Come si guida sulle discese fangose?

  • Siete di quelli che, quando comincia a fare freddo, mettono la bici in garage e vanno in letargo, sdivanandosi fino alla primavera? Quest’anno avrete un motivo in più per tenervi in forma, e cioè la nostra prima Winter Cup, che prende il via il 15 novembre 2024 e si conclude il 15 marzo 2025.
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Biker poeticus
14/10/08
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Sinalunga (SI)
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Ciao, ieri sono uscito per un allenamento con i miei compagni di squadra, abbiamo optato per un lungo giro veloce su sterratoni stile GF. Non ho avuto particolari problemi a stargli dietro sui tratti pianeggianti, anche se tenevano un ritmo piuttosto elevato sin dalla partenza. Nessun problema nelle salite, dove vado abbastanza bene ed arrivavo in cima tra i primi. Le dolenti note invece sono arrivate nelle discese. Queste erano tutte su fondo battuto di tufo/argilla con brecciolino (quindi già sdrucciolevoli di suo) che le piogge avevano trasformato in una poltiglia fangosa scivolosissima che dava instabilità alla bici. Non mi sentivo sicuro, mi sembrava di perdere il controllo della bici da un momento all'altro e questo pur avendo una full come bici e le Nobby Nic come gomme. Paradossalmente i miei compagni filavano giù a velocità impressionante e me li vedevo sfilare accanto ed allontanarsi uno dopo l'altro, e questo nonostante avessero delle front e, la maggior parte, gomme semitassellate da asciutto. Procedevo piuttosto frenato un pò a zig-zag cercando i punti meno fangosi e nelle curve rallentavo alla grande, loro invece scendevano in linea retta come missili ed in curva piegavano senza troppi timori. Premesso che so di dover vincere un blocco psicologico legato al timore di cadere e farmi male, come posso affrontare questo tipo di situazione riuscendo a mantenere una velocità piuttosto elevata? Come affrontare questi discesoni sdrucciolevoli da asciutti e scivolosi con il fango? Qual è la tecnica migliore?
Grazie
 

offROADisNOTaCRIME

Biker corsarus
10/5/06
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TARANTO-LECCE
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be qui non è tanto una questione di tecnica, ma conta l'esperienza e un briciolo di pazzia ;-)

sicuramente una guida fluida, rilassata, sciolta per ciò che riguarda busto, gambe e braccia, ma con mani e polsi ben saldi e pronti a fare recuperi in caso di "strane derapate" permettono di scendere a cannone, Ma in generale, solo l'esperienza e la voglia di adrenalina ti permetteranno di scendere più forte...

il bilanciamento del peso in una discesa dritta e non troppo pendente è abbastanza relativo (certo non devi sederti sul manubrio :-|), mentre in curva, l'importante è non piegare troppo la bici + biker, bisogna sempre far mordere le gomme per terra...

paradossalmente se vai forte e carichi bene il peso, a terra non vai... mentre se vai frenato in maniera errata (anteriore troppo pinzato), sei rigido, non punti bene le ruote in curva... molto probabilmente ti spalmi per terra :-(

logicamente scendere a 3000 non vuol dire avere il controllo di se e del mezzo, anzi in queste situazioni, riuscire ad essere fluidi con velocità non esagerate, secondo me è sinonimo di grande tecnica...

per migliorare devi provare e riprovare, e avere la full non vuol dire nulla ;-)

anzi in teoria le ossa bisogna farsele sulla front dove ogni errore lo paghi con una caduta, la Full facilita le cose, sicuramente ti da più sicurezza e ti permette qualche errore in più ;-)

alex
 

gammaray

Biker infernalis
7/7/04
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Trieste
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Io in discesa sono impedito, dovro' prendere lezioni private, comunque in attesa che "chi sa parli" che pure io son interessato ti do' 2 piccoli suggerimenti: prima di arrivare alla curva sgancia il piede interno dal pedale, poi un'altra accortezza e' usare solo l'indice x frenare.
 

