Felt Redemption2 vs GT Sanction1

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Essendo la prima volta che sottoponiamo due bici ad una comparativa diretta, spendiamo due parole per spiegare la modalità con cui il test è stato condotto.
Una/due volte a settimana abbiamo fatto delle uscite con le due bici in contemporanea, scambiandocele più volte sia in salita che in discesa e talvolta ripetendo le stesse sezioni con una e con l'altra.
A ciò vanno aggiunte un tot di uscite effettuate “in singolo”, sempre alternando i due mezzi.

Lake Garda Springtime Riding on Vimeo

Protagoniste della sfida sono la GT Sanction 1 e la Felt Redemption 2, full da enduro accomunate dal fatto di adottare uno schema di sospensione posteriore “sui generis”, vale a dire il noto I-Drive di GT ed il più recente Equilink di Felt.
Che cosa queste sigle identifichino all'atto pratico è spiegato da Zergio nel capitolo che trovate a fine test.
A livello di sospensioni abbiamo gli ormai classici 160 mm all'anteriore su entrambe le bici, mentre al posteriore Felt e GT dichiarano rispettivamente 165 mm e 150 mm.
Una doverosa premessa, prima di passare all'analisi dei mezzi e delle loro prestazioni: mentre con la Sanction 1.0 di GT ci troviamo di fronte al top di gamma, la Felt Redemption 2 occupa lo scalino intermedio delle tre versioni disponibili.
Le conseguenze si ripercuotono sia a livello economico che di montaggio, con 1300 Euro di differenza a favore di Felt ma componentistica più pregiata per GT.



IMG_07421.jpg


IMG_07391.jpg

Le protagoniste di questa sfida fotografate sul Lago di Garda. Notare l'aspetto massiccio di Felt contrapposto alle linee più slanciate di GT, sensazione visiva che trova conferma nelle rilevazioni geometriche



Il "cuore" di questi due mezzi: l'I-Drive di GT e l'Equilink di Felt

Analisi statica e prime sensazioni
Scatolato di alluminio per GT, classici tubi per Felt, entrambe le bici si presentano ben rifinite, i dettagli sono curati ed altrettanto il passaggio cavi. Sulla Redemption i tecnici Felt hanno dovuto posizionare con una certa attenzione guaine e deragliatore per evitare interferenze con la complessa sospensione posteriore, ma alla fine lo scopo è stato raggiunto.
Il passaggio alla bilancia non ha dato riscontri esaltanti per nessuno dei due mezzi, specie se rapportato ai prezzi. Siamo infatti a quota 14.93 kg con la Sanction e a 15.69 kg con la Redemption. Si poteva certamente fare di meglio soprattutto per quanto concerne il set ruote, anche se quelle in dotazione su entrambe le bici promettono una resistenza a prova di bomba.
Esteticamente parlando, la Sanction appare più snella della Redemption, la quale ha invece un aspetto più massiccio.
I dati geometrici – quelli rilevati ancor più di quelli dichiarati – confermeranno in un certo senso le impressioni visive.
Singolare la situazione per quanto riguarda le soluzioni adottate in zona sterzo e fissaggio ruota posteriore: mentre la Redemption sfoggia un massiccio tubo sterzo per cannotti da 1.5”, quello della Sanction è particolarmente esile ed adatto a contenere il solo standard classico da 1 1/8.
Passando al fissaggio della ruota posteriore la situazione però si ribalta. In questo caso è infatti GT a seguire i più moderni dettami con un perno passante di tipo Maxle, mentre Felt si affida ad un classico QR.
Per quanto concerne il montaggio, come detto quello della Sanction è di livello leggermente superiore. Le differenze più importanti al fine del rendimento sono la forcella (sicuramente più evoluta l'idraulica della Fox montata da GT) ed il set ruote, quella posteriore in particolare.
Una maggior personalizzazione della sospensione posteriore è inoltre offerta dal Fox DHX 5.0 montato da GT rispetto al Float di nuova generazione adottato da Felt. Leggendo questa (pdf!) presentazione dello schema Equlink, viene però il sospetto che quella di Felt sia una sorta di "scelta filosofica” dettata dalla volontà di lasciare all'utilizzatore finale il minor numero possibile di grattacapi.
Da notare, per quanto riguarda la Sanction, l'adozione dell'Hammerschmidt e la singolare scelta di montare un disco da 160 mm al posteriore abbinato ad un 203 mm all'anteriore (i dischi piccoli devono essere una sorta di fissa in casa GT, vedere anche il test della Force).
Parte della componentistica della Redemption è invece firmata Felt. Di particolare interesse ci sono parse da subito le coperture, le quali confermeranno sul campo la loro validità.
Per una comparativa all'ultimo componente, a fine test trovate i montaggi nel dettaglio.


