DOLOMITEN TOUR 2006 - SENNES, BRAIES E TANTO ALTRO...
Il lungo itinerario parte da Villabassa (BZ), seguendo la ciclabile in direzione ovest e, una volta usciti dal paese, deviando a sinistra per Braies; dopo la breve salita di Larici scendiamo a Ferrara e affrontiamo le pendenze variabili della carrareccia 37 verso Prato Piazza: dopo una breve discesa si devia a destra sul single track 37A e si raggiunge poi Ponticello su asfalto; da qui si sale fino a Prato Piazza affrontando sei chilometri asfaltati e agevoli, ma dal finale piuttosto ripido.
Dalla vetta attraversiamo l'altopiano su una comoda sterrata e arriviamo al Rifugio Vallandro: torniamo a salire per tre chilometri fino alla cima del Monte Specie (sentiero 34), prima su mulattiera poi su single track; il panorama dalla croce sommitale toglie il fiato: dinanzi a noi a montagne in tutte le direzioni, con le Tre Cime di Lavaredo a dominare il panorama.
Scesi al rifugio continuiamo a perdere quota, ora su una sterrata più facile e compatta, fino a Carbonin, da cui giungiamo al Passo Cimabanche su asfalto, scendendo quindi per un chilometro sulla ciclabile verso Cortina; in prossimità di una polveriera attraversiamo la statale e saliamo sulla sterrata 8: il tratto più impegnativo è quello centrale, dove il fondo e le pendenze saranno impossibili da percorrere in sella; dopo cinque chilometri di salita arriviamo alla Forcella Lerosa, ai piedi della Croda Rossa, in un ambiente idilliaco e circondati da montagne dai colori rosati.
Percorsi quattrocento metri di discesa evitiamo la ripida e pericolosa “scorciatoia” deviando a sinistra nel bosco presso un rudere: poco oltre scendiamo nuovamente, ora lungo i tornanti di una mulattiera fino alla Malga Ra Stua.
Dalla malga risaliamo la Val Salata sul segnavia 6 verso il Rifugio Sennes: fino a Campocroce agevole, la sterrata diventa succesivamente ripida e sconnessa con diversi tratti non ciclabili; terminata la parte più impegnativa svoltiamo a destra verso il Rifugio Biella: percorsa un’ultima rampa aggiriamo un costone roccioso ed entriamo in un bellissimo altopiano che attraversiamo per raggiungere il rifugio sito all’altra estremità della conca, in un ambiente lunare dominato dalla Croda del Becco.
Dal rifugio torniamo sui nostri passi e, al bivio, teniamo la destra arrivando al Rifugio Sennes; da qui seguiamo la carrareccia 7 in un ambiente brullo d’alta montagna toccando il Rifugio Fodara Vedla, per poi scendere lungo i famigerati ripidi e pericolosi tornanti del Rifugio Pederù. Dal parcheggio imbocchiamo a sinistra il sentiero per San Vigilio-Plan riconoscibile dai segni bianco-rossi: percorriamo tra guadi e radici il lungo e divertente single track che diventa successivamente strada bianca fino alle porte di San Vigilio di Marebbe dove, giunti su asfalto, ritroviamo lo sterrato poco oltre sulla sinistra; costeggiamo il torrente prima sulla sponda destra, poi sulla sinistra e, quando la strada tende a salire, svoltiamo a destra sul sentiero poco battuto che, con alcuni tratti non ciclabili, conduce al centro del paese.
Da San Vigilio saliamo su asfalto fino a Torpei, continuando poi a destra su sterrato; al bivio successivo teniamo la destra e seguendo la traccia principale arriviamo a un quadrivio, dove proseguiamo dritti sulla sterrata battuta in salita: inizia la durissima ascesa alla Val Fojedora.
Da San Vigilio al valico sono dieci chilometri, sempre più duri man mano che si sale: nella seconda parte la strada si inerpica nella valle di origine glaciale tra rocce e pareti verticali, affrontando gli ultimi chilometri con rettilinei infiniti e senza tornanti; le elevate pendenze dell’ultima parte andranno percorse necessariamente a piedi. Finalmente, a quota 2282m., si scollina il passo Somamunt e si scende fino al Tabià dei Colli Alti; da qui per il sentiero 19 (in gran parte non ciclabile) arriviamo in Val di Foresta, dove inizia una mulattiera molto veloce e divertente fino al Lago di Braies, da cui scendiamo su asfalto fino a Ferrara (o, in alternativa, sul segnavia 1 sterrato) e, percorrendo la pista ciclabile, di nuovo a Villabassa.
L’itinerario è adatto a chi ama la vera montagna, gli ambienti selvaggi e, soprattutto, la fatica; date le difficoltà da affrontare sarà necessario percorrerlo in due giorni, pernottando in uno dei numerosi rifugi che si incontrano nella parte centrale. Di fondamentale importanza dotarsi di carta topografica.
