Discussione sui bike park (con qualche variante)

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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RiderGullo

Biker grossissimus
10/4/06
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Urgnano - BG -
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Che si possa fare dell'ottimo am anche se ci sono gli impianti è pacifico. Utilizzare gli impianti per salire, o salire pedalando per poi scendere lungo percorsi preparati non è all mountain, che piaccia o no.
E' chiaro che ci sono poi le situazioni "sfumate", tipo salire in parte meccanizzati e magari scendere per sentieri "naturali" (le virgolette perchè nessun sentiero si è costruito da solo, neppure quelli cosidetti naturali).

Si tratta semplicemente di chiamare le cose con il loro nome, senza per questo voler stabilire cosa è bello e cosa è brutto o chi è bravo e chi è cattivo.

nessuno ha mai messo in dubbio questo ...nemmeno dogo.
 

bafio

Biker dantescus
16/10/03
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Casatenovo-LC
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concordo anch'io pienamente con il sembrola.....

anche perchè sto già vivendo il problema dei possibili divieti sia con lo snowboard,che con lo sci-alp che cono l'alpinismo invernale.....




ma scusate un po'....gli impianti ormai ci sono....e muovono troppi soldi per poter pensare che un giorno vengano chiusi e smantellati per salvaguardare "l'ambiente alpino"....e mi sembra che tutte le volte che vengano create delle nuove piste da sci il danno sia ben maggiore che aprire un nuovo sentiero per mtb largo 1,5 m nel mezzo di un bosco.....

poi per quanto riguarda "l'ambiente alpino" è uno degli ambienti montani più antropizzati sulla faccia della terra....
con sentieri,strade,gallerie,dighe,ferrovie,funivie,paesi,malghe,rifugi e quant'altro vi venga in mente è stato ampiamente modificato e sfruttato da secoli...

quindi non facciamo troppo i moralisti che per un sentierino si incaxxano....
perchè forse è meglio il sentiero per fare FR/DH servito da una seggiovia che fare le risalite in macchina lungo una strada asfaltata e poi scendere su un qualsiasi sentiero frequentato da pedoni.....con conseguenti problemi tra mtb ed escursionisti....
e poi io ho visto fare disastri molto maggiori dai boscaioli che a colpi di ruspa aprono strade in mezzo ai boschi senza alcun criterio per andare a tagliare il legname.....loro che dovrebbero rispettare il bosco essendo la loro fonte di reddito....


tornando a madesimo......è una di quelle località dove negli ultimi 50 anni di errori ne sono stati fatti anche troppi.....speculazioni edilize in primis....e non credo che una pista da FR possa distruggere completamente la natura della valle spluga....
inoltre se ho ben capito quel sentiero dovrebbe passare nel boschetto presente tra due piste da sci.....quindi non mi sembra che sia la ferita più grossa su quel lato della montagna.....


ed in ogni caso io mi incaxxo molto di più quando vedo qualche bravo mtbiker che dopo aver bucato e cambiato la camera d'aria abbandona quella forata a fianco del sentiero....questo si che è mancanza di rispetto verso l'ambiente e verso chi ne usufruisce....


o-oo-oo-oo
 
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marzia

Modera_i_tour?
24/6/03
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sondrio
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non vorrei che il proliferare di bike park possa un giorno portare al divieto alle mtb su tutti gli altri sentieri.
Vi assicuro che non è fantascienza, e che da qualche parte già ci stanno pensando.

posso garantire che gente poco illuminata ma dotata di potere decisionale proprio queste cose mi ha detto poco tempo fa..

in quest'ottica, ad un sentiero costruito appositamente per le bici ne deve equivalere uno concesso integralmente ai pedoni.
ho provato a spiegare che all mountain e free ride non sono la stessa cosa...ma non c'è stato verso.
al di là di tutto, un pensiero: non avendo la stessa rendita, il free ride parte, mi pare ovvio, avvantaggiato..
 

desedet_dario

Redazione
30/6/06
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BS
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ma scusate, cosa c'entra lo sci? Bel modo di giustificarsi; allora costruiamo e distruggiamo pure qualsiasi parte della montagna, tanto lo sci ha ormai procurato un danno maggiore.....

ciò non toglie che io sia profondamente contrario allo scempio creato dagli sport invernali, che di sicuro è il peggiore, è palese, ed è ormai su TUTTE le montagne lombarde

