Non sono io dirlo, ma la legislazione. Non prendetevela con me
Questo senza dubbio. Gli errori capitano, ma consegnare una bici con una magagna così evidente è difficile da giustificare, neppure col carico di lavoro che hanno attualmente (altro che il Coronavirus che avrebbe fatto chiudere i negozi
)
Le norme sono queste:
Il consumatore puo’ chiedere, a sua scelta, al venditore di riparare il bene o di sostituirlo...salvo che il rimedio richiesto sia oggettivamente impossibile o eccessivamente oneroso rispetto all’altro (art.130 c.3)
...e’ da considerare eccessivamente oneroso uno dei due rimedi se impone al venditore spese irragionevoli in confronto all’altro, tenendo conto:
a) del valore che il bene avrebbe se non vi fosse difetto di conformita’;
b) dell’entita’ del difetto di conformita’;
c) dell’eventualita’ che il rimedio alternativo possa essere esperito senza notevoli inconvenienti per il consumatore. (art.130 c.4)
Il consumatore puo’ richiedere, a sua scelta, una congrua riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto ove ricorra una delle seguenti situazioni:
a) la riparazione e la sostituzione sono impossibili o eccessivamente onerose;
b) il venditore non ha provveduto alla riparazione o alla sostituzione del bene entro il termine congruo di cui al comma 5;
c) la sostituzione o la riparazione precedentemente effettuata ha arrecato notevoli inconvenienti al consumatore. (art.130 c.7)
E' evidente che non è possibile dire a prescindere che il consumatore ha diritto sempre e comunque alla sostituzione, nè che se non vuole la sostituzione può recedere dal contratto o negoziare uno sconto: ci saranno situazioni in cui ne avrà diritto ed altre in cui no.
Il problema è che il discrimine tra le situazioni favorevoli e quelle sfavorevoli non può deciderlo in modo autoritativo il consumatore o il venditore nè eventuali avvocati assortiti, ma
soltanto un giudice. Consumatore, venditore, avvocati e commentatori possono fare delle ipotesi, si spera quantomeno informate e coerenti con leggi e prassi, ma le ipotesi restano tali, son "cose di vento". "Se uno si impunta" non è detto che ottenga quello che vuole: magari ottiene ragione e magari no, magari il negoziante aderisce e magari ci vogliono due-tre anni di cause, magari ottiene il ristoro delle spese legali e magari viene disposta la compensazione. Possiamo fare delle ipotesi, la pratica può essere però molto differente.
Lo ripeto per evitare equivoci: tutto questo in generale, nel caso specifico la
catena commerciale si è assunta le proprie responsabilità e sembra aver imboccato la strada migliore per il cliente. Vorrei vedere, aggiungo.