Impressioni C2C 2010
Si parte, il treno, il controllore e le solite stupidaggini sulle bici in treno che sono troppo bici.
Gente nuova e volti noti.
La stazione di Agrigento 100 metri sotto la piazza.
Fierottolo.
Il discesone, San Leone, l'albergo, i compagni di stanza, i tappi, c'e' chi russa.
La pizza, buona, l'attesa, buona, tanta gente.
Fierottola.
A nanna.
Sveglia, colazione, pronto. Via!
Rosanna.
Inizia.
I templi, ammazza sti' greci. Romani? Greci!
La salita, le gambe (girano?), il sudore, il caldo, il caldo, il caldo.
Ancora salita, vanno tutti forte. Per ora. Vediamo tra due ore.
Roberto.
Aragona, bivio cimitero, chiudo la fila io.
E quei due?
Pedalino rotto, Elwood e Marika, primo guasto.
Meno male che me ne sono accorto. Niente da fare. Chiamiamo Franco.
Bisogna aspettare e sostituire la bici di Elwood.
Un'ora e chiacchere sulla povera Italia. D'obbligo.
Fanculo la lega, pero' noi.....
Bici nuova e via, una crono per rientrare.
Perbacco che velocita' questi due. Fatica extra.
Rientriamo. Pausa pranzo.
Le moto, invidia.
I furgoni, invidia.
Pasienza, ma che invidia!
Toto'.
Si riparte, il filmato, Andrea e la Beta, petto nudo e la videocamera.
Povera, chissa' se sopravvivera' alla polvere ed al padrone.
Caldo, scirocco, umido, acqua a litri, nausea da cammello.
Al risparmio, poco allenamento, la testa c'e'. Solo quella.
In salita un serpente di bikers, molti vanno piu' piano. Volevo vedere.
Alessandro e la Beta scrambler, gliela rubo?
La cava, borotalco, ovunque. Povera telecamera.
Ammutta! Ammuttiamo tutti. Qualcuno sclera. Bici sul furgone e bikers a piedi che non si arrendono.
Prese di coscienza. Ma chi me lo ha fatto fare. Coraggio.
Monte Cammarata, 200 metri. Scirocco a 1000 metri.
Ruote da 29 e procedere.
Inesorabili. Pigna D'oro. Gran cena dormire.
Ripartire, risalire, caldo, acqua, acqua, caldo, sole come un maglio.
Tafani, bestiacce.
Caldo, acqua, scollinare, pranzo, panini, scherzi con i compagni.
Foto. Filmati. Foto. Cavalli, mucche, capre, alberi verdi in campo giallo.
Tutto giallo, secco, arso. A suo modo bello, sublime.
E poi laghi, invasi, ruscelli, salite e salite e portelle, Vento.
Quarantasette gradi in discesa sul dorso della montagna. Pale eoliche, Don Quixotte. Le gomme alzano la polvere come Roadrunner (bip bip).
Fondovalle quarantotto gradi. Salita, infinita, quarantotto gradi. Possibile?
Ma intanto...
Possibile, acqua, pausa sotto i cipressi e fonte fresca e cristallina.
Ripartire con le gambe di legno, calde come le pareti delle saune finlandesi.
Scollinare, Ficuzza, doccia, cena, oblio.
Ripartire, oggi tutto nuovo. Deserto.
Discese asprissime, a piedi, in bici. Caldo, discorsi suggeriti dalla fatica, distese di grano bruciato.
Erte, salite, ristori, stordimento, fatica e paesaggi commoventi.
Bellezza, piu' della fatica. Bellezza, piu' del caldo e della sete.
A tratti sublime.
Visi stravolti ed animi contemplanti.
Mia cugina.
E poi cena, tutti insieme e Pantanino, rigoroso, ma giusto. Un mito.
La Bella Caruana, fuori di testa senza bisogno del caldo. Se non ne avete uno, invitatelo.
Piscina, stanza bella e calda. Sonno, piombigno.
Ultima fatica, tra le Madonie. Bellissime, ma esigenti.
Isabella.
Caldo, acqua, sentieri abbandonati a se stessi in posti meravigliosi.
Cose siciliane.
Cinghialini, daini, tafani, campionario animale da bosco.
Bosco fitto, a piedi e spingere.
Compattare, sentire l'odore del mare.
Una telecamera deceduta.
Vederlo, il mare. Da 800 mt. Di altezza. Vecchio monastero e leggende.
Nino.
Tutti giu'. A velocita' folle. Folle attraversamento di Cefalu'. Arrivo.
Ecomostri sul lungomare. Bagno finale. Ecomostrobagno e festa finale, con disguido. Non poteva mancare.
Gli emiri.
Ma noi, ormai, siamo troppo grandi. Forti.
Volti che si sovrappongono a volti che lo hanno fatto prima.
Altri coasters. Mitici.
Franco, finalmente disteso e sorridente.
Lo abbiamo fatto.
E poi Giuseppe, Francesco, Michele, Angelo, Vincenzo, Luciano..........
Caiomario.