiamo le bike ed iniziamo a risalire a piedi i 400 mt di dislivello che ci separano dalla cima;





e siamo in cima!!



durante la discesa x la via d'andata ci siamo convinti che la risalita con le bike non avrebbe avuto senso:



conseguenze dell'aria rarefatta a queste quote :omertà:





recuperiamo le bike e discesa on:

inizialmente sino alla militare:



e poi su un sentiero GTA sino a Pian del Colle.

Il sentiero si rivela subito molto ostico, ripido con gradoni e radici, su un fondo inconsistente grazie al passaggio delle moto.
....e x fortuna è un sentiero GTA!!!



Andrea meglio lasciarlo andare, ci si guadagna in salute:







X qualche tratto si scende anche "umanamente":



Arriviamo a Pian del Colle interi dove su sterrate e sulla bella Passeggiata del Canale rientriamo a Bardonecchia.

Se dovessi rifare di nuovo questo itinerario non rifarei + la discesa su Pian de Colle; troppo ripida e diretta.
Molto + agevole ridiscendere per il sentiero che taglia la dura mulattiera utilizzata x la risalita. :medita:
 

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ALLE PENDICI DEL MONTE THABOR (ALPI COZIE)

Nel week end appena trascorso abbiamo passato due giorni in bike.
Sabato mattina di buon ora partiamo in direzione Grange di Valle Stretta dove lasciamo le auto appena prima del Rifugio Re Magi.
La nostra meta è il Monte Thabor, un over 3000 molto ambito dagli escursionisti e dai ciclo-pirla come noi.

Inizialmente la salita è su sterrata pedalabile (in alcuni tratti dura) x poi diventare sentiero da percorrersi spingendo o con bici in spalla.



















Arriviamo al Col des Meandes a 2718 e nella foto successiva è come ci appare il Monte Thabor completamente avvolto dalle nubi:



Consumiamo i nostri panini nella speranza di un'apertura che non ci sarà, ma a scoraggiarci sono anche i visibili ed estesi nevai.

Decidiamo quindi di proseguire il nostro tour tralasciando la vetta del Thabor. Superato qualche nevaio iniziamo la prima discesa:









Sopra di noi guglie dalle forme bizzarre:



In prossimità del Lac du Peyron ci troviamo immersi in un ambiente spettacolare:







Il sentiero alterna tratti tecnici a tratti scorrevoli che ci porteranno a circumnavigare il Gran Seru:











il Vallon de Tavernette del nostro ritorno:



a dir la verità l'escursione prevede anche una risalita al Rifugio Thabor ed ai suoi laghetti ma sul versante francese la nubi la fanno da padrone:



decidiamo di scendere dal Col di Valle Stretta, inutile faticare x essere immersi nelle nuvole e non vedere nulla:







alcuni tratti sono veramente molto difficili, non x Andrea:



I numeri del giro (22km x D+ 1200 mt) sono poco significativi. Mancano i 400 mt D+ sino alla cima del Monte Thabor che non abbiamo fatto.

Itinerario con belle discese e dure salite x la maggior parte a spinta o a bici in spalla in uno scenario spettacolare:

 

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COTOLIVIER E CROCE DI S.GIUSEPPE (OULX -TO)

Ecco il resoconto del quarto giro in quattro giorni, il terzo in compagnia di Andrea.

Siccome le previsioni meteo sono incerte decidiamo per un giro non impegnativo, ma conoscendo Ila e Andrea non ne sono poi così tanto sicuro. :il-saggi:

Lo start è da Oulx, sempre in Val Susa, dove su una pedalabile sterrata prendiamo quota in direzione Cappella della Madonna del Cotolivier



quando arriviamo alla Cappella breve sosta x decidere il da farsi, le cime circostanti sono coperte dalle nubi e anche noi in alcuni momenti ci troviamo immersi.

Comunque la speranza è l'ultima a morire e decidiamo di avvicinarci alla Croce di San Giuseppe.

