Target: Elan Bike Park (Slo)
Date: 11/6/004
Soldiers: Panzer, BIT, Pali
La missione ha ufficialmente inizio il 19 alle ore 8 :22, ora di arrivo di Bit alla stazione di Monfalcone. Carichiamo armi e bagagli e partiamo alla volta della Slovenia. A Tarvisio canniamo di brutto il fatidico bivio. Solo dopo 10 km di strada in mezzo ai monti Bit intuisce che ci stiamo dirigendo chissàdove……180, prima seconda terza da urlo e via, si torna indietro! Il tempo passa gradualmente da “sole chhe spacca le pietre2 a “sole che spacca” a “sole che non spacca più” a “che spaccamento di coglioni sta pioggia”…..siamo un po avviliti ma si procede….arriviamo ad un microscopico confine sperduto in mezzo a boschi monti e orsi, sconfiniamo e dopo pochi km il cartello annunciatore “Elan Bike Park”. Siamo giunti alla Mecca!!!!!! Ci dirigiamo subito all’arrivo della dh, e vediamo dei ragazzi zompare qua e la su un micro percorso di dual. Facciamo conoscenze e scopriamo che sono di Vienna. Chiedo loro in inglese “che specialità fate di solito?” risp “Drop”, io “quindi freeride”, risp loro “only drop”……ok,idee chiare e concise, i ragazzi sanno ciò che vogliono! Il tempo continua a passare da “sole che batte anche dove di solito ce ombra” a “nuovoloso misto pioggia ghiacciata che moriremo di freddo”. Guardiamo la seggiovia e un dubbio ci assale: ma dove cavolo si appendono le bici?”……lo scopriremo…..siamo titubanti sul da farsi. Ma arriva il mega direttore galattico dott ing gran figl di *** lup mannar della Elan, che ci invita a muoverci ad andare su e girare. Cogliamo al volo l’invito, indossiamo le corazza medievali e via. BIT , con un gesto eroico da cavaliere della tavola rotonda, alla faccia della sua spalla distrutta decide di noleggiare una bici Elan e scendere con me. Una medaglia al valore per il ragazzo please. Arriva The Moment: dobbiamo appendere le bici. In pratica vedi arrivare il seggiolino con un microscopico gancio messo mooolto in alto. A quel punto, con una coordinazione di tempo-movimento degna di un neurochirurgo devi sollevare la bici, appenderla per la ruota, correre in avanti anticipando il seggiolino, abbassare il sedile se è alzato, saltare sul seggiolino, chiudere la sicurezza e pregare. Riusciamo al primo colpo nell’impresa. Partiamo….e dopo venti metri di risalita attacca a piovere. Ma di brutto. Io e Bit siamo imprigionati sul seggiolino con la nostra fedele bici al fianco, e siamo impotenti di fronte alla mare d’acqua che ci si rovescia addosso. Ridiamo e spariamo cazzate….e mentre saliamo sotto a noi si iniziano a vedere i primi salti artificiali in legno, con relativo biker che arriva a mach 3, salta in orbita e atterra in una marea di fango liquido e scivolosissimo come se fosse asfalto……..il posto è meraviglioso, la pista e fatta davvero ad arte e le strutture sono opere perfette. Mi giro verso Bit e gli urlo “qui è il british Columbia! Whistler ci fa un baffo a noi dell’east coast!”. Arriviamo in cima e arriva il secondo The Moment: bisogna tirare giù la bici. Riprendiamo la concentrazione da neurochirurgo, salto al volo giù dal seggiolino, faccio due passi per anticipare la bici, la prendo al volo e AZZ…. Mancata!!!!!! Il seggiolino con bici appesa arriva alla grande ruota che tira i cavi, la bici per forza centrifuga viene sparata in alto, e per fortuna pochi metri prima di scendere a valle la recupero….fiuuuuu…..siamo in cima e piove di bestia. Con noi anche gli Austriaci di prima. Che si fa? Si scende ovvio. E qui inizia la libidine libidinosa. Premetto che il terreno era tutto una fanghiglia di erba misto fango liquido profondo 10 cm in cui ogni frenata equivaleva a caduta, e tutto il legno delle rampe,drop e northshore era identico a ghiaccio in fase di scioglimento. Allora si parte , prima curva e droppetto di mezzo metro giusto per scaladrci. Si zompa e via, breve rettilineo e si arriva subito alla