Finalmente in Serra!

balvenie

Biker tremendus
10/8/09
1.362
0
0
ciriè
www.flickr.com
A volte penso a quando imprevedibile possa essere la nostra esistenza.
Capita delle volte che cio che prevediamo non accade nemmeno dopo lunghi sforzi premeditati, mentre in altre occasioni assorti nei nostri pensieri o azioni futili, ci ritroviamo a conoscere persone o luoghi che mai ci saremmo aspettati.
Sfruttando il periodo feriale del mese di Agosto, decido di dedicarmi un po di piu' al free climbing, attivita' che fino a pochi anni fa concentrava tutte le mie risorse fisiche e di tempo libero.
Completamente a digiuno di “tacche da stringere”, mi faccio cosi convincere dal mio amico Gualtiero a stendere un po i tendini nella nuova falesia attrezzata da poco da un gruppo di guide alpine piemontesi. A Montestrutto, a pochi minuti di guida da Ivrea (TO), è possibile godere di questa nuovissima palestra di arrampicata raggiungibile anche dalle famiglie e bambini.
La ruggine avvolge ogni mio movimento; quello che prima era la norma, ora si è trasformato in una fatica immonda. Le tacche che conoscevo essere di una certa dimensione, si son trasformate cosi' in minuscoli appigli scivolosi e sfuggenti.
Le difficolta' che pochi anni fa padroneggiavo con una certa scioltezza, sono ora uno sfocato miraggio difficilmente raggiungibile.
La corda scorre cosi' a fatica e i metri di arrampicata son sempre piu' ardui, cosi' come lo sfotto' del mio socio che mi sta tenendo la corda: ” hai voluto la bicicletta ehh??!”
lo osservo con i tendini a pezzi, dall'alto verso il basso durante la calata, ma non capisco se si riferisca alla mia recente paternita' o al mio ritorno alle ruote grasse......

“fai, fai il pirla” gli dico, le uniche parole che son riuscito a tirar fuori in quell'attimo di annebbiamento post-climbing.
Un gruppo di ragazzi climbers in basso, tra un “tiro di corda” ed un'altro li sento parlare, ma non capisco se il tema sia la bici o cos'altro; ricordo la parola “enduro” e qualcosa riguardante i millimetri.
Data la mia proverbiale timidezza, trovandone uno di questi solo, poco dopo, decido di chiedere se l'attivita di biker rientrasse nel loro tempo libero.....
“certo, ogni tanto ci facciamo qualche giro ma il tempo è quello che è”
incomincio cosi ad investigare se tra questa gente appena conosciuta, ci sia almeno qualcuno che i freni li molla per davvero.....ho smesso con le gare xc da diversi anni, essendo gravity-oriented, continuo ad investigare.....
“io ho una Specialized enduro ed in Serra ci sono un botto si sentieri da fare, se vuoi si puo' organizzare”.
Finalmente conosco qualcuno che potra' portarmi a conoscere i sentieri della famosa Serra di Ivrea!!!!

La Serra Morenica risale al periodo del Quaternario ed è il risultato del lavoro di anni ed anni di ghiacciaio sul territorio.
Essendo la formazione piu' grande presente in Europa, si presenta come una collina di diversi km completamente piatta ma sopraelevata rispetto al territorio circostante.
La cosa sconcertante che salta all'occhio osservandola, è come sia possibile che una collina possa essere cosi' completamente e perfettamente piatta!!
Verrebbe da pensare che sia opera dell'uomo, se non fosse che un lavoro di centinaia di anni ed erosione del terreno, ha portato alla formazione di questa stupenda collina ricoperta di boschi; l'aggettivo stupenda non è stato utilizzato a caso, soprattutto dopo averne percorso i suoi ripidi sentieri, in mountain bike ovviamente!
“allora si sale in fuoristrada o su bitume?”

