Coast2Coast Edition Three - Aperte le iscrizioni

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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Prima uscita con la Niner E.M.D. 9.

Stamattina Alessanro Migliore mi ha consegnato la Niner E.M.D. 9 da 29” per il Demo-test da effettuare durante la C2C 2010.
Si tratta di un modello che la Niner definisce “entry level”, ma che in realta’ mi sembra di fascia media. (http://italian.ninerbikes.com/fly.aspx?layout=bikes&taxid=99).
11 kg, per una L.
Quale migliore occasione per una prima prova in fuoristrada?
Casco, scarpini e via.
Il percorso scelto e’ quello che da Morreale porta su sino al Villaggio Montano, con chiusura ad anello sino a Palermo.
La prima impressione è di confort e familiarita’ su una bici alta quanto una BDC, ma con le geometrie e l’agilita’ di una MTB in virtu’ di un telaio molto “sloop”.
Durante la salita su asfalto verso il cimitero di Morreale, niente di particolare, tranne la sensazione di un manto stradale piu’ omogeneo del solito.
Finito questo tratto di trasferimento, punto decisamente verso la carrabile che porta alle valli di S. Martino, su per una serie di strappi brevi, ma pendenti, che si intervallano a salite di grado medio.
Questa parte del percorso esige un’attenta gestione delle forze, pena un rapido esaurimento delle risorse fisiche ed un poco onorevole dietrofront.
Qui la prima sorpresa: inizio a salire in maniera costante, tenendo una velocita’ media sensibilmente superiore a quella che solitamente riesco a sopportare, senza cercare mai triettorie meno sconnesse per evitare la perdita di grip. Mi sembra che il fondo sia meno sconnesso e considero istintivamente le asperita’ del sentiero poco rilevanti ai fini di una pedalata fluida ed efficace.
Pietre, sabbia, solchi, tutto mi sembra piu’ piano e non devio mai dalla mia traiettoria.
La bici non rilancia con entusiasmo, ma salgo in maniera costante e piu’ velocemente, come mi suggerisce il tachimetro.
La stessa sensazione mi accompagna su per le rampe che dall’“otto” portano al belvedere del Villaggio Montano. E’ un tratto che conosco a memoria, ma che scorre via senza asperita’ ed impuntamenti. Le ruote assorbono tutto senza suggerire traiettorie alternative. Taglio i tornanti come voglio, tanto ho sempre presa.
Scollino. Anche nei tratti di falsopiano che portano al cancello della forestale ho l’impressione di un rotolamento piu’ facile. Guardo il tachimetro e, contarariamente a quanto percepisco, sto “viaggiando”molto bene.
Decido di continuare dritto verso il sentiero che porta alla fangaia. Chi conosce la zona sa che questa parte dell’itinerario e’ la piu’ sconnessa, ma anche qui il passo e’ entusiasmante e non mi trovo mai in difficolta’, neanche negli strappi che in genere conviene affrontare spingendo, data la normale difficolta’ di avanzamento.
Imbocco l’ultima salitina con fondo da mulattiera ed arrivo agevolmente allo scollinamento.
Benissimo.
Inizia la discesa in contropendenza detta “fangaia”. Qui apprezzo meno la taratura “race” della forcella Reba, poiché l’avantreno tende a perdere tenuta, ma nei tratti che seguono mollo i freni e scendo con una confidenza che non ho mai avuto. Mi impressionano i passaggi tecnici, sembra di guidare una buona “all mountain”.
Superato il tratto scavato dalle piogge invernali, che hanno rimodellato 50 metri di trail rendendolo il letto di un torrente in secca, mi fiondo giu’ per la stesse rampe che ho fatto in salita.
Non sembra, non sembra proprio, ma il tachimetro mi dice che sto tenendo velocita’, per me , elevatissime. Dubito della corretta taratura dello strumento digitale, ma la curva che sto per affrontare mi conferma che sto scendendo troppo allegramente. Poco male, la bici non si scompone e dipingo una bellissima traiettoria come si fa con la BDC.
Torno sull’asfalto alla volta di Palermo, purtroppo troppo presto, e tolgo le mani dal manubrio, rendendomi conto che a causa dell’effetto giroscopico, l’avantreno sembra seguire una monorotaia.
Insomma, come prima uscita, niente male. Giusto il tempo di farmi un’idea su una macchina della quale si e’ detto molto su i forum, spesso anche da parte di chi non l’ha mai provata.
La passione………
Quello che mi sembra di avere capito è che si tratta di un mezzo che ha una personalita’ tutta propria e che, pertanto, va gestito in maniera diversa rispetto alle “26” a cui siamo abituati.
Un mezzo che, pero’, ha una resa totale piu’ vantaggiosa e puo’ far diminuire sensibilmente i propri tempi usuali.
Sembra l’ideale per un passista ed una manna per chi normalmente teme le discese.
Gli agonisti di alto livello che le usano, ne danno giudizi piu’ che positivi e questa gente si strapperebbe le unghia per guadagnare un decimo di secondo.
Adesso pero’, come e’ giusto che sia, sospendo nuovamente il giudizio, rimandandolo a tra 500 km almeno. Conoscendo bene le caratteristiche “extreme” della C2c, so gia’ che alla fine di questa ennesima entusiasmante avventura potro’ essere in grado di farmi un’idea più esaustiva sui pro ed i contro di questa bella due ruote.
Mi sembra abbastanza per liberarmi dall’entusiasmo iniziale e potere dire qualcosa di meno soggettivo, che ne dite?.