DROP ZONE: tre salti in altezza crescente con atterraggio su prato inclinato di 35 gradi completamente fangoso e impraticabile, più sulla desta ENOLA GAY: un drop da due metri e 10 circa alla stacco, che con rincorsa presa a manetta, diventano minimo 4 di drop per 10 di lunghezza in volo. Mi faccio coraggio e provo il primo dei tre drop affiancati. Arrivo un po troppo allegro e salto un bel po nonostante la scarsa altezza dello stacco. L’atterraggio è il nulla. La ruota inizia a tirare su acqua e fango, non vedo piu niente e non posso assolutamente frenare pena scivolata da motomondiale, accarezzo le leve freno e mi fermo almeno 50 metri dopo, sulla strada sotto. Brividi….ma che figata!!!!! A causa dell’inclinazione del terreno si vola anche con poco! Ad un tratto arriva un tipo tranquillissimo, imbocca la rampa del droppone immane a non piu di 10 km/h, arriva sul bordo. “ora si ferma e guarda” penso. Sul bordo da un colpo di pedal kick e si lascia cadere nel vuoto. Sta in aria un bel po, atterra perfetto nella melma, un rumore apocalittico di fondo corsa, e via tranquillo. GULP. Vabbe, riprovo il salto piccolo con piu sicurezza e me la cavo decisamente meglio. Oggi il fango mi è amico. Bit guarda terrorizzato i kamikaze che si sparano i salti nel vuoto, realizza che sono pazzi e ripartiamo. Rettilineo, un bel dirt nel mezzo del prato e poi un basculante enorme posto sopra ad una rampa rialzata con discesa sia in drop che in rampa. Passo indenne l’ostacolo e ci immettiamo in tratto che BIT si ricorda sicuramente: un lasagnone di fango disumano dove la bici scende senza il minimo controllo. Che numeri! In questo tratto altri 3 drop da almeno un metro e mezzo con rampa per chi non se la sente. Arriviamo sul wallride. Impraticabile purtroppo. E qui troviamo uno dei tre vienesi conosciuti prima con una mano fracassata. Ha provato a salire sul wallride e si è fatto male. Per lui giornata conclusa. Azz. Si continua, drop di terra nel bosco , rettilineo con sponda, compressione e in fila due drop da passa i due metri uno in fila all’altro. Se sbagli il primo rischi di arrivare a qulo anche sul secondo. Se ne vedono di belle, atterraggi in derapata con scivoloni da decine di metri, alcuni che all’ultimo ci ripensano e abbandonano la bici nel vuoto, io che freno sulla rampa e la bici che se ne va da sola senza di me….. ripartiamo, rettilineo velocissimo, saltone che se è asciutto non so quanti metri voli e finalmente il north shore nel bosco. Il legno è tutto bagnato e coperto di fanghiglia, le passerelle in alcuni punti supernao i 2 metri di altezza, ci sono drop vari, discese ripide su legno, un salto stranissimo che si avvita verso il lip e che ti porta a saltare in curva, con l’atteraggio quasi su un altro wallride. Anche qui temo ci siano state diverse cadute. Si esce dal bosco velocissimi, un altro basculante da prendere a mille, e poi due drop affiancati, uno sul metro e l’altro sul metro e mezzo, dove arrivavo a tutta e saltavo davvero lungo, che figata, atterraggio e si arriva sulla micro pista da dual finale. Salti curve e 3 ostacoli finali a scelta: droppettino, basculante o passerella non piu larga di una gomma. Opto per il drop e finish. Arriviamo tutti e due sani e salvi. Mi sono dimenticato di dirvi che lungo tutto il percorso e all’arrivo c’erano tantissimi fotografi appostati in ogni dove, alla ricerca della foto da pubblicare su chissà quale rivista o sito! Che storia! Ci sentiamo come quelli dei video, tutti che ti fotografano all’arrivo , siamo inzuppati dalla testa ai piedi e marroni di fango! In mezzo a tutto sto tram tram passa un cameriere in papillon che offre ai piloti vassoi enormi colmi di tartine da leccarsi i baffi! Ma dove lo trovi un bike park che quando arrivi alla fine sfigurato dalla fatica/pioggia/fango trovi uno che ti offre tartine in camicia bianca? Assurdo! Io e Bit ci guardiamo