Corsica: la costa Nord

enry

Biker infernalis
20/9/05
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Dolomiti (quando non lavoro in pianuraccia)
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Bike
Specy
Una settimana in bici con Lucia…
360 km di strade costiere, panorami, acqua cristallina, profumi mediterranei….
primo viaggio in bici con borse, prima volta sull’isola di bellezza…
vecchie biciclette perfettamente trasformate in bici da viaggio senza trascurare il minimo dettaglio…
cosa poteva rovinare un tale idillio?
La scheda della macchina fotografica che ha deciso di andare in tilt…..ovviamente!

Nonostante la mancanza della quasi totalità delle immagini vi racconto il nostro viaggio.

Il programma non era ben definito…..erano anni che volevo fare un viaggio in bici….tutti e due avevamo voglia di mare…..quindi deciso…si va in Corsica…ma con tenda o comodi….come prima volta facciamo comodi dai….
si ipotizzava la possibilità di fare Bastia – Ajaccio o Bastia – Calvi, a seconda di quale voglia avrebbe preso il sopravvento….quella di pedalare o di fare tanti bagni e godersi il viaggio con calma? In ogni caso contavamo sul fatto di poter tornare a Bastia con il trenino (possibili punti di ritorno = stazioni del treno Ile Rousse o Calvi o Ajaccio, quest’ultimo molto più lontano)…ma prima di partire avevo visto su internet che c’erano stati problemi, scioperi ecc….e quindi avremmo dovuto informarci strada facendo….però quasi dappertutto c’era scritto che si poteva caricare la bici sul treno….

Siamo partiti da Livorno il 4 settembre. In traghetto abbiamo conosciuto due simpatici ragazzi di Verona (uno è Bikerman64 qui sul forum) che avevano in progetto di fare tutta la costa in bici fino a Bonifacio e poi tornare a Bastia, con due settimane a disposizione. Con loro abbiamo fatto la prima mini-tappa, di circa 20 km da Bastia a Porticciolo, dove abbiamo dormito all’Hotel U Patriarcu (comodo ed economico), loro invece hanno proseguito verso il primo campeggio che avrebbero trovato, essendo dotati di tenda e quant’altro necessario. Non li abbiamo più incontrati, spero che mettano qualche bella foto del loro giro!
Domenica 5 abbiamo continuato la strada costiera di Cap Corse, raggiungendo Macinaggio. Troppo presto per fare il bagno (dopo passa un po’ la voglia di pedalare)…. siamo quindi saliti a Ersa, fermandoci al Moulin Mattei, dove si gode di un grandioso panorama. Scesi a Centuri pausa bagno e pranzo, bel posticino dove merita fermarsi anche a dormire ma noi abbiamo proseguito fino a Pino, dove abbiamo dormito in una stanza-sgabuzzino che ci ha affittato una simpatica signora del posto. Pino non è un granchè di posto dove fermarsi, anche per mangiare c’è solo un baretto-ristorante sgrausetto….meglio prima o dopo ma con la bici e senza tenda è così….bisogna accontentarsi un po’ di quello che si trova.
Lunedi 6 ancora avanti sulla strada costiera fino a S. Florent, con visita alla Torre di Nonza e pausa bagno a Farinole, altro bellissimo posto.
Martedi 7 abbiamo attraversato il Desert de Agriates, luogo molto suggestivo. Ho letto da più parti avvertimenti sulla difficoltà di questa tappa…..abbastanza esagerati in realtà….faceva caldo ma non troppo e non abbiamo avuto problemi di sete. Dovendo raggiungere la stazione dell’Ile Rousse per chiedere informazioni sui treni abbiamo dovuto rinunciare alla deviazione (rilevante dal punto di vista chilometrico e in termini di dislivello) verso la famosa spiaggia della Saleccia, che avrebbe meritato un giorno intero e non poche ore. Un altro motivo che ci ha fatto rinunciare alla discesa sulla lunga sterrata è stato il timore di poter rompere gli agganci delle borse ortlieb, forse l’unico “difetto” che hanno….ma magari qualcuno potrà smentirmi dicendo che ha fatto km e km di sterrato senza problemi. Proprio al bivio con la sterrata che scende alla spiaggia abbiamo incontrato dei ragazzi (liguri). Uno di loro aveva proprio rotto i ganci delle borse (non ortlieb, ma sempre in plastica) e aveva risolto il problema legandole con una corda.
Comunque alla Saleccia non ci siamo andati anche perché, per quanto belle siano le spiagge di sabbia bianca, sia io che Lucia siamo sempre stati più attratti da posti di mare con scogli e fondali interessanti da esplorare...

