[VIDEO=65]Follow me, making of - Kamloops[/VIDEO]
Sapete cosa si dice degli icebergs... qualcosa riguardo al fatto che la parte che si vede è molto più piccola di quella nascosta. Come faceva quel detto? Ad ogni modo, quel detto spiega esattamente cosa voglia dire girare films.
La parte che gli spettatori vedono è solo un piccolo ghiacciolo che spunta dall'oceano. Sotto c'è una massa enorme che voi non vedete.
Il gap to wallride di Matt Hunter in Follow Me è un ottimo esempio di ciò.
Chiunque abbia visto il film si è innamorato di quella scena. Ma è solo la punta dell'iceberg.
Ok, sto divagando. Il punto è che c'è stato un sacco di lavoro dietro a quella scena. Dura solo pochi secondi nel film ma ci sono voluti anni per poterla girare. E' dovuta essere comcepita, costruita, testata e filmata.
Ed anche dopo tutto cìò, è quasi come se tutto ciò non fosse successo, come capirete leggendo questa rapida intervista con Matt Hunter.
- Quando è nata l'idea di costruire un gap to wallride e come è successo?
MH: Un gap to wallride come quello? Beh, stavo semplicemente passeggiando per la sezione "immaginazione" del mio cervello. Non è divenuto realtà finchè non sono finito in quel luogo vedendo la rampa e il wall del burrone. Anche a quel punto, ci volle parecchio perchè il mio cervello riuscisse a completare il trasferimento dall'immaginazione alla realtà.
- Al primo tentativo le cose non sono andate nel migliore dei modi. Cosa è successo? Cosa è andato come non doveva?
MH: Ero troppo lento. Non era possibile stimare la velocità durante la rincorsa, non sapevo dove andare quando ho cominciato ad andare veloce giù per la discesa, se non proprio sulla rampa. Sapevo che non ce l'avrei fatta, ma avrei dovuto saltare lo stesso. Così mi sono trovato proiettato verso il wall a mo' di scoiattolo volante e mi sono liberato della bici.Sono atterrato sulla parete e rimbalzato giù. Grazie a Murphy ed alle sue stupide leggi, sono atterrato proprio sulla mia bici, che era sottosopra, e mi sono tagliato dove non batte il sole. Ero piuttosto spaventato, ma alla fine si è scoperto che non era niente di grave. Un po' di punti di sutura
e tutto è tonrnato a posto!
- Per il secondo tentativo il tempo per le riprese era agli sgoccioli. Come ti sentivi aspettando in cima, pronto per buttarti?
MH: Ero molto fiducioso, perchè avevo allungato di circa 200 metri la rincorsa, così ero piuttosto sicuro che avrei raggiunto una velocità sufficiente. Ero molto concentrato su quello che volevo fare.
-La seconda volta sei partito prima che la troupe fosse pronta. L'hai fatto apposta? Cosa è successo?
MH: Ha ha, no, non apposta. Abbiamo avuto qualche inconveniente comunicativo. Ero così lontano, in cima alla rampa, che loro non mi sentivano nemmeno se gridavo. Pensavano che stessi semplicemente facendo un salto di prova.
- Cosa ti passava per la testa giusto prima di andare? Sapevi che ce l'avresti fatta non appena hai staccato le ruote dalla rampa?
MH: Di solito lo si sa subito, ma quella volta non ero troppo sicuro, perchè sono atterrato su un enorme artemisia tridentata (un cespugkio) Pensavo che mi avrebbe fatto cadere, ma alla fine l'ho sentito appena.
- Quella scena è una tra quelle più discusse del film. Che tipo di giudizi hai ottenuto dalle persone con cui hai parlato?
MH: La gente se la ricorda di sicuro. Questo mi fa molto contento, mi piace filmare tricks grossi, divertenti e che la gente ricorderà e guarderà con piacere. Sono stato fortunato a trovare il giusto set up per quel salto. Nel momento in cui l'ho visto, sentivo che dovevo provarlo... è veramente fantastico riuscire a portare a termine cose come queste!