soddisfatti e benediciamo tutta quell’atmosfera infernale. Un momento di sosta per l’inaugurazione ufficiale del bike park. Ne aprofittiamo per mamgiare polenta e gulasch con bibite distribuite da avvenenti signorine, il tutto assolutamente gratis! Ed anche il noleggio delle bici da fr-dh era tutto gratis! Incredibile!. Bit cambia bici, oggi si proverà tutta la gamma delle Elan! Ci rimettiamo in coda e di nuovo su in seggiovia. E di nuovo lavaggio automatico! Pioggia a tutta! Ormai rassegnati ma diveriti ci godiamo le scense sotto di noi, con orde di freerider assatanati che si lanciano a tutta su ogni salto! Hardcore!!!!! Io mi sento gasatissimo, ce pioggia fango freddo e un percorso da brividi che mi aspetta! Sembra davvero di essere in Canada! Purtroppo la pioggia è battente e Bit non puo fare le foto. Con noi ora ce anche Pali, freeriders local, che si sparerà la dh. Di nuovo la solita figatissima , ci divertiamo come matti, miracolosamente la spalla di Bit regge, e sempre piu gasati completiamo il secondo giro. Ormai ho la terra anche in bocca , sono una massa informe di fango e la bici segue la stessa sorte. Devo dire che la mia shockwave con gomme da 3.0 e Monster ha attirato tantissima attenzione, è stata filmata e fotografata da molte persone, e tantissime mi hanno chiesto informazioni sul mio mezzo. Le gomme da 3 sul fango hanno funzionato benissimo, complice il fango cmq liquido e i passaggi ruota iper abbondanti. Alla fine del secondo giro ricompare il maggiordomo di prima, e questa volta offre ai riders cestini colmi di frutta fresca……ma dove lo trovi un psoto cosi??? This is the heaven!!!! Ad un tratto comincia a piovere in maniera veramente forte che fa quasi paura. un rovescio temporalesco da paura, ce acqua dappertutto ormai. Aspettiamo sotto il tendone. Appena cessa un po si organizza una garetta di dual sulla parte finale del percorso. Questo e ridotto ad un pozzangherone da cui spuntano i salti. Partecipano vari rider, si vedono voli e schianti, ma tutti ci danno dentro alla grande. Io decido di non partecipare, voglio fare ancora delle discese. Vedo che tre ragazze slovene che partecipano spesso alle gare di dh si accingono a prendere la seggiovia. Mi accodo a loro e scendero in compagnia delle donzelle. Bit decide di darsi un moneto di tregua e rimarrà a fare foto. Dopo la mega pioggia di prima il percorso è infame, ma scendo allegro e felice lo stesso, zero cadute e mooolto divertimento. All’arrivo il fango è ormai parte di me e sono irriconoscibile. Ma…..spunta un po di sole!!!!!! Incredibile!!!!!! BIT viene preso dall’euforia, Pali idem, e cosi via” di nuovo su in cima per altri zompi! Stavolta finalmente si puo fotografare in pace. Le bici ormai hanno perso le loro forme ed il loro colore, è tutto una massa marrone semovente! Nel bosco Bit mi fa notare che la mia bici stesa nella terra diventa completamente mimetica, nemmeno la si vede! Che storia! All’ultimo giro provo un passaggio del northshore che non avevo ancora tentato, faccio il pelo ad un albero, metto la ruota sulla passerella con una precisione millimetrica e via! Passaggio chiuso! Urrà! Euforico mi dirigo verso il finale, zompi finali e finish! Decido che per oggi basta cosi, non mi reggo quasi in piedi e non so come farò a pulire tutto! Per fortuna un signore , preso da compassione mentre infilavo quel che restava della mia bici in auto, mi indica una pompa per lavare la bici. Sono salvo!!!! Io e Bit ci cambiamo, ci ripuliamo ed andiamo a salutare gli amici. Quando ad un tratto vediamo arrivare le tre dee che vedete sicuramente in qlc foto dell’evento! Ammazza che bone!!!!! Questa si che è la degna conclusine della giornata……ma dove lo trovi un bike park dove dopo una giornata passata a galleggiare nella melma vieni allettato da cotanta salute? Elan Bike Park, un’altra perla si aggiunge alla nostra zona. East Coast is the law.