Alla fine del “deserto” ci si immette su una strada più grande e molto trafficata….qui si perde quasi tutto il piacere del viaggio in bici, anche se attorno il territorio e il mare sono sempre da ammirare.
All’Ile Rousse scopriamo che quasi tutti i treni sono stati sostituiti da bus e che il trasporto bici non è certo….questa brutta notizia ci rovina la giornata…i nostri piani sono completamente scombinati….ma sulla carta c’è un bel posto da raggiungere, le Rochers di Punta Spano, che si rivelerà molto migliore di quanto pensavamo, anche se per arrivarci facciamo ancora stradone e non troviamo subito la stradina giusta….
La zona come detto è meravigliosa, scogli lisci di granito bianco e rosa, fondali azzurrissimi, mare pieno di pesci…una favola, ma gli 80 km fatti si sentono e non sappiamo bene dove andare a dormire e ancora meno come proseguire il viaggio….visto che c’è il problema del ritorno a Bastia….e di rifare lo stradone e il deserto non abbiamo molta voglia….oddio per me si sarebbe potuto anche fare ma Lucia ha cominciato a farmi sguardi da cane bastonato……
Verso sera proseguiamo verso Calvi, ancora stradone e sempre più traffico….la situazione si fa pesante…..siamo costretti a fermarci i in città e pernottare in un albergo piuttosto costoso….deciso…la prossima volta tenda assolutamente!
Il giorno dopo tentiamo un’altra carta…chiediamo alla compagnia degli autobus che effettua le corse Calvi – Bastia se accetta le bici (magari smontate) nel bagagliaio…..la risposta è la solita…no!….oppure “dipende da quanta gente c’è” ecc…..insomma niente di certo…
Inoltre mercoledi mattina anche Calvi viene colpita da un forte temporale, circa un’ora e mezza di acqua torrenziale, meno male che siamo al coperto a fare colazione, ma perdiamo un po’ di tempo e il traguardo di Ajaccio diventa comunque molto lontano….
A questo punto la scelta è obbligata….. o si torna praticamente per la stessa strada, tagliando poi il capo…ma così avremmo “perso” due giorni per un trasferimento, probabilmente senza mare…… oppure ci facciamo due giorni a Galeria e poi torniamo con una macchina a noleggio…..Alla fine abbiamo optato per la seconda, anche se mi sento ancora in colpa per aver disonorato il primo viaggio in bici….inserendo un mezzo motorizzato (e per di più a combustione interna!)…bisognerà rimediare la prossima volta, torneremo di sicuro e completeremo l’opera!
Col senno di poi non abbiamo fatto la scelta sbagliata, anche se un po’ costosa. Da Calvi abbiamo raggiunto Galeria, dove ci siamo fermati due notti in un alloggio economico ma comodo. Qui oltre al mare è d’obbligo una visita al torrente Fango, che a dispetto del nome è molto bello e trasparente con rocce lisce e pozze dove fare il bagno.
Con l’auto siamo poi passati per Porto, uno dei posti più belli, con il golfo tipo fiordo e le montagne rosse a picco sul mare….ma non abbiamo potuto fermarci….non c’era posto….abbiamo pernottato al Gite di Ota (scomodo, non si mangia bene e costa come un albergo!). Sempre con l’auto abbiamo fatto il passo del Verghio e la famosa strada nel canyon della Scala di Santa Regina. Anche questi posti molto suggestivi ma dopo 7 gg di bici viaggiare in macchina non ci è piaciuto…..tanto che l’abbiamo consegnata il prima possibile per tornare in bici, anche perché nella zona di Bastia c’era un traffico assurdo. Anche Bastia città è murata di macchine e abbastanza incasinata.
Da Bastia siamo tornati in bici a Erbalunga, piccolo paesino sulla strada per Cap Corse. Anche questo paese è molto caratteristico, con un piccolo porticciolo e una riva di scogli lisci comodi per prendere il sole e un bel fondale per fare il bagno. Qui però c’era qualche medusa.
Domenica abbiamo a malincuore lasciato la nostra bella dimora (una camera bellissima affittata da una signora francese molto affascinante e gentile) per tornare a Bastia, dove abbiamo visitato la città vecchia prima di riprendere il traghetto.

