Il sistema si può anche attaccare, ma bisogna avere la consapevolezza di quello che comporta: cioè di distruggerlo.
Oppure si guarda tutto l'ambaradan con occhio distaccato, senza troppo trasporto emotivo, un po' come quando si va al cinema: lo sappiamo benissimo che è una finzione, ma usciamo divertiti.
L'idea di guardare l'ambaradan distaccati è un idea valida purchè non pervasa di ipocrisia, ovvero il dooping c'è, sono tutti alla pari, e vince il migliore, se invece facciamo i perbenisti e linciamo i 10 sfigati o caduti in disgrazia allora non va più bene. Che senso ha crocifiggere dieci e lasciarne 100 in libertà? Se il sistema viene distrutto significa che è marcio al 100%, un pò come un corpo pieno di metastasi per il quale non c'è più niente da fare. Se invece pensiamo che c'è una fetta di ciclismo anche se minoritaria non intaccata dalla speculazione, perchè dooping di fatto è speculazione economica e nient'altro, Vincere significa business, business per squadre, per il corridore, per gli sponsor etc etc, se crediamo che c'è anche un 5% del movimento che è sano allora vale la pena distruggere un movimento perchè c'è un pezzo di esso dal quale può rigenerarsi qualcosa di buono. Altrimenti non ci meravigliamo, anzi indignamoci di queste cose, sappiamo tutti che anche tra gli amatori c'è chi prende qualcosa per vincere un prosciutto, figuriamoci quando di mezzo ci sono i milioni di euro e carriere sfavillanti. Vuoi che non lo sanno i medici? I D.S.? Le case costruttrici di bici i cui manager sono stati essi stessi ciclisti in passato?
Ecco l'Italia si risolleva quando verrà meno una buona dose di ipocrisia generale e diciamo tutti insieme, "bene finora ha funzionato così, ora non si può più andare avanti, dobbiamo cambiare tutti modo di pensare e operare senza crocifiggere qualcuno in nome di 100000 per un sistema accettato da tutti".
Altrimenti godiamoci quel poco che abbiamo e facciamo finta di niente.
E non voglio essere sacrilego o incitare a delinquere, voglio solo mettere in chiaro che non amo farmi prendere per i fondelli da questi signori che si lavano la coscienza facendo vedere che ogni anno beccano lo sfigato di turno o gli sfigati di turno lasciando il marcio là dove è sempre stato.