Date: 11/6/004
Soldiers: Panzer, BIT, Pali
La missione ha ufficialmente inizio il 19 alle ore 8 :22, ora di arrivo di Bit alla stazione di Monfalcone. Carichiamo armi e bagagli e partiamo alla volta della Slovenia. A Tarvisio canniamo di brutto il fatidico bivio. Solo dopo 10 km di strada in mezzo ai monti Bit intuisce che ci stiamo dirigendo chissàdove……180, prima seconda terza da urlo e via, si torna indietro! Il tempo passa gradualmente da “sole chhe spacca le pietre2 a “sole che spacca” a “sole che non spacca più” a “che spaccamento di coglioni sta pioggia”…..siamo un po avviliti ma si procede….arriviamo ad un microscopico confine sperduto in mezzo a boschi monti e orsi, sconfiniamo e dopo pochi km il cartello annunciatore “Elan Bike Park”. Siamo giunti alla Mecca!!!!!! Ci dirigiamo subito all’arrivo della dh, e vediamo dei ragazzi zompare qua e la su un micro percorso di dual. Facciamo conoscenze e scopriamo che sono di Vienna. Chiedo loro in inglese “che specialità fate di solito?” risp “Drop”, io “quindi freeride”, risp loro “only drop”……ok,idee chiare e concise, i ragazzi sanno ciò che vogliono! Il tempo continua a passare da “sole che batte anche dove di solito ce ombra” a “nuovoloso misto pioggia ghiacciata che moriremo di freddo”. Guardiamo la seggiovia e un dubbio ci assale: ma dove cavolo si appendono le bici?”……lo scopriremo…..siamo titubanti sul da farsi. Ma arriva il mega direttore galattico dott ing gran figl di *** lup mannar della Elan, che ci invita a muoverci ad andare su e girare. Cogliamo al volo l’invito, indossiamo le corazza medievali e via. BIT , con un gesto eroico da cavaliere della tavola rotonda, alla faccia della sua spalla distrutta decide di noleggiare una bici Elan e scendere con me. Una medaglia al valore per il ragazzo please. Arriva The Moment: dobbiamo appendere le bici. In pratica vedi arrivare il seggiolino con un microscopico gancio messo mooolto in alto. A quel punto, con una coordinazione di tempo-movimento degna di un neurochirurgo devi sollevare la bici, appenderla per la ruota, correre in avanti anticipando il seggiolino, abbassare il sedile se è alzato, saltare sul seggiolino, chiudere la sicurezza e pregare. Riusciamo al primo colpo nell’impresa. Partiamo….e dopo venti metri di risalita attacca a piovere. Ma di brutto. Io e Bit siamo imprigionati sul seggiolino con la nostra fedele bici al fianco, e siamo impotenti di fronte alla mare d’acqua che ci si rovescia addosso. Ridiamo e spariamo cazzate….e mentre saliamo sotto a noi si iniziano a vedere i primi salti artificiali in legno, con relativo biker che arriva a mach 3, salta in orbita e atterra in una marea di fango liquido e scivolosissimo come se fosse asfalto……..il posto è meraviglioso, la pista e fatta davvero ad arte e le strutture sono opere perfette. Mi giro verso Bit e gli urlo “qui è il british Columbia! Whistler ci fa un baffo a noi dell’east coast!”. Arriviamo in cima e arriva il secondo The Moment: bisogna tirare giù la bici. Riprendiamo la concentrazione da neurochirurgo, salto al volo giù dal seggiolino, faccio due passi per anticipare la bici, la prendo al volo e AZZ…. Mancata!!!!!! Il seggiolino con bici appesa arriva alla grande ruota che tira i cavi, la bici per forza centrifuga viene sparata in alto, e per fortuna pochi metri prima di scendere a valle la recupero….fiuuuuu…..siamo in cima e piove di bestia. Con noi anche gli Austriaci di prima. Che si fa? Si scende ovvio. E qui inizia la libidine libidinosa. Premetto che il terreno era tutto una fanghiglia di erba misto fango liquido profondo 10 cm in cui ogni frenata equivaleva a caduta, e tutto il legno delle rampe,drop e northshore era identico a ghiaccio in fase di scioglimento. Allora si parte , prima curva e droppetto di mezzo metro giusto per scaladrci. Si zompa e via, breve rettilineo e si arriva subito alla DROP ZONE: tre salti