Questa storia delle ruote grasse che nasceranno negli states, avrebbe trascinato parecchi animi.Ma, in fondo il loro sarebbe stato un agire in maniera inconsulta, e quel dinoccolato modo di usare la bicicletta, solo puro agire da freaks che amano i il vento.
I mustacchi da low rider e le contaminazioni lisergiche, comunque, avrebbero smosso coscienze e menischi.
Che poi negli states, niente sembra mai entusiasmante, anche se nuovo, inesplorato, e la faccia del barista di bunker hill sarebbe stata la stessa di quando strofina lo straccio sui suoi quattro opachi tavoli, stessa faccia, seppure destato dal rollio della ruota libera di classe excelsior.
Jack mi disse questo subito, quel pomeriggio, prima dei preamboli,dei saluti e di quel sorriso carico di aspettative e riverenza scema che noi europei ci portiamo dietro oltreoceano.
Dopo una prima lieve tensione, mi sentii più tranquillo; avrebbe fatto le stesse congetture con Dean Moriarty, in quei pomeriggi invidiabili di perditempo sublime e poetico, e glielo avrebbe detto con gli occhi di fuori dalla commozione e serio, serissimo, a preannunciare la risata, che avrebbe fatto avviare il motore sempre in forma, di unauto che Dean si era chissà dove procurato, con la testa ciondolante, guidando con quella mano fasciata che divenne perenne nella mia personale icona del caro Dean.
Quel volto da street writer, mi rasserenava, tutto quel be-bop gli aveva conferito nel viso, sulla fronte, la fisiognomica delluomo della strada, ma col cervello che lavorava tutto il giorno, e lasfalto non era mai stato così lucente, prima che lui lo rendesse vivo, nemmeno quando le sedie di alluminio del bar di bunker hill, ci affondavano per lestate rovente.
Ma non è di strada che dobbiamo parlare, vero Jack?
-Sicuro; è dei ragazzi che dobbiamo parlare, di Joe,di Gary,Charly,Tom.
Il caffè arriva in grandi tazze e bollente, motivo in più per non berlo.John è in forte ritardo, ma gli si può perdonare, in fondo è un italiano, un greasy , come vengono detti da queste parti, ma seppure con un cognome scomodo italiano, John viene dal Colorado, e lì le montagne non mancano e il freddo neppure.
Lo vedo in controluce sulla porta della hall, mentre ci stavamo sbellicando con Jack,su quella storia, che pregando in ginocchio gli ho chiesto di raccontarmi a voce; quella in cui lui va a trovare quel suo amico che si prendeva la benzedrina e si ficcava in una cabina di legno costruita appositamente, delirante, fantastico Jack!
Giro lo sguardo e John è a tre metri dal nostro tavolo, mi appiccica in un secondo il timore reverenziale, di chi si è perso per ore nei racconti di Dago Red.Gli prendo una sedia e mi sembra anche poco, lui invece sorride come dire rilassati.Jack incalza subito e dice -è qui per la storia dei futuri bikers nostrani, è italiano-,sorride ancora il buon John, forse perché ora che letà comincia a farsi sentire, comincia a sentirsi orgoglioso di avere origini italiane.
Dice sono dei bravi ragazzi, quelli lì, loro non imbottigliano sole al bar dei messicani,loro si sporcano le mani di grasso, su quei ferrivecchi dei loro avi, non come me che sono uno scrittore-
Jack, quasi si strozza, ridendo nella tazza di caffè Io non posso parlarne io vivo sulla strada- e ride.
Quelli parleranno di polvere,e quello è campo tuo,John-.
-Già, cosa mi rispondi se ti dico che anche loro aggiungeranno racconti sui vostri, riguardo questa costa ?-
-Ti dico che non importa che linguaggio parli, ma quanto riesci a far sgomberare le orecchie di chi ti ascolta!-
Sono io che li immagino geni o loro che si attirano ammirazione?
-Quindi ci sarà sale nelle loro invenzioni, che ne pensi , Jack?
-Quei ragazzi mi piacciono, e sai perché?, perché sapranno unire la strada e la polvere, la psichedelia e il be-bop, perché sanno che da questa parte della costa,come dici tu, se ti giri i pollici, sei finito .oppure finisci come noi!-
Jack rideva di cuore,di gran cuore, John lo seguiva in una osmosi favorita dal caldo umido della hall,e io,sogno o son desto, sono lì con loro e non mi faccio sfuggire loccasione.
Come li vedi da qui a qualche anno, Jack?
-Ci sono cose meravigliose che i ragazzi faranno,tipo far smuovere il culo, anche ai pigri, e far riscoprire la libertà, che vi farà bene anche a voi laggiù, tutto questo però, mi spiace, ma con musica meno intensa, forse più dura, chissà chi ci sarà al sax-
Lungimirante Jack.
E Tu, John pensi che faranno cose grandi i ragazzi? Non lo so
Chiedi alla polvere.