Prima su un bel sentiero che parte proprio dietro la Cappella della Madonna del Cotolivier:



e poi su bel sentiero con pendenze sempre accettabili guadagniamo quota.

Nel frattempo il meteo volge al bello ed il sole ha il predominio sulle nubi:





gialle praterie di arnica:



e siamo in cima:





classiche foto di rito:





dopo aver alleggerito gli zaini delle barrette allo speck preparate da Ila prima di partire, siamo pronti x la discesa. Inizialmente sulla via utilizzata x l'andata:







ed ora scatta il momento explo:
perchè dobbiamo scendere x il sentiero che fan tutti x poi dover risalire?
circa un 100 mt D+ sopra di noi c'è un bel traverso nei ghiaioni che resta in quota passando nelle adiacenze di resti di costruzioni militari !!!
detto fatto, ....si porta anche oggi :medita:





a terra residui di filo spinato, utilizzati nei periodi bellici, portati a valle da frane e valanghe:





all'improvviso, quando già si pregustava di risalire in sella x qualche metro, il sentiero sparisce inghiottito da una frana. E' dura passare a piedi, con le bici non se ne parla.

Che si fa allora? O si procede a ritroso rifacendo alcuni passaggi non proprio salutari, oppure ci si butta giù dal ghiaione x intercettare il sentiero che avremmo dovuto fare in origine.
Vai x la seconda scelta!!





Una volta sul sentiero giusto è tutto molto + semplice.
Anche qui in Piemonte però moto e piogge lasciano il segno sui sentieri:



Ancora una breve spallatina tra i fiori



Superiamo la pozzanghera del Lago di Desertes (non meritevole di nota) e su semplice sentiero perdiamo quota:



intercettiamo la strada in salita x lo Chaberton che ci accompagna dall'alto:



strada chiusa x frana come da cartello:



e subito ci chiediamo: perchè non è stato messo un cartello del genere all'inizio del sentiero che abbiamo trovato impraticabile causa frana??

Io e Ila rientriamo su una veloce sterrata già soddisfatti della giornata, Andrea invece scende su un sentiero che inizialmente sembra in disuso e poi invece si rivela la sagra del tornante :azz-se-m:

Ora ci riposiamo!!:ronf:
 
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CIMA DEL BOSCO (ROLLIERES -TO)

Salutato Andrea, che rientra a casa x motivi di lavoro io e Ila, viste anche le condizioni meteo non perfette, decidiamo x un giro tranquillo.
La risalita da Rollieres alla Cima del Bosco fa al nostro caso. Sono poco + di mille mt D+ su una sterrata immersa in una foresta di larici con pendenze così dolci che non credevo esistessero da queste parti.





Tra una chiacchiera e l'altra siamo in cima:





Meritata sosta alla Cappelletta in cima:



vano tentativo di riconoscere le cime circostanti immerse nelle nuvole:



ed ora 1000 mt di discesa bella tranquilla:

sotto a Ila il Sestriere:









ed è proprio nei giri tranquilli che succedono gli imprevisti. Raggio rotto della mia ruota posteriore e bici ferma dal meccanico.
Sperum bei!!
 

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LACS LARAMON ET DU SERPENT (VAL CLARE') FRANCE

Dopo aver atteso la riparazione della ruota x gran parte della mattina ci spostiamo nella vicina Nevache appena oltre il confine x un giro alla scoperta dei Laghi Laramon e del Serpente in Val Clarè.

Il giorno di riposo è servito e tra tratti pedalati e tratti a spinta raggiungiamo in tranquillità il Lac Laramon a 2359 mt:





Con ancora 100 mt di dislivello di bici a spinta si raggiunge anche il Lac du Serpent :



Ce la prendiamo veramente con calma, lasciamo scendere la gran quantità di escursionisti presenti e siamo pronti x la bella discesa.
Inizialmente sulla via dell'andata:





Poi svoltiamo su un trail che pensavo esistesse solo nei sogni:





Il sentiero si mantiene in quota x svariati km :















per poi scendere sempre dolcemente sino ad intercettare la strada fatta in salita poco distante da Nevache:



Anche con questo giro ho potuto appurare che in Francia i sentieri sono veramente mantenuti,
...forse sarà perchè i Francesi in montagna ci vanno anche.
Abbiamo trovato veramente un mare di gente sui sentieri ed era giovedì!!
 
