(giorno 1: http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=176676 )
All’improvviso una sveglia digitale suona nel buio. Guardo l’ora. Sono le sei.
Jag, lisabike e nomad 42 si alzano e cominciano a vestirsi nell’oscurità. Come promesso, vogliono arrivare in notturna al rifugio Sapienza per vedere sorgere il sole sull’Etna. In un fine settimana di 48 ore non bisogna farsi mancare niente!
Io ci penso un attimo, l’alba è risaputo mi piace, ma le previsioni per oggi non sono confortanti. Guardo un attimo fuori dalla finestra, la splendida luna piena di ieri sera è scomparsa e mi sembra di scorgere solo nuvole e nebbia. Come si fa a vedere un’alba con la nebbia? Mi ributto nel letto e li lascio andare al loro destino
Alle otto siamo tutti svegli e vestiti e davanti al caminetto la colazione è pronta, wonderwoman ci fa trovare la tavola imbandita con ogni ben di Dio e naturalmente seby13, quando si tratta di mangiare, è sempre in prima fila:magna:
Ci sediamo a tavola e in quel momento ritornano i nostri eroi della notturna completamente fradici: piove a dirotto, altro che alba!
Mentre provano ad asciugare le loro giacche bagnate, cominciamo a preoccuparci anche noi, visto che oggi è in programma l’altomontana, una strada che fa il giro completo dell’Etna a quote variabili fra i 1400 e i 2000 m, e farla con la pioggia non sarebbe proprio l’ideale, sia perché non potremmo vedere il panorama, ma anche per il fatto di restare otto ore sotto la pioggia senza potere fare una doccia finale, visto che oggi si arriva direttamente all’aeroporto.
Beh, ci penseremo dopo, intanto cominciamo ad incamerare le abbondanti calorie di questa splendida colazione.
Alle 8.30, puntuale come d’accordo, arriva bandw con un suo amico, però in abiti “civili”. Ma come, non venite con noi a fare il giro? Ci rispondono che a Catania sta piovendo a dirotto e ci sono tutte le strade allagate, e quando siamo quasi riusciti a convincerli a partire, la debole pioggia si trasforma in scrosci consistenti. Ci guardiamo in faccia un po’ sconsolati. Cosa facciamo? Rinunciamo anche noi? Aspettiamo che spiova? Se partiamo tardi però non riusciremo a completare il giro!
Abbiamo attraversato tutta l’Italia per venire qui, non possiamo certo rinunciare per “un po’” di pioggia. In pochi secondi la decisione è presa, si parte! Ci mettiamo addosso tutto quello che possiamo, giacche impermeabili, pantaloni da pioggia (chi ce l’ha!) , cappucci, wonderwoman ci rifornisce di sacchetti di plastica per riporre gli indumenti bagnati per il ritorno e via, comincia l’avventura che la pioggia rende ancora più emozionante.
Salutiamo bandw e il suo amico, ci mettiamo d’accordo con Graziella per il recupero bici e cominciamo a pedalare sotto una pioggia battente.
L’unico rammarico è il non potere vedere quello che ci sta intorno, ma per il resto il morale della truppa è alto. Si parte subito in leggera salita, compagigi ci guida con il gps districandosi fra i vari bivi e arriviamo al primo rifugio, dove facciamo una sosta per riparare qualche piccolo problema tecnico alle bici.
Cerchiamo di ripartire il prima possibile e fare poche soste, perché siamo già belli bagnati e ogni volta che ci si ferma il corpo si raffredda in fretta, siamo pur sempre a 2000 m di quota.
Comincia adesso una lunga discesa e ci fermiamo a vedere una grotta formata da una vecchi eruzione.
L’altomontana è davvero molto bella, si passano continue lingue di antica lava, alternate a verdi boschi e a colate più recenti.
Finalmente smette di piovere, la nebbia si alza un po’ e ci permette di vedere meglio cosa c’è anche un po’ più lontano, l’ Etna ci mostra i suoi straordinari colori.
La sterrata si trasforma in sentiero e si passa adesso direttamente sulla colata lavica,
stiamo molto attenti a pedalare sui neri sassi perché sono molto taglienti.