Ma pensiamo nel nostro piccolo:
Proporrei per un attimo di provare ad argomentare sui bike parks unicamente.
penso ad una località non prettamente sciistica. Malcesine: ci sono un po' di piste, si, ma poca roba.
Bello il 601 né? (a me non piace) Se dovessero aprire una fantastica seggiovia (e non mi dite che bisogna sfruttare impianti già esistenti, non regge, tanto ovunque ne costrusicono di nuovi ogni anno) che dal rifugio Graziani porta dritto al Damiano Chiesa, sareste favorevoli? con bike park annesso, tanto ormai i sentieri dell'Altissimo sono stati abbandonati dalla mantuenzione "Sattina". Così vediamo un parere per una volta depurato da scuse sciistiche, che lasciano un po' a desiderare...

Vi dirò che ultimamente la SAT e le sue argomentazioni sui divieti in trentino non mi sembrano più così campate per aria.... Seppur è chiaro che l'intento in Trentino è chiudere i bikers nei bike parks, in modo da prendere due piccioni con una fava. (vedi Fassa Bike e tutti gli impianti iper pubblicizzati).
 

ZioTeddy

Biker grossissimus
29/8/08
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Fugnò
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Utilizzare impianti già esistenti e zone già altamente sfruttate dall'uomo mi sembra una cosa + che buona dal punto di vista sia ambientale che umano. Ma deturpare un ambiente non antropizzato o minimamente antropizzato mi sembra assai poco buono sia dal punto di vista ambientale che umano.
Se poi si parla di sentieri che c'erano e che ci sono stai e che essi sono una antropizzazione dell'ambiente questo è vero, ma non troviamone il pretesto per poter fare cose che nel 2010 non si dovrebbero fare più: si ricorda oltremodo che i sentieri, le mulattiere e tutte quelle vie di comunicazione che c'erano sono state create perchè potevano fare un servizio alla comunità o a eventi che ci sono stati e non per scopi ludici. Oggi che queste hanno perso di valore a livello di SERVIZIO si possono sì utilizzare anche per scopi ludici ma sempre tenedo a mente per che cosa esse sono state create...
 
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sergione72

Biker novus
29/6/09
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Lecco
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Sergione, questo è un forum di discussione: se scrivi di qualcosa devi accettare anche che altri non la pensino come te. La libertà di parola non può essere a senso unico...
...sicuramente d'accordo, la mia era semplice informazione che può interessare o no.
 

stilgar

Biker velocissimus
9/1/04
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Principato di Fino
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nera e gialla
Ma pensiamo nel nostro piccolo:
Proporrei per un attimo di provare ad argomentare sui bike parks unicamente.
penso ad una località non prettamente sciistica. Malcesine: ci sono un po' di piste, si, ma poca roba.
Bello il 601 né? (a me non piace) Se dovessero aprire una fantastica seggiovia (e non mi dite che bisogna sfruttare impianti già esistenti, non regge, tanto ovunque ne costrusicono di nuovi ogni anno) che dal rifugio Graziani porta dritto al Damiano Chiesa, sareste favorevoli? con bike park annesso, tanto ormai i sentieri dell'Altissimo sono stati abbandonati dalla mantuenzione "Sattina". Così vediamo un parere per una volta depurato da scuse sciistiche, che lasciano un po' a desiderare...
non conosco la zona purtroppo, però se l'impianto che dici venisse costruito ad hoc per un bike park, direi che se ne può fare a meno.

aggiungo una cosa...sarebbe bello, imho, che venisse garantita un certo limite di espansione, cosa che non è stata fatta per lo sci (con comprensori ovunque). che so, da un bike park all'altro ci deve essere un tot di km di distanza.
questo, per quanto reputo una pura utopia, consentirebbe di
a) limitare il più possibile gli impatti sulla natura (che non nego esserci, ma a parziale giustificazione, meno invasivi di tante altre cose)
b) eviteremmo la proliferazione di mini bike park da 2-3 piste, con la gente che ci va una volta e poi si stufa, non c'è ritorno economico, il park viene lasciato andare, e per le ferite ci vuolte tempo prima che guariscano.
 

kikhit

Biker incredibilis
9/12/03
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posso garantire che gente poco illuminata ma dotata di potere decisionale proprio queste cose mi ha detto poco tempo fa..