Le uniche foto superstiti (sulla seconda scheda, la prima ne aveva circa 300 ma non funziona più!!!!!!!!!!!):azz-se-m:

Il mare a Erbalunga
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La Torre di Erbalunga
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Il Porticciolo di Bastia
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Altre informazioni utili e impressioni varie:
- Tutti gli automobilisti (tranne qualche italiano, guarda un po’) sono molto corretti con i ciclisti
- Dormire e mangiare è abbastanza caro, conviene tenda e campeggio
- La birra Pietra è buonissima (cara al bar, prezzo buono nei negozi)
- Le strade sono strette (ma credevo peggio) e spesso rovinate, meglio andare con ruote e pneumatici robusti tipo semislick da 1,5 – 1,9…. vedo male le bici da corsa
- Condizioni climatiche: bel tempo sempre, tranne il temporale di mercoledi e qualche goccia a Galeria. Mai troppo caldo da non poter pedalare e tutto sommato ci sono abbastanza fontane lungo la strada. Se si fa la tappa Galeria – Porto in bici conviene portarsi almeno 2 litri d’acqua…..ci sono tanti km di nulla in mezzo…..
- In generale ho visto tanta gente in gamba, quasi tutti viaggiatori più che turisti (tranne gli italiani, guarda un po’), tanti con piccole macchine e furgoncini di ogni genere spesso usati come camper….ci siamo stupiti di vedere tanti ragazzi e ragazze magri e belli, soprattutto corsi e francesi….pochissimi panzoni e caciaroni…nessuno che parla ad alta voce nei ristoranti ad esempio…..
- Salite: molti mi avevano detto che avremmo fatto una fatica boia perché la Corsica è tutta montagne e con le borse sulla bici il peso da portare in su è notevole. Invece tutte le strade che abbiamo fatto, anche quella in macchina da Galeria a Porto e poi da Porto al Passo del Verghio sono molto regolari, con basse pendenze, fattibilissime anche con le borse da gente mediamente o poco allenata….va ben che non facciamo tanto testo, abituati alle Dolomiti…..comunque davvero mai viste pendenze sopra il 7-8% secondo me
- Meglio evitare i grossi centri turistici, in particolare Calvi, sono incasinati e cari.
- Borse Ortlieb: ottime in tutto e per tutto....durante il fortissimo temporale le bici erano sotto la pioggia per più di un'ora e non è passata una goccia. Come detto resta da verificare la tenuta dei ganci sugli sterrati veri
- Inconvenienti meccanici: solo 3 “forature” (di cui una notturna tornando dal ristorante di Galeria all’albergo, sfiiiiiga!, ma taci che mi ero portato dietro il kit….), tutte io….grazie Decathlon per fare camere d’aria che si aprono da sole nel punto di giunzione! Di sicuro ne comprerò ancora!
- Non ho avuto occasione di parlare con nessun Corso ....mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più sulla situazione politico-amministrativa….ad esempio mi aspettavo di sentire parlare in corso, almeno la gente di una certa età…..invece parlano prevalentemente francese, anche se quasi tutti capiscono e parlano l’italiano….ma non si sa se grazie al turismo o altro…..ogni tanto pensavo all’analogia Francia – Corsica e Italia – Alto Adige…..mi pare che da una parte l’imposizione della lingua sia riuscita, nell’altro no (tra l’altro ritengo che qualsiasi imposizione non sia giusta….)
- Ambiente: quasi tutto dà l’idea di essere “incontaminato”….però ho visto un paio di zone adibite a discarica senza nessun criterio, un inceneritore rudimentale (non so se ancora in funzione, spero di no), la fabbrica di amianto abbandonata di Nonza (in corso la bonifica, ne hanno di lavoro da fare…), qualche macchina abbandonata e qualche scarico diretto a mare. Numerose pale eoliche in funzione.
 