Il panorama è però spettacolare, c’è un breve tratto da fare a spinta,
dariuz cerca di farlo in sella e qui il dramma, salta il forcellino. Siamo nel punto più lontano del giro e non c’è traccia di anima viva oltre a noi.
Bisogna risolvere questo problema, perché dover spingere la bici per il resto del giro sarebbe improponibile. Naturalmente tutti abbiamo lasciato a casa i nostri attrezzi visto il viaggio aereo, ma magicamente acido lattico tira fuori dal cilindro uno smagliacatena, cosi si può riparare la bici di Dariuz trasformandola in single speed. Non molto confortevole in certe situazioni, visto che salita, discesa e piano si alternano spesso, ma perlomeno si può continuare.
Usciamo in breve da questo bel sentiero costellato anche di piccoli crateri
e continuiamo sulla strada, prima nel bosco, poi ancora sulla lava, finche si arriva ad un bivio dove un cartello indica la presenza di alcune grotte. Visto che siamo abbastanza in tabella di marcia, lasciamo le bici e ci avventuriamo alla scoperta in mezzo a mari di antica lava. In pochi minuti arriviamo alla grotta dei lamponi
e approfittando di una guida locale fornita di luci che sorge improvvisamente dalle viscere della terra, ci addentriamo alla scoperta di questo canalone dove una volta scorreva la lava.
In fondo troviamo anche il caratteristico “cimitero delle coccinelle”, cosi chiamato perché le coccinelle che entrano nella grotta non hanno più la forza di uscirne in volo.
Usciamo dalla grotta e intanto anche un timido sole sbuca dalle nuvole.
Riprendiamo a pedalare, ma appena girato un promontorio, ripiombiamo nella fitta nebbia.
Intanto c’è chi studia l’itinerario e chi guarda l’ora,
per adesso si procede bene, ma non bisogna fermarsi troppo. Si continua in leggera discesa e le colate laviche
si alternano sempre più spesso a folti boschi di grandi conifere.
Arriviamo cosi al rifugio Bruneck. Adesso ci attende una salita su asfalto, fino ad arrivare al rifugio Citelli. Da qui inizia una lunga discesa verso Zafferana, ma prima, visto che sono ormai le 14, ci fermiamo per il panino che ci ha preparato wonderwoman e per cambiarci i vestiti bagnati, sia per la pioggia mattutina e sia per la sudata dell’ultima salita. Jag tenta anche di estorcere una birra ad un gruppo di gitanti ma con scarsi risultati.
Dopo esserci finalmente ripresi, affrontiamo il ripido e stretto sentiero nel bosco. In effetti è un sentiero freeride, e le nostre frontine non sono certo l’ideale,
ma ad esclusione dei salti, ognuno da il meglio di se e affronta gli ostacoli con il proprio stile.
Non mancano naturalmente le cadute, ma subito ci si rialza e via, prendiamo confidenza con il terreno umido e pieno di viscide foglie e il divertimento non manca.
Verso la fine del sentiero un tratto lastricato mette a dura prova le nostre braccia, ma i magnifici otto sono duri a morire ed escono vittoriosi anche da questo bosco.
Siamo adesso alla deviazione per il famoso ilice di carrinu, un gigantesco albero secolare e naturalmente non ce lo lasciamo sfuggire, in pochi minuti a piedi arriviamo al leccio e scattiamo le foto di rito.
Riprendiamo la discesa, ancora un tratto lastricato, ormai siamo abituati, poi la strada diventa asfaltata e in breve arriviamo a Zafferana, dove è in corso la sagra dell’ottobrata. Siamo cosi scagliati di colpo dai silenzi e dalla solitudine dell’altomontana al traffico (il vero problema della Sicilia!)
e al vociare di migliaia di persone che si accalcano davanti agli stand culinari della via principale.