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AIGUILLE ROUGE (MT 2548) ALPI COZIE

Il giro di oggi rientra, da un punto di vista paesaggistico, tra i big che si possono fare in questa zona.

Si svolge in territorio transalpino in quanto la Valle Stretta, che percorreremo nel nostro itinerario, è una piccola enclave italiana in territorio francese.

Alle 8:30 siamo in sella e ci togliamo i pochi km di asfalto della trafficata Valle Stretta, meta di campeggiatori, merenderos ed escursionisti.

Giunti alla Grange di Valle Stretta giriamo a sx, oltrepassiamo il Rifugio III Alpini ed iniziamo a spingere. Prima su una ripida sterrata e poi, alternando qualche pedalata, su bel sentiero tra i larici con parecchi tornanti:



Fuori dal bosco si riesce a pedalare al cospetto di un Thabor ancora con parecchi nevai e di un Gran Seru avvolto dalle nubi:



Ancora un piccolo sforzo e siamo al Lago di Thures o Chavillon a 2194 mt.



Ora davanti a noi un bel traverso, quasi tutto pedalabile che passa proprio sotto alla nostra meta di oggi: l'Aiguille Rouge o Guglia Rossa:





duecento metri sopra di noi passa un gregge di centinaia e centinaia di pecore che mette in serio pericolo l'incolumità nostra e dei numerosi escursionisti presenti.
Piovono sul sentiero sassi di tutte le dimensioni ad una velocità tale da non riuscire a prevederne la traiettoria.
Un paio sfiorano Ila.



Toh, al centro della foto una nostra vecchia conoscenza, la Tour Jaune de Barabbas:



Dal colletto sino alla cima della Aiguille Rouge ci sono 250 mt D+ di spintage/portage di cui gli ultimi 50 mt belli tosti:





e siamo in cima!!!



la Genius vista Thabor:



Circondati da un panorama da urlo a 360° facciamo fuori i nostri panini e ci prepariamo, tra l'incredulità degli escursionisti alla discesa.
I primi 50 mt D- non sono ciclabili ma poi, facendo parecchia attenzione, si riesce a scendere:













Ila tra gli sguardi degli escursionisti:





Al colletto scendiamo x un evidente sentiero in direzione Colle della Scala:



Dietro a Ila l'Aiguille Rouge, sembra impossibile essere riusciti a scendere e soprattutto a salire in cima:



il sentiero continua a scendere, inizialmente scorrevole:







poi sempre + tecnico, con tornanti, radici e gradoni:









Al Colle della Scala finalmente ci rilassiamo, un breve tratto sentiero/asfalto ed arriviamo all'auto in Val Stretta percorrendo il Sentiero delle Grange:



Itinerario straconsigliato a patto di essere disposti a spingere/portare x una buona parte della salita. :soffriba:
 
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COLLE DELLA RHO - RIFUGIO THABOR VALLE STRETTA (IT/FR)

Lo start è da Bardonecchia, dove inizialmente su asfalto (unico tratto dell'intero giro), e poi su sterrata ci addentriamo nella valle che porta al Colle della Rho.

La sterrata sale regolarmente con qualche strappetto prima in bosco di larici e poi in ambiente aperto:





Al Pian dei Morti la sterrata diventa sentiero:





Dopo un breve tratto di bici a spinta siamo al Colle della Rho, a 2.541 mt di quota sul confine con la Francia:



ci "proteggiamo" e siamo pronti per la prima discesa; inizialmente ripida e con parecchio smosso, poi iper flow su sentiero che degrada dolcemente:



















Ora il tratto + "duro" del giro: i 100 mt D+ che ci portano al Col de la Replanette





il sentiero si addolcisce ancora con i nevai del Monte Thabor a portata di .....bici:



Rifugio Monte Thabor in vista!!!