in quest'ottica, ad un sentiero costruito appositamente per le bici ne deve equivalere uno concesso integralmente ai pedoni.
ho provato a spiegare che all mountain e free ride non sono la stessa cosa...ma non c'è stato verso.
al di là di tutto, un pensiero: non avendo la stessa rendita, il free ride parte, mi pare ovvio, avvantaggiato..


parlando in concreto , in Piemonte è stato il contrario...due recenti normative regionali, una sullo sci, tra cui ci hanno messo anche la mtb, ed una sulla sentieristica regionale e la sua destinazione d'uso, hanno stabilito che la pratica della 'downhill' (testualmente scritta così, sono avanti ;-) ) sia possibile solo in bike park, su sentieri chiusi ai pedoni, in aree apposite, e sia vietata al di fuori di queste aree. Mentre, al contrario, l'attività cicloescursionisca è consentita su tutta la rete sentieristica regionale, in comune con l'escursionismo a piedi, rete di cui si sta procedendo ad effettuare un accatastamento e rilevamento gps.

Una regolamentazione, 'relegando' le pratiche discesistiche ad aree stabilite, forse è proprio uno dei modi per garantire la convivneza tra diversi anime dell'escursionismo alpino.

Altra questione è quella dell'impatto ambientale dei park...e lì forse sarebbe meglio richiedere, come per la realizzazione delle opere architettoniche di grosso impatto in aree delicate, delle valutazioni di impatto ambientale, degli studi che dicano come e dove sarebbe meno invasivo costruire, ecc.

Per convivere con tutti i fruitori della montagna va dato spazio a tutti...è fondamentale, però è anche fondamentale che ciò venga fatto con criterio e non indiscriminatamente (come in alta valle susa dove ci sono 5 bike park a pochi km l'uno dall'altro...e di validi forse uno e mezzo..)
 
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kikhit

Biker incredibilis
9/12/03
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Mi chiedo se trovano un biker con una bici da Freeride come lo considerano
o se trovano uno con una bici da AM, ma un casco integrale....

e lo so...ma purtroppo per forza di cosa una legge deve generalizzare, e spetta alla competenza di chi poi dovrà eseguirla ed applicarla, o chi poi dovrà interpretarla in un eventuale ricorso in caso di sanzione.

Intanto il Piemonte, con la scorsa giunta, è stata l'unica regione italiana a tentare una regolamentazione senza porre divieti ad minkiam come in trentino, e riconoscendo il cicloescursionismo (o am, o enduro, o come vuoi) come attività praticabile sui sentieri...

Il senso che però emerge leggendo la legge in questione, è quello di evitare che i gestori dei park e degli impianti usino sentieri naturali per i loro percorso, e soprattutto che si assumano la piena responsabilità e gestione dei propri tracciati.
Oltre a creare spazi appositi dove aprire la manetta in sicurezza sia per i pedoni, che per i biker.
 

DOGO

Biker delirius tremens
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Arg...arg... sono arrabbiato... non è questione di condividere o meno una disciplina...
...cosa vedono i miei occhi...
Che distruzione, che scempio! Sono amareggiato.
Mi domando come possa un essere umano, che dovrebbe avere una certa sensibilità, gioire per queste cose...
Certamente ci sarà qualche bel personaggino che si starà fregando le mani, intanto che il suo portafogli si gonfia...

Beh, cosa devo dire...
Devo chiedere scusa perché ho dato dei cretini a persone che gioiscono vedendo un bosco martoriato da delle ruspe per il loro parco divertimenti?
Non lo faccio.

O mi "Spannate" :hahaha: oppure mi tenete come sono... :twisted:

From Muldox: lo sfogo di Perse nasce da questo topic: http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=170520


Approvo il tuo discorso di fondo, ovviamente disapprovo la forma, ma quando c'è di mezzo l'emotività, non è difficile percorrere filoni comunicativi non del tutto consoni.

Tuttavia, anche dal punto di vista sostanziale, considera che il bike park è sicuramente il male minore per le montagne.
Per ogni persona che gira in montagna in bici, di norma nasce una persona che inizia ad apprezzare la montagna e la sua importanza.
Tanti di noi sono stati "strappati" dal grigio delle città proprio dalla passione per la bici... e da lì ad amare la montagna il passo è breve.

Se il prezzo di tale avvicinamento è passare una ruspa in un bosco, a mio parere lo scambio è equo: vi sono scempi, rappresentativi dell'inchinarsi umano all'economia "non etica ed antiecologica" di fronte ai quali le tracce di una ruspa in un bosco sono una goccia nell'oceano.