Caiomario.
 
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dunque, secondo la tua modesta esperienza, è meglio una front da 29" o una full da 26"??

Davanti o dietro?

Test Niner 29” alla C2c 2010

Circa trecento kilometri di strade sterrate e poco, pochissimo asfalto attraverso la Sicilia, in condizioni climatiche estreme, sotto l'implacabile sole di agosto.
Single tracks, salite interminabili, discese veloci e pendenze da downhill; un campionario completo di fondi stradali e pendenze.
Polvere, buche, rocce, sabbie e tutto il campionario geologico della Trinacria.
La mitica C2C dei fratelli Tedesco, questo il teatro della prova alla quale e' stata sottoposta la Niner E.M.D. 9 affidatami da Alessandro Migliore, titolare di Bici Shop Palermo.
Inizio l'avventura temendo di dovere soffrire i disturbi relativi alla postura su una bici che non e' la mia. Ma gia' alla fine della prima, durissima tappa, mi rendo conto di avere pedalato sulla bici piu' comoda che io abbia mai avuto. Neanche la lunghissima ascesa verso la Pigna D'oro, sita a 1000 metri di altezza, dopo circa 12 km di implacabile salita, mi causa dolore, ne' al “soprasella”, ne', tantomeno, alla schiena.
Magnifico. La Niner si arrampica su qualsiasi fondo senza mai perdere aderenza in trazione, neanche in quei passaggi dove, durante le passate edizioni, la mia “26” aveva mostrato i suoi limiti producendosi in fastidiose sbandate. La sensazione e' quella di guidare una bici poco reattiva, ma il tachimetro indica velocita' di tutto rispetto, mantenute da un'inerzia piu' marcata rispetto a quella di una mtb tradizionale.
E' un'ulteriore conferma delle impressioni che avevo ricavato dalla breve prova effettuata prima di iniziare la C2C; una bici con un passo inesorabile e continuo.
In pianura pedalata ed in discesa, la musica cambia decisamente. La maggiore sezione delle ruote e le masse inerziali “spianano” gli sterrati, permettendo velocita' sensibilmente superiori rispetto quelle usuali. Spesso mi ritrovo ad approcciare le curve con velocita' eccessive, ma, poco male, l'avantreno infatti mi consente di disegnare traiettorie che, istintivamente, mi ricordano quelle della bici da corsa. Il mezzo non perde mai aderenza e suggerisce, comunque, di osare un po' di piu'.
Durante le tappe successive, affrontando discese piu' proibitive, con fondo da Dh o Fr, apprezzo la superiore altezza della guarnitura e del cambio, rispetto alle asperita', e mi cimento in passaggi “puliti” senza mai toccare le sporgenze del terreno. Anche la ruota anteriore, con la sua sezione e la maggiore impronta, incoraggia ad azioni ardite, premiate da una confidenza ed una precisione degna di una buona “all mountain” biammortizzata. Un plauso speciale all'alluminio ed ai foderi del telaio, mai nervosi e sempre prevedibili, anche durante le sollecitazioni piu' “secche” ed improvvise.
Noto, alla fine della terza tappa, una discreta usura delle pastiglie del freno a disco anteriore, segno questo del fatto che, anche nelle decelerazioni piu' spinte, la fiducia nell'avantreno e' stata notevole.
Ovviamente la Niner e' stata provata anche da alcuni bikers miei compagni di avventura i quali sono rimasti sorpresi da alcune cose:
la bici gira su se stessa, mentre la sua geometria suggerirebbe un'agilita' inferiore;
le curve si avvicinano troppo velocemente;
in discesa, mollando i freni, la Niner ha un 20% di accelerazione in piu' rispetto alle altre (sull'asfalto il differenziale e' veramente notevole);
il grip delle gomme in salita e' superiore;
le “ruotone” spianano lo sterrato.
Insomma, alla fine di quattro giornate torride con parecchie migliaia di metri di dislivello positivo e negativo, mi devo separare, con riluttanza, da questa bella compagna di avventura, ideale in questa configurazione, per tappe lunghe e fisicamente impegnative.
Un mezzo con un gran passo.
Alla consegna Alessandro Migliore mi accoglie con un gran sorriso, sicuro del fatto suo, ed ha pienamente ragione. Sono soddisfatto del mezzo e la mia curiosita' su questo standard e' stata pienamente appagata.
Faccio appena in tempo a scambiare le prime impressioni, che Alessandro, sornione, mi dice che ci sono in arrivo delle nuove ruote, robuste e leggerissime, ed una nuova rapportatura da testare quanto prima; ma questo non prima di provare la su 29” da competizione.
“Mamma mia!”.

