Io per fare FR con le bici da XC 15 anni fa ho rischiato di provare il CARRO
quello lungo, scuro, con i vetri dietro e i particolari cromati!!!!!!!!
Il problema è che quello lo provi una volta sola, e non puoi neanche raccontare com'è andata!!!
Comunque, sono i post come questi che mi fanno pensare che agli oggetti NON bisogna affezionarsi. Bisogna usarli, spremerli come limoni, averne
cura senza cadere nel feticismo e poi lasciare che il turnover accada, senza nostalgia, ma con tanta gratitudine.
E' quello che succederà alla mia Freewheeling, ora appesa ad uno dei ganci portabici del box come un'inerte carcassa di bovino, mutilata di tutti gli organi che sono andati in donazione alla Santacruz. Un po' alla volta succederà il contrario, una ruota oggi, una leva freno domani, e l'Araba fenice risorgerà dalle sue ceneri, pronta a fare compagnia ad un nuovo temerario!
Poi, ci sono gli oggetti che fanno eccezione, come le mie penne stilografiche e gli orologi, quelli sono intoccabili, ma tutto il resto ha un suo ciclo, e l'oggetto che andrà a sostituire il precedente, avrà dei PREGI e dei DIFETTI esattamente come il suo predecessore.
Io quando ho comprato la Blur, sapevo già con terrore che la splendida finitura anodizzata sarebbe finita in pasto una volta ad un sasso, un'altra all'asfalto, un'altra ancora a qualche ramo secco. Ma se uno compra una MTB, non lo fa (consentitemi la poesia) per farsi le seghe guardandola. Deve mettere in conto TUTTO. E per me una riga sul telaio è un segno della fatica, la memoria di un particolare episodio, di una particolare giornata.
Come dicono i Dire Straits nel loro capolavoro Brothers in arms, "every man has to die". Ed esattamente come sopra, niente dura in eterno. Quindi, tanto vale approfittarne, e fare tutte le prove del caso. Lo ripeto, senza affezionarsi troppo agli oggetti, è un segno di maturità.