Se una battaglia dev'essere portata avanti, che lo sia contro il nemico vero, e non verso un amico da scoprire.
 
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kikhit

Biker incredibilis
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Se il prezzo di tale avvicinamento è passare una ruspa in un bosco, a mio parere lo scambio è equo: vi sono scempi, rappresentativi dell'inchinarsi umano all'economia "non etica ed antiecologica" di fronte ai quali le tracce di una ruspa in un bosco sono una goccia nell'oceano.

Se una battaglia dev'essere portata avanti, che lo sia contro il nemico vero, e non verso un amico da scoprire.


questo mi sa del trito ragionamento del "c'è qualcosa di peggio", che finisce per potere essere usato per legittimare qualsiasi cosa...

Secondo me è meglio discutere e riflettere invece proprio su QUESTO argomento, serenamente, senza pregiudizi ( gli "sfaticati" discesiti, gli "attillati" crosscrautisti, ecc), perché è indubbio che un impatto sull'ambiente ce l'ha, è indubbio che è una pratica molto diffusa, ed è probabile che una attenzione al problema, una sua migliore valutazione, una oculata progettazione dei park sia indispensabile, per evitare, come ho scritto sopra, che in pochi km ce ne siano 5 e di scarso valore...

E che su 10 persone 1 si appassioni di montagna...per me non c'entra nulla con la questione.
 

DOGO

Biker delirius tremens
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questo mi sa del trito ragionamento del "c'è qualcosa di peggio", che finisce per potere essere usato per legittimare qualsiasi cosa...

Secondo me è meglio discutere e riflettere invece proprio su QUESTO argomento, serenamente, senza pregiudizi ( gli "sfaticati" discesiti, gli "attillati" crosscrautisti, ecc), perché è indubbio che un impatto sull'ambiente ce l'ha, è indubbio che è una pratica molto diffusa, ed è probabile che una attenzione al problema, una sua migliore valutazione, una oculata progettazione dei park sia indispensabile, per evitare, come ho scritto sopra, che in pochi km ce ne siano 5 e di scarso valore...

E che su 10 persone 1 si appassioni di montagna...per me non c'entra nulla con la questione.

Che non c'entri nulla è una rispettevole opinione, tuttavia si scosta dalla realtà dal momento che una folta schiera di amici (me incluso) si è avvicinato alla montagna (ed ha imparato ad apprezzarla e difenderla, visto che ad ogni giro trekking raccolgo minimo un paio di bottigliette di plastica e qualche altra ciafrusaglia) proprio grazie ai bike park, che ci hanno permesso di scoprirla.

Riguardo l'utopia dell'elimiamo anche i mali minori, temo che si rischi di gettar via il bambino con l'acqua sporca... visto che tracciare linee in un bosco non è un male, se non nel caso di volontà di arrecare danno alla natura o negligenza: a questo punto qualsiasi azione umana è dannosa, a partire dalla costruzione di case, dighe, strade, impianti elettrici e quant'altro.

Puntare il dito sui bike park è come puntare il dito sulle stazioni balneari accusandole di deturpare il mare... mi pare una visione miope e non in grado di individuare quali siano i problemi reali in ambito di impatto sostenibile sul nostro ambiente.

Che si possa fare dell'ottimo am anche se ci sono gli impianti è pacifico. Utilizzare gli impianti per salire, o salire pedalando per poi scendere lungo percorsi preparati non è all mountain, che piaccia o no.
E' chiaro che ci sono poi le situazioni "sfumate", tipo salire in parte meccanizzati e magari scendere per sentieri "naturali" (le virgolette perchè nessun sentiero si è costruito da solo, neppure quelli cosidetti naturali).
Si tratta semplicemente di chiamare le cose con il loro nome, senza per questo voler stabilire cosa è bello e cosa è brutto o chi è bravo e chi è cattivo.

A mio parere nessuno è depositario del "sapere" in termini di definizioni ed accezzioni relative alla disciplina della MTB... soprattutto quando dagli estremi (DH ed XC) ci si sposta verso le discipline più ibride e grigie (in termini di scala del nero..o bianco, intesi come estremi).