D

DEKILLA64

Ospite
Mi sono fatto due volte il giro della Corsica (interno compreso), in auto nel 98 e 2001 e tu non sai che invidia ho provato nel leggere di questo tuo viaggio!!!! Una parte del mio cuore è ancora là, visto che poi quel viaggio è legato in parte anche a quella che oggi è mia Moglie... ma farlo in bici!!!! Un sogno!!! Chissà...tra qualche anno, quando mio figlio sarà un pò cresciuto.... VIVA LA CORSICA!
 

Bikerman64

Biker serius
23/8/10
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Roncà
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Caro Enry mi permetto di aggiungere un racconto ironico-goliardico-nostalgico della nostra "avventura" Corsa, c'è qualche frase del "nostro dialetto" ma...

LA NOSTRA CORSICA A SUON DI "PIETRA"

Siam partiti maramaldi dalla nostra Val d’Alpon, con la macchina, poche cose e le mitiche biciclette. Nel viaggiar verso Livorno mille sogni e aspettative di trovar, nell’isola ignota, la giusta calma ed il quieto vivere. Arrivati fra i sorrisi all’imbarco per il mondo Corso, una birra ci siam fatti al partir dell’avventura, molto tonica, di color forte, ci riempie subito il palato, sarà compagna di ogni tappa e di nome fa: “PIETRA”. Pronti, via con il traghetto il nostro viaggio è già un diletto; già scorgiam nell’infinito il nostro magico destino.
E’ il momento dello sbarco, via veloci, con le bici ci addentriam nell’immaginario con un impeto selvaggio. Con i nuovi conosciuti, nel traghetto per Bastia, già scoliam, in un istante, la nostra magica “PIETRA”. Prima tappa Macinaggio , il dormir sembra un miraggio, poi troviamo nel campeggio il riposo-compromesso. Fra scoregge e rutti liberi riprendiam il giorno seguente, respiriam con grande gioia un odor di incenso pieno. Nel più grande disincanto affrontiam le asperità, Cap Corse la prima sosta con la solita “PIETRA”. Ricomincia la salita fra imprechi e canti vari, tutto intorno il grande incanto rende dolce il nostro pianto. Poi vediamo all’improvviso, l’agognata impresa vera: una spiaggia assai
selvaggia che raggiunger noi vogliam. Un ostacolo si frappone alla nostra ambita meta, un insieme di acque ferme che guadiamo alla Rambo e via. Ecco a noi Ostriconi che da sfogo alle emozioni. Sorge in noi il desiderio del campeggio libero e selvaggio e piantiam la nostra tenda sul finir della caletta. Come un flash ,il dì seguente, il rimprovero severo dell’ergumeno soggetto che, con tono assai imperioso, dice a noi: “No la tend”. Con lo spirito battagliero ripartiamo alla riscossa ripetendo dentro noi: “No la tend” – No la tend”. E’ un canto giulivo e vivo che ci spinge a trasgredire, sempre pronti, all’imbrunire. La tempesta sempre in agguato ci colpisce Mercoledì, grande pioggia, grande vento, non ghin podeìno proprio pì. Ristorati nell’Hotel aspettiamo il terzo arrivo del compagno di battaglia, è un’attesa lieta e sana che ci intriga ancor de pì.
All’arrivo dell’Enrico è una festa rutilante e scoreggiante, lo spirito animale si consolida sempre più. Tappa dopo tappa, paesaggio dopo paesaggio ci ritroviamo a Cala D’Orzu ,come sirene ci caliamo nelle dolci e candide acque lavando e disincrostando parti intime e non.
Fra desideri e fantasie, generati da un ambiente amico, ci ritroviamo spesso in simbiosi a ululare canti folkloristici e anarchici. La Corsica è anche questo: Voglia di sfogare la propria selvaggia libertà.