“meglio su asfalto perchè la salita è un po scassata da quelli che vanno in moto..”
In direzione di Andrate ci ritroviamo cosi' a pedalare il solito nastro grigio con un'umidita' e una calura che non ho trovato in tutta l'estate; osservando il tubo orizzontale, lo ritrovo pieno di gocce di sudore ed il mio viso pare quello di un addetto ai forni nel mese di Agosto...
Il problema della Serra, si fa per dire, è che se non se ne conoscono i sentieri, risulta difficilissimo per un alloctono come me riuscire a trovare i percorsi adatti.
Si rischierebbe di girovagare nella boscaglia senza una meta precisa..
Il mio nuovo socio non ha problemi a portarsi su la sua enduro a molla, mentre io continuo ad ansimare e gocciolare come una vaporiera.
Un'ora di arranco a siamo finalmente alla fontana. Ora avra' ha inizio quello per cui ci siamo ritrovati.
Un sentiero ci si para di fronte, piatto, con qualche pietra e radice sporgente. Il divertimento incomincia a farsi spazio tra la stanchezza della salita. Gli alberi obbligano ad una guida attenta e precisa nel tentativo di evitarli, cosi' come le pietre piantate nel terreno, alcune son persino verniciate di giallo, quelle piu' sporgenti.
La pendenza in negativo e qualche rilancio in salita mi fanno veramente emozionare, mentre i curvoni e le radici rendeno la mia full 100mm un cavallo indomabile.
Noto con piacere che nei rilanci dopo le curve riesco a staccare il local di diversi metri; mi sembra chiaro che una full 150mm a molla non puo' avere la reattivita' di una bike come la mia.
Il sentiero è tracciato da diversi cartelli per il trekking, mentre la zona è molto frequentata in autunno dai ricercatori di funghi e dai cacciatori di Cinghiali.
Dopo una sosta per decidere il sentiero migliore, si prosegue passando in mezzo ad un'area costellata di salti e curvoni; alcuni ragazzi costruendosi dei salti artificiali han reso cosi' l'area boschiva un perfetto bike park... se non fosse per la mia bike.......
Dopo un'imbocco di sentiero ai miei occhi inesistente, “è da un po che non ci vengo, d'Agosto non ci viene nessuno” prendiamo il sentiero battuto.

“sei pronto”
“sempre pronto”, inizia cosi una mulattiera scassatissima con pietroni che fanno da scalino e radici da evitare, il tutto con un'umidita' che rende le pietre delle autentiche saponette.
La Reba continua imperterrita, la mescola morbida all'anteriore mi consente un po di piu' ed il local tentenna appoggiandosi alla sponda friabile del toboga.
“ora a destra”
un ripidone disumano ci accoglie a fauci aperte, il sottobosco umido (secondo me tutto l'anno) e la traccia super battuta, rendono fortunatamente un po piu' di grip e noto che il socio con i freni a doppio pistoncino non fa una piega; il sottoscritto, con gli occhi fuori dalle orbite modello Schillaci si prepara al peggio e all'inevitabile “inculata” ai danni del local..... fortunatamente una svolta a sinistra rendono il sentiero poco meno irto ed un fantastico ponticello di assi “american stile” ci evita un buco di un paio di metri.
Continuo lo slalom nel bel mezzo del bosco divertendomi come un bambino; un'avvallamento seguito da una salita di pari lunghezza mi consentono un salto che pone irrimediabilmente fine ai giochi.
“ il brutto di questi sentieri è che sono corti, ce ne vorrebbero 100 km di sentieri cosi”
annuisco mio malgrado arrendendomi alla severa legge della Serra.
Gli ultimi tratti di bitume ci depositano a giochi fatti al punto di partenza.
Il sentiero, dal mio punto di vista, rimane e rimarra' sempre l'essenza vera del mountain biking. Svariate volte mi salto' in mente l'idea di provare a tracciare qualche itinerario nelle mie zone; le odiatissime spine onnipresenti ed il poco tempo disponibile han reso la mia intenzione pura utopia, senza calcolare il mantenimento dei periodo estivi.
Un luogo come la serra dal sottobosco pulito, rimane una zona ideale per la mtb nelle mezze stagioni, i sentieri tracciati e la formazione del territorio fan si che il divertimento raggiunga i massimi livelli.
Che siate alle prima armi o bikers navigati, ricordatevi semplicemente che un local e degli ottimi freni possono rendere le Serra morenica un divertimento senza eguali.
serrav.jpg
 

Classifica giornaliera dislivello positivo

Classifica mensile dislivello positivo