Nel tempo ho letto (e non condiviso) che se non si scende con un cronometro non si pratica DH... ora mi rammarico nel leggere che se si sale pedalando e si scende su percorsi tracciati non si parli di AM, anche perchè mi chiedo "cosa si intende per tracciati"?
Per scendere occorre un percorso, credo sia pacifico: cosa cambia se un canyon è stato scavato nei secoli dalla pioggia (tipo madonna della guardia a finale) oppure se è stato scavato dalle ruspe? E se si esce dal tracciato per sfruttare una parte naturale della montagna, per poi rientrare sul tracciato e riuscirvi di nuovo?

Condivido l'utilità di "incasellare" le discipline secondo un ordine che giova al forum (quindi a tutti noi), ma non ne comprendo fondamenta, fine ed aautorità nel definire "cosa sia cosa" al di fuori di tali necessità organizzative (da me, ribadisco, pienamente condivise).

AM è la più ampia, soggettiva, intrigante, libera, "autoctona" interpretazione del rapporto biker/montagna... la lascerei libera dalle briglie ed aperta ad ogni opportunità intepretativa... ovviamente escludendo cronometro e depilazione.

;-)

Cosa ne pensi?
Con stima,
Dogo.

La MTB d'oggi, la MTB dei giovani, è sempre più FREERIDE e DOWNHILL.
FREERIDE: girare liberi. Liberi? Dove, nel bike park?
A me non importa cosa voi facciate, il problema è che a causa della sempre crescente richiesta di impianti per la vostra fantastica disciplina, sempre più aree, sempre più montagne verranno attrezzate per il VOSTRO divertimento.
Se la montagna non diventa il vostro parco giochi, voi vi incazzate. Bambini viziati.
.

Perdonami, senza troppa fatica si scorge il tema di fondo condivisibile, ossia la difesa della natura.
Tuttavia i bike park che stanno nascendo/crescendo non sono accompagnati dalla costruzione di impianti di risalita, bensì sfruttano quelli già esistenti.

Avvicinano la gente alla montagna, creano interesse, e quando c'è interesse, in un paese evoluto, nasce anche tutela.

La montagna va vissuta, apprezzata, tutelata... e tracciare linee per la discena non implica disboscamento o deturpamento ambientale (prendo ad esempio Pila, Portes Du Soleil, Tamaro, Triangolo Lariano, Monte Bisbino, Pezzeda, Caldirola, Finale Ligure, Salice, Monginevro, Maddalena Brescia, Pian delle Betulle, Bobbio, Mottarone, Livigno... ossie le principali e note località dedicate alla discesa in MTB del nord Italia ed estere).
In queste località, salendo con gli impianti, gran parte del tracciato non è nemmeno visibile, controprova del fatto che le piante sono rimaste dov'erano.

Ho anche constatato di persona che sono sufficienti due inverni di "piste lasciate a se" affinchè la natura riporti tutto pressochè allo stato iniziale, con totale cancellazione delle tracce (in 3 o 4 anni sparisce proprio tutto).

In montagna credo abbia fatto più scempio il CAI e compagnia bella con le baite, che i tracciatori di piste per la MTB.
Senza criterio, qualsiasi iniziativa è dannosa... quindi i Bike Park, di per se, non sono dannosi quando sfruttano impianti già esistenti.
 
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marzia

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parlando in concreto , in Piemonte è stato il contrario...due recenti normative regionali, una sullo sci, tra cui ci hanno messo anche la mtb, ed una sulla sentieristica regionale e la sua destinazione d'uso, hanno stabilito che la pratica della 'downhill' (testualmente scritta così, sono avanti ;-) ) sia possibile solo in bike park, su sentieri chiusi ai pedoni, in aree apposite, e sia vietata al di fuori di queste aree. Mentre, al contrario, l'attività cicloescursionisca è consentita su tutta la rete sentieristica regionale, in comune con l'escursionismo a piedi, rete di cui si sta procedendo ad effettuare un accatastamento e rilevamento gps.

Una regolamentazione, 'relegando' le pratiche discesistiche ad aree stabilite, forse è proprio uno dei modi per garantire la convivneza tra diversi anime dell'escursionismo alpino.

Altra questione è quella dell'impatto ambientale dei park...e lì forse sarebbe meglio richiedere, come per la realizzazione delle opere architettoniche di grosso impatto in aree delicate, delle valutazioni di impatto ambientale, degli studi che dicano come e dove sarebbe meno invasivo costruire, ecc.