in altezza crescente con atterraggio su prato inclinato di 35 gradi completamente fangoso e impraticabile, più sulla desta ENOLA GAY: un drop da due metri e 10 circa alla stacco, che con rincorsa presa a manetta, diventano minimo 4 di drop per 10 di lunghezza in volo. Mi faccio coraggio e provo il primo dei tre drop affiancati. Arrivo un po troppo allegro e salto un bel po nonostante la scarsa altezza dello stacco. L’atterraggio è il nulla. La ruota inizia a tirare su acqua e fango, non vedo piu niente e non posso assolutamente frenare pena scivolata da motomondiale, accarezzo le leve freno e mi fermo almeno 50 metri dopo, sulla strada sotto. Brividi….ma che figata!!!!! A causa dell’inclinazione del terreno si vola anche con poco! Ad un tratto arriva un tipo tranquillissimo, imbocca la rampa del droppone immane a non piu di 10 km/h, arriva sul bordo. “ora si ferma e guarda” penso. Sul bordo da un colpo di pedal kick e si lascia cadere nel vuoto. Sta in aria un bel po, atterra perfetto nella melma, un rumore apocalittico di fondo corsa, e via tranquillo. GULP. Vabbe, riprovo il salto piccolo con piu sicurezza e me la cavo decisamente meglio. Oggi il fango mi è amico. Bit guarda terrorizzato i kamikaze che si sparano i salti nel vuoto, realizza che sono pazzi e ripartiamo. Rettilineo, un bel dirt nel mezzo del prato e poi un basculante enorme posto sopra ad una rampa rialzata con discesa sia in drop che in rampa. Passo indenne l’ostacolo e ci immettiamo in tratto che BIT si ricorda sicuramente: un lasagnone di fango disumano dove la bici scende senza il minimo controllo. Che numeri! In questo tratto altri 3 drop da almeno un metro e mezzo con rampa per chi non se la sente. Arriviamo sul wallride. Impraticabile purtroppo. E qui troviamo uno dei tre vienesi conosciuti prima con una mano fracassata. Ha provato a salire sul wallride e si è fatto male. Per lui giornata conclusa. Azz. Si continua, drop di terra nel bosco , rettilineo con sponda, compressione e in fila due drop da passa i due metri uno in fila all’altro. Se sbagli il primo rischi di arrivare a qulo anche sul secondo. Se ne vedono di belle, atterraggi in derapata con scivoloni da decine di metri, alcuni che all’ultimo ci ripensano e abbandonano la bici nel vuoto, io che freno sulla rampa e la bici che se ne va da sola senza di me….. ripartiamo, rettilineo velocissimo, saltone che se è asciutto non so quanti metri voli e finalmente il north shore nel bosco. Il legno è tutto bagnato e coperto di fanghiglia, le passerelle in alcuni punti supernao i 2 metri di altezza, ci sono drop vari, discese ripide su legno, un salto stranissimo che si avvita verso il lip e che ti porta a saltare in curva, con l’atteraggio quasi su un altro wallride. Anche qui temo ci siano state diverse cadute. Si esce dal bosco velocissimi, un altro basculante da prendere a mille, e poi due drop affiancati, uno sul metro e l’altro sul metro e mezzo, dove arrivavo a tutta e saltavo davvero lungo, che figata, atterraggio e si arriva sulla micro pista da dual finale. Salti curve e 3 ostacoli finali a scelta: droppettino, basculante o passerella non piu larga di una gomma. Opto per il drop e finish. Arriviamo tutti e due sani e salvi. Mi sono dimenticato di dirvi che lungo tutto il percorso e all’arrivo c’erano tantissimi fotografi appostati in ogni dove, alla ricerca della foto da pubblicare su chissà quale rivista o sito! Che storia! Ci sentiamo come quelli dei video, tutti che ti fotografano all’arrivo , siamo inzuppati dalla testa ai piedi e marroni di fango! In mezzo a tutto sto tram tram passa un cameriere in papillon che offre ai piloti vassoi enormi colmi di tartine da leccarsi i baffi! Ma dove lo trovi un bike park che quando arrivi alla fine sfigurato dalla fatica/pioggia/fango trovi uno che ti offre tartine in camicia bianca? Assurdo! Io e Bit ci guardiamo soddisfatti