Caiomario.

http://italian.ninerbikes.com/fly.aspx?layout=bikes&taxid=99

http://www.facebook.com/home.php?sk=lf#!/album.php?aid=2077621&id=1246266932

http://www.coast2coast.it/

Nb. Per chi fosse interessato a provare la stessa Niner che ho usato durante la C2c, contattate:http://www.bicishopracing.it/. Dite che ve lo ha detto il “Caio”.
 
Impressioni C2C 2010

Si parte, il treno, il controllore e le solite stupidaggini sulle bici in treno che sono “troppo” bici.
Gente nuova e volti noti.
La stazione di Agrigento 100 metri sotto la piazza.
Fierottolo.
Il discesone, San Leone, l'albergo, i compagni di stanza, i tappi, c'e' chi russa.
La pizza, buona, l'attesa, buona, tanta gente.
Fierottola.
A nanna.
Sveglia, colazione, pronto. Via!
Rosanna.
Inizia.
I templi, ammazza sti' greci. Romani? Greci!
La salita, le gambe (girano?), il sudore, il caldo, il caldo, il caldo.
Ancora salita, vanno tutti forte. Per ora. Vediamo tra due ore.
Roberto.
Aragona, bivio cimitero, chiudo la fila io.
E quei due?
Pedalino rotto, Elwood e Marika, primo guasto.
Meno male che me ne sono accorto. Niente da fare. Chiamiamo Franco.
Bisogna aspettare e sostituire la bici di Elwood.
Un'ora e chiacchere sulla povera Italia. D'obbligo.
Fanculo la lega, pero' noi.....
Bici nuova e via, una crono per rientrare.
Perbacco che velocita' questi due. Fatica extra.
Rientriamo. Pausa pranzo.
Le moto, invidia.
I furgoni, invidia.
Pasienza, ma che invidia!
Toto'.
Si riparte, il filmato, Andrea e la Beta, petto nudo e la videocamera.
Povera, chissa' se sopravvivera' alla polvere ed al padrone.
Caldo, scirocco, umido, acqua a litri, nausea da cammello.
Al risparmio, poco allenamento, la testa c'e'. Solo quella.
In salita un serpente di bikers, molti vanno piu' piano. Volevo vedere.
Alessandro e la Beta scrambler, gliela rubo?
La cava, borotalco, ovunque. Povera telecamera.
Ammutta! Ammuttiamo tutti. Qualcuno sclera. Bici sul furgone e bikers a piedi che non si arrendono.
Prese di coscienza. Ma chi me lo ha fatto fare. Coraggio.
Monte Cammarata, 200 metri. Scirocco a 1000 metri. Ruote da 29” e procedere.
Inesorabili. Pigna D'oro. Gran cena dormire.
Ripartire, risalire, caldo, acqua, acqua, caldo, sole come un maglio.
Tafani, bestiacce.
Caldo, acqua, scollinare, pranzo, panini, scherzi con i compagni.
Foto. Filmati. Foto. Cavalli, mucche, capre, alberi verdi in campo giallo.
Tutto giallo, secco, arso. A suo modo bello, sublime.
E poi laghi, invasi, ruscelli, salite e salite e portelle, Vento.
Quarantasette gradi in discesa sul dorso della montagna. Pale eoliche, Don Quixotte. Le gomme alzano la polvere come Roadrunner (bip bip).
Fondovalle quarantotto gradi. Salita, infinita, quarantotto gradi. Possibile?
Ma intanto...
Possibile, acqua, pausa sotto i cipressi e fonte fresca e cristallina.
Ripartire con le gambe di legno, calde come le pareti delle saune finlandesi.
Scollinare, Ficuzza, doccia, cena, oblio.
Ripartire, oggi tutto nuovo. Deserto.
Discese asprissime, a piedi, in bici. Caldo, discorsi suggeriti dalla fatica, distese di grano bruciato.
Erte, salite, ristori, stordimento, fatica e paesaggi commoventi.
Bellezza, piu' della fatica. Bellezza, piu' del caldo e della sete.
A tratti sublime.
Visi stravolti ed animi contemplanti.
Mia cugina.
E poi cena, tutti insieme e Pantanino, rigoroso, ma giusto. Un mito.
La Bella Caruana, fuori di testa senza bisogno del caldo. Se non ne avete uno, invitatelo.
Piscina, stanza bella e calda. Sonno, piombigno.
Ultima fatica, tra le Madonie. Bellissime, ma esigenti.
Isabella.
Caldo, acqua, sentieri abbandonati a se stessi in posti meravigliosi.
Cose siciliane.
Cinghialini, daini, tafani, campionario animale da bosco.
Bosco fitto, a piedi e spingere.
Compattare, sentire l'odore del mare.
Una telecamera deceduta.
Vederlo, il mare. Da 800 mt. Di altezza. Vecchio monastero e leggende.
Nino.
Tutti giu'. A velocita' folle. Folle attraversamento di Cefalu'. Arrivo.
Ecomostri sul lungomare. Bagno finale. Ecomostrobagno e festa finale, con disguido. Non poteva mancare.
Gli emiri.
Ma noi, ormai, siamo troppo grandi. Forti.
Volti che si sovrappongono a volti che lo hanno fatto prima.
Altri coasters. Mitici.
Franco, finalmente disteso e sorridente.
Lo abbiamo fatto.
E poi Giuseppe, Francesco, Michele, Angelo, Vincenzo, Luciano..........