Il massiccio tubo sterzo della Felt, adatto a contenere cannotti da 1.5", contrasta con l'esile tubo della GT. Situazione inversa al posteriore, dove il perno passante Maxle di nuova generazione della GT promette maggior rigidità del classico QR adottato da Felt.
Nonostante il disco posteriore della Sanction da 160 mm sia una scelta anomala per il tipo di bici, non abbiamo mai riscontrato cedimenti o difetti di potenza frenante. Più rassicurante, ad ogni modo, il disco da 180 mm montato sulla Redemption. Molto performanti, ma ormai non è più una novità, gli Avid Elixir montati su entrambe le bici.

Abbiamo accennato alle diverse scelte geometriche adottate da Felt e GT.
Intanto c'è da annotare che, per entrambi i modelli, i valori dichiarati differiscono da quelli rilevati anche abbastanza significativamente.
Atteniamoci a questi ultimi e cominciamo con l'interasse, di 20 mm più lungo quello della Sanction con ben 1165 mm a fronte dei 1145 mm della Redemption.
Se la differenza di interasse non è trascurabile, è l’angolo sterzo ad evidenziare scelte che stanno agli estremi opposti. Ai rilassatissimi 65° di GT si contrappongono infatti i ben 68° di Felt: tre gradi di differenza!
A nostro giudizio sarà principalmente questa la chiave di lettura del diverso comportamento delle due bici, in particolare per quanto riguarda la discesa.
Valori appena oltre la media del segmento per quanto riguarda l'altezza del movimento centrale, con 363 mm per entrambi i mezzi.
Tirando le somme, geometria spiccatamente discesistica per la Sanction, molto meno quella della Redemption.

Montati in sella, il riscontro di quanto detto sino ad ora è immediato. Sulla Sanction la sensazione è di stare su un mezzo studiato per attaccare le discese più impegnative, con la forcella ben distesa davanti a noi, uno stem da 70 mm e la larga piega da 715 mm.
Strano il “feeling” in sella alla Redemption: complice l'angolo sterzo verticale, un valore di standover maggiore, lo stem da 90 mm per 7° di rialzo e la piega da 685 mm, si ha la spiacevole impressione di stare "in alto", quasi ci si trovasse su una bici più grande di quel che è in realtà.
Tentiamo di mitigare questa strana sensazione modificando il modificabile, e cioè montando uno stem da 60 mm, tanto più che da specifiche Felt (vedere tabelle a fine test) quello di serie dovrebbe essere lungo 70 mm.


Ancora un paio di dettagli: il passaggio cavi studiato millimetricamente della Redemption ed il look "graffiato" della Sanction.