Appena sopra al Rifugio ci sono il Lac Rond e il Lac Long







Breve sosta al Rifugio e riprendiamo la discesa che, senza un km di asfalto, ci riporta a Bardonecchia passando x il Colle di Valle Stretta:



Gran parte di questa discesa l'avevamo già fatta nei giorni scorsi trovando un paio di passaggi in discesa infattibili. Ieri, grazie ai consigli di un conoscente in loco, uno di questi passaggi siamo riusciti ad evitarlo percorrendo un bel sentiero che in pochi fanno:







Seguendo il corso del torrente percorriamo, sino alla sterrata di Pian del Colle, uno scorrevolissimo sentiero con qualche rilancio:





Sulla parte finale del percorso del bike park raggiungiamo Campo Smith e scendendo sulla dx orografica del torrente chiudiamo il giro.

Giro che ci ha portato a percorrere 37 km x 1800 mt D+ straconsigliato !!!
 

miciolo

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@miciolo Bravissimi come sempre! Hai la traccia di quest'ultimo giro?
Grazie @Pito x i complimenti. :prost:

La traccia che ti allego è un classico che si trova in rete con apportate alcune modifiche.
E' in formato gdb e spero non ti crei problemi.

Buone raidate!!
 

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PASSO FOURNEAUX SETT. E PASSO GALAMBRA (ALPI COZIE)

Nel descrivere il giro indicato nel titolo devo ammettere che le foto ed il racconto sono senz'altro riduttivi rispetto alla bellezza dei luoghi. Certi scenari dopo il Passo Fourneaux Settentrionale sono da antologia.

Partiamo da Broue, un sobborgo sopra Bardonecchia, dove dopo pochi km di asfalto prendiamo la rilassante Decauville, sterrata utilizzata nel periodo invernale come pista da fondo; sino ad intercettare la polverosa strada che porta al Colle Sommeiller.

Con noi c'è Camillo, che ci accompagnerà x un tratto dell'itinerario tra fischianti marmotte:



La strada x il Colle Sommeiller sale con dolce gradualità:



anche se il cielo non sembra promettere nulla di buono:



Camillo pressato dalla ruspa che poi scoprirà destinata ad aprire il Passo ancora chiuso x neve:



A poco + di 2600 mt di quota ci dividiamo; Camillo continua verso il Colle Sommellier, io e ila verso il Passo Fourneaux Settentrionale , il Passo Galambra con discesa nella Valle Fredda

Io e Ila sappiamo già che ci sarà da spingere e da portare anche se qualche breve tratto lo si pedala:











Durante la salita ci raggiunge e ci supera @Herman65, alla conquista dei 3333 mt della Punta Sommellier



L'ascesa continua:



Herman65 nel frattempo raggiunge la sua meta:



A dire il vero un pensierino alla Punta Sommellier lo facciamo anche noi, ma il forte vento che spira sulle creste ci fa capire che i 3139 mt del Passo Forneaux sono + che sufficienti.

Il tratto tra il Passo Fourneaux Settentrionale ed il Passo Galambra è stupendo:













Da queste parti se non chiudi porte e finestre d'inverno va a finire che d'estate hai ancora quasi due metri di neve in casa:



Nel frattempo ci raggiunge Herman65 , con cui condividiamo buona parte della discesa:





ancora tanta neve:



poi pura libidine:













breve pausa tra prati di stelle alpine:



si continua la discesa tra pacifiche mucche:













A valle ritroviamo Camillo che pazientemente ci ha aspettato e con lui percorriamo il bel sentiero Gran Bea, che mi ricorda i Ru della Val d'Ayas



Altra perla da aggiungere agli itinerari fatti in questo magico territorio che è la Val Susa!!
 
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