SCUBIKER

Biker poeticus
14/10/08
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be qui non è tanto una questione di tecnica, ma conta l'esperienza e un briciolo di pazzia ;-)

Probabilmente è proprio così, io ho vinto (o almeno molto diminuito) la mia paura dell'impunto proprio cercando volutamente, ed a poco a poco, lo "scontro" diretto con pietre e punti più tecnici. Quando ho visto che li superavo senza grossi problemi, il timore di cadere è molto diminuito, mi sono ammorbidito ed ora riesco a farli più velocemente e sicuro di prima. Cercherò di fare altrettanto con questi discesoni velocissimi e scivolosi e ... speriamo bene :prega:.
...Comunque ieri sembrava di essere sul sapone :specc:.
 

motobimbo

Biker nirvanensus
30/9/08
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Cimino
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Probabilmente è proprio così, io ho vinto (o almeno molto diminuito) la mia paura dell'impunto proprio cercando volutamente, ed a poco a poco, lo "scontro" diretto con pietre e punti più tecnici. Quando ho visto che li superavo senza grossi problemi, il timore di cadere è molto diminuito, mi sono ammorbidito ed ora riesco a farli più velocemente e sicuro di prima. Cercherò di fare altrettanto con questi discesoni velocissimi e scivolosi e ... speriamo bene :prega:.
...Comunque ieri sembrava di essere sul sapone :specc:.

anche io concordo con off...l'esperienza e la pazzia (pazzia che però io ridefinirei: voglia di crescere e sperimentare), sono la madre ed il padre del "saper andare". Io, per esempio, ho trovato un miglioramento tangibile su me stesso in ordine alla fluidità di discesa ed anche alla "sicurezza psicologica" già nell'uscita successiva ad una megafangosa freeridata in quel di parco batteria a Terni, (nella quale mi apparecchiai diverse volte). Beh...già la volta successiva in condizioni analoghe: 1) non avevo quasi più timore, 2) andavo giù molto più spedito della "session" precedente (bada! non è che fossi diventato Peat giù per Fort William)

ed il bello è che non è che avevo razionalizzato i comportamenti della prima volta (della serie qui è meglio fare così, lì è meglio fare cosà)...ma è come se il miglioramento da me percepito fosse stato "assorbito e metabolizzato" in modalità "sovrarazionale", per cui sapevo già (+ o -) come comportarmi, pur non avendolo processato, schematizzato ed imparato a memoria. :celopiùg:
 

andrea66

Biker poeticus
2/4/08
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donca town
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Liteville, Bronson
anche io concordo con off...l'esperienza e la pazzia (pazzia che però io ridefinirei: voglia di crescere e sperimentare), sono la madre ed il padre del "saper andare". Io, per esempio, ho trovato un miglioramento tangibile su me stesso in ordine alla fluidità di discesa ed anche alla "sicurezza psicologica" già nell'uscita successiva ad una megafangosa freeridata in quel di parco batteria a Terni, (nella quale mi apparecchiai diverse volte). Beh...già la volta successiva in condizioni analoghe: 1) non avevo quasi più timore, 2) andavo giù molto più spedito della "session" precedente (bada! non è che fossi diventato Peat giù per Fort William)

ed il bello è che non è che avevo razionalizzato i comportamenti della prima volta (della serie qui è meglio fare così, lì è meglio fare cosà)...ma è come se il miglioramento da me percepito fosse stato "assorbito e metabolizzato" in modalità "sovrarazionale", per cui sapevo già (+ o -) come comportarmi, pur non avendolo processato, schematizzato ed imparato a memoria. :celopiùg:

vicino a dove abito io c'è un pistino da discesa con qualche salto artificiale, due o tre ripidoni e parecchi passaggi veloci in curva (ci si allenano i locals che fanno DH)

dopo averlo fatto diverse volte in passato (naturalmente da par mio, cioè da endurista della domenica) e sempre in condizioni di asciutto, ieri (in occasione di un incontro gravity organizzato dal mio sivende che faceva provare bighe da free e DH), l'ho fatto per la prima volta con un mare di fango....
è stato come se l'avessi fatto per la prima volta: specialmente nelle curve veloci la biga mi andava via che era un piacere e a un certo punto ho dato anche una bella cartella contro un albero........ovviamente la paura mi aveva spinto a fare la cosa più sbagliata, cioè frenare anzichè cercare l'equilibrio sulla bici
 

motobimbo

Biker nirvanensus
30/9/08
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Cimino
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........ovviamente la paura mi aveva spinto a fare la cosa più sbagliata, cioè frenare anzichè cercare l'equilibrio sulla bici

eheheh...sul fango/saponetta in ripidone è un disastro il freno! più che altro non serve a niente o a poco quello posteriore, quello che serve (a mio modestissimo parere) è avere una grossa (grossissima) sensibilità sul ditino che regola l'anteriore ed una grossa (grossissima) esperienza di postura ed atteggiamento sulla bike.
 