Forse (anzi sicuramente) si stava meglio prima, ma facciamo di necessità virtù e, appoggiate le bici, ordiniamo panini con carne e funghi e birra per tutti
Visto il guasto alla bici di dariuz, dobbiamo cambiare il nostro programma perché arrivare a Catania in quelle condizioni sarebbe impossibile. Telefoniamo allora a Graziella e fissiamo l’appuntamento per la consegna delle bici a casa sua, non troppo lontano da Zafferana. In una mezz’ora siamo li, lasciamo le bici in giardino e saliamo sulla land rover che ci porterà all’aeroporto, sono ormai le sei e bisogna partire.
In viaggio bombardiamo Graziella-wonderwoman di tutti i nostri commenti supersoddisfatti anche di questa giornata, completamente diversa dalla prima ma altrettanto bella, in effetti anche oggi, nonostante il tempo, abbiamo visto posti spettacolari, dai sentieri sulla lava al sentiero finale in discesa dal Vitelli, e alla fine la pioggia, per fortuna finita dopo un’ora, è stata il giusto condimento alla splendida giornata, quel pizzico di sale in più che non guasta mai.
Ma Graziella ascolta con un orecchio solo, perché deve stare anche attenta al traffico serale in aumento che, si sa, è il vero problema della Sicilia! YouTube - Le piaghe della Sicilia[/COLOR][/URL]
Arriviamo in aeroporto che è ormai buio, salutiamo e ringraziamo wonderwoman per come ci ha coccolati, scattiamo la foto finale,
entriamo e…..sorpresa, l’aereo che doveva partire alle 20.15 è in ritardo, che alla fine si trasformerà in un superritardo di più di 4 ore. Pazienza, trascorriamo il tempo cenando, chi con piatti tradizionali e chi con gli ultimi cannoli, parlando di questa superba due giorni ma anche di imprese future, dormendo nei posti più impensabili
e consolandoci con il fatto che, per il ritardo, il biglietto ci sarà rimborsato. Sarà un ottimo pretesto per ritornare sull’Etna, che ci è già entrato nel sangue e sarà molto difficile da dimenticare.
Lunedi mattina ore 4.30: rientro a casa a mi lascio cadere nel letto. Nella mia mente passano veloci infinite immagini di un fine settimana particolarmente intenso…..
il video
Due giorni sull'Etna on Vimeo
All’improvviso una sveglia digitale suona nel buio. Guardo l’ora. Sono le sei.
Jag, lisabike e nomad 42 si alzano e cominciano a vestirsi nell’oscurità. Come promesso, vogliono arrivare in notturna al rifugio Sapienza per vedere sorgere il sole sull’Etna. In un fine settimana di 48 ore non bisogna farsi mancare niente!
Io ci penso un attimo, l’alba è risaputo mi piace, ma le previsioni per oggi non sono confortanti. Guardo un attimo fuori dalla finestra, la splendida luna piena di ieri sera è scomparsa e mi sembra di scorgere solo nuvole e nebbia. Come si fa a vedere un’alba con la nebbia? Mi ributto nel letto e li lascio andare al loro destino
Alle otto siamo tutti svegli e vestiti e davanti al caminetto la colazione è pronta, wonderwoman ci fa trovare la tavola imbandita con ogni ben di Dio e naturalmente seby13, quando si tratta di mangiare, è sempre in prima fila:magna:
Ci sediamo a tavola e in quel momento ritornano i nostri eroi della notturna completamente fradici: piove a dirotto, altro che alba!
Mentre provano ad asciugare le loro giacche bagnate, cominciamo a preoccuparci anche noi, visto che oggi è in programma l’altomontana, una strada che fa il giro completo dell’Etna a quote variabili fra i 1400 e i 2000 m, e farla con la pioggia non sarebbe proprio l’ideale, sia perché non potremmo vedere il panorama, ma anche per il fatto di restare otto ore sotto la pioggia senza potere fare una doccia finale, visto che oggi si arriva direttamente all’aeroporto.
Beh, ci penseremo dopo, intanto cominciamo ad incamerare le abbondanti calorie di questa splendida colazione.
