Ora la conosco
La salita: spingi spingi... pant pant puff puff ... la bici tra foglie e macigni non scorre e tocca incollarsela un passo sì e quell'altro pure.
A un certo punto, visto che siamo con la luce contata (uscitina pomeridiana
) e vado "un pò lentina", Tavernello mi acchiappa la bici e parte con una per braccio e io non riesco a stargli appresso neanche così
Posto molto bello comunque... alcuni faggi davvero giganteschi potrebbero ospitare una casetta panoramica di quelle che molti bambini me compresa sognano... e comunque sembrano abitati da gnomi ed elfi
Alla fine arriviamo ai pratoni del Gennaro, posto ameno che (incredibile, no?) non avevo mai visto. Si pedala un pò, ed eccoci.
Prima occhiata: un campo minato di macigni mischiati a fango e buchi di zampa di vacca. Mammamia
Alla prova poi si rivala quello che promette alla vista
anche se più giù migliora un pò, e a tratti è persino scorrevole.
Tavernello mi assicura che due anni fa non era così, molto più pulita. Sul minuto ho tendenza a credergli, ma poi, dopo averlo visto il giorno dopo in azione su un terreno molto peggiore (MOLTO PEGGIORE: non esagero affatto 8-) ma questa è un'altra storia e magari la racconto un'altra volta ) mi sono fatta l'idea che a Tavernello i macigni j'arimbalzano
, così la scarpellata se la ricordava liscia e pulita e si è reso conto di quanto sia sassosa solo dopo aver visto come ci penavo io
Arriviamo che è quasi scuro e con un freddo cane (1° all'auto a monte) e un colpo d'occhio magnifico sulla pianura romana. Una gloriosa e gelida serata invernale di tramontana.
Se ho tempo più tardi qualche foto la metto