SuperDuilio

Biker paradisiacus
29/10/07
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Catanzaro
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Tieni anche presente che le gomme che monti non sono specifiche per il fango e quindi non ti facilitano la vita. Ti hanno già consigliato benissimo su tutto ciò che devi sapere e sull'esperienza che devi fare guidando tanto e riprovando laddove non ti riesce e poi se proprio devi fare esperienza con le cadute è molto meglio su del morbido fango che sul ciottolato....!
 

offROADisNOTaCRIME

Biker corsarus
10/5/06
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TARANTO-LECCE
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Tieni anche presente che le gomme che monti non sono specifiche per il fango e quindi non ti facilitano la vita. Ti hanno già consigliato benissimo su tutto ciò che devi sapere e sull'esperienza che devi fare guidando tanto e riprovando laddove non ti riesce e poi se proprio devi fare esperienza con le cadute è molto meglio su del morbido fango che sul ciottolato....!

la gomma da quello che ho potuto provare e abbastanza relativa...

il miglioramento in base alla gomma è minimo rispetto alla capacità che si può avere nello scendere da una discesa...

anche perchè galleggiare è 1000 volte meglio che andare piano, guidare fluido è 1000 volte meglio che andare pianissimo...

parlando in generale in una discesa difficile secondo me o si va pianissimo e con tanta tecnica o si va fluidi con tanta tecnica... in entrambi i casi si arriva a valle, solo che nel secondo caso ci si stanca meno e ci si stressa meno, nel primo caso, oltre a stancarsi molto dal punto di vista fisico, ci si stressa psicologicamente, e non è detto che si riescano a chiudere tutti i passaggi...

questo per pendenze esagerate con fondo allentato di tipo fangoso
 

SuperDuilio

Biker paradisiacus
29/10/07
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Catanzaro
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la gomma da quello che ho potuto provare e abbastanza relativa...

il miglioramento in base alla gomma è minimo rispetto alla capacità che si può avere nello scendere da una discesa...

anche perchè galleggiare è 1000 volte meglio che andare piano, guidare fluido è 1000 volte meglio che andare pianissimo...

parlando in generale in una discesa difficile secondo me o si va pianissimo e con tanta tecnica o si va fluidi con tanta tecnica... in entrambi i casi si arriva a valle, solo che nel secondo caso ci si stanca meno e ci si stressa meno, nel primo caso, oltre a stancarsi molto dal punto di vista fisico, ci si stressa psicologicamente, e non è detto che si riescano a chiudere tutti i passaggi...

questo per pendenze esagerate con fondo allentato di tipo fangoso

Ovviamente ognuno scrive ciò che vive sulla propria pelle e quindi lungi da me ogni forma di polemica..........il bello del forum è sopratutto confrontarsi.
Proprio un annetto fa mi sdraiai su di un percorso fangoso a causa di una gomma anteriore (Vertical 2.3) che non mi lasciò il tempo di pensare alla curva che stavo affrontando e mi mollò in un battito di ciglia. La cosa si ripetè la settimana successiva su di un percorso del quale conosco ogni filo d'erba.
Mi erano state regalate un paio di gomme Loboloco 2.3 e decisi di montarne una all'ant. ed il risultato fu sorprendente. Non sono neanch'esse da fango ma il disegno profondo e spaziato comunica meglio con la mia Enduro permettendomi una guida più istintiva. Caricando bene l'anteriore ormai riesco a farle quasi tutte in derapata senza perdere "il punto di corda".
Comunque anch'io sono per la guida più fluida e veloce che come dici tu è meno stancante........e molto più appagante.
 