Alle 8.30, puntuale come d’accordo, arriva bandw con un suo amico, però in abiti “civili”. Ma come, non venite con noi a fare il giro? Ci rispondono che a Catania sta piovendo a dirotto e ci sono tutte le strade allagate, e quando siamo quasi riusciti a convincerli a partire, la debole pioggia si trasforma in scrosci consistenti. Ci guardiamo in faccia un po’ sconsolati. Cosa facciamo? Rinunciamo anche noi? Aspettiamo che spiova? Se partiamo tardi però non riusciremo a completare il giro!
Abbiamo attraversato tutta l’Italia per venire qui, non possiamo certo rinunciare per “un po’” di pioggia. In pochi secondi la decisione è presa, si parte! Ci mettiamo addosso tutto quello che possiamo, giacche impermeabili, pantaloni da pioggia (chi ce l’ha!) , cappucci, wonderwoman ci rifornisce di sacchetti di plastica per riporre gli indumenti bagnati per il ritorno e via, comincia l’avventura che la pioggia rende ancora più emozionante.
Salutiamo bandw e il suo amico, ci mettiamo d’accordo con Graziella per il recupero bici e cominciamo a pedalare sotto una pioggia battente.
L’unico rammarico è il non potere vedere quello che ci sta intorno, ma per il resto il morale della truppa è alto. Si parte subito in leggera salita, compagigi ci guida con il gps districandosi fra i vari bivi e arriviamo al primo rifugio, dove facciamo una sosta per riparare qualche piccolo problema tecnico alle bici.
Cerchiamo di ripartire il prima possibile e fare poche soste, perché siamo già belli bagnati e ogni volta che ci si ferma il corpo si raffredda in fretta, siamo pur sempre a 2000 m di quota.
Comincia adesso una lunga discesa e ci fermiamo a vedere una grotta formata da una vecchi eruzione.
L’altomontana è davvero molto bella, si passano continue lingue di antica lava, alternate a verdi boschi e a colate più recenti.
Finalmente smette di piovere, la nebbia si alza un po’ e ci permette di vedere meglio cosa c’è anche un po’ più lontano, l’ Etna ci mostra i suoi straordinari colori.
La sterrata si trasforma in sentiero e si passa adesso direttamente sulla colata lavica,
stiamo molto attenti a pedalare sui neri sassi perché sono molto taglienti.
Il panorama è però spettacolare, c’è un breve tratto da fare a spinta,
dariuz cerca di farlo in sella e qui il dramma, salta il forcellino. Siamo nel punto più lontano del giro e non c’è traccia di anima viva oltre a noi.
Bisogna risolvere questo problema, perché dover spingere la bici per il resto del giro sarebbe improponibile. Naturalmente tutti abbiamo lasciato a casa i nostri attrezzi visto il viaggio aereo, ma magicamente acido lattico tira fuori dal cilindro uno smagliacatena, cosi si può riparare la bici di Dariuz trasformandola in single speed. Non molto confortevole in certe situazioni, visto che salita, discesa e piano si alternano spesso, ma perlomeno si può continuare.
Usciamo in breve da questo bel sentiero costellato anche di piccoli crateri
e continuiamo sulla strada, prima nel bosco, poi ancora sulla lava, finche si arriva ad un bivio dove un cartello indica la presenza di alcune grotte. Visto che siamo abbastanza in tabella di marcia, lasciamo le bici e ci avventuriamo alla scoperta in mezzo a mari di antica lava. In pochi minuti arriviamo alla grotta dei lamponi
e approfittando di una guida locale fornita di luci che sorge improvvisamente dalle viscere della terra, ci addentriamo alla scoperta di questo canalone dove una volta scorreva la lava.
In fondo troviamo anche il caratteristico “cimitero delle coccinelle”, cosi chiamato perché le coccinelle che entrano nella grotta non hanno più la forza di uscirne in volo.
Usciamo dalla grotta e intanto anche un timido sole sbuca dalle nuvole.
Riprendiamo a pedalare, ma appena girato un promontorio, ripiombiamo nella fitta nebbia.
Intanto c’è chi studia l’itinerario e chi guarda l’ora,
per adesso si procede bene, ma non bisogna fermarsi troppo. Si continua in leggera discesa e le colate laviche
si alternano sempre più spesso a folti boschi di grandi conifere.