Apriamo ora un breve capitolo sul discorso abbassamento sella, dato che la Sanction ci ha riservato un'amara sorpresa da questo punto di vista. Il massimo inserimento del reggisella è infatti di soli 22.5 cm, dopodiché un repentino aumento di spessore interno al tubo sella funge anche da fermo. Il risultato è che, con il reggi da 410 mm in dotazione, il fuorisella minimo è di ben 23 cm (104 cm dal suolo): già abbondante sulle discese più semplici, improponibile su quelle particolarmente ripide e tecniche.
Le motivazioni di una simile scelta ci sfuggono. E' pur vero che da quel punto in poi il tubo sella presenta una impercettibile curvatura, ma facendolo dritto non si avrebbe alcuna variazione né dal punto di vista geometrico né da quello cinematico. Mistero…
La soluzione comunque c'è e si chiama reggi telescopico, ma comporta un supplemento di peso e di costo da mettere in preventivo. Chi non avrà bisogno di tutti i 410 mm del reggisella potrà invece “limitare i danni” lavorando di seghetto.
Per quanto ci riguarda ce la siamo cavata con un Joplin messo gentilmente a disposizione da Rose Italia tramite Zergio (grazie!).
Più semplici le cose sulla Redemption, dove con il reggi da 350 mm in dotazione la sella rimane ad un'altezza minima di 14 cm (98 cm dal suolo). L'abbassamento completo sarebbe auspicabile nelle discese in stile "vert", ma esclusa questa situazione specifica si tratta di un valore più che sufficiente nel 90% delle situazioni.


La Sanction fotografata con il reggisella originale completamente abbassato. Accettabile sulle discese più facili, troppo alto per quelle impegnative.


Il set-up dei mezzi
Fox 36 Talas RC2 e Lyrik 2-step con idraulica Motion Control sono le scelte adottate rispettivamente da GT e da Felt per le sospensioni anteriori.
Sulla prima crediamo sia rimasto ormai poco da dire. Piccole differenze legate a preferenze personali a parte, di norma la utilizziamo con la regolazione della compressione alle basse velocità piuttosto chiusa per compensare una certa linearità che caratterizza questa forcella, tanto più che buona parte dei percorsi test abituali presentano pendenze abbastanza sostenute. La compressione high speed la lasciamo invece del tutto o quasi aperta, confidando nell’ottima resistenza al bottom out caratteristica delle versioni Talas.
Più semplice l’idraulica Motion Control della Lyrik, la quale presenta un solo registro in compressione e non permette la gestione separata di alte e basse velocità. La regolazione è comunque molto efficace, ed anche in questo caso si rivelerà d’aiuto nel compensare un’eccessiva linearità che altrimenti darebbe qualche problema sui tracciati più ripidi. Problema che verrebbe ulteriormente amplificato dall’elevato angolo sterzo della Redemption.

Al posteriore partiamo con un sag attorno al 25% su entrambi i mezzi. Tale valore si rivelerà azzeccato per la Sanction, mentre sulla Redemption lo ridurremo per motivi che vedremo più avanti. Completiamo la taratura del DHX montato sulla GT immettendo 160 psi nel piggyback ed avvitando il registro del bottom-out fino alla posizione intermedia. Entrambe le tarature si riveleranno soddisfacenti, permettendo la corretta frenatura in compressione, il lavoro ottimale del Propedal ed un’appropriata resistenza al finecorsa.
Una controllata alla pressione delle gomme e siamo pronti per partire. A proposito di coperture, bisogna rimarcare che i sottili fianchi delle Nevegal ci costringono a pressioni un po' superiori a quelle normalmente utilizzate. Le Devox montate sulla Felt sono invece una novità assoluta per noi, e nonostante i fianchi al tatto molto simili a quelli delle Nevegal, “osiamo” qualcosa in più. Mal che vada pizzicheremo...


Ottimo prestazioni discesistiche per le (per noi) sconosciute coperture Devox montate da Felt e cerchi molto resistenti.

Salita scorrevole
Entrambe le biciclette si comportano bene dal punto di vista bobbing, ma è l’Equilink di Felt a dimostrarsi più stabile. Nonostante la generosa escursione posteriore, infatti, più di una volta è capitato di salire dimenticandoci il Propedal aperto senza per questo percepire oscillazioni apprezzabili. A Propedal chiuso entrambe le sospensioni sono praticamente immobili, anche se va rimarcato che l'azione sul Float RP2 è molto più marcata di quanto non lo sia sul DHX montato sulla Sanction.
Ciononostante la GT ci è parsa meno faticosa, probabilmente grazie al set ruote meno pesante e più scorrevole. A vantaggio della Sanction anche la possibilità di settare la forcella all’escursione intermedia di 130 mm, mentre la Lyrik montata sulla Redemption consente le sole opzioni 160 – 115 mm.