Caiomario.
 

Fragial

Biker novus
10/11/08
22
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villabate
www.mtbemyr.com
Dopo alcuni giorni di riflessioni, vorrei esternare le mie impressioni,
relative alla partecipazione alla coast2coast.

Farò un bilancio degli aspetti negativi e positivi.

NEGATIVI:
Trasferimento in treno; Fierottolo aveva acquististato il biglietto cumulativo per per 18 biker,
perchè si risparmia, ma il treno composto da due carrozze non era sufficiente per trasportare 17 bici,
il conduttore non voleva farci partire, c'è voluta un pò di diplomazia per risolvere
la questione, bastava come da regolamento FS segnalare la comitiva alla direzione FS
con cogruo anticipo, che loro avrebbero provveduto ad adeguare i materiali.

Gestione della carovana; essendo una gruppo di 50 biker, ed essendo un manifestazione non competitiva,
mi aspettavo una facile gestione del gruppo, invece le guide non essendo dotati di radio,
chi stava in testa non sapeva quello che succedeva dietro, con la conseguenza che ci sono stati,
molti che si sono persi, me compreso. Mi sarei aspettato che all'arrivo si facesse un appello,
perchè alcuni non viaggiano in gruppo, quindi se si fossero persi nessuno si sarebbe accorto di loro.

Segnalazione percorso; il percorso era segnalato in maniera poco chiara e non completa,
l'ultima tappa non era segnalata, il roadbook non era degno di essere chiamato tale,
in quanto era un sunto delle tappe divise a tratti, mentre lo stesso dovrebbe contenere,
passo passo tutti i riferimenti e le indicazioni del percorso da seguire.

Sistemazione alberghiera; l'accesso alla struttura di Ficuzza mi ha proiettato al tempo,
in cui facevo il militare, camerate con bagni fatiscenti, stanze con un sei posti letto,
uno matrimoniale e due a castello, senza il minimo confort, la struttura di Polizzi non era
sufficiente per tutti, una ventina di bikers sono stati spostati in un altra struttura alberghiera a 5 km
distanza, con tutti i disagi che la cosa comporta, perchè questo gruppetto ha dovuto fare
la spola per la cena e per la partenza della mattina.

Ristori; un furgone ci seguiva con acqua e frutta(pesche) si faceva trovare in alcuni punti
accessibili allo stesso, con sorpresa ci siamo accorti che l'acqua "Vera"(Sponsor) era fornita
a temperatura abiente, quindi a 30°- 35° ad una mia lamentele mi hanno risposto che era impossibile
refrigerare l'acqua, bastava un piccolo furgone refrigerato.

Arrivo a Cefalù; dopo la bella tappa delle madonie condotta magnificamente da Domenico, ci siamo
ritovati al Malik, un Pub del lungomare di Cefalù, locale non idoneo per consentire ai bikers,
di pulirsi e cambiari, la struttura era dotate alcune docce solo con acqua fredda, con il divieto
di utilizzare saponi o shampoo, gli spogliatoi non adatti.
Al malik era previsto un ristoro e una fantomatica festa finale, il ristoro è consistito, in un aperitivo
e due piatti di panelle e crocchette fredde, qualche bottiglia d'acqua, considerando che
avevamo fatto una tappa e che si doveva tornare chi a Palermo o Agrigento, c'era bisogno di
un lauto ristoro, la festa non si è vista.

Ritorno in pulman; ad usufruire del pulman siamo stati in 20 circa, gli altri si sono adeguati
con mezzi propri, nonostante il ridotto numero dei rimasti ci sono stati grossi problemi di sistemazione,
non si riusciva a far entrare tutti in questo pulman.

Considerazioni finali; l'organizzazione è stata carente e non udente, dopo la prima tappa, mi ero
soffermato con Alessandro Tedesco il Boss della C2C personaggio da prendere con le molle, per
analizzare alcune lacune che avevo notato, ma il mio contributo non ha sortito nessun effetto.
In tutto il perido abbiamo usufruito di tre pensioni complete, così composte: colazione,
panino con salumi e formaggi a pranzo, bevande, la cena e posto letto,
facendo qualche conto una giornata dovrebbe costare non più di 50€ a testa, per tre fa 150€,
abbiamo pagato 390€ a fonte di questa differenza mi sarei aspettato molto di più dalla organizzazione.

POSITIVI:
Tutte non riconducibili agli organizzatori; le belle colline e montagne siciliane,
il bel gruppo che si è formato, abbiamo condiviso le fatiche, le bevande, le barrette,
i problemi tecnici frequenti, la solidarietà reciproca che in condizioni difficili
per fatica e per le condizioni climatiche sono veramente indimenticabili.

Francesco Giannone
 

Pantanino

Biker ciceronis
Premetto che non faccio parte dell'SSST.