Sapete cosa si dice degli icebergs... qualcosa riguardo al fatto che la parte che si vede è molto più piccola di quella nascosta. Come faceva quel detto? Ad ogni modo, quel detto spiega esattamente cosa voglia dire girare films.
La parte che gli spettatori vedono è solo un piccolo ghiacciolo che spunta dall'oceano. Sotto c'è una massa enorme che voi non vedete.
Il gap to wallride di Matt Hunter in Follow Me è un ottimo esempio di ciò.
Chiunque abbia visto il film si è innamorato di quella scena. Ma è solo la punta dell'iceberg.
Ok, sto divagando. Il punto è che c'è stato un sacco di lavoro dietro a quella scena. Dura solo pochi secondi nel film ma ci sono voluti anni per poterla girare. E' dovuta essere comcepita, costruita, testata e filmata.
Ed anche dopo tutto cìò, è quasi come se tutto ciò non fosse successo, come capirete leggendo questa rapida intervista con Matt Hunter.
- Quando è nata l'idea di costruire un gap to wallride e come è successo?
MH: Un gap to wallride come quello? Beh, stavo semplicemente passeggiando per la sezione "immaginazione" del mio cervello. Non è divenuto realtà finchè non sono finito in quel luogo vedendo la rampa e il wall del burrone. Anche a quel punto, ci volle parecchio perchè il mio cervello riuscisse a completare il trasferimento dall'immaginazione alla realtà.
- Al primo tentativo le cose non sono andate nel migliore dei modi. Cosa è successo? Cosa è andato come non doveva?
MH: Ero troppo lento. Non era possibile stimare la velocità durante la rincorsa, non sapevo dove andare quando ho cominciato ad andare veloce giù per la discesa, se non proprio sulla rampa. Sapevo che non ce l'avrei fatta, ma avrei dovuto saltare lo stesso. Così mi sono trovato proiettato verso il wall a mo' di scoiattolo volante e mi sono liberato della bici.Sono atterrato sulla parete e rimbalzato giù. Grazie a Murphy ed alle sue stupide leggi, sono atterrato proprio sulla mia bici, che era sottosopra, e mi sono tagliato dove non batte il sole. Ero piuttosto spaventato, ma alla fine si è scoperto che non era niente di grave. Un po' di punti di sutura
e tutto è tonrnato a posto!
- Per il secondo tentativo il tempo per le riprese era agli sgoccioli. Come ti sentivi aspettando in cima, pronto per buttarti?
MH: Ero molto fiducioso, perchè avevo allungato di circa 200 metri la rincorsa, così ero piuttosto sicuro che avrei raggiunto una velocità sufficiente. Ero molto concentrato su quello che volevo fare.
-La seconda volta sei partito prima che la troupe fosse pronta. L'hai fatto apposta? Cosa è successo?
MH: Ha ha, no, non apposta. Abbiamo avuto qualche inconveniente comunicativo. Ero così lontano, in cima alla rampa, che loro non mi sentivano nemmeno se gridavo. Pensavano che stessi semplicemente facendo un salto di prova.
- Cosa ti passava per la testa giusto prima di andare? Sapevi che ce l'avresti fatta non appena hai staccato le ruote dalla rampa?
MH: Di solito lo si sa subito, ma quella volta non ero troppo sicuro, perchè sono atterrato su un enorme artemisia tridentata (un cespugkio) Pensavo che mi avrebbe fatto cadere, ma alla fine l'ho sentito appena.
- Quella scena è una tra quelle più discusse del film. Che tipo di giudizi hai ottenuto dalle persone con cui hai parlato?
MH: La gente se la ricorda di sicuro. Questo mi fa molto contento, mi piace filmare tricks grossi, divertenti e che la gente ricorderà e guarderà con piacere. Sono stato fortunato a trovare il giusto set up per quel salto. Nel momento in cui l'ho visto, sentivo che dovevo provarlo... è veramente fantastico riuscire a portare a termine cose come queste!
Un gran manico,ma tanto lavoro alle spalle,complimenti