e benediciamo tutta quell’atmosfera infernale. Un momento di sosta per l’inaugurazione ufficiale del bike park. Ne aprofittiamo per mamgiare polenta e gulasch con bibite distribuite da avvenenti signorine, il tutto assolutamente gratis! Ed anche il noleggio delle bici da fr-dh era tutto gratis! Incredibile!. Bit cambia bici, oggi si proverà tutta la gamma delle Elan! Ci rimettiamo in coda e di nuovo su in seggiovia. E di nuovo lavaggio automatico! Pioggia a tutta! Ormai rassegnati ma diveriti ci godiamo le scense sotto di noi, con orde di freerider assatanati che si lanciano a tutta su ogni salto! Hardcore!!!!! Io mi sento gasatissimo, ce pioggia fango freddo e un percorso da brividi che mi aspetta! Sembra davvero di essere in Canada! Purtroppo la pioggia è battente e Bit non puo fare le foto. Con noi ora ce anche Pali, freeriders local, che si sparerà la dh. Di nuovo la solita figatissima , ci divertiamo come matti, miracolosamente la spalla di Bit regge, e sempre piu gasati completiamo il secondo giro. Ormai ho la terra anche in bocca , sono una massa informe di fango e la bici segue la stessa sorte. Devo dire che la mia shockwave con gomme da 3.0 e Monster ha attirato tantissima attenzione, è stata filmata e fotografata da molte persone, e tantissime mi hanno chiesto informazioni sul mio mezzo. Le gomme da 3 sul fango hanno funzionato benissimo, complice il fango cmq liquido e i passaggi ruota iper abbondanti. Alla fine del secondo giro ricompare il maggiordomo di prima, e questa volta offre ai riders cestini colmi di frutta fresca……ma dove lo trovi un psoto cosi??? This is the heaven!!!! Ad un tratto comincia a piovere in maniera veramente forte che fa quasi paura. un rovescio temporalesco da paura, ce acqua dappertutto ormai. Aspettiamo sotto il tendone. Appena cessa un po si organizza una garetta di dual sulla parte finale del percorso. Questo e ridotto ad un pozzangherone da cui spuntano i salti. Partecipano vari rider, si vedono voli e schianti, ma tutti ci danno dentro alla grande. Io decido di non partecipare, voglio fare ancora delle discese. Vedo che tre ragazze slovene che partecipano spesso alle gare di dh si accingono a prendere la seggiovia. Mi accodo a loro e scendero in compagnia delle donzelle. Bit decide di darsi un moneto di tregua e rimarrà a fare foto. Dopo la mega pioggia di prima il percorso è infame, ma scendo allegro e felice lo stesso, zero cadute e mooolto divertimento. All’arrivo il fango è ormai parte di me e sono irriconoscibile. Ma…..spunta un po di sole!!!!!! Incredibile!!!!!! BIT viene preso dall’euforia, Pali idem, e cosi via” di nuovo su in cima per altri zompi! Stavolta finalmente si puo fotografare in pace. Le bici ormai hanno perso le loro forme ed il loro colore, è tutto una massa marrone semovente! Nel bosco Bit mi fa notare che la mia bici stesa nella terra diventa completamente mimetica, nemmeno la si vede! Che storia! All’ultimo giro provo un passaggio del northshore che non avevo ancora tentato, faccio il pelo ad un albero, metto la ruota sulla passerella con una precisione millimetrica e via! Passaggio chiuso! Urrà! Euforico mi dirigo verso il finale, zompi finali e finish! Decido che per oggi basta cosi, non mi reggo quasi in piedi e non so come farò a pulire tutto! Per fortuna un signore , preso da compassione mentre infilavo quel che restava della mia bici in auto, mi indica una pompa per lavare la bici. Sono salvo!!!! Io e Bit ci cambiamo, ci ripuliamo ed andiamo a salutare gli amici. Quando ad un tratto vediamo arrivare le tre dee che vedete sicuramente in qlc foto dell’evento! Ammazza che bone!!!!! Questa si che è la degna conclusine della giornata……ma dove lo trovi un bike park dove dopo una giornata passata a galleggiare nella melma vieni allettato da cotanta salute? Elan Bike Park, un’altra perla si aggiunge alla nostra zona. East Coast is the law.