Qui l'itinerario con tanto di mappa, altimetria e foto : http://www.webalice.it/stefano.demarchi/page/itinerari/trentinoaa/itindolomiten2006/index.htm
Il lungo itinerario parte da Villabassa (BZ), seguendo la ciclabile in direzione ovest e, una volta usciti dal paese, deviando a sinistra per Braies; dopo la breve salita di Larici scendiamo a Ferrara e affrontiamo le pendenze variabili della carrareccia 37 verso Prato Piazza: dopo una breve discesa si devia a destra sul single track 37A e si raggiunge poi Ponticello su asfalto; da qui si sale fino a Prato Piazza affrontando sei chilometri asfaltati e agevoli, ma dal finale piuttosto ripido.
Dalla vetta attraversiamo l'altopiano su una comoda sterrata e arriviamo al Rifugio Vallandro: torniamo a salire per tre chilometri fino alla cima del Monte Specie (sentiero 34), prima su mulattiera poi su single track; il panorama dalla croce sommitale toglie il fiato: dinanzi a noi a montagne in tutte le direzioni, con le Tre Cime di Lavaredo a dominare il panorama.
Scesi al rifugio continuiamo a perdere quota, ora su una sterrata più facile e compatta, fino a Carbonin, da cui giungiamo al Passo Cimabanche su asfalto, scendendo quindi per un chilometro sulla ciclabile verso Cortina; in prossimità di una polveriera attraversiamo la statale e saliamo sulla sterrata 8: il tratto più impegnativo è quello centrale, dove il fondo e le pendenze saranno impossibili da percorrere in sella; dopo cinque chilometri di salita arriviamo alla Forcella Lerosa, ai piedi della Croda Rossa, in un ambiente idilliaco e circondati da montagne dai colori rosati.
Percorsi quattrocento metri di discesa evitiamo la ripida e pericolosa “scorciatoia” deviando a sinistra nel bosco presso un rudere: poco oltre scendiamo nuovamente, ora lungo i tornanti di una mulattiera fino alla Malga Ra Stua.
Dalla malga risaliamo la Val Salata sul segnavia 6 verso il Rifugio Sennes: fino a Campocroce agevole, la sterrata diventa succesivamente ripida e sconnessa con diversi tratti non ciclabili; terminata la parte più impegnativa svoltiamo a destra verso il Rifugio Biella: percorsa un’ultima rampa aggiriamo un costone roccioso ed entriamo in un bellissimo altopiano che attraversiamo per raggiungere il rifugio sito all’altra estremità della conca, in un ambiente lunare dominato dalla Croda del Becco.
Dal rifugio torniamo sui nostri passi e, al bivio, teniamo la destra arrivando al Rifugio Sennes; da qui seguiamo la carrareccia 7 in un ambiente brullo d’alta montagna toccando il Rifugio Fodara Vedla, per poi scendere lungo i famigerati ripidi e pericolosi tornanti del Rifugio Pederù. Dal parcheggio imbocchiamo a sinistra il sentiero per San Vigilio-Plan riconoscibile dai segni bianco-rossi: percorriamo tra guadi e radici il lungo e divertente single track che diventa successivamente strada bianca fino alle porte di San Vigilio di Marebbe dove, giunti su asfalto, ritroviamo lo sterrato poco oltre sulla sinistra; costeggiamo il torrente prima sulla sponda destra, poi sulla sinistra e, quando la strada tende a salire, svoltiamo a destra sul sentiero poco battuto che, con alcuni tratti non ciclabili, conduce al centro del paese.
Da San Vigilio saliamo su asfalto fino a Torpei, continuando poi a destra su sterrato; al bivio successivo teniamo la destra e seguendo la traccia principale arriviamo a un quadrivio, dove proseguiamo dritti sulla sterrata battuta in salita: inizia la durissima ascesa alla Val Fojedora.
Da San Vigilio al valico sono dieci chilometri, sempre più duri man mano che si sale: nella seconda parte la strada si inerpica nella valle di origine glaciale tra rocce e pareti verticali, affrontando gli ultimi chilometri con rettilinei infiniti e senza tornanti; le elevate pendenze dell’ultima parte andranno percorse necessariamente a piedi. Finalmente, a quota 2282m., si scollina il passo Somamunt e si scende fino al Tabià dei Colli Alti; da qui per il sentiero 19 (in gran parte non ciclabile) arriviamo in Val di Foresta, dove inizia una mulattiera molto veloce e divertente fino al Lago di Braies, da cui scendiamo su asfalto fino a Ferrara (o, in alternativa, sul segnavia 1 sterrato) e, percorrendo la pista ciclabile, di nuovo a Villabassa.
L’itinerario è adatto a chi ama la vera montagna, gli ambienti selvaggi e, soprattutto, la fatica; date le difficoltà da affrontare sarà necessario percorrerlo in due giorni, pernottando in uno dei numerosi rifugi che si incontrano nella parte centrale. Di fondamentale importanza dotarsi di carta topografica.
Qui l'itinerario con tanto di mappa, altimetria e foto : http://www.webalice.it/stefano.demarchi/page/itinerari/trentinoaa/itindolomiten2006/index.htm