Ciao ragazzi, dopo una barca di tempo a riposo (motivo tral'altro per cui sono sparito dal forum), causa infortuni (sì, al plurale) torno ufficialmente in sella. E' parecchio ormai che aspetto questo momento, ed è giunta l'ora di scegliere il nuovo acquisto, dato che la mia vecchia ragazza non è più disponibile. E' proprio durante la scelta, infinitamente difficile a causa di disponibilità economiche ristrette, che ho pensato, per caso, a quanto sarebbe interessante fare uso di una bici da ciclocross. Ho cercato delle informazioni, sul web, da chi magari ci ha pensato prima di me, e ho trovato delle richieste analoghe da parte di ciclisti, però, le cui esigenze divergono abbastanza dalle mie: per questo voglio condividere con voi il mio dubbio, sono sicuro di riuscire a fare ordine sulle mie idee grazie, come sempre, al vostro aiuto.
Il titolo è molto chiaro, spiega cosa ho in mente di fare. Di per sè sarebbe un'idea da escludere ma il mio uso della mountain bike è sempre stato, soprattutto dopo la mia prima caduta seria (che è anche l'ultima per ora) molto rilassato, mi godo le discese senza frantumare gli ostacoli come se guidassi un'asfaltatrice, piuttosto accarezzandoli o aggirandoli quando posso. Raggiungo sempre in bici i percorsi da affrontare, anche quando abbastanza lontani, quando possibile naturalmente, e questi percorsi non sono mai stati troppo estremi, la prevalenza è sempre quella di un terreno asciutto, molto arido e scorrevole. Dei pochi passaggi tecnici, una buona parte la affronto ragionandoci, per il resto invece, quando non sono sicuro, scendo. Intendo dire che non sottopongo mai il telaio a sollecitazioni estreme, e per quanto riguarda i salti, proprio non li considero, non esistono. Per questo mi è venuta l'idea del modello ciclocross, ho uno stile di guida molto leggero.
Quindi pensavo, con adeguate sostituzioni alla guarnitura e alla cassetta per non avere problemi in salita, e con una buona scelta delle gomme, fino a che limite posso spingere una ciclocross prima di rischiare la rottura dei componenti (mozzi, ruote, telaio stesso)? Alla luce, ripeto, del fatto che il mio stile di guida è davvero molto attento e delicato, e quando ho dei dubbi, scendo e supero il passaggio a piedi. Ovviamente consideriamo un telaio in alluminio. Ripeto anche che la maggior parte dei percorsi che affronto è composta prevalentemente da terreni compatti e regolari, con dei passaggi più pesanti naturalmente ma non tanto da sottoporre un normale telaio a uno sforzo considerevole. Per dare l'idea, a chi abita in Sardegna come me, una delle mie mete di allenamento preferite è la Sella del Diavolo. La mia preoccupazione principale è quella della delicatezza, ma in fondo non sono rare le mountain bike con forcelle rigide, c'è davvero così tanta differenza nella robustezza del telaio, per esempio tra una Niner con forcella rigida e una ciclocross? Inoltre pensavo al fatto che, trattandosi di un'impostazione più vicina alla bici da strada rispetto alla mountain bike, il baricentro sia diverso, con un dislivello maggiore tra sella e manubrio e quindi uno spostamento del peso in avanti che potrebbe diventare pericoloso mentre si scende, per esempio, dalle rocce... ma non so quanto questa variazione dei pesi possa influire. Quest'ultimo problema potrebbe comunque essere affrontato, forse, con un reggisella telescopico.
Come sempre grazie a tutti!
Il titolo è molto chiaro, spiega cosa ho in mente di fare. Di per sè sarebbe un'idea da escludere ma il mio uso della mountain bike è sempre stato, soprattutto dopo la mia prima caduta seria (che è anche l'ultima per ora) molto rilassato, mi godo le discese senza frantumare gli ostacoli come se guidassi un'asfaltatrice, piuttosto accarezzandoli o aggirandoli quando posso. Raggiungo sempre in bici i percorsi da affrontare, anche quando abbastanza lontani, quando possibile naturalmente, e questi percorsi non sono mai stati troppo estremi, la prevalenza è sempre quella di un terreno asciutto, molto arido e scorrevole. Dei pochi passaggi tecnici, una buona parte la affronto ragionandoci, per il resto invece, quando non sono sicuro, scendo. Intendo dire che non sottopongo mai il telaio a sollecitazioni estreme, e per quanto riguarda i salti, proprio non li considero, non esistono. Per questo mi è venuta l'idea del modello ciclocross, ho uno stile di guida molto leggero.
Quindi pensavo, con adeguate sostituzioni alla guarnitura e alla cassetta per non avere problemi in salita, e con una buona scelta delle gomme, fino a che limite posso spingere una ciclocross prima di rischiare la rottura dei componenti (mozzi, ruote, telaio stesso)? Alla luce, ripeto, del fatto che il mio stile di guida è davvero molto attento e delicato, e quando ho dei dubbi, scendo e supero il passaggio a piedi. Ovviamente consideriamo un telaio in alluminio. Ripeto anche che la maggior parte dei percorsi che affronto è composta prevalentemente da terreni compatti e regolari, con dei passaggi più pesanti naturalmente ma non tanto da sottoporre un normale telaio a uno sforzo considerevole. Per dare l'idea, a chi abita in Sardegna come me, una delle mie mete di allenamento preferite è la Sella del Diavolo. La mia preoccupazione principale è quella della delicatezza, ma in fondo non sono rare le mountain bike con forcelle rigide, c'è davvero così tanta differenza nella robustezza del telaio, per esempio tra una Niner con forcella rigida e una ciclocross? Inoltre pensavo al fatto che, trattandosi di un'impostazione più vicina alla bici da strada rispetto alla mountain bike, il baricentro sia diverso, con un dislivello maggiore tra sella e manubrio e quindi uno spostamento del peso in avanti che potrebbe diventare pericoloso mentre si scende, per esempio, dalle rocce... ma non so quanto questa variazione dei pesi possa influire. Quest'ultimo problema potrebbe comunque essere affrontato, forse, con un reggisella telescopico.
Come sempre grazie a tutti!