Come tutti voi ben sapete organizzare non è facile, specie se si deve uscire al di fuori del territorio che generalmente viene battuto con le nostre bike.
Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni e i propri punti di vista che poi possono essere condivisibili o no. Voglio quindi rispondere ai commenti fatti da Fragial, o quantomeno ad alcuni sempre precisando che non faccio parte dell'SSST e non ci ho guadagnato niente se non quello di non aver pagato niente.

Il trasferimento in treno non credo che sia imputabile alla società organizzatrice. La partenza era da Agrigento e quindi ognuno doveva organizzarsi come meglio poteva.

Per quanto riguarda la Gestione della carovana hai pienamente ragione e l'ho fatto presente ai boss. Il gruppo non è stato tenuto compatto, questo cmq anche a causa di molta gente che non aveva rispetto per gli altri e che non capiva che era un raduno e non una gara. L'ultimo giorno, quando ero io alla guida, molti mi hanno odiato perchè ho cercato in tutti i modi di tenere il gruppo compatto, cosa che cmq non sarei riuscito a fare senza il prezioso aiuto di Alessandro Fierotti, sempre a chiudere il gruppo, di Giusto Bruno, Daniele Piazza, mario Di Salvo e il triestino Elvio Del Puppu che prontamente si fermavano ai bivi da me indicati per evitare che qualcuno potesse sbagliare. Purtroppo l'ultima tappa non poteva essere segnalata, in quanto attraversava tratti di parco un pò particolare, di fatto sono state richieste diverse autorizzazioni e con non poche difficoltà. La terza tappa era per lo più segnalata a parte qualche tratto, diversi si sono persi perchè forse troppo stanchi non riuscivano a vedere le segnalazioni ben visibili.
La C2C non è un raduno aperto a tutti ma a pochi. Secondo me dovrebbero cercare di fare selezione al momento dell'iscrizione scoraggiando i ciclisti della domenica: ho visto gente scendere in ogni salita con pendenza superiore al 5%, gente che non era capace a montare una camera d'aria. Oltretutto, per un raduno del genere, imporrei l'obbligo di utilizzare gomme tubeless o latticizzate, per evitare di perdere troppo tempo in forature.

Per quanto riguarda la sistemazione alberghiera: non è facile trovare agriturismi con tanti posti. Alpe Cucco faceva veramente schifo, ma dove andiamo??? proporrei agli organizzatori la prossima volta di alloggiare all'Hilton di Mezzojuso

L'arrivo a Cefalù. Il mio carissimo sindaco, a cui purtroppo ho dato il voto (e me ne sono pentito amaramente), aveva promesso di sua spontanea volontà, senza che nessuno avesse chiesto qualcosa, che avrebbe provveduto a farci trovare diversi pezzi di rosticceria ("2 pezzi di rosticceria ciascuno, per 70 bikers") per poi rimangiarsi tutto. Da cittadino cefaludese quindi devo essere io a chiedervi scusa e non l'organizzazione. Per quanto riguarda il fattore doccie: Cefalù, anche se negli ultimi anni è andata sempre più verso il baratro ha dei prezzi esorbitanti, trovare una struttura che avrebbe permesso a tutti i partecipanti di potersi lavare sarebbe costato più di tutta la c2c, questo ve lo garantisco, poi, come spieghereste ad una qualsiasi struttura ricettiva, in piena stagione turistica, che servivano delle camere per fare solo le docce???

Per quanto riguarda il prezzo: è chiaro che chi organizza ci deve guadagnare qualcosa (non sono tutti fessi come me che l'anno scorso per la trans madonie ho pagato i 10 euro del pulman come uno qualsiasi). fare semplicemente il conto tenendo conto del vitto e degli alloggi usufruiti durante tutta la manifestazione mi sembra alquanto riduttivo.
A parte l'ultima tappa, dove mi sono occupato io da solo e preparare il percorso, tutte le altre sono state fatte da loro, con diversi exploring: la c2c non si è svolta attorno ad Agrigento bensì in zone ben più lontante e fuori mano. Da aprile alla c2c, sono stati fatti ben 6 sopralluoghi lungo il percorso, per fare segnalazione (ove possibile) e fare modifiche al percorso, ma altre erano state fatte prima. Ben 7 volte si sono dovuti recare presso gli uffici del parco delle madonie per poter avere l'accesso ad alcune aree.

Tra i lati positivi vorrei inserire:

due persone hanno rotto la bici che prontamente è stata sostituita dall'organizzazione, non ho mai sentito casi del genere, ma alla C2C è successo.

I posti attraversati, anche se non ci sono per merito dell'organizazione, sono stati cmq cercati dalla stessa. Si poteva fare passare la c2c da altre strade invece gli organizzatori hanno scelto proprio quelle zone, nonostante erano zone che non conoscevano prima, pertanto si sono visti obligati a fare delle escursioni preventive proprio per cercare di sciegliere i posti più belli da attraversare.

Erano state messe parecchi barrette energetiche e integratori vari. Molti biker però, nei primi giorni hanno fatto incetta e abuso di questi, facendosi le scorte fino a natale, così diceva qualcuno mentre pedalava. Dove si è visto un'organizzazione che ti fornisce pure le barrette energetiche???