Per convivere con tutti i fruitori della montagna va dato spazio a tutti...è fondamentale, però è anche fondamentale che ciò venga fatto con criterio e non indiscriminatamente (come in alta valle susa dove ci sono 5 bike park a pochi km l'uno dall'altro...e di validi forse uno e mezzo..)

ottimo!
mi mandi per cortesia gli estremi della legge?
grazie!

per quanto riguarda l'impatto ambientale: nelle aree natura 2000 (sic e zps) è prevista la valutazione di incidenza ambientale, mentre non credo questa tipologia di opera sia nemmeno sottoposta a verifica di esclusione da via (valutazione di impatto amb.).
 

kikhit

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Che non c'entri nulla è una rispettevole opinione, tuttavia si scosta dalla realtà dal momento che una folta schiera di amici (me incluso) si è avvicinato alla montagna (ed ha imparato ad apprezzarla e difenderla, visto che ad ogni giro trekking raccolgo minimo un paio di bottigliette di plastica e qualche altra ciafrusaglia) proprio grazie ai bike park, che ci hanno permesso di scoprirla.

Riguardo l'utopia dell'elimiamo anche i mali minori, temo che si rischi di gettar via il bambino con l'acqua sporca... visto che tracciare linee in un bosco non è un male, se non nel caso di volontà di arrecare danno alla natura o negligenza: a questo punto qualsiasi azione umana è dannosa, a partire dalla costruzione di case, dighe, strade, impianti elettrici e quant'altro.


non c'entra nulla con il topic, ribadisco...ci sono mille modi di avvicinarsi alla montagna, tra cui ci sarà anche quello dei park, che nella totalità dei vari modi penso sia una dei più ininfluenti a livello di numeri (considerati ad occhio i numeri di coloro che vanno in park rispetto alle migliaia di fruitori della montagna con altrìi mezzi/modi).

Eliminare i mali, cominciando dai minori, è molto concreto..utopico casomai è il contrario..per me concretezza è iniziare dal piccolo, a portata, e crescere affrontando il grande...

Tracciare un park può essere proprio dannoso per "negligenza", citando il tuo termine..ase leggi bene il mio post, parlo appunto di necessità di studi specifici, di valutazioni di impatto, di perizia nella tracciatura, di scelta del luogo adatto, ecc...purtroppo ora non è così...c'è la frenesia di tracciare perché può portare affari, non vi sono regole, e si fa un po' come si vuole....e non è negligenza questa?

Ben vengano strutture, luoghi in cui si possa praticare discplina gravity, ma fatti bene...spero tu abbia potuto vedere di persona l'esempio che ti ho riportato sopra, dell'alta val susa/monginevro...ti tutti i tracciati, quanti sono validi? quanti sono sati studiati come si deve? e non solo dal punto di vista ciclistico (l'80% per me è penoso), ma anche ambientale.

facciamo le cose, ma facciamole bene. E non stiamo sempre a spostare l'attenzione sui "mali maggiori", perché altrimenti è solo "allorismo", una giustificazione a priori senza fondamento.
 
T

teoDH

Ospite
Parse, secondo me sbagli a fare le tue valutazioni e a esprimere le tue preoccupazioni, certo condivisibili, basandosi su 4 foto di lavori in corso.

Ho personalmente visto come lavora 4guimp in altri park, e se è senza dubbio vero che quando una ruspa passa in un bosco sembra che stia distruggendo l'ambiente, è altrettanto vero che dopo una sola stagione, la natura si esprime di nuovo in tutta la sua bellezza, e rimane solo più una traccia nel bosco, non diversa da un sentiero pedonale.

Ho visto personalmente nascere e crescere Sauze, chè è una vera perla, e le tracce che due anni fa sembravano delle ferite nel bosco, oggi sono dei trail apprezzati in tutto il mondo per la loro naturalità.
Quando semplicemente sposti della terra, l'erba, i fiori, le piante, ricrescono dopo solo una stagione, se poi il bosco viene pulito con attenzione, è molto più bello e curato di un bosco lasciato all'abbandono, o di un bosco devastato dal disboscamento.

Fidati, tra due anni rivedremo le foto di quei posti, e poi ti ricrederai.
 
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DOGO

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non c'entra nulla con il topic, ribadisco...ci sono mille modi di avvicinarsi alla montagna, tra cui ci sarà anche quello dei park, che nella totalità dei vari modi penso sia una dei più ininfluenti a livello di numeri (considerati ad occhio i numeri di coloro che vanno in park rispetto alle migliaia di fruitori della montagna con altrìi mezzi/modi).