In quel di Bonifacio, il buon Andrea si imbatte in un inconveniente tecnico non indifferente. Visto il problema di raggi alla ruota posteriore decide, di petto, di addentrarsi nei paraggi.
In quel di Porto Vecchio, la soluzione al problema ci spinge ad avventuraci all’interno dell’isola. Sguardo cazzuto, aspetto orripilante e lezzo incredibile allontanano da noi ogni possibilità di socializzazione, ne fa le spese Andrea che si scontra con il sospetto della leonina vecchietta la quale lo apostrofa con un duro: “Je veux rien”. L’interno mitico e imponente trasuda “selvaggiume” allo stato puro. Ci gingilliamo nella visione estasiata dell’intreccio delle montagne e delle valli profonde poi, l’incontro con un gruppo di maiali grugnanti ci riporta alla stretta realtà di un mondo che possiamo solo visitare e non conquistare. Lo sguardo diretto e potente dell’essere “suinante” ci fa capire che non è il caso di fermarsi a campeggiare. La fame, intanto, si fa sentire e nei paesetti fantasma dell’interno gran difficile è poter trovar qualcosa per muovere la mandibola. Dopo un'estenuante fatica e 100 km, circa, percorsi fra suoni vari (grugniti, cinguettii) e le nostre immancabili performance fisiche (scoreggiamenti e rutti impossibili),
un oasi di speranza innanzi a noi: un ristorante “APERTO” nel bel mezzo del nulla. Ci scaraventiamo a tavola e ordiniamo, repentinamente, un pasto a base di spaghetti e cinghiale. Mangiamo e beviamo (vinello Corso tosto) a dismisura, ci insozziamo senza ritegno come dei veri maiali, “sgrunf..sgrunf..” ,nella porcilaia. Alla fine il campeggio notturno si rivela arduo e impegnativo lo stato di sbronza tocca vertici mistico-nauseanti . Il giorno dopo è proprio un altro giorno. Partiamo a mille, sbuffanti e arrapati, ritmi vertiginosi da crono-corsa per raggiungere il cuore dell’isola: Corte, una splendida Rocca nel centro della Corsica. L’impatto è immediato, la voglia di “PIETRA”: immensa. Si profila l’ultimo giorno di questa fantasmagorica avventura, presi da sconforto per l’imminente fine ci gettiamo con i nostri mezzi in un appassionante taglio del dito quasi a simboleggiare una rottura nostalgica con l’ambiente che ci ha accolto in questi 14 giorni.
Esperienza unica, vissuta al 100% in un ambiente subito amico, con gente perlopiù gentilissima (tranne qualche episodio, vero Andrea!!). Il nostro languido inno finale si riassume in un'unica frase che resterà per sempre nella storia: VIVE LA CORSE E CHI LA PERCORSE!

In ricordo di una magnifica avventura vissuta con compagni fantastici: ANDREA-ENRICO

CORRADO
 

Massimo Loda

Biker serius
18/11/08
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Brescia
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Ciao a tutti..a giugno partiro' per il giro della corsica, con un pezzo di interno. in tutto circa 700km...vorrei farlo in totale autonomia enda cibo ecc ecc,... con l'intenzione di non sfruttare nemmeno i campeggi, almeno il meno possibile...possibile in corsica o sono molto severi se ti trovano? praticament vorrei fare una prova di un viaggio in autonomia completa. ecco perchè vorrei evitare i cameggi--
 

rizmtb

Biker novus
9/4/24
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Torino
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Wilier Triestina
Rispolvero questo vecchio topic per chiedervi se sapete se da Ajaccio a Bastia esiste un treno/bus su cui si può caricare la bicicletta. Grazie
 

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