Il furgone era quasi sempre dietro al gruppo, nonostante le strade non erano molto agibili, dove ha potuto c'era, sempre pronto a dare il supporto adeguato, sia dal punto di vista tecnico, morale e anche fisico, caricando chi non ce la faceva più.

Il terzo giorno addirittura una jeep ci ha seguiti per l'intero percorso, ad eccezione del bosco di Ficuzza, dando supporto a chi era dietro.

Con tutto questo non voglio dire che l'organizzazione è stata perfetta, ci sono diverse lacune, organizzare è difficilissimo, criticare invece è molto molto facile.
Il lavoro da fare è quello di fare una seria selezione all'inizio, avvisando i partecipanti, qualora si sarebbe ritenuto opportuno, che sarebbero stati costretti a salire a bordo dei furgoni per evitare di rallentare il gruppo, di portare con se parecchie camere d'aria (fermo restando l'obbligo di copertoni tubeless o latticizzati): molta gente pretendeva che l'organizzazione doveva rifornirli di camere d'aria.
Poi bisogna lavorare meglio con le guide.

Penso proprio che per l'anno prossimo questi problemi saranno superati, facendo diventare la c2c ancora più grande. Già lo è, non credo che in tutto il centro sud ci sia una cosa del genere.

Grande onore quindi agli organizzatori, a tutti i collaboratori ma soprattutto a tutti i partecipanti che hanno vissuto questa magnifica esperienza sicuramente da rifare!!!
 

Muhlo

Biker poeticus
14/5/06
3.647
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Katalfan Mt.- Bahar (Sicily West Coast)
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Bike
DAG Carbon race
È vero: il mondo gira attorno alla moneta, e quindi non vedo perché anche la c2c, unica per quanto sia, non debba "rientrare" in un ambito di valore squisitamente monetario.
Se è vero che, come per i cristiani accade con l'ostia, la moneta rappresenta di per sé un oggetto trasinformatico, capace cioè tanto di portare seco taluni dati, quanto di trasformarsi e trasformare le cose; allora anche per la c2c vale tale ragionamento.
"tutto ha un prezzo", "anche i sogni si possono comprare", ecc, sono frasi che sentiamo spesso.
E allora la c2c che prezzo ha?
Certo partire da una considerazione basata solo sul fattore "pernottamento e cena" non funziona. È chiaro subito che c'è di più: è come dire che "il colosseo vale i mattoni che lo compongono", solo un deficiente potrebbe affermare una tale sciocchezza.
Allora che facciamo? Proviamo a "sommare" i mattoni della c2c.
Ma quali sono?
Partiamo p.es. da...i mezzi, quelli affittati o usati come supporto per le varie fasi realizzative: dall'exploring sul territorio a quelli usati per l'attività amministrativa (per l'ottenimento dei permessi, l'affitto delle strutture, ecc), all'accompagnamento durante e dopo.
Ci sono poi i beni di prima necessità: acqua in primis.
E poi il vestiario, e poi gli acconti, e poi le videocamere, e poi la benzina, e poi i ricambi, e poi, alla fine, ma solo alla fine c'è il lavoro degli organizzatori, ma quanto può valere stò lavoro?
Questi caritatevoli sfaccennati che si riempiono di polvere e responsabilità: perché dall'altra parte c'è sempre quello che "sa la strada", non sapendo invece dove andare, e invece di aspettare si butta, spesso dal lato sbagliato; c’è quello che fa danno, c’è chi la vuole cotta e chi la preferisce cruda e chi non s’accontenta mai, manco quando a cena si trova o si ritrova in compagnia di qualche bella c2coaster.
Dicevamo poi dei promotori, accompagnatori, autisti, guide, cameramen, ecc.
Anche il loro lavoro ha un valore giusto?
...
Ma a quanto siamo arrivati?
...
Per cosa poi?
Per pedalare 300km...mmmmh: siamo sempre là, al colosseo: tutti quei km si possono fare in cyclette, a casa con l'aria condizionata e la mogliettina che ogni tanto controlla le pulsazioni sullo schermo gigante valutando se è il caso di portare una fresca limonata con granita.
E Ulisse non poteva girare e girare attorno a Itaca invece di perdersi nel Mediterraneo?
E poi, tutta questa sofferenza, il caldo, la sete, la fame...
Ma non era "meglio" starisi rintra!
...
"Chi vive? Chi ha vissuto?"
"andai nella foresta...della c2c!"
E presi per mano il mio cuore per condurlo oltre la cava e oltre ogni salita. Bevvi alla fontana dell'essenzialità e capii che da lì dovevo ricominciare per capire...che c2coaster è colui che si eleva al cielo, non aspettandosi il contrario.
Che la c2c è nata dall'idea di un pazzo sognatore convinto di poter regalare ad ogni partecipante un "muro", un ostacolo che a ben vedere è solo una rampa, una possibilità donata a chi vuol coglierla: quella di diventare epici.
Ho sentito e visto franco venerdì alla fine del terzo giorno, era sera e aveva ancora addosso polvere, sudore ed energia.
Aveva qualche c2coaster da recuperare, e altri da consolare e rifocillare in modo che restassero lì, al confine dei propri limiti ma senza cadere nel superarli; magari spingendosi ancora un po' più in là...ancora un po', aiutati dal caldo appiccicoso, dalla pendenza della salita o solo dall'acqua non refrigerata; ma sempre dentro ad un sogno che nessuno potrà scalfire.
In fondo si va alla c2c per vivere il sogno d'essersi superati.
Chi non c'è riuscito, chi è rimasto a terra a cercare colpe per il proprio destino...: peccato, non sa cosa si è perso!
 