Eliminare i mali, cominciando dai minori, è molto concreto..utopico casomai è il contrario..per me concretezza è iniziare dal piccolo, a portata, e crescere affrontando il grande...

Tracciare un park può essere proprio dannoso per "negligenza", citando il tuo termine..ase leggi bene il mio post, parlo appunto di necessità di studi specifici, di valutazioni di impatto, di perizia nella tracciatura, di scelta del luogo adatto, ecc...purtroppo ora non è così...c'è la frenesia di tracciare perché può portare affari, non vi sono regole, e si fa un po' come si vuole....e non è negligenza questa?

Ben vengano strutture, luoghi in cui si possa praticare discplina gravity, ma fatti bene...spero tu abbia potuto vedere di persona l'esempio che ti ho riportato sopra, dell'alta val susa/monginevro...ti tutti i tracciati, quanti sono validi? quanti sono sati studiati come si deve? e non solo dal punto di vista ciclistico (l'80% per me è penoso), ma anche ambientale.

facciamo le cose, ma facciamole bene. E non stiamo sempre a spostare l'attenzione sui "mali maggiori", perché altrimenti è solo "allorismo", una giustificazione a priori senza fondamento.


Allora parliamo la stessa lingua: un bike park non è "sbagliato e nocivo" in quanto bike park, ma solo se costruito con negligenza e senza rispettare i vincoli normativi.

Ora, permettimi questa provocazione intellettuale: mi sapresti indicare cosa, nel mondo, se fatto con negligenza e senza rispettare le leggi, sia "portatore di vantaggi per la collettività"?
Anche essere un volontario e guidare un'ambulanza da ubriaco è dannoso.
Anche essere un volontario ed andare a prestare soccorso in Burkina Faso presentando un falsa laurea in medicina è dannoso.
Anche accompagnare un diversamente abile e spingerlo con violenza è dannoso.

Qualsiasi cosa al mondo è dannosa se fatta con negligenza e senza rispettare i vincoli normativi.
Questo significa che i bike park:
- fatti con negligenza e senza rispettare i vincoli normativi sono dannosi
- fatti con cognizione di causa e rispettando i vincoli normativi non sono dannosi

Se poi i vincoli normativi sono errati è un problema politico, ed il Forum, se non erro, non ammette (condiviso) che si trattino argomenti politici.
 
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marzia

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Quando semplicemente sposti della terra, l'erba, i fiori, le piante, ricrescono dopo solo una stagione, se poi il bosco viene pulito con attenzione, è molto più bello e curato di un bosco lasciato all'abbandono, o di un bosco devastato dal disboscamento.

una sola precisazione, giusto per capirsi: un bosco "bello e pulito" non è spesso un bosco naturaliforme, che normalmente ha ben altro aspetto ed è poco adatto alla fruizione ;-)

per quanto riguarda la ripresa, se i lavori sono fatti con cura e la risistemazione a verde delle aree circostanti pure, allora il recupero può essere rapido.

quello che eventualmente può perdurare è il disturbo sulla fauna circostante legato alla presenza dell'uomo : anche questo aspetto però è legato chiaramente al dove l'opera viene realizzata e al suo utilizzo. chiaramente la filodiffusione della musica è ben più dannosa degli schiamazzi, come pure l'illuminazione notturna dà obiettivamente più problemi che non un uso diurno.

sempre dando per scontato che il posto scelto sia già "antropizzato" perchè prossimo a piste da sci, l'impatto complessivo potrebbe essere modesto.

ovvio, poi se la gente inizia a tagliare a casaccio nel bosco e ad avere comportamenti scorretti, il tutto cambia (fare tagli e creare erosione diffusa). ma è difficilmente prevedibile..
un bike park è pur sempre un posto artificiale, ma quello che gli sta intorno non è detto lo sia!!
 

kikhit

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una sola precisazione, giusto per capirsi: un bosco "bello e pulito" non è spesso un bosco naturaliforme, che normalmente ha ben altro aspetto ed è poco adatto alla fruizione ;-)

per quanto riguarda la ripresa, se i lavori sono fatti con cura e la risistemazione a verde delle aree circostanti pure, allora il recupero può essere rapido.

quello che eventualmente può perdurare è il disturbo sulla fauna circostante legato alla presenza dell'uomo : anche questo aspetto però è legato chiaramente al dove l'opera viene realizzata e al suo utilizzo. chiaramente la filodiffusione della musica è ben più dannosa degli schiamazzi, come pure l'illuminazione notturna dà obiettivamente più problemi che non un uso diurno.