Arriviamo cosi al rifugio Bruneck. Adesso ci attende una salita su asfalto, fino ad arrivare al rifugio Citelli. Da qui inizia una lunga discesa verso Zafferana, ma prima, visto che sono ormai le 14, ci fermiamo per il panino che ci ha preparato wonderwoman e per cambiarci i vestiti bagnati, sia per la pioggia mattutina e sia per la sudata dell’ultima salita. Jag tenta anche di estorcere una birra ad un gruppo di gitanti ma con scarsi risultati.
Dopo esserci finalmente ripresi, affrontiamo il ripido e stretto sentiero nel bosco. In effetti è un sentiero freeride, e le nostre frontine non sono certo l’ideale,
ma ad esclusione dei salti, ognuno da il meglio di se e affronta gli ostacoli con il proprio stile.
Non mancano naturalmente le cadute, ma subito ci si rialza e via, prendiamo confidenza con il terreno umido e pieno di viscide foglie e il divertimento non manca.
Verso la fine del sentiero un tratto lastricato mette a dura prova le nostre braccia, ma i magnifici otto sono duri a morire ed escono vittoriosi anche da questo bosco.
Siamo adesso alla deviazione per il famoso ilice di carrinu, un gigantesco albero secolare e naturalmente non ce lo lasciamo sfuggire, in pochi minuti a piedi arriviamo al leccio e scattiamo le foto di rito.
Riprendiamo la discesa, ancora un tratto lastricato, ormai siamo abituati, poi la strada diventa asfaltata e in breve arriviamo a Zafferana, dove è in corso la sagra dell’ottobrata. Siamo cosi scagliati di colpo dai silenzi e dalla solitudine dell’altomontana al traffico (il vero problema della Sicilia!)
e al vociare di migliaia di persone che si accalcano davanti agli stand culinari della via principale.
Forse (anzi sicuramente) si stava meglio prima, ma facciamo di necessità virtù e, appoggiate le bici, ordiniamo panini con carne e funghi e birra per tutti
Visto il guasto alla bici di dariuz, dobbiamo cambiare il nostro programma perché arrivare a Catania in quelle condizioni sarebbe impossibile. Telefoniamo allora a Graziella e fissiamo l’appuntamento per la consegna delle bici a casa sua, non troppo lontano da Zafferana. In una mezz’ora siamo li, lasciamo le bici in giardino e saliamo sulla land rover che ci porterà all’aeroporto, sono ormai le sei e bisogna partire.
In viaggio bombardiamo Graziella-wonderwoman di tutti i nostri commenti supersoddisfatti anche di questa giornata, completamente diversa dalla prima ma altrettanto bella, in effetti anche oggi, nonostante il tempo, abbiamo visto posti spettacolari, dai sentieri sulla lava al sentiero finale in discesa dal Vitelli, e alla fine la pioggia, per fortuna finita dopo un’ora, è stata il giusto condimento alla splendida giornata, quel pizzico di sale in più che non guasta mai.
Ma Graziella ascolta con un orecchio solo, perché deve stare anche attenta al traffico serale in aumento che, si sa, è il vero problema della Sicilia! YouTube - Le piaghe della Sicilia[/COLOR][/URL]
Arriviamo in aeroporto che è ormai buio, salutiamo e ringraziamo wonderwoman per come ci ha coccolati, scattiamo la foto finale,
entriamo e…..sorpresa, l’aereo che doveva partire alle 20.15 è in ritardo, che alla fine si trasformerà in un superritardo di più di 4 ore. Pazienza, trascorriamo il tempo cenando, chi con piatti tradizionali e chi con gli ultimi cannoli, parlando di questa superba due giorni ma anche di imprese future, dormendo nei posti più impensabili
e consolandoci con il fatto che, per il ritardo, il biglietto ci sarà rimborsato. Sarà un ottimo pretesto per ritornare sull’Etna, che ci è già entrato nel sangue e sarà molto difficile da dimenticare.
Lunedi mattina ore 4.30: rientro a casa a mi lascio cadere nel letto. Nella mia mente passano veloci infinite immagini di un fine settimana particolarmente intenso…..
il video
Due giorni sull'Etna on Vimeo