Salita tecnica
In questo ambito la Felt si è rivelata particolarmente performante, soprattutto all’aumentare della pendenza. A suo favore giocano sia le quote geometriche (angolo sterzo verticale ed altezza del movimento centrale) che l’ottimo comportamento del carro, la cui stabilità permette di lasciare il Propedal aperto sfruttandone così appieno le doti assorbenti. Buono anche il comportamento antisquat, particolarmente apprezzato vista l’abbondante escursione posteriore. Peccato per il peso elevato del mezzo e del set ruote, che alla lunga si fanno sentire.
La GT, per quanto più che soddisfacente, richiede invece maggiori spostamenti del corpo per contrastare la tendenza dell’anteriore ad alzarsi sulle pendenze più elevate. Segnaliamo per correttezza che il reggisella originale, a differenza del telescopico utilizzato, non presenta arretramento e porterebbe perciò beneficio in tal senso.


Garda_MTB02.jpeg

In salita sui suggestivi sentieri del Lago di Garda

Discesa veloce/sconnessa
Questo è il campo d’elezione della Sanction, che grazie all’angolo sterzo disteso ed all’interasse elevato ispira grande fiducia invogliando ad una guida all’attacco con il peso ben caricato sull’anteriore.
Più nervosa la Redemption, che in particolare sui fondi molto rotti costringe ad un maggior arretramento dei pesi e ad una guida sulla difensiva. Di parziale aiuto è la linearità del carro abbinata ai 165 mm di travel, la quale fa sì che il retrotreno scorra sul velluto anche sui fondi peggiori. Il rovescio della medaglia si presenta però sui drop, dove la resistenza al finecorsa della Felt è assolutamente insufficiente. Tamponeremo parzialmente il problema adottando valori di sag molto bassi per la tipologia di bici, con effetti collaterali in parte mitigati dalle citate doti assorbenti.
Non altrettanto “morbidoso” il feeling trasmesso dalla sospensione posteriore della GT, che comunque compie egregiamente il suo dovere pur con le caratteristiche tipiche dei monocross tipo un certo nervosismo in frenata.
Il divario prestazionale fra i due mezzi in questo ambito è comunque elevato in favore di GT.

Garda_MTB04.jpeg

In discesa da Passo Rocchetta (sentiero 422)

Singletrack guidato
Abbastanza equivalenti le prestazioni delle due bici sui tracciati meno sconnessi ma molto “guidati”.
La Felt ha dalla sua la grande facilità con la quale curva, apprezzabile per chi non è abituato ad una guida aggressiva e ben caricata sull’anteriore. La GT richiede un po’ più di impegno ed aggressività nelle curve strette in veloce sequenza, ma si avvantaggia lievemente quando la velocità sale.

Garda_MTB03.jpeg


Garda_MTB01.jpeg

Discesa suggestiva fra le grotte di Massone

Discesa tecnica
Che si tratti di tenere la ruota posteriore a terra o di alzarla in nose, la Felt gira più facilmente. Purtroppo sulle sezioni più ripide e gradonate paga ancora una volta le geometrie un po' particolari, non trasmettendo molta sicurezza.
Decisamente più a suo agio la GT grazie alle geometrie più favorevoli, che però la rendono un po' “macchinosa” nei tornantini particolarmente stretti dove è richiesta una certa decisione, specie se la pendenza non è accentuata.
Una nota di merito per le coperture Devox montate sulla Redemption, la cui tenuta ci ha veramente sorpresi. Peccato non siano disponibili in aftermarket...


Conclusioni
Felt Redemption2 e GT Sanction1 sono due bici simili sulla carta ma dall’anima ben diversa alla prova dei fatti.

La Felt paga una geometria un po’ particolare ed il peso elevato, soprattutto a livello di ruote. Per contro è facile da condurre nel “guidato”, dove anche chi non è abituato ad una guida aggressiva e ben caricata sull’anteriore non avrà difficoltà nel portarla in curva. L'Equilink abbinato al Float RP2 si è rivelato ottimo in fase di pedalata ed in quanto a doti assorbenti, ma carente dal punto di vista della resistenza al finecorsa.