Fragial

Biker novus
10/11/08
22
0
0
villabate
www.mtbemyr.com
@Mhulo;
nella mia riflessione, ho fatto alcuni conti, non posso contestare nulla,
sull'importo fissato dagli organizzatori, se la cifra imposta mi fosse sembrata
esagerata non avrei aderito, il mio disappunto è la congruità della cifra,
rispetto ai servizi resi.

@Pantanino;
Tu sai che ti stimo per la tua onestà e correttezza, ma devo riprendere
alcune tue affermazioni:
Con il gruppo degli Emyri, avevevamo fissato la partenza, martedì alle 15.38,
noi eravamo in 9, credo che non avremmo avuto problemi con il treno,
ma Fierotti, ci ha invitati tutti con E-mail, a partire alle 17.38 con la
prerogativa che lui facesse un biglietto cumulativo per tutti, contemplando
anche le bici, a questo punto per me rientra nella organizzazione dell'evento,
e come tale ci deve assumere gli oneri e gli onori qualora ce ne fossero.

Costi delle esplorazioni;
Le prime due tappe a detta vecchi Coaster, ricalcavano
quasi fedelmente le tappe delle edizioni precedenti, la tappa delle Madonie,
l'hai condotta tu a tue spese, senza nessuna retribuzione, quindi, l'exploring,
è stato fatto solo sulla 3 tappa.

Ristoro Cefalù;
Tu dici che la colpa è del comune di Cefalù, ma Io non ho pagato niente
al comune, e non posso pretendere niente, ma se un organizzatore, che
per comodità e convenienza, si fa sponsorizzare dal comune, e poi quest'ultimo
è inadempiente, allora piuttosto lasciare diguni i biker, metteva mani al
potafogli e provvedeva a rifocillare gli stessi, Io ed altri abbiamo pagato,
al Malik 10€ per due panini e una bottiglia d'acqua, correndo il rischio di
essere lasciato a piedi, in quanto gli altri bikers erano già sul pulman.

Sostituzione bici;
La bici di Elvio, era stata fornita in affitto dagli organizzatori, pertanto,
non si poteva fare a meno di sostuirla.

La mia, ha il chiaro intento di contribuire a migliorare una manifestazione,
che vista da dentro ha un'altro aspetto da chi la vede in moto,
poi le critiche che ho posto, hanno delle soluzioni, se verrano adottate,
ci guadagneranno sicuramente i futuri Coaster.

Francesco Giannone
 

tacito

Biker imperialis
23/9/04
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Catania
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mi intrometto, certamente in moo inopportuno, solo per dare una mia, non richiesta, opinione...
dal momento che si fanno conti economici, così come fa (legittimamente) Fragial si entra in una spirale dalla quale non si esce....ci sono eventi, maifestazioni che portano in sè un valore aggiunto impossibile o cmq estremamente soggettivo per essere quantificato... o ci sta o no (ovviamente nel limite del ragionevole...).
Credo di aver capito che forse si era in troppi e questoha causato alcuni degli inconvenienti lamentati...
questa manifestazione è ancora molto giovane e inevitabilmente paga lo scotto della sua adolescenza...
aspettiamo l'anno prossimo... sono certo che i Tedesco faranno tesoro delle eventuali, quanto inevitabili, lacune organizzative...
ps. un caro saluto a Domenico il canterino....
 