sempre dando per scontato che il posto scelto sia già "antropizzato" perchè prossimo a piste da sci, l'impatto complessivo potrebbe essere modesto.

ovvio, poi se la gente inizia a tagliare a casaccio nel bosco e ad avere comportamenti scorretti, il tutto cambia (fare tagli e creare erosione diffusa). ma è difficilmente prevedibile..
un bike park è pur sempre un posto artificiale, ma quello che gli sta intorno non è detto lo sia!!


l'esempio riportato da teo è forse l'unico buono dei vari park dell'alta valle susa...

il posto, bosco a parte, è un cesso...più brutto di sauze in zona forse c'è solo il Sestriere ( e guarda a caso proprio a sauze hanno 'copiato' i condomini a torre del Sestriere).
Sportinia, dove partono molti tracciati, è un groviglio di ristoranti e altre robe in quota, raggiungibile in suv e moto, affollato comunque da merenderos d'estate, e orde di sciatori di inverno.
Il bosco tra Sauze paese e Sportinia è un bel lariceto e abetaia, con belle fioriture primaverili, un soprannumero (in stagione non turistica) di ungulati per la vicina presenza del parco del Granbosco. In questo bel bosco, che tanti affascina, si snodano i tracciati, che sono anche ben integrati, non li si vede se non percorrendoli.
In un contesto così antropizzato e di consumismo montano un bikepark, se costruito bene, e quello di sauze così mi pare sia (quest'anno non ci sono passato, sono stato su pochi giorni ed ho preferito selvaggi 3000 di quota pedalati), non crea grossi problemi. Anzi, crea un contesto 'protetto' dove divertirsi in discesa per chi ama il gravity...e ci passano anche gf e superenduro...

Parlando sempre in concreto e di posti che conosco bene, Bardonecchia lato Jafferau invece, al di là del livello ciclistico dei tracciati, è un 'porcellum'...costruito in un posto tutto sommato abbastanza 'naturale' in estate, con poche piste da sci di scarsa pendenza che diventano pascoli per vacche...tagliato da sentieri del park su cui ci gira quasi nessuno (il grosso sta sugli altri versanti), e tracciati per me veramente ad minkiam, ripassati ad ogni stagione con il bobcat (più facile e veloce rancare via le bump invece che mettersi di pale a riempirle..).
 

kikhit

Biker incredibilis
9/12/03
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Allora parliamo la stessa lingua: un bike park non è "sbagliato e nocivo" in quanto bike park, ma solo se costruito con negligenza e senza rispettare i vincoli normativi.

Ora, permettimi questa provocazione intellettuale: mi sapresti indicare cosa, nel mondo, se fatto con negligenza e senza rispettare le leggi, sia "portatore di vantaggi per la collettività"?
Anche essere un volontario e guidare un'ambulanza da ubriaco è dannoso.
Anche essere un volontario ed andare a prestare soccorso in Burkina Faso presentando un falsa laurea in medicina è dannoso.
Anche accompagnare un diversamente abile e spingerlo con violenza è dannoso.

Qualsiasi cosa al mondo è dannosa se fatta con negligenza e senza rispettare i vincoli normativi.
Questo significa che i bike park:
- fatti con negligenza e senza rispettare i vincoli normativi sono dannosi
- fatti con cognizione di causa e rispettando i vincoli normativi non sono dannosi

Se poi i vincoli normativi sono errati è un problema politico, ed il Forum, se non erro, non ammette (condiviso) che si trattino argomenti politici.


condivido Dogo, tranne la parte in grassetto...il problema è che nel concreto, su ciò di cui stiamo discutendo, non esistono praticamente vincoli normativi...e prima che politico è un problema culturale ed ambientale. Il problema può essere politico se si tratta di individuare i criteri normativi, ma anche in questo caso è sempre e comunque prima ambientale e tecnico, poi politico, in quanto i dati forniti dagli studi, ricerche, esperti, possono sì venire politicamente interpretati e utilizzati, ma entro certi limiti, vista la loro sostanziale oggettività...ma qui in Italia siamo ancora distanti dall'arrivare a questo punto.

In Francia ad esempio viene conferita una sorta di certificazione ai bikepark 'virtuosi', che cercano di limitare e ridurre il loro impatto ambientale...mentre in Italia siamo ancora al periodo della corsa all'oro.
 

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