Decisamente diversa l’anima della GT, che con le sue geometrie da "miniDH" ed un’ottimale progressività del carro è un autentico invito a nozze per chi ama spingere sulle discese più veloci e dissestate o cimentarsi in qualche drop. Un po' elevato il peso in rapporto al prezzo, a maggior ragione se si pensa che l’acquisto di un reggi telescopico sarà una necessità per molti e comporterà un ulteriore aggravio su entrambi i fronti.



Problemi riscontrati nel corso del test
Cominciamo con un inconveniente capitatoci più volte in discesa con il DHX montato sulla Sanction, vale a dire la chiusura involontaria del Propedal probabilmente a causa di accidentali contatti delle protezioni con la levetta di comando.
Non ci sentiamo di imputare il problema alla bicicletta, visto il posizionamento più che normale dell’ammo, bensì al fatto che basta una minima pressione sulla levetta di chiusura perché questa scatti portandosi in posizione di propedal chiuso.
Potrebbe sembrare una banalità, ma in realtà si tratta di una scocciatura non da poco che abbiamo risolto mediante un accrocchio fatto con un paio di fascette ancorate al top tube che impediscono alla levetta in questione di spostarsi dalla posizione di aperto.
Come soluzione temporanea può andare, ma oltre che esteticamente inguardabile è decisamente poco pratica nel caso di tracciati che prevedano frequenti aperture/chiusure del Propedal.
Una possibile soluzione (da verificare) potrebbe essere quella di recuperare una levetta delle versioni pre-2009, di dimensioni più piccole e quindi meno esposta a contatti accidentali.


Felt Redemption2
_allentamento mozzo posteriore

GT Sanction1
_L’ammortizzatore montato inizialmente aveva dei problemi all’idraulica, probabilmente per un problema di cavitazione.
_L’ammortizzatore arrivato in sostituzione, inizialmente perfetto, a fine test mostrava anch’esso lievi sintomi di cavitazione. Ipotizziamo che l’elevato rapporto di compressione sia piuttosto stressante per l’idraulica.
_Allentamento bulloni fissaggio del dropout lato sx.



Geometrie
(cliccare sulle immagini per ingrandire)

Felt Redemption2

[FONT=&quot]
[/FONT]GT Sanction1


Valori rilevati

Interasse:

Redemption2: 1145mm
Sanction1: 1165 mm

Angolo sterzo:
Redemption2: 68°
Sanction1: 65°

Altezza movimento centrale:
Redemption2: 363 mm
Sanction1: 363 mm

Peso bici completa senza pedali:
Redemption2: 15.69 kg
Sanction1: 14.93 kg

Peso ruota anteriore completa:
Redemption2: 2342 g
GT Sanction1: 2146 g

Peso ruota posteriore completa:
Redemption2: 2902 g
GT Sanction1: 2575 g

Montaggi

Felt Rdemption2


GT Sanction1



Prezzi

Felt Redemption2: 2499 Euro
GT Sanction1: 3799 Euro

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Dalla pratica alla teoria, ovvero l'Equilink di Felt e l'I-Drive di GT analizzati da Zergio con il software Linkage

Due MTB a confronto, due sistemi ammortizzanti fuori dagli schemi classici completamente differenti, ma frutto della ricerca atta ad aumentare l'efficacia delle full suspended sia nella pedalata che nella fase di discesa.
Entriamo nello specifico iniziando, per anzianità, dal sistema brevettato da GT (patent 6073950 del 1997) denominato Independet Drivetrain (ID). Tale progetto può essere considerato una evoluzione del monopivot: il carro si muove su un infulcro fisso ma, a differenza del suo antenato, il movimento centrale non è sul triangolo principale ma ruota su una biella fissata sul carro posteriore. A sua volta quest’ ultima è vincolata al triangolo pricipale grazie ad una barra chiamata dogbone (quello in blu);

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geniale soluzione per contenere l'aumento della quota del carro posteriore durante l’escursione e quindi anche il pedal kickback rispetto ad un monopivot con le stesso punto di infulcro.