Impressioni C2C 2010

Si parte, il treno, il controllore e le solite stupidaggini sulle bici in treno che sono “troppo” bici.
Gente nuova e volti noti.
La stazione di Agrigento 100 metri sotto la piazza.
Fierottolo.
Il discesone, San Leone, l'albergo, i compagni di stanza, i tappi, c'e' chi russa.
La pizza, buona, l'attesa, buona, tanta gente.
Fierottola.
A nanna.
Sveglia, colazione, pronto. Via!
Rosanna.
Inizia.
I templi, ammazza sti' greci. Romani? Greci!
La salita, le gambe (girano?), il sudore, il caldo, il caldo, il caldo.
Ancora salita, vanno tutti forte. Per ora. Vediamo tra due ore.
Roberto.
Aragona, bivio cimitero, chiudo la fila io.
E quei due?
Pedalino rotto, Elwood e Marika, primo guasto.
Meno male che me ne sono accorto. Niente da fare. Chiamiamo Franco.
Bisogna aspettare e sostituire la bici di Elwood.
Un'ora e chiacchere sulla povera Italia. D'obbligo.
Fanculo la lega, pero' noi.....
Bici nuova e via, una crono per rientrare.
Perbacco che velocita' questi due. Fatica extra.
Rientriamo. Pausa pranzo.
Le moto, invidia.
I furgoni, invidia.
Pasienza, ma che invidia!
Toto'.
Si riparte, il filmato, Andrea e la Beta, petto nudo e la videocamera.
Povera, chissa' se sopravvivera' alla polvere ed al padrone.
Caldo, scirocco, umido, acqua a litri, nausea da cammello.
Al risparmio, poco allenamento, la testa c'e'. Solo quella.
In salita un serpente di bikers, molti vanno piu' piano. Volevo vedere.
Alessandro e la Beta scrambler, gliela rubo?
La cava, borotalco, ovunque. Povera telecamera.
Ammutta! Ammuttiamo tutti. Qualcuno sclera. Bici sul furgone e bikers a piedi che non si arrendono.
Prese di coscienza. Ma chi me lo ha fatto fare. Coraggio.
Monte Cammarata, 200 metri. Scirocco a 1000 metri. Ruote da 29” e procedere.
Inesorabili. Pigna D'oro. Gran cena dormire.
Ripartire, risalire, caldo, acqua, acqua, caldo, sole come un maglio.
Tafani, bestiacce.
Caldo, acqua, scollinare, pranzo, panini, scherzi con i compagni.
Foto. Filmati. Foto. Cavalli, mucche, capre, alberi verdi in campo giallo.
Tutto giallo, secco, arso. A suo modo bello, sublime.
E poi laghi, invasi, ruscelli, salite e salite e portelle, Vento.
Quarantasette gradi in discesa sul dorso della montagna. Pale eoliche, Don Quixotte. Le gomme alzano la polvere come Roadrunner (bip bip).
Fondovalle quarantotto gradi. Salita, infinita, quarantotto gradi. Possibile?
Ma intanto...
Possibile, acqua, pausa sotto i cipressi e fonte fresca e cristallina.
Ripartire con le gambe di legno, calde come le pareti delle saune finlandesi.
Scollinare, Ficuzza, doccia, cena, oblio.
Ripartire, oggi tutto nuovo. Deserto.
Discese asprissime, a piedi, in bici. Caldo, discorsi suggeriti dalla fatica, distese di grano bruciato.
Erte, salite, ristori, stordimento, fatica e paesaggi commoventi.
Bellezza, piu' della fatica. Bellezza, piu' del caldo e della sete.
A tratti sublime.
Visi stravolti ed animi contemplanti.
Mia cugina.
E poi cena, tutti insieme e Pantanino, rigoroso, ma giusto. Un mito.
La Bella Caruana, fuori di testa senza bisogno del caldo. Se non ne avete uno, invitatelo.
Piscina, stanza bella e calda. Sonno, piombigno.
Ultima fatica, tra le Madonie. Bellissime, ma esigenti.
Isabella.
Caldo, acqua, sentieri abbandonati a se stessi in posti meravigliosi.
Cose siciliane.
Cinghialini, daini, tafani, campionario animale da bosco.
Bosco fitto, a piedi e spingere.
Compattare, sentire l'odore del mare.
Una telecamera deceduta.
Vederlo, il mare. Da 800 mt. Di altezza. Vecchio monastero e leggende.
Nino.
Tutti giu'. A velocita' folle. Folle attraversamento di Cefalu'. Arrivo.
Ecomostri sul lungomare. Bagno finale. Ecomostrobagno e festa finale, con disguido. Non poteva mancare.
Gli emiri.
Ma noi, ormai, siamo troppo grandi. Forti.
Volti che si sovrappongono a volti che lo hanno fatto prima.
Altri coasters. Mitici.
Franco, finalmente disteso e sorridente.
Lo abbiamo fatto.
E poi Giuseppe, Francesco, Michele, Angelo, Vincenzo, Luciano..........

Caiomario.

Ragazzi, siete tutti meravigliosi.
Ognuno di noi e' un' universo a se, a volte poco comprensibile, a volte impenetrabile, spesso ineffabile.
Talvolta, pur camminando insieme, si percorrono strade diverse; altre volte no.
C'e' comunque posto per tutti ed ognuno ha il suo posto.
Siete tutti meravigliosi.
Alla prossima C2C.


YouTube - Oscar Peterson - You Look Good To Me
 

peppeska

Biker superis
28/8/08
384
0
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catania
Visita sito
Ho letto l'articolo su TuttoMTB di ottobre, un articolo di 8 pagine che ben descrivono l'evento (ma non ho partecipato quindi non so se veritiero o meno).

Ancora complimenti all'organizzazione che promuove cosi' bene la mtb ed il turismo nella nostra regione.
 

Pantanino

Biker ciceronis
Ho letto l'articolo su TuttoMTB di ottobre, un articolo di 8 pagine che ben descrivono l'evento (ma non ho partecipato quindi non so se veritiero o meno).

Ancora complimenti all'organizzazione che promuove cosi' bene la mtb ed il turismo nella nostra regione.

Risponde al vero tranne che in una piccola parte:

Quando ho fatto l'ultimo briefing non ho detto che avrei scorticato vivo che avesse buttato cartacce sui sentieri di casa mia, l'autore è stato un pò più soft
:smile::smile::smile::smile::smile:
 

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