teibol

Biker novus
24/1/10
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bologna
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Ciao, ieri sono uscito per un allenamento con i miei compagni di squadra, abbiamo optato per un lungo giro veloce su sterratoni stile GF. Non ho avuto particolari problemi a stargli dietro sui tratti pianeggianti, anche se tenevano un ritmo piuttosto elevato sin dalla partenza. Nessun problema nelle salite, dove vado abbastanza bene ed arrivavo in cima tra i primi. Le dolenti note invece sono arrivate nelle discese. Queste erano tutte su fondo battuto di tufo/argilla con brecciolino (quindi già sdrucciolevoli di suo) che le piogge avevano trasformato in una poltiglia fangosa scivolosissima che dava instabilità alla bici. Non mi sentivo sicuro, mi sembrava di perdere il controllo della bici da un momento all'altro e questo pur avendo una full come bici e le Nobby Nic come gomme. Paradossalmente i miei compagni filavano giù a velocità impressionante e me li vedevo sfilare accanto ed allontanarsi uno dopo l'altro, e questo nonostante avessero delle front e, la maggior parte, gomme semitassellate da asciutto. Procedevo piuttosto frenato un pò a zig-zag cercando i punti meno fangosi e nelle curve rallentavo alla grande, loro invece scendevano in linea retta come missili ed in curva piegavano senza troppi timori. Premesso che so di dover vincere un blocco psicologico legato al timore di cadere e farmi male, come posso affrontare questo tipo di situazione riuscendo a mantenere una velocità piuttosto elevata? Come affrontare questi discesoni sdrucciolevoli da asciutti e scivolosi con il fango? Qual è la tecnica migliore?
Grazie
a mio modesto parere se non ci sei con la testa non c'è tecnica o gomma che tenga! bisogna sentire la voglia di guidare la bici al massimo delle proprie possibilita', essere consapevoli dei propri limiti e cercare di superarli un po' alla volta, ti deve piacere lo vuoi fare!!!!! se ti prende la para!!!!! buonasera!!
 
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Danybiker88

Redazione
4/9/04
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Torino
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a mio modesto parere se non ci sei con la testa non c'è tecnica o gomma che tenga! bisogna sentire la voglia di guidare la bici al massimo delle proprie possibilita', essere consapevoli dei propri limiti e cercare di superarli un po' alla volta, ti deve piacere lo vuoi fare!!!!! se ti prende la para!!!!! buonasera!!

Vero: inutile farsi paranoie se le gomme sono più o meno adatte, se la forcella è più o meno frenata, ecc. Alla fine sul fango conta solo una cosa: il pilota.

Personalmente quoto quanto detto da Off, che in parte coincide con le mie regole d'oro della guida sul fango:

- Freni: frenare solo quando strettamente necessario e quando il fondo lo consente (non su radici, contropendenze, in curva, ecc ma solo su rettilineo dove il fondo è compatto). Mai frenare sull'ostacolo, dove si deve lasciare correre, frenare sempre prima.

- Peso: il peso in avanti è una buona cosa. Se si sta indietro la bici va per conto suo, quindi la cosa migliore è caricare il più possibile l'anteriore. E' innaturale, all'inizio si ha paura di cappottare o che l'anteriore schizzi fia sulla prima pietra o radice bagnata ma con una guida attiva di braccia, anticipando gli ostacoli non succede. In curva poi vale sempre la regola che se parte il posteriore fai una bella derapata, se parte l'anteriore tiri una bella musata.

- Traiettorie: sull'umido la scelta delle traiettorie è fondamentale. Cercare traiettorie rettilinee, evitare le contropendenze e cercare sempre di affrontare gli ostacoli perpendicolarmente evita di perdere l'anteriore. Importantissimo è poi cercare ogni appoggio possibile: una piccola spondina, un canalino se presi in maniera opportuna permettono di entrare in curva molto più velci e con maggior sicurezza.

- Guida attiva: sul bagnato è importantissimo guidare in modo attivo. Anticipare gli ostacoli con braccia e gambe, rimanere morbidi e schiacciare la bici negli avvallamenti ti da più grip su radici e ostacoli vari. Se invece il fango è profondo braccia e gambe morbide, pronte ad eventuali correzioni ma pronte ad assorbire un eventuale ostacolo improvviso (una radice ad esempio).
 
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}ReN{

Biker superioris
27/10/08
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Roma (per ora)
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Vero: inutile farsi paranoie se le gomme sono più o meno adatte, se la forcella è più o meno frenata, ecc. Alla fine sul fango conta solo una cosa: il pilota.

Personalmente quoto quanto detto da Off, che in parte coincide con le mie regole d'oro della guida sul fango:

- Freni: frenare solo quando strettamente necessario e quando il fondo lo consente (non su radici, contropendenze, in curva, ecc ma solo su rettilineo dove il fondo è compatto). Mai frenare sull'ostacolo, dove si deve lasciare correre, frenare sempre prima.

- Peso: il peso in avanti è una buona cosa. Se si sta indietro la bici va per conto suo, quindi la cosa migliore è caricare il più possibile l'anteriore. E' innaturale, all'inizio si ha paura di cappottare o che l'anteriore schizzi fia sulla prima pietra o radice bagnata ma con una guida attiva di braccia, anticipando gli ostacoli non succede. In curva poi vale sempre la regola che se parte il posteriore fai una bella derapata, se parte l'anteriore tiri una bella musata.