Protagonisti: Jack nella parte di Jack Kerouac
John nella parte di John Fante
Io nella parte del giornalista
I mustacchi da low rider e le contaminazioni lisergiche, comunque, avrebbero smosso coscienze e menischi.
Che poi negli states, niente sembra mai entusiasmante, anche se nuovo, inesplorato, e la faccia del barista di bunker hill sarebbe stata la stessa di quando strofina lo straccio sui suoi quattro opachi tavoli, stessa faccia, seppure destato dal rollio della ruota libera di classe excelsior.
Jack mi disse questo subito, quel pomeriggio, prima dei preamboli,dei saluti e di quel sorriso carico di aspettative e riverenza scema che noi europei ci portiamo dietro oltreoceano.
Dopo una prima lieve tensione, mi sentii più tranquillo; avrebbe fatto le stesse congetture con Dean Moriarty, in quei pomeriggi invidiabili di perditempo sublime e poetico, e glielo avrebbe detto con gli occhi di fuori dalla commozione e serio, serissimo, a preannunciare la risata, che avrebbe fatto avviare il motore sempre in forma, di unauto che Dean si era chissà dove procurato, con la testa ciondolante, guidando con quella mano fasciata che divenne perenne nella mia personale icona del caro Dean.
Quel volto da street writer, mi rasserenava, tutto quel be-bop gli aveva conferito nel viso, sulla fronte, la fisiognomica delluomo della strada, ma col cervello che lavorava tutto il giorno, e lasfalto non era mai stato così lucente, prima che lui lo rendesse vivo, nemmeno quando le sedie di alluminio del bar di bunker hill, ci affondavano per lestate rovente.
Ma non è di strada che dobbiamo parlare, vero Jack?
-Sicuro; è dei ragazzi che dobbiamo parlare, di Joe,di Gary,Charly,Tom.
Il caffè arriva in grandi tazze e bollente, motivo in più per non berlo.John è in forte ritardo, ma gli si può perdonare, in fondo è un italiano, un greasy , come vengono detti da queste parti, ma seppure con un cognome scomodo italiano, John viene dal Colorado, e lì le montagne non mancano e il freddo neppure.
Lo vedo in controluce sulla porta della hall, mentre ci stavamo sbellicando con Jack,su quella storia, che pregando in ginocchio gli ho chiesto di raccontarmi a voce; quella in cui lui va a trovare quel suo amico che si prendeva la benzedrina e si ficcava in una cabina di legno costruita appositamente, delirante, fantastico Jack!
Giro lo sguardo e John è a tre metri dal nostro tavolo, mi appiccica in un secondo il timore reverenziale, di chi si è perso per ore nei racconti di Dago Red.Gli prendo una sedia e mi sembra anche poco, lui invece sorride come dire rilassati.Jack incalza subito e dice -è qui per la storia dei futuri bikers nostrani, è italiano-,sorride ancora il buon John, forse perché ora che letà comincia a farsi sentire, comincia a sentirsi orgoglioso di avere origini italiane.
Dice sono dei bravi ragazzi, quelli lì, loro non imbottigliano sole al bar dei messicani,loro si sporcano le mani di grasso, su quei ferrivecchi dei loro avi, non come me che sono uno scrittore-
Jack, quasi si strozza, ridendo nella tazza di caffè Io non posso parlarne io vivo sulla strada- e ride.
Quelli parleranno di polvere,e quello è campo tuo,John-.
-Già, cosa mi rispondi se ti dico che anche loro aggiungeranno racconti sui vostri, riguardo questa costa ?-
-Ti dico che non importa che linguaggio parli, ma quanto riesci a far sgomberare le orecchie di chi ti ascolta!-
Sono io che li immagino geni o loro che si attirano ammirazione?
-Quindi ci sarà sale nelle loro invenzioni, che ne pensi , Jack?
-Quei ragazzi mi piacciono, e sai perché?, perché sapranno unire la strada e la polvere, la psichedelia e il be-bop, perché sanno che da questa parte della costa,come dici tu, se ti giri i pollici, sei finito .oppure finisci come noi!-
Jack rideva di cuore,di gran cuore, John lo seguiva in una osmosi favorita dal caldo umido della hall,e io,sogno o son desto, sono lì con loro e non mi faccio sfuggire loccasione.
Come li vedi da qui a qualche anno, Jack?
-Ci sono cose meravigliose che i ragazzi faranno,tipo far smuovere il culo, anche ai pigri, e far riscoprire la libertà, che vi farà bene anche a voi laggiù, tutto questo però, mi spiace, ma con musica meno intensa, forse più dura, chissà chi ci sarà al sax-
Lungimirante Jack.
E Tu, John pensi che faranno cose grandi i ragazzi? Non lo so
Chiedi alla polvere.
Protagonisti: Jack nella parte di Jack Kerouac
John nella parte di John Fante
Io nella parte del giornalista