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Minore pedal kickback significa minor interferenza del peso del biker sui pedali mentre la sospensione è al lavoro sulle asperità delle discese (quindi minor inibizione del carro) e maggiore comfort in pedalata.
Per il resto si può assumere l' ID come un semplice monopivot: l'infulcro principale molto alto porta ad una traiettoria ruota con andamento verso il posteriore per tutta la corsa dell'ammortizzatore con tutti i suoi pro (come l'aumento del passo della bicicletta e blande accelerazioni verticali del centro di massa) e contro (brake lockout):

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La curva di progressione del carro posteriore è pressochè lineare (quella sotto rappresentata è stata determinata assumendo di avere una unità di sospensione lineare, cioè una molla) ma resa progressiva dall'ammortizzatore Fox DHX air 5.0 custom made con volume aria standard (non il classico high-volume presente in catalogo after market).

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Il rapporto di compressione, data l'elevata escursione alla ruota e corsa dell'ammortizzatore di appena 50 mm, è elevato; ciò porta ad una minore sensibilità del sistema e può far nascere un eccessivo stress dell'unità di sospensione:

picture.php


Equilink: recente sviluppo, da parte di Felt, del sistema VPP (Virtual Pivot Point). Si differenzia dal VPP per i 2 bracci corti uniti da una barra (la barra anodizzata rossa) e, ad escursioni importanti come nel nostro caso, per l'aggiunta di un ulteriore infulcro sui foderi alti (come nei 4 bracci senza Horst).

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Tale accorgimento nasce per minimizzare il bobbing che si può presentare in un VPP classico: considerando la MTB che viaggia da sinistra a destra, l'accelerazione della pedalata tende ad estendere l'ammortizzatore (per l'antisquat maggiore di 100%) quindi il braccio corto superiore (il leveraggio dell'ammortizzatore) tende a girare in senso antiorario; questa forza si va a sommare al movimento del braccio corto inferiore, anch'esso in senso antiorario, sui foderi bassi per effetto del tiro catena in ogni rapporto utilizzato. La sospensione viene così energicamente tenuta aperta e il bobbing è sensibilmente attenuato. Il sistema è completamente libero di muoversi durante la discesa; insomma una sorta di piattaforma stabilizzante integrata nel carro posteriore.
Ulteriori grafici e relative analisi non sono possibili per limiti del programma utilizzato, ci scusiamo.
 

nencio

Biker delirius tremens
25/1/06
11.942
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Cecina
www.mtb-cecina.it
sto girando fra tutti i test di Muldox e Marco qui sul forum
le sto provando quando possibile, ma credo che alla fine il problema sia quello di voler trovare una bici totale che credo non esista (almeno per me)
 

VIAGRA

Biker superioris
30/5/07
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Cesena
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La GT l'ho provata e posso confermare in pieno quello detto in questo test.
In discesa è veramente inarrestabile, purtroppo anche nel misto stretto, infatti in curva mi ha fermato un pino, perchè pensavo di girare come con la mia LAPIERRE e quindi nel momento cruciale sono andato dritto .... :smile:
Complimenti ragazzi ....
 

NIPI

Biker forumensus
25/2/09
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Portus Naonis
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Bike
Strive Al 'NIPI' race
Stupendo confronto!

Siete sempre più bravi a cogliere gli aspetti che 'fanno' la bici, specialmente in questo caso dove i due mezzi vanno un pò fuori dagli schemi per tipo di sospensione, geometrie e montaggio.

Le ruote della Sanction sono le Gravity da 2,5 kg o le Gravity Light da 2,3 kg?

Credete che dotando la Redemption di un'ammortizzatore come il DHX 5.0 air il carro possa migliorare le prestazioni che offre?
 

muldox

Biker nirvanensus
30/10/02
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Valtellina
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Cube Stereo 29
Le ruote della Sanction sono le Gravity da 2,5 kg o le Gravity Light da 2,3 kg?

Credete che dotando la Redemption di un'ammortizzatore come il DHX 5.0 air il carro possa migliorare le prestazioni che offre?