- Traiettorie: sull'umido la scelta delle traiettorie è fondamentale. Cercare traiettorie rettilinee, evitare le contropendenze e cercare sempre di affrontare gli ostacoli perpendicolarmente evita di perdere l'anteriore. Importantissimo è poi cercare ogni appoggio possibile: una piccola spondina, un canalino se presi in maniera opportuna permettono di entrare in curva molto più velci e con maggior sicurezza.

- Guida attiva: sul bagnato è importantissimo guidare in modo attivo. Anticipare gli ostacoli con braccia e gambe, rimanere morbidi e schiacciare la bici negli avvallamenti ti da più grip su radici e ostacoli vari. Se invece il fango è profondo braccia e gambe morbide, pronte ad eventuali correzioni ma pronte ad assorbire un eventuale ostacolo improvviso (una radice ad esempio).
Credo che dany abbia detto tutto:celopiùg:
 

ale87fr

Biker superis
19/1/08
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Molini di Triora
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Io in discesa sono impedito, dovro' prendere lezioni private, comunque in attesa che "chi sa parli" che pure io son interessato ti do' 2 piccoli suggerimenti: prima di arrivare alla curva sgancia il piede interno dal pedale, poi un'altra accortezza e' usare solo l'indice x frenare.

wow...non sganciare il piede...perdi il 70% del controllo della bici, ancora di più che sull'asciutto perche se il pedale o la scarpa sono sporchi di fango è come andare su una gamba sola...rimanendo quindi in completa balia del mezzo...
Quoto tutto quello che ha detto dany...e sottolineo l'importanza della malizia nelle traiettorie...anche una scaglia o una radice completamente trascurabile su asciutto più fare la differenza tra tenerti dentro alla curva o facciare per terra...se poi proprio perdi il controllo e lo spazio lo permette raddrizza e cerca un nuovo punto di appoggio più a valle...tra l'altro questo è utile in caso di lunghe contropendenze viscide,dove la situazione lo permette imposta il passaggio nella traiettoria più alta, in modo da avere la possibilità di una seconda, o terza chance più in basso.
 

SCUBIKER

Biker poeticus
14/10/08
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Sinalunga (SI)
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Le discese in questione non erano tecniche, niente radici, gradoni o avvallamenti particolari. Erano semplici discesoni su strade bianche che invitano a correre e permettono di raggiungere velocità molto elevate. Nelle gare GF sono la causa della maggior parte delle cadute peggiori (le cadute più gravi le ho viste su strade come queste), in estate perchè il brecciolino è estremamente sdrucciolevole, in inverno perchè, come domenica, le intense piogge ed il passaggio delle auto, avevano formato una poltiglia fangosa semiliquida ed estremamente viscida (il terreno è perlopiù tufaceo/ argilloso) che le ruote mi sparavano nel viso. Lungo questi discesoni si trovano ampi curvoni veloci che rendono il tutto ancora più instabile. Il sentire la bici in velocità, che perdeva aderenza con microslittamenti laterali che davano un gran senso di instabilità, mi ha spinto a frenare sempre di più ed a zigzagare alla ricerca di un fondo meno molle (probabilmente peggiorando le cose). Non so a quanto stessi andando, ma ad occhio e croce non credo di aver superato i 40 km/h, chilometro più chilometro meno. I miei amici, da come andavano, dovevano essere sui 50-60 Km/h ed il primo di loro aveva le crossmark. Per loro nulla di particolare, una discesa banale come tante, liscia e priva di tecnica da fare a palla. Probabilmente il segreto è proprio quello di fare tante di queste discese fino a farle diventare ordinarie e seguire i consigli tecnici di Danibiker88. Anzi approfitto di questo 3d per chiedere a Danibiker se ha la possibilità di scrivere una articolo su 27gear proprio sulla guida su fango.
Grazie a tutti per i consigli.
 

Roberto76

Biker novus
9/11/09
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Andria
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Io domenica scorsa mi sono steso su una curva in discesa con fondo fango/erba bagnata, avevo preso parecchia velocità e stavo uscendo di traiettoria quando ho forzato l'inclinazione ho perso l'anteriore scivolando, per fortuna il fondo era morbido, ma ho preso una botta non indifferente alla spalla. Grazie per i messaggi molto interessanti anche se penso che l'unico modo è rialzarsi e riprovare. Ciao a tutti.
 

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