_Le ruote sono le Gravity Light

_Il grosso limite della sospensione posteriore della Redemption in test era l'insufficiente resistenza al finecorsa, per il resto nulla da dire.
Magari sarebbe sufficiente adottare una camera dal volume ridotto sul Float, soluzione adottata anche da GT proprio sulla Sanction, come spiegato da Zergio nel capitolo di analisi delle sospensioni:

"...La curva di progressione del carro posteriore è pressochè lineare.........ma resa progressiva dall'ammortizzatore Fox DHX air 5.0 custom made con volume aria standard (non il classico high-volume presente in catalogo after market)..."

Grazie a tutti per i complimenti :-)
 

muldox

Biker nirvanensus
30/10/02
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Valtellina
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Cube Stereo 29
Al capitolo "Problemi riscontrati nel corso del test" è stata aggiunta una parte relativa al DHX montato sulla Sanction che era stata dimenticata.

Scusate per l'inconveniente :pirletto:
 

Gingig

Biker marathonensis
17/6/07
4.292
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Provincia Milano
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Caspita che bel test !
Grazie a tutti per il lavoro fatto !!!

Domanda: con l'Hammerschmidt della Sanction hai avuto problemi nel senso che ti ha soddisfatto? (mi pare che fosse presente per la prima volta in test)

Un grado, un grado e mezzo di apertura angolo sterzo sulla Felt avrebbe potuto cambiare l'anima della bici, forse, ipotesi...

Certo che quasi 16 kg. di peso per una bike che deve essere pedalata, son tanti...

Quando dichiarate i pesi son compresi i pedali?

Ciao
 

muldox

Biker nirvanensus
30/10/02
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Domanda: con l'Hammerschmidt della Sanction hai avuto problemi nel senso che ti ha soddisfatto? (mi pare che fosse presente per la prima volta in test)...

Sì, l'Hammerschmidt ci ha sostanzialmente soddisfatti ma non ci è parso indispensabile. In fin dei conti rispetto ad una guarnitura standard presenta sia pro che contro.

...Un grado, un grado e mezzo di apertura angolo sterzo sulla Felt avrebbe potuto cambiare l'anima della bici, forse, ipotesi...

Lo penso anch'io, anche se siamo nel campo delle ipotesi e rimane comunque la pecca della scarsa progressività della sospensione posteriore.
Un esperimento interessante sarebbe ad esempio quello di montare una serie sterzo che permetta di variare l'angolo (mi pare esistano, tanto più che con un cannotto da 1 1/8 e tubo sterzo per cannotti da 1.5" c'è parecchio agio) e vedere cosa succede.
Qualcosina si potrebbe poi recuperare giocando con le coperture, magari lasciando quella montata di serie all'anteriore (che oltre ad avere un buon volume ha la tasssellatura parecchio alta) e mettere qualcosa di più piccolo dietro.
A quel punto prenderesti più di un piccione con una fava, ottenendo anche un abbassamento generale delle quote in senso verticale che come detto ci sono parse un po' abbondanti.
Bisognerebbe ovviamente fare i conti con l'aumento dell'interasse e l'abbassamento del movimento centrale, ma visti i valori rilevati direi che un po' di margine c'è.

...Quando dichiarate i pesi son compresi i pedali?...

Le bici le pesiamo sempre senza pedali (è scritto nel test).
 

Rix

Biker dantescus
24/2/08
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Villa Rosa (TERAMO)
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avrei una domanda da fare,scusate se magari può sembrare banale,ma l'angolo di sterzo troppo aperto per le salite della GT,non si sarebbe chiuso abbassando la forcella tramite il talas in modo da avere miglioramento in salita?:nunsacci:,o era troppo aperto anche se la forca era settata a 115?
 

pedro1973

Biker assatanatus
13/9/03
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Ritengo molto interessanti questi confronti diretti, complimenti. Riguardo la felt avrei giurato che la sospensione fosse meno sensibile ai piccoli urti ma evidentemente mi sbagliavo. Riguardo l'aumento di pressione del float può essere una soluzione per contrastare le linearità del carro? Quanto inficia sulla sensibilità?